giovedì 10 aprile 2014

ZEN - CAPITOLO N. 278

Capitolo n. 278 – zen



Le fitte alla schiena lo destarono nel cuore della notte, così il suo urlo, ne squarciò le tenebre.

Il primo ad accorrere alla tenda di Geffen, fu Scott, seguito da Kevin, Jared e Robert.

Harry, Tim e Jimmy andarono sul camper dei bambini, per distrarli e tranquillizzarli, insieme a Pam e Sveva.

Jude e Colin si aggregarono presto agli altri, dando una mano a Vas e Peter, nel rimettere sul letto Glam, in piena crisi, scivolato sopra ad un tappeto, dove aveva vomitato, per il dolore acuto.


“Siamo in troppi, arieggiate il più possibile!” – esclamò il medico.

Ivan e Christopher assecondarono la sua richiesta, sollevando la copertura ove possibile, così da ottimizzare la ventilazione, grazie alla brezza fresca, che stava soffiando lieve dal deserto circostante.

Rossi e Kurt prepararono delle bevande, tra cui una medicale per Glam, in preda, ora, ad un tremore diffuso.

“Il … il mio amuleto …” – balbettò, madido dalla testa ai piedi.

Jared lo stava cambiando come poteva, con l’aiuto di Colin.

Robert frugò nei cassetti di un comodino e lo trovò, facendoglielo stringere nella mano destra, come gli disse Lula.

Louis piombò improvviso in quel caos, gridando – “Non trovo Petra!! Non la trovo mio Dio!!”

“Hai guardato alla nursery?!” – chiese Ivan, concitato.

“Vengo da lì ed anche Harry la sta cercando!” – replicò lui in lacrime.

Nel frattempo Geffen sembrò calmarsi un minimo.

Scott gli aveva iniettato un potente antidolorifico, ma Downey, intento a tamponargli la fronte, pensò che il merito andasse alla gemma di soldino.

Stranamente il bimbo non era tra loro ed il primo a rendersene conto fu Jared.

“Dov’è Lula?”

Louis era uscito a cercare Petra, con Chris ed Ivan, ma non servì.

Petra spuntò dalle dune, con una ciotola, all’apparenza una candela, ma ben presto i tre videro che la stessa conteneva un piccolo falò.

Un odore acre li infastidì al passaggio della bimba, che sembrava come in trance.

“Cucciola … ma cosa stai facendo …?!” – mormorò sconvolto Boo, raggiunto in quell’istante da Harry, altrettanto sbigottito.

La bimba arrivò da Glam, salì sopra il suo giaciglio sfatto e si inginocchiò sorridendogli.

L’avvocato la fissò, le iridi tremanti, senza capire cosa stesse succedendo, al pari degli amici, riuniti intorno a lui.


“Tocca la fiamma …” – disse lei correttamente.

Petra non sapeva ancora parlare alla perfezione, ma stava imparando in fretta; ciò nonostante, la sua voce sembrò estranea al suo timbro infantile.

I genitori di lei ormai erano ad un passo dalla bambina e Louis provò a sfiorarla, ma poi si trattenne.

“Toccala … E starai meglio …” – lo esortò nuovamente Petra, inclinando la testa, i suoi occhi puntati su Glam, che doveva decidersi a lasciare cadere il talismano di Lula, per lambire quella fiamma e, forse, porre fine ai propri spasmi.

“Papà non farlo!!”

Soldino sembrò materializzarsi dal nulla, passando tra gli adulti, che non capirono da che parte fosse arrivato.

Petra si voltò verso di lui, che le afferrò i polsi, invitandola a scendere, allontanandola dal padre.

“Lula …” – lei rise – “… fallo anche tu, tocca la fiamma e potrai”

Il bambino non la fece finire, scagliando quella specie di scodella per terra, mandandola in frantumi.

“No!” – sbottò Lula – “A noi non servono i tuoi sortilegi!”

Petra si intristì, correndo da Harry e Louis, che la strinsero sul petto.

“Ma che cosa …?!” – ringhiò Styles, turbato dal pianto della figlia.

Lula andò vicino a Glam, che si sollevò, per abbracciarlo.

“Papi è passata, vero?”

“Sì amore …” – e scrutò il portafortuna, luccicante nel suo palmo.

Jared diede una carezza a soldino – “Tesoro, vuoi spiegarci?”

“La sua tribù combatte il demonio con i propri dei malvagi e se tu cedi alle loro lusinghe, ne divieni schiavo per l’eternità”

“Ma Petra è così piccola …”

“Lei è un tramite zio Jay, sua madre di sicuro era una sacerdotessa o suo padre uno stregone, ecco … Petra è buona, non pensate il contrario” – Lula sorrise.

“Oh cavoli …” – sospirò Downey.

