Capitolo n. 146 - zen
“Sei emozionato?”
Geffen glielo chiese
con la sua dolcezza paterna innata, che Kevin adorava.
“Sì daddy … Manca
molto?” – chiese ansioso, dopo che l’ex gli aveva appuntato una rosa bianca
sulla giacca, nei toni carta da zucchero, elegante e semplice, come l’indole
del bassista.
“Direi dieci minuti,
ci sono tutti se non sbaglio” – e sbirciò oltre il tendone, che li separava
dalle navate, arricchite da addobbi fatti preparare a tempo di record da
Antonio, sbarcato con l’intera famiglia a Parigi.
I vari nuclei si
erano riuniti, a partire dai figli di Colin e Jared, in trepidazione per una
novità inattesa.
Sarebbero decollati
tutti verso il Marocco, insieme ai genitori, desiderosi di fare ripercorrere
alla prole il loro viaggio nelle terre dove si erano innamorati e dove, spesso,
avevano concretizzato i progetti sulle loro adozioni.
Farrell, dopo averne
parlato con il consorte, aveva deciso di affrontare nuovamente Geffen, non
certo per discutere.
Andò così a cercarlo,
ritrovandolo nella sagrestia, nella parte dove il pastore aveva l’ufficio ed
una sorta di saletta, dove lo si poteva attendere, in caso di necessità.
Glam inviò un sms,
dando le spalle all’ingresso, senza accorgersi dei passi dell’irlandese, che lo
salutò calmo.
“Ti rubo solo cinque
minuti, so che vuoi stare vicino a Kevin, con Lula …”
“Ciao Colin … Ora non
è il momento infatti” – disse drastico, ma a mezza voce, senza girarsi, alzandosi dal divanetto dove sembrava essersi
accasciato, più che seduto.
“Sì, comprendo, però
ci tenevo a … A dirti che voglio superare quello che ci siamo detti: non ho
dimenticato i tuoi sacrifici per Jared, così come sono certo tu non possa
mettere più in discussione la mia integrità” – puntualizzò sereno, azzerando la
distanza tra loro.
Geffen, però, si
diresse verso il bagno, come a non dargli retta – “Non ho intenzione di farlo,
non accadrà più, te lo assicuro, ma ora”
Sparì, chiudendo
repentino la porta.
Colin rimase
interdetto, ma il sopraggiungere improvviso di Scott, lo indusse ad
un’ulteriore inquietudine.
“Dove si è cacciato?”
– chiese il medico, impeccabile nel suo completo scuro firmato Armani.
“Se cerchi Glam è là
dentro, cosa succede accidenti?”
Il nervosismo di
Farrell trovò presto un chiarimento dai rumori provenienti da quell’ambiente
chiuso a chiave.
Scott bussò lieve,
guardando poi l’attore – “Appena avrà finito di vomitare mi aprirà, meglio che
tu vada, non dire nulla agli invitati”
“Senti io non me ne
vado se non mi dici cosa”
“Ehi Colin, ma sei
ancora qui? Ciao Scott …”
Jared si palesò sulla
soglia, in camicia e pantaloni blu notte, identici a quelli di Farrell, che gli
sorrise, abbozzando uno sbrigativo – “Andiamo tesoro, stanno per iniziare,
vero?”
“Sì Cole … Credevo
fossi con Glam …”
“Si sta incipriando
il naso” – intervenne Scott, sorridendo – “Arriviamo, non temete, non ci
perderemmo questo matrimonio per niente al mondo” – li rassicurò e l’irlandese
portò via Leto, poco convinto dal loro atteggiamento.
Robert mostrò la
brochure di un nuovo orfanotrofio costruito in quel di Malibu, a Jude, appena
cinque minuti dopo, che si erano accomodati nei banchi destinati agli amici.
Antonio li aveva
salutati calorosamente, insieme a Carmela e Pam, entusiaste quanto l’anziano
patriarca per la decisione di adottare un’altra bimba da parte della coppia.
“Ed il maldido?” –
chiese lei accigliata, non vedendolo unirsi a loro, come promesso.
Colin stava
transitando insieme a Jared e la tranquillizzò.
“Sta facendo delle
telefonate, è con Scott”
Appena furono seduti,
Leto gli bisbigliò – “Perché hai mentito amore?”
“Non te lo so dire
neppure io, ma credo stia succedendo qualcosa” – replicò fissandolo.
“Cosa esattamente?”
“Glam non si sente
bene ecco … Non ho idea di cos’abbia” – e gli prese le mani.
Gli zaffiri di Jared
accennarono uno smarrimento latente, poi sorrisero – “Forse è agitato per Kevin
… Penso sia felice per lui e Tim”
“Questo è sicuro,
Jay, visto che Glam non fa che ripeterlo ai quattro venti” – bissò il suo
sorriso, provando, però, una vaga angoscia.
Spesso dimenticavano
che anche Geffen curava da anni un cancro piuttosto infido, che quasi lo
strappò via all’amore dei propri cari, in diverse occasioni, minando una
salute, non più solida ormai ed a singhiozzo, con periodi di estremo vigore,
alternati a settimane di spossatezza ed apatia.
“Questa roba è
potente … E non te la inietto volentieri, sia chiaro”
Scott lo disse
puntandolo, mentre estraeva l’ago dall’avambraccio di Geffen, che fece una
smorfia infastidita.
