Capitolo n. 156 – zen
“Guardo la felicità
degli altri … di chi amo, soprattutto: esserne spettatore, a volte, può far
male, lo ammetto, però … c’est la vie”
Glam sorrise, mentre
Scott gli inseriva la flebo.
Aveva messo a punto
una terapia mirata, nella speranza di risolvergli i recenti problemi fisici.
“Tornerò ad essere un
T-Rex?” – scherzò l’avvocato.
“Oh no, di più …” –
il medico sorrise piacevole.
Gli diede poi un
bacio sulla fronte ed una carezza – “Ora riposa, il tempo trascorrerà più in
fretta ed i cattivi pensieri svaniranno … forse” – concluse mesto, prima di
tornarsene in reparto.
Jared aveva portato
Isotta ad un controllo per le sue allergie, dopo il viaggio in Africa ed
incrociò il diagnosta, notando la sua aria preoccupata.
“Ehi ciao Scott …”
“Salve … Ciao
principessa, come mai qui?”
“Per queste!” – e la
bimba gli mostrò il braccino destro, coperto di macchie rossastre.
“Oh basterà una
pomata tesoro …” – le disse con un sorriso stanco.
“Scott tutto bene?”
“Sì, insomma, turni
massacranti, alcuni colleghi sono influenzati”
Era una bugia.
“Prima che tu lo
scopra da solo, Glam è di là, in terapia, poi passerà da Tom” – scherzò garbato.
“Oh … allora gli
faccio un saluto, con Isy”
“Gli farà piacere, vi
accompagno.”
Jude aprì la blindata
all’ennesimo fattorino.
Colin stava ridendo
sul divano, intento a dare il biberon a Diamond, mentre Robert e Camilla
sceglievano le tutine per la sorellina.
“Ehm … sì la mancia …
ok … Rob…!” – ringhiò, dando dieci dollari al ragazzo.
“Grazie Sir!” –
quindi gli bisbigliò – “L’ho adorato in Wilde, mentre amoreggiava con Fry”
“Sì … va bè …” –
chiuse – “Mi prende pure per i fondelli questo moccioso!”
“Judsie sono i
giochi?”
“Sì …” – disse sconsolato
– “Il cavallo a dondolo … Ma se nemmeno gattona la nostra Dady!”
Quel nomignolo era
venuto fuori per caso, dalla gioia di Camy.
“Mrs Gramble verrà a
trovarci la settimana prossima e non abbiamo ancora finito di imbiancare la
cameretta!”
“Cosa centra amore …?”
– gli chiese mantenendo la calma, in maniera esilarante.
“Dovrà essere piena
di giocattoli!” – replicò il moro, con aria adorabile.
“Sembri un opossum
Rob” – ridacchiò Farrell, pronto per il ruttino di Diamond.
Erano un bel
quadretto, colorato di progetti, anche per l’imminente Natale.
“Ma … manca il
pagliaccetto rosso … L’abito di Camilla l’ho già ordinato, telefono subito al
Baby’s Shop!” – esclamò Downey, in preda ai suoi entusiasmi genuini, di cui Law
si sentiva ancora perdutamente innamorato.
Erano bellissimi.
“Usi lo stesso
profumo di quando eravamo ad Haiti …”
Geffen lo disse
piano, a palpebre chiuse, sorridendo, nella semi oscurità.
“Papi Glam!”
“Ehi amore …” –
salutò Isy, spalancandole e tendendo la mano libera da tubi e sensori.
“Ciao …” – disse Leto,
emozionato, avvicinandosi.
“Non avresti dovuto
portarla qui …”
“Lo so, ma dobbiamo
fare un test allergologico …” – spiegò assorto.
“Mi spiace, non stai
bene cucciola?”
“Sì sto bene e tu?” –
chiese allegra e contagiosa.
“Faccio una cura
ricostituente” – poi fissò Jared – “Sul serio, chiedi a Scotty” – rise appena.
“Ultimamente hai dei
disturbi nuovi, giusto?” – domandò il cantante, il fiato corto.
“Certo, se no sai che
noia” – ironizzò, stiracchiandosi a fatica.
“Aspetta ti aiuto …
Isotta mi prendi quel cuscino per favore?”
“Sì subito!”
“Com’è cresciuta … Ha
i capelli di Syria, i tuoi zaffiri … Avete fatto un capolavoro” – mormorò ispirato.
“Ecco … A posto, va
meglio?”
“Grazie Jay … sì
certo”
“Ora dobbiamo
lasciarti … Scusaci Glam”
“Ma di cosa?” – bissò
sereno, dandogli poi una carezza sul viso.