“Ma suo padre era un mercenario …” – intervenne Louis.

“Allora era la sua mamma o la nonna, insomma uno dei suoi parenti di sangue”

“Ok Lula … Tu puoi aiutarla?” – chiese Harry, ancora scosso.

“E’ il suo dono … Non dev’essere aiutata, semmai portata via dall’Africa: solo qui l’influsso dei suoi antenati può … ritrovarla”

“Ma perché voleva che anche tu toccassi la fiamma?” – domandò Jude.

“Lula bua …” – disse piano Petra, indicando soldino.

Lui le si avvicinò, facendo una piroetta – “Ma non ho bua” – rise, però poi prese un respiro, scrutando la bimba.

“No … bua”

“Petra vede … la mia sofferenza per papi Glam …”

“Sì, è logico …” – mormorò l’inglese.

Downey scosse il capo – “E’ tardi e penso sia opportuno lasciare riposare Glam: per questo giro abbiamo avuto emozioni a sufficienza, non credete?”

“Sì, andiamo a riposarci … Jared se tu vuoi rimanere” – disse Colin.

“Per un po’, ti raggiungo dopo” – e lo abbracciò, dandogli un bacio nel collo.

Farrell sorrise, allontanandosi poi con il resto di quell’esercito solidale e generoso.

Geffen si ossigenò, bevendo lunghi sorsi dell’intruglio preparatogli da Rossi, accomodatosi sul bordo del letto, con aria perplessa.

“Questi bambini hanno doti straordinarie, ma inquietanti”

“Con Lula ci sono abituato, ma su Petra avevo qualche dubbio …”

“La nostra piccola è perfettamente normale” – sbottò Styles.

“Ehi, guarda che Glam non voleva mica offendere nessuno …” – puntualizzò Louis, prendendo in braccio la loro principessa, ormai nel mondo dei sogni.

“Sì … abbiate pazienza, è che sono sottosopra” – si scusò Harry.

“Ti capisco, lo sono stato anch’io, quando Lula ha iniziato a … rivelarsi” – replicò più rilassato Geffen.

“Non metteremo più piede in queste terre, sei d’accordo Boo?”

“Certo … Come vuoi Harry, penso sia l’unica soluzione possibile, per fare crescere Petra in maniera serena”

“Domani mattina ce ne andiamo” – decretò Styles, portando via la sua famiglia da lì.

Kevin andò da Glam, stringendosi a lui – “Torniamo in California daddy, che ne pensi? Dico al nonno di mandarci il jet?” – domandò con apprensione evidente.

“In realtà mi dispiace, ma credo sia la decisione giusta … Decolleremo in serata, se non ci saranno intoppi”

“Ok, lo chiamo subito” – replicò il bassista sorridente, uscendo poi con Tim, ancora turbato quanto lui.

Geffen si rivolse poi a Leto.
“Jared ci dai un minuto? Scott vorrei parlarti”

“Ok vado a vedere come stanno i bambini”

Scott annuì, rimanendo solo con Glam, che gli fece cenno di avvicinarsi.

“Ti misuro la pressione, voglio controllarla prima di tornare a nanna” – provò a scherzare, ma aveva un nodo in gola, che lo stava annientando.

La paura di perderlo, stava devastando Scott.

“Come vuoi … Volevo ringraziarti, perché non ti risparmi mai, correndo anche il rischio di litigare con Jimmy e non lo trovo giusto Scotty”

“Non pensare a lui, so come gestire le cose”

“Ma l’amore non si gestisce, si vive e basta” – Geffen sorrise.

“Ah se è per questo lo viviamo anche troppo, quando ci azzuffiamo a causa tua” – sorrise anche lui.

Glam gli diede una carezza, su quelle chiome così lunghe, come le portava Jared.

“Sono circondato da capelloni”

“No … Da persone che ti amano …”

“Me ne rendo conto e ringrazio Dio ogni giorno …”

“E ciò supera la tua malattia? La rabbia per …” – si smorzò, come provò a fare con il singulto, che gli salì dal cuore.

Inutilmente.

Geffen lo abbracciò – “A volte cedo all’ira, che mi brucia il cervello, perché non trovo spiegazioni a questa condanna, ma temo non ne esistano, sai Scotty?” – e tornò a guardarlo, con tenerezza.

“Ti voglio bene Glam …”
“Te ne voglio anch’io immensamente” – e lo strinse ancora per un attimo, prima di lasciarlo tornare da Jimmy.









 UN BEL PRIMO PIANO DEL NOSTRO DADDY, IMPEGNATO NELLA CAMPAGNA CONTRO LE VIOLENZE DOMESTICHE, DI CUI SONO SPESSO VITTIME DONNE E BIMBI.

Nessun commento:

Posta un commento