“L’essenziale è che
mi faccia reggere sino alla fine, poi mi eclisserò, tanto non mancherò a
nessuno e non dirmi che sono una lagna, se no ti mollo un pugno, ok Scotty?” –
ringhiò, ma aveva gli occhi lucidi.
Il suo BFF gli diede
una carezza, mormorando un affettuoso “Stupido che sei …” – poi gli diede un
bacio, profondo.
Glam non si oppose a
quel gesto, forse perché carente di lusinghe o semplicemente solo, come un
randagio in una giornata di pioggia.
“Scott … diamine” –
rise nervoso, staccandosi peraltro malvolentieri.
Il doc era
bellissimo, un ultra cinquantenne da fare girare ancora le donne per strada e
non solo.
Jimmy ne era
gelosissimo ed aveva sviluppato un senso del possesso, totalmente ricambiato,
difficile da gestire per la sua età acerba ed affascinante.
Di recente, poi, il
legame con Scott era migliorato, soprattutto da quando il ragazzo si era
iscritto all’università: un gesto molto apprezzato dal diagnosta, che ne andava
assai fiero.
“Come ti senti
zuccone?” – e prese fiato.
“Il tuo elisir sta
avendo effetto … Niente più nausea e senso di oppressione al plesso solare …
Che diavolo sarà stato?”
“Faremo delle analisi
al nostro ritorno, senza perdere tempo, ok?” – propose con delicatezza.
Geffen lo scrutò.
“Sei … Sei davvero
una persona meravigliosa Scotty” – disse sincero, avvolgendolo poi lento.
“Ti voglio bene e
detesto ancora questo tuo modo di buttarti via, quando invece potresti avere la
tua dose di meritata realizzazione sentimentale”
“Parli come Laurie!”
– sbottò ridendo, mettendosi in piedi.
“Capogiri?”
“No … Si va in scena?
Kevin penserà che ci siamo persi”
“Siamo in orario” –
controllò l’orologio – “Le campane suonano, diamoci comunque una mossa!” – e si
avviarono, finalmente.
Il brusio venne meno,
appena Kevin e Tim apparvero in fondo al tappeto rosso, preceduti da Violet ed
Isotta, Amélie e Camilla, impegnate a spargere petali di rosa,
nell’approvazione generale.
Lula restava paziente
accanto a Pam e Glam, che si era affiancato a lei, non senza ricevere un
bonario rimprovero.
Colin li sorvegliava,
provando a capire l’evolversi della situazione: Geffen aveva un bel colorito,
probabilmente aveva fatto un’indigestione, quindi non era il caso di
preoccuparsi oltre.
Il pastore fece un
breve sermone introduttivo, poi lasciò la parola ai futuri coniugi.
Tim, che non aveva
mai distolto i suoi opali da Kevin, pronunciò quel che aveva nel cuore, con un
candore disarmante.
“Ci siamo incontrati
in un punto delle nostre vite un po’ particolare: non è stato semplice amarti,
Kevin, ma questo mi ha fatto innamorare ancora di più. Mi hai donato molto di
te, però sai che dovrai dividermi per sempre con un altro … ometto” – e guardò
Lula – “… che amo più di me stesso … E’ un bambino fortunato, perché tu e Glam
lo avete cresciuto nel migliore dei modi: soldino sa dare amore, senza
condizioni, né compromessi ed avete fatto quindi un ottimo lavoro, di cui ora
posso beneficiare anch’io e mi auguro di meritare questo privilegio, senza mai
deludervi …”
“Tesoro” – disse
rapito Kevin.
“Con questo anello io
ti sposo e consacro questo frammento di noi, rendendolo eterno, contro ogni
ostacolo, avversità, prova … Ti amo Kevin” – e completò il suo gesto, baciando
poi i palmi di suo marito.
“Cosa mi rimane da
dire, Tim? A tutti potrebbe sembrare che tu abbia esaurito le parole migliori,
per sancire la nostra unione, tra poco ufficiale e, per volere di entrambi,
definitiva” – sorrisero.
Quindi proseguì.
“Mi hai conquistato
giorno dopo giorno, insegnandomi ad essere un uomo più sincero ed onesto con me
stesso. Mi hai fatto crescere, rispettando il mio passato ed accogliendo il presente,
dove il tuo posto è accanto a me, Tim. Il destino mi ha dato una seconda possibilità
con te e mai mi scuserò abbastanza per averti esposto ad un pericolo, che per
poco ti portava via da me, da Lula, da chi ti ama … angelo mio”
Si commossero.
“Oggi, però, è un
giorno di festa, è il nostro giorno, Tim. Con questo anello io ti sposo e mi
impegno a tenerti per mano, al sicuro, da ogni male, provando ad eguagliare il
tuo valore, inestimabile, credimi … Ti amo tanto” – ed infilando l’anello al
suo anulare, Kevin lo strinse a sé, baciandolo appassionatamente.
Il celebrante invocò
un applauso, che non tardò ad arrivare.
Dai vetri a mosaico i
raggi filtrarono vividi, sulle note di una ballata romantica, che li accompagnò
all’uscita, tra coriandoli e riso, lanciati dagli astanti, felici per
quell’epilogo, carico di aspettative.
Tutte da realizzare.
BRAD PITT is Doc Scott XD
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