martedì 23 luglio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 156

Capitolo n. 156 – zen


“Guardo la felicità degli altri … di chi amo, soprattutto: esserne spettatore, a volte, può far male, lo ammetto, però … c’est la vie”
Glam sorrise, mentre Scott gli inseriva la flebo.
Aveva messo a punto una terapia mirata, nella speranza di risolvergli i recenti problemi fisici.

“Tornerò ad essere un T-Rex?” – scherzò l’avvocato.
“Oh no, di più …” – il medico sorrise piacevole.
Gli diede poi un bacio sulla fronte ed una carezza – “Ora riposa, il tempo trascorrerà più in fretta ed i cattivi pensieri svaniranno … forse” – concluse mesto, prima di tornarsene in reparto.

Jared aveva portato Isotta ad un controllo per le sue allergie, dopo il viaggio in Africa ed incrociò il diagnosta, notando la sua aria preoccupata.

“Ehi ciao Scott …”
“Salve … Ciao principessa, come mai qui?”
“Per queste!” – e la bimba gli mostrò il braccino destro, coperto di macchie rossastre.
“Oh basterà una pomata tesoro …” – le disse con un sorriso stanco.
“Scott tutto bene?”
“Sì, insomma, turni massacranti, alcuni colleghi sono influenzati”
Era una bugia.

“Prima che tu lo scopra da solo, Glam è di là, in terapia, poi passerà da Tom” – scherzò garbato.
“Oh … allora gli faccio un saluto, con Isy”
“Gli farà piacere, vi accompagno.”


Jude aprì la blindata all’ennesimo fattorino.
Colin stava ridendo sul divano, intento a dare il biberon a Diamond, mentre Robert e Camilla sceglievano le tutine per la sorellina.

“Ehm … sì la mancia … ok … Rob…!” – ringhiò, dando dieci dollari al ragazzo.
“Grazie Sir!” – quindi gli bisbigliò – “L’ho adorato in Wilde, mentre amoreggiava con Fry”
“Sì … va bè …” – chiuse – “Mi prende pure per i fondelli questo moccioso!”
“Judsie sono i giochi?”
“Sì …” – disse sconsolato – “Il cavallo a dondolo … Ma se nemmeno gattona la nostra Dady!”
Quel nomignolo era venuto fuori per caso, dalla gioia di Camy.
“Mrs Gramble verrà a trovarci la settimana prossima e non abbiamo ancora finito di imbiancare la cameretta!”
“Cosa centra amore …?” – gli chiese mantenendo la calma, in maniera esilarante.
“Dovrà essere piena di giocattoli!” – replicò il moro, con aria adorabile.
“Sembri un opossum Rob” – ridacchiò Farrell, pronto per il ruttino di Diamond.

Erano un bel quadretto, colorato di progetti, anche per l’imminente Natale.
“Ma … manca il pagliaccetto rosso … L’abito di Camilla l’ho già ordinato, telefono subito al Baby’s Shop!” – esclamò Downey, in preda ai suoi entusiasmi genuini, di cui Law si sentiva ancora perdutamente innamorato.
Erano bellissimi.


“Usi lo stesso profumo di quando eravamo ad Haiti …”
Geffen lo disse piano, a palpebre chiuse, sorridendo, nella semi oscurità.

“Papi Glam!”
“Ehi amore …” – salutò Isy, spalancandole e tendendo la mano libera da tubi e sensori.
“Ciao …” – disse Leto, emozionato, avvicinandosi.
“Non avresti dovuto portarla qui …”
“Lo so, ma dobbiamo fare un test allergologico …” – spiegò assorto.
“Mi spiace, non stai bene cucciola?”
“Sì sto bene e tu?” – chiese allegra e contagiosa.
“Faccio una cura ricostituente” – poi fissò Jared – “Sul serio, chiedi a Scotty” – rise appena.
“Ultimamente hai dei disturbi nuovi, giusto?” – domandò il cantante, il fiato corto.
“Certo, se no sai che noia” – ironizzò, stiracchiandosi a fatica.
“Aspetta ti aiuto … Isotta mi prendi quel cuscino per favore?”
“Sì subito!”