Jay si piegò, posando
un bacio sulla sua guancia leggermente ispida – “A presto Glam …”
“Puoi contarci”
Hugh lo scrutò per
cinque minuti, nel suo silenzio assoluto.
Guardò l’orologio da
taschino, dono recente da parte di Jim, intenerendosi al solo pensiero di lui,
per poi tornare austero a puntare Jared.
“Tua figlia? Non eri
con lei?”
Leto annuì.
“L’ha accompagnata a
casa Vassily”
“Poi lui torna a
prendere Geffen, è esatto? L’hai visto? Con la bambina, magari” – il suo tono
era polemico.
Jared scrollò la
testa – “E’ … capitato”
“Un caso? Il vostro
destino o”
“Smettila cazzo!” –
sbottò nervoso.
Laurie non si
scompose.
“Apprezzo la tua
reattività, vuole dire che non sei nella condizione ameba, in cui ti ho
conosciuto, per colpa del tuo insano amore per Glam.”
Jared lo guardò,
sconvolto, le iridi tremanti, di lacrime e rabbia.
“Stai parlando dell’uomo
con cui volevo una famiglia, almeno quanto l’ho desiderato insieme a Colin” –
disse come alienato dal malessere, che avvertiva in ogni fibra di sé.
Hugh si grattò la
nuca, perplesso – “Non finirà mai, vero? Pensavo fossi un caso al limite, ma
qui ormai rasentiamo l’irrecuperabile, Jared” – ribatté serio e pacato.
Leto se ne andò,
senza aggiungere altro.
“E’ capitato qualcosa
all’imperatore del Foro?!”
Il suo ingresso
spavaldo e dirompente, nello studio di Mason, interruppe questi e Scott, a
colloquio.
“Ciao Hugh, chiudi la
porta …” – disse rassegnato il coniuge dell’analista.
“Ok, ho mr vengo da Marte di nuovo ridotto come
uno zerbino, quindi mi chiedo se centri Geffen, anzi” – e si mise a sedere,
giocherellando con il bastone – “… io glielo ho chiesto, ma non avevo bisogno
di conferme. Dunque?”
Jim e Scott si
sbirciarono, poi Mason diede qualche delucidazione a Laurie.
“Glam non sta bene,
in effetti … Stiamo cercando di capire l’origine dei suoi malori, come quello
occorsogli a Parigi”
“Mi parlò di
metastasi, l’avevi operato tu, giusto Scott?”
“Sì, tempo fa, un
raro tumore, posizionato dietro al muscolo cardiaco”
“Roba da
pubblicazione scientifica, Glam deve sempre distinguersi”
“Hugh, per piacere” –
lo rimproverò Mason.
“Rimettetelo in
forma, se no la fila fuori il mio studio diventerà chilometrica: la sindrome da
abbandono devasterà i teneri cuori di Jared, Robert, Denny, Kevin, mi aspetto
persino Farrell! Così la misura sarà colma ed io avrò un esaurimento! Buon
lavoro” – e sparì.
Tom gli preparò una
tisana.
“Come al solito sei
adorabile, Tommy”
“Figurati Glam, so
che stai attraversando un periodo difficile” – replicò con un sorriso pulito.
“Come va il progetto
di adozione? Hai saputo di Rob e Jude?”
“Hai avuto successo,
l’hai spuntata contro ogni previsione, sapevo che il comitato non ne voleva
sapere, ma tu hai sferrato la zampata giusta”
“Non mi hai risposto
Tom” – disse dolce.
“Se ne parla in
primavera, come le rondini …” – rivelò sconsolato.
“Le rondini? Ma che
di che parli?” – Geffen rise.
“Chris sta
concludendo il percorso con Laurie, dà ottimi risultati, è diventato persino
galante”
“Sembri annoiato da
questo …”
“No è che non ci sono
abituato, ai fiori, agli appuntamenti rispettati, agli anniversari ricordati …
Sono scemo secondo te?”
“Assolutamente no,
sei unicamente sincero: a te il vichingo piaceva rude, sporco e cattivo … Ma
sto banalizzando, perdonami”
“Invece hai ragione
Glam … anche a letto … una noia” – ed arrossì, ridendo comunque.
“Forse Hugh è troppo
bravo nel suo lavoro …” – Geffen sospirò, allungandosi sul lettino.
“Pensiamo alla tua
cervicale ora, i miei casini lasciamoli nel cassetto”
“Quando vuoi parlare
con un amico, sai dove trovarmi, ok?”
