giovedì 11 luglio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 149

Capitolo n. 149 – zen


“E’ stato abbastanza penoso …”
Le parole di Downey interruppero il silenzio tra loro, seduti nella sala d’attesa dell’aeroporto, mentre Law gli stava massaggiando la cervicale indolenzita.
“Solo? Direi ridicolo” – si lamentò l’inglese, interrompendo ciò che stava facendo, per alzarsi.
“Jude … Scusami se ho fatto qualcosa di sbagliato” – disse sommesso, provando a trattenerlo per un polso, ma il compagno, senza irruenza, prese una minima distanza da lui, per andarsi a scegliere una bibita dal distributore automatico.

“La natura della tua … scenata, Robert, come la definiresti?”
“In realtà stavo solo scherzando, ma ammetterai che Glam si infila sempre in casini memorabili e”
“Ed in letti sgraditi a chi lo ha amato?” – bissò aspro, fissandolo.
Downey si sollevò, puntandolo serio – “Le sue scelte non mi riguardano, la mia vita è felice accanto a mio marito ed ai nostri figli, spero tu non l’abbia dimenticato”
Jude prese fiato, pentendosi per la propria astiosità, ma era geloso sino al midollo di Robert, dal primo minuto in cui lo incontrò, decidendo che sarebbe stato suo per sempre.
“Sai che … Che i miei rapporti con Glam sono mutati radicalmente, Rob, che lo rispetto e gli ho chiesto perdono, per ciò che ho fatto, sia a te, che a lui”
“Anche noi abbiamo bisogno del tuo perdono, io ne ho bisogno, Jude, perché ciò che vuole Glam è affare suo”
“Non odiarlo” – ribatté deciso.
Downey ebbe un fremito – “Non … Non potrei, neppure se lo volessi” – sorrise imbarazzato – “Per come mi ha aiutato … Per come ci ha sostenuti, Jude”
“Infatti: è questo che conta, considerare unicamente le sue buone azioni, la sua indole migliore, perché Glam non si è mai tirato indietro, quando è stato il caso di salvarci, letteralmente” – affermò limpido.
Downey lo strinse forte a sé – “Ti amo Jude … Hai sofferto, hai lottato ed ora siamo qui ed io voglio adottare Diamond insieme a te” – disse emozionato, guardandolo con un amore, che faceva quasi male.
Law annuì, commosso – “Spero di riuscire a realizzare tutti i tuoi sogni … Ce lo siamo promessi dopo avere fatto l’amore, la prima volta, rammenti?”
“Sì anima mia … Capii in quell’attimo che non sarei più stato solo, sai?”
“Così fu per me, Rob, dopo tante tempeste” – sorrise, dandogli poi un bacio, che fermò il tempo, intorno a loro.


Geffen posò la cartellina sul tavolo, dove Sylvie stava dialogando con Yari, Misaki, Louis ed Harry, al quale l’avvocato si rivolse direttamente, dopo avere estratto dei fogli da quell’involucro grigio scuro.

“Qui c’è il tuo contratto Sylvie e qui … Il tuo Harry.” – disse pacato.
“Il … Il mio cosa?” – chiese lui con sorpresa.
“Ho preso alcune informazioni, stai arrivando bene al traguardo ed il mio studio ti coadiuverà nella stesura della tesi: il tuo praticantato nel frattempo darà un’ottima impressione, per avere il massimo dei voti ed a me serve un nuovo esperto di diritto internazionale. Che ne pensi, dunque?”
“Sono senza parole signor Geffen … Glam … cioè”
Louis quasi lo strozzò dalla gioia, appendendosi a lui – “Wow hai un lavoro amore!” – esclamò entusiasta.
Harry gli diede un bacio affettuoso trai i capelli sempre spettinati ad arte, ma poi pretese un colloquio in privata sede con Geffen, che acconsentì, spostandosi in una saletta per fumatori.
Erano ancora in hotel, ma per poco.

Si accomodarono e Glam ordinò da bere.
“Due toniche, grazie. Fa caldo oggi, non trovi?” – e si allentò la cravatta, era estremamente elegante e professionale.
“Non direi, forse sono le tue medicine” – replicò educatamente il giovane.
“Sì, hai ragione. Sei in erba, ma hai già dato parecchi esami, uno studente modello, ma anche geniale, a quanto mi risulta”
“Ho iniziato la scuola a quattro anni, in una sezione speciale …”
“Sì, lo so Harry, ma la tua famiglia non ha mai apprezzato i tuoi successi, il tuo dono”
“C’era solo mamma … E poi si è risposata, quanto avevo otto anni ed in sostanza persino il vicinato mi vedeva come un fenomeno da baraccone”
“Che ignoranti, che stupidi”
“Quel tizio, ci ha portato in casa i suoi figli e mi prendevano in giro, mi odiavano … anche lui” – e divenne pallido, deglutendo a vuoto, gli occhi da cerbiatto accesi dai ricordi dolorosi.
Sentì l’urgenza di tornare da Louis, di poterlo abbracciare, annusare persino, nel suo aroma di shampoo e sciroppo di mirtillo, che metteva ovunque, a colazione.

“Ora calmati Harry, non devi condividere con me nulla, se non ne senti la necessità” – gli disse paterno l’uomo, cogliendo i suoi incubi.
“Se avete preso informazioni forse …”
“Non sino a quel punto, qualunque esso sia”
“Quel bastardo abusò di me e solo la carriera scolastica mi strappò ai suoi giochi sporchi” – raccontò lucido – “Vinsi una borsa di studio e mi trasferii in un collegio, a quindici anni … Poi da lì fu più semplice …”
“Mi dispiace”
“Questa proposta ha forse un secondo fine?” – domandò brusco.
Glam sorrise – “Non ti sei mai fidato di me ed io ti capisco, credimi”
“Louis ed io vediamo la vita in maniera differente: siamo entrambi incazzati con il mondo, questo ci ha accomunati dal principio, perché noi lavoravamo sodo, ma non bastava mai”
“Capita a chi ha poche risorse, questa società è sudicia di denaro ed ingiustizie, questo io lo so, Harry, anche se vengo dalla parte del fiume, che vi ha sempre infastidito”
“Io ti ammiro, questo lo