“Com’è cresciuta … Ha i capelli di Syria, i tuoi zaffiri … Avete fatto un capolavoro” – mormorò ispirato.
“Ecco … A posto, va meglio?”
“Grazie Jay … sì certo”
“Ora dobbiamo lasciarti … Scusaci Glam”
“Ma di cosa?” – bissò sereno, dandogli poi una carezza sul viso.
Jay si piegò, posando un bacio sulla sua guancia leggermente ispida – “A presto Glam …”
“Puoi contarci”


Hugh lo scrutò per cinque minuti, nel suo silenzio assoluto.
Guardò l’orologio da taschino, dono recente da parte di Jim, intenerendosi al solo pensiero di lui, per poi tornare austero a puntare Jared.

“Tua figlia? Non eri con lei?”
Leto annuì.
“L’ha accompagnata a casa Vassily”
“Poi lui torna a prendere Geffen, è esatto? L’hai visto? Con la bambina, magari” – il suo tono era polemico.
Jared scrollò la testa – “E’ … capitato”
“Un caso? Il vostro destino o”
“Smettila cazzo!” – sbottò nervoso.
Laurie non si scompose.

“Apprezzo la tua reattività, vuole dire che non sei nella condizione ameba, in cui ti ho conosciuto, per colpa del tuo insano amore per Glam.”

Jared lo guardò, sconvolto, le iridi tremanti, di lacrime e rabbia.

“Stai parlando dell’uomo con cui volevo una famiglia, almeno quanto l’ho desiderato insieme a Colin” – disse come alienato dal malessere, che avvertiva in ogni fibra di sé.

Hugh si grattò la nuca, perplesso – “Non finirà mai, vero? Pensavo fossi un caso al limite, ma qui ormai rasentiamo l’irrecuperabile, Jared” – ribatté serio e pacato.
Leto se ne andò, senza aggiungere altro.


“E’ capitato qualcosa all’imperatore del Foro?!”
Il suo ingresso spavaldo e dirompente, nello studio di Mason, interruppe questi e Scott, a colloquio.

“Ciao Hugh, chiudi la porta …” – disse rassegnato il coniuge dell’analista.
“Ok, ho mr vengo da Marte di nuovo ridotto come uno zerbino, quindi mi chiedo se centri Geffen, anzi” – e si mise a sedere, giocherellando con il bastone – “… io glielo ho chiesto, ma non avevo bisogno di conferme. Dunque?”

Jim e Scott si sbirciarono, poi Mason diede qualche delucidazione a Laurie.

“Glam non sta bene, in effetti … Stiamo cercando di capire l’origine dei suoi malori, come quello occorsogli a Parigi”
“Mi parlò di metastasi, l’avevi operato tu, giusto Scott?”
“Sì, tempo fa, un raro tumore, posizionato dietro al muscolo cardiaco”
“Roba da pubblicazione scientifica, Glam deve sempre distinguersi”
“Hugh, per piacere” – lo rimproverò Mason.

“Rimettetelo in forma, se no la fila fuori il mio studio diventerà chilometrica: la sindrome da abbandono devasterà i teneri cuori di Jared, Robert, Denny, Kevin, mi aspetto persino Farrell! Così la misura sarà colma ed io avrò un esaurimento! Buon lavoro” – e sparì.


Tom gli preparò una tisana.
“Come al solito sei adorabile, Tommy”
“Figurati Glam, so che stai attraversando un periodo difficile” – replicò con un sorriso pulito.
“Come va il progetto di adozione? Hai saputo di Rob e Jude?”
“Hai avuto successo, l’hai spuntata contro ogni previsione, sapevo che il comitato non ne voleva sapere, ma tu hai sferrato la zampata giusta”
“Non mi hai risposto Tom” – disse dolce.
“Se ne parla in primavera, come le rondini …” – rivelò sconsolato.
“Le rondini? Ma che di che parli?” – Geffen rise.
“Chris sta concludendo il percorso con Laurie, dà ottimi risultati, è diventato persino galante”
“Sembri annoiato da questo …”
“No è che non ci sono abituato, ai fiori, agli appuntamenti rispettati, agli anniversari ricordati … Sono scemo secondo te?”
“Assolutamente no, sei unicamente sincero: a te il vichingo piaceva rude, sporco e cattivo … Ma sto banalizzando, perdonami”
“Invece hai ragione Glam … anche a letto … una noia” – ed arrossì, ridendo comunque.
“Forse Hugh è troppo bravo nel suo lavoro …” – Geffen sospirò, allungandosi sul lettino.
“Pensiamo alla tua cervicale ora, i miei casini lasciamoli nel cassetto”
“Quando vuoi parlare con un amico, sai dove trovarmi, ok?”
“Ok Glam … Ti ringrazio di cuore.”