“Ok Glam … Ti
ringrazio di cuore.”
“Ed
è il mio cuore, che ondeggia nel vento … Rimango ad ascoltarlo, nell’attesa di
te, sapendo che non verrai mai, perché te l’ho chiesto io, ti ho pregato di non
farlo, di non … Mi dispiace”
Jared rilesse quelle
poche righe, poi stracciò il foglio, dove le aveva scritte, tirando su dal
naso, umettandosi le labbra asciutte, mentre un pianto odioso lo stava
soffocando.
Era in auto, fuori
pioveva.
Novembre era un mese
uggioso, persino in California.
Avrebbe voluto andare
a New York, visitare negozi di cianfrusaglie, insieme al fratello e poi ebbe l’impeto
di proporlo a Shan, ma anche ad Eamon, senza nessuno tra i piedi, ma ovviamente
insieme a Colin.
Per Steven e Tomo,
però, non sarebbe stato giusto.
Meglio lasciare
perdere.
“Ecco l’assegno.”
Rice glielo porse,
facendo finta di consultare l’agenda.
“Pagherò l’università
a Josh” – Tomo rise – “Come sta Julie?”
“Ottimamente, grazie”
– replicò il gallerista, continuando a prendere appunti, freddamente.
“Ok …” – in quell’istante
il croato vide la foto di Owen con la presunta fidanzata, in una preziosa
cornice d’argento massiccio.
“Ho da fare, devo
congedarti” – e si alzò, porgendogli la mano.
Tomo la strinse,
naturale e senza l’imbarazzo del suo interlocutore.
“Shan ti saluta …”
“Non ci credo”
“Come vuoi … Sei
assurdo e poi dove ti sei intanato? Manchi a Josh, sai che ti vuole bene”
Il chitarrista lo
confessò senza stupide gelosie.
Rice deglutì a vuoto.
“Mi … mi spiace per
Josh, a mia volta gli sono affezionato … Rimedierò al più presto” – e si
diresse alla finestra, le mani in tasca, frenetico.
“Con cosa? Uno dei
tuoi regali faraonici? Non gli servono, lui vuole un tuo abbraccio lo capisci
questo? Se noi adulti siamo stati stronzi, i nostri figli non devono soffrirne,
mi pare ovvio!”
“Perché cavolo te ne
esci con questo discorso Tomo?? Sei nel giusto ed io in torto, ad avere
trascurato alcune persone, però non merito il tuo biasimo, non dopo ciò che ho
subito!”
“E cosa avresti
subito?? Sei abbastanza grande da assorbire colpi peggiori e poi, se ti
riferisci a Denny, dopo la tua porcata, come credevi reagisse??”
“Da che pulpito …” –
sibilò.
“D’accordo, niente
prediche, però Josh merita un po’ di te, anche le briciole! Non deluderlo, è un
consiglio” – e se ne andò, senza più voltarsi indietro.
Harry guardò Hopper,
che guardò Sylvie, che si girò verso Denny, per poi chiudere il giro sull’espressione
di Flora, che diede una gomitata a Geffen.
Si era assopito nel
bel mezzo della riunione, mentre Brian, l’associato storico di Glam, stava
esponendo ai presenti una relazione sul caso Grayson.
“Sapevo di essere
noioso, ma stai esagerando Geffen”
“Eh? Co cosa? Oddio
mi sono … E’ il farmaco, Scott mi ha avvisato, avrei dovuto fare altrettanto
con voi …” – poi rise, un po’ eccessivamente, tanto da disturbare tutti.
“E c’è pure dentro
dell’oppio … ahahhah abbiate pazienza” – e si dileguò verso il bagno, non
riuscendo a smettere.
Brian tornò nel
proprio ufficio, mentre il resto dei convenuti si interrogò sullo stato di
salute di Geffen.
Lui rientrò
immediato, dopo essersi lavato la faccia, piuttosto rilassata e di un bel
colorito.
“Dicevamo?”
“Brian si è …
incazzato” – puntualizzò Marc, visibilmente divertito.
“Fanculo Brian, ci
conosciamo da una vita … Oh ecco, caso Downey/Law archiviato con riserva:
Sylvie seguirai tu gli incontri con l’assistente sociale, ok?”
“Devo proprio?” –
chiese smarrita.
“Prego?” – Glam inarcò
un sopracciglio, severo.
“Ok, ok … Scherzavo …”
Stava nascondendo
qualcosa.
Geffen era deciso a
scoprirlo, dopo alcuni sospetti iniziali: definitivamente.
Nessun commento:
Posta un commento