Capitolo n. 279 – zen
Lux disfò i bagagli,
appena varcata la soglia della suite, in un hotel nel centro di Londra.
Nella tasca anteriore
del trolley, trovò alcuni appunti di viaggio e, a sorpresa, una t-shirt ed una
lettera.
Erano di Louis.
Il suo profumo.
La sua grafia, netta
e precisa.
§
Te ne stai andando via, io lo so ed è per questo, che ti sto scrivendo Vincent.
Abbiamo
coltivato molti sogni, noi due insieme, non ultimo quello di condividere serenamente
una realtà, dove non eravamo più i protagonisti assoluti.
Certo
penserai di essere divenuto un comprimario, dopo le mie scelte, Harry, e quanto
riconquistato, ovvero l’affetto di mio padre e di mio fratello.
Li
ho ritrovati, non che tu non ne abbia merito, anzi.
Con
Harry hai avuto la stessa idea di affrontare la mia famiglia, salvando Brent da
un destino già segnato.
E’
grazie a te ed al tuo intervento, se lui è volato a Los Angeles, conoscendo poi
Brendan, che sposerà a breve.
Noi
tutti ti dobbiamo riconoscenza ed affetto, ma, soprattutto comprensione, in
questo momento, in cui hai deciso di allontanarti, procurandomi comunque un
immenso dolore.
Il
mio intento amorevole è farti capire, che sarai sempre nella mia vita, perché io
ti amo Vincent.
Ti
amo profondamente, ma ho dovuto fare i conti con ciò che sento per te, senza
dimenticarmi quanto ti desidero.
Al
pensiero di te (cosa che mi auguro in fondo) che trovi una persona nuova, con
cui stare, mi vengono i brividi: sono tremendamente geloso, non ho alcune
difficoltà ad ammetterlo.
Eppure
ho voluto fare chiarezza, dentro me stesso: non posso permettermi di tenere in
gioco due uomini stupendi, quali siete tu ed Harry.
Mi
sono sposato con lui, abbiamo una splendida bambina, nuovamente grazie a te,
che sei il nostro angelo custode.
Tu
sei importante.
Tu
sei fondamentale.
Ho
preso coscienza di un limite, oltre il quale non dovrò più andare, se vorrò
conquistare anche il rispetto per me stesso.
Se
tu vorrai, sarai il mio punto di riferimento, anche se non esclusivo, ma
determinante.
Tutte
le persone che ho accanto, mi hanno fatto soffrire Vincent.
Tutte.
Tranne
tu.
Ed
è in questo che ti distingui, in questo che non sei come loro, così speciali,
ma accomunati da una serie di dispiaceri, che ho dovuto attraversare, subire,
metabolizzare.
E
tu lo sai.
Sai
tutto di me.
Con
queste righe riesco ad essere lucido e spero tu mi risponda, nello stesso modo,
prima di incontrarci, ovunque vorrai.
Io
non ci vivo senza di te, Vincent, sappilo.
Ti
verrò a cercare, se non avrò notizie, però prenditi il tempo necessario, ma non
abbandonarmi, almeno con i messaggi, le e-mail, una telefonata.
Anche
solo una, perché ti adoro come neppure immagini.
Tuo
(davvero) petit Boo §
Lux sorrise, su quel
saluto, asciugandosi le lacrime, che, a pioggia, stavano macchiando quelle
pagine, così preziose.
Prese il satellitare
e compose il numero di Louis, a memoria.
Il frastuono intorno,
gli fece capire che il giovane era in aeroporto.
“Sì, pronto!” –
rispose vivace e trepidante.
Un secondo di
silenzio dall’altra parte.
“Ti amo anch’io Louis
… A presto” – il francese sorrise, commosso.
“A … a presto Vincent”
– balbettò tremante Boo.
Felice, come in poche
altre occasioni.
Lux riagganciò.
Avevano fatto l’amore
sino all’alba e Brendan si era addormentato dentro di lui.
Brent si svegliò con
un sussulto ed una strana sensazione di indolenzimento alla gambe.
Il peso di Laurie era
caldo e bagnato.
“Amore …” – sussurrò
il ragazzo, ma l’analista gli rispose con uno strano verso gutturale.
Si erano scolati un
paio di bottiglie di champagne, assaggiando specialità locali, ignari della
notte tremenda trascorsa da Geffen e, soprattutto, dell’imminente partenza
della loro stravagante carovana, destinazione California.
“Brendan po potresti
spostarti …?” – Brent rise.
“Non ci penso proprio
… ci sto troppo bene … qui” – e cominciò a muoversi, eccitato spasmodicamente
dalla pelle di Brent ed il suo corpo asciutto ed atletico.
Si baciarono febbrili,
mentre Laurie lo dilatava ulteriormente con le dita ingorde, al pari della sua
lingua, come se il ritmo incalzante dei propri fianchi, non fosse sufficiente
ad arrivare nel punto più profondo e sensibile del suo ragazzino.
Con la medesima foga,
Brendan cominciò a masturbarlo, per farlo giungere al culmine, insieme a lui,
gemendo felice appena il reciproco orgasmo iniziò a dilagare.
A stento recuperarono
fiato ed un minimo di energia, per arrivare nel box doccia, dove si lavarono
con calma e dedizione.
“Sposiamoci ora Brent”
– gli propose, rapito dai propri battiti, lo psicologo, fissandolo.
“Lo farei subito” –
replicò con una delle sue espressioni buffe l’ex capitano – “Ma prima dovremmo
aprire la porta, non credi?”
Qualcuno stava
bussando da alcuni minuti, infatti.
“Ok … Prendi gli
accappatoi piccolo, vado io, mentre tu ordini la colazione, ok?”
Brent annuì – “Perfetto, sto morendo di fame”
Farrell gli allacciò
la camicia, Glam gli sorrise.
“Ecco fatto … Pronto
a partire?” – domandò con la sua innata dolcezza l’irlandese.
“Sì … Ti ringrazio …
Per tutto Colin” – ribatté sincero.
“Tornerai con noi a
Los Angeles?”
“No, faremo uno
sbarco a New York e mi fermerò lì per un giorno o due … Devo sbrigare una
faccenda per il mio testamento”
Mentì.
“Ah bene, forse Jared
vorrà aggregarsi appena lo saprà, ma noi deviamo per l’Irlanda subito, voglio
andare da mio fratello, è stato operato al menisco … Si ingozza di cibo, è
ingrassato troppo e Steven lo mollerà prima o poi” – scherzò, comunque perplesso
sui progetti di Geffen.
“Spero guarisca
presto e per Jared … Ci rivedremo a Palm Springs, ok?”
“Ok, non ti libererai
facilmente di noi” – sorrise emozionato – “Daniel e Pana sono ancora in
Australia?” – l’attore cambiò discorso.
“Sì, ma saranno alla
villa domani, salvo imprevisti”
Kevin li interruppe.
“Daddy vogliano
levare le tende?” – arrise alla visione dell’ex con quell’esortazione, andando
a stringersi a Geffen.
“D’accordo, mi mancherà
questa sabbia e questo sole … In realtà non sarebbe stato brutto finire qui il
mio cammino” – sospirò, guardandolo affettuoso, senza staccarsi dal bassista,
che si incupì all’istante.
“Piantala con questi
discorsi, Glam!”
“Sono realista …”
“Forse avresti dovuto
accettare l’offerta di Petra” – si lamentò, recuperando le valigie di Geffen,
aiutando Colin.
“Non scherzare, hai
sentito il parere del nostro Lula? Non venderò l’anima al diavolo.” – bissò secco.
Kevin, a quel nostro, perse un battito.
Il suo matrimonio con
Tim viaggiava su binari tranquilli e quest’ultimo si rivelò estremamente
comprensivo davanti al frequente interagire di Kevin con Glam, spesso intimo,
ma non più rischioso, all’apparenza.
L’avvocato, in
compenso, non mancava di dimostrare la sua benevolenza a Tim, allo stesso modo
di soldino, che lo considerava un terzo papà, più che un semplice zio.
La comitiva si avviò
finalmente, senza più ripensamenti.
Harry si bevve
unicamente un caffè, mentre Brendan coccolava Petra e Brent divorava qualsiasi
cosa commestibile, sopra il carrello porta vivande, colmo di ogni leccornia
dolce e salata.
“Dov’è Boo?” – domandò
masticando simpatico.
“All’hangar, con
Rossi, Kurt e Martin, aveva bisogno di distrarsi …” – inspirò, dopo avere
raccontato alla coppia quanto accaduto all’accampamento, durante la crisi di Geffen.
“Dunque cosa ne pensi
Brendan? Dovremmo sottoporre la nostro principessa a qualche seduta di analisi
oppure di ipnosi?” – chiese in ansia.
“Per cosa? Non
servirebbe a niente e poi Lula, mi pare, ti abbia già dato la soluzione più
adatta” – Laurie sorrise bonario.
“Lula sì …” – mormorò
un po’ aspro – “Ha trattato mia figlia come se fosse una strega malvagia” –
sbottò.
“Non mi sembra, da
ciò che hai detto” – si intromise Brent.
“Soldino è strano e
poi nemmeno lui fa miracoli a quanto pare, mentre Petra aveva dato a Glam una
possibilità” – argomentò, come se fosse in aula a difendere le ragioni del
proprio assistito.
“Petra comunque non
ha smentito la versione di Lula …”
“E come potrebbe
Brendan, ha solo tre anni!”
“Temo che l’intervento
di Petra sia stato soprannaturale, così la sua eventuale reazione negativa, nel
caso soldino avesse torto, non credi?” – replicò pacato Laurie.
“Forse … Non ne sono
convinto”
“E Louis cosa ne
pensa?”
“Lui vuole
dimenticare tutto, Brent, è comprensibile e poi sta attraversando un periodo
particolare, per via di Lux” – disse serio.
“In che senso?”
“Vincent è andato in
Inghilterra, forse vuole trasferirsi lì definitivamente, Louis gli ha scritto, perché
non vuole ci siano più equivoci tra loro, senza perdersi di vista comunque,
sarebbe un’inutile agonia”
“Stai affrontando
questa cosa con estrema maturità” – osservò Laurie.
“Tra Boo e me c’è
piena fiducia ora, non ci nascondiamo nulla, come vedi” – sorrise.
Brendan sorrise, poi
si schiarì la voce, per un ultimo, spinoso, quesito.
“E tu cosa provi,
Harry, al pensiero di perdere di vista,
definitivamente, Vincent Lux?”
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