“Ed è il mio cuore, che ondeggia nel vento … Rimango ad ascoltarlo, nell’attesa di te, sapendo che non verrai mai, perché te l’ho chiesto io, ti ho pregato di non farlo, di non … Mi dispiace”

Jared rilesse quelle poche righe, poi stracciò il foglio, dove le aveva scritte, tirando su dal naso, umettandosi le labbra asciutte, mentre un pianto odioso lo stava soffocando.

Era in auto, fuori pioveva.
Novembre era un mese uggioso, persino in California.
Avrebbe voluto andare a New York, visitare negozi di cianfrusaglie, insieme al fratello e poi ebbe l’impeto di proporlo a Shan, ma anche ad Eamon, senza nessuno tra i piedi, ma ovviamente insieme a Colin.
Per Steven e Tomo, però, non sarebbe stato giusto.
Meglio lasciare perdere.


“Ecco l’assegno.”
Rice glielo porse, facendo finta di consultare l’agenda.
“Pagherò l’università a Josh” – Tomo rise – “Come sta Julie?”
“Ottimamente, grazie” – replicò il gallerista, continuando a prendere appunti, freddamente.

“Ok …” – in quell’istante il croato vide la foto di Owen con la presunta fidanzata, in una preziosa cornice d’argento massiccio.
“Ho da fare, devo congedarti” – e si alzò, porgendogli la mano.
Tomo la strinse, naturale e senza l’imbarazzo del suo interlocutore.
“Shan ti saluta …”
“Non ci credo”
“Come vuoi … Sei assurdo e poi dove ti sei intanato? Manchi a Josh, sai che ti vuole bene”
Il chitarrista lo confessò senza stupide gelosie.
Rice deglutì a vuoto.
“Mi … mi spiace per Josh, a mia volta gli sono affezionato … Rimedierò al più presto” – e si diresse alla finestra, le mani in tasca, frenetico.

“Con cosa? Uno dei tuoi regali faraonici? Non gli servono, lui vuole un tuo abbraccio lo capisci questo? Se noi adulti siamo stati stronzi, i nostri figli non devono soffrirne, mi pare ovvio!”
“Perché cavolo te ne esci con questo discorso Tomo?? Sei nel giusto ed io in torto, ad avere trascurato alcune persone, però non merito il tuo biasimo, non dopo ciò che ho subito!”
“E cosa avresti subito?? Sei abbastanza grande da assorbire colpi peggiori e poi, se ti riferisci a Denny, dopo la tua porcata, come credevi reagisse??”
“Da che pulpito …” – sibilò.
“D’accordo, niente prediche, però Josh merita un po’ di te, anche le briciole! Non deluderlo, è un consiglio” – e se ne andò, senza più voltarsi indietro.



Harry guardò Hopper, che guardò Sylvie, che si girò verso Denny, per poi chiudere il giro sull’espressione di Flora, che diede una gomitata a Geffen.
Si era assopito nel bel mezzo della riunione, mentre Brian, l’associato storico di Glam, stava esponendo ai presenti una relazione sul caso Grayson.

“Sapevo di essere noioso, ma stai esagerando Geffen”
“Eh? Co cosa? Oddio mi sono … E’ il farmaco, Scott mi ha avvisato, avrei dovuto fare altrettanto con voi …” – poi rise, un po’ eccessivamente, tanto da disturbare tutti.
“E c’è pure dentro dell’oppio … ahahhah abbiate pazienza” – e si dileguò verso il bagno, non riuscendo a smettere.

Brian tornò nel proprio ufficio, mentre il resto dei convenuti si interrogò sullo stato di salute di Geffen.
Lui rientrò immediato, dopo essersi lavato la faccia, piuttosto rilassata e di un bel colorito.

“Dicevamo?”
“Brian si è … incazzato” – puntualizzò Marc, visibilmente divertito.
“Fanculo Brian, ci conosciamo da una vita … Oh ecco, caso Downey/Law archiviato con riserva: Sylvie seguirai tu gli incontri con l’assistente sociale, ok?”
“Devo proprio?” – chiese smarrita.
“Prego?” – Glam inarcò un sopracciglio, severo.
“Ok, ok … Scherzavo …”
Stava nascondendo qualcosa.

Geffen era deciso a scoprirlo, dopo alcuni sospetti iniziali: definitivamente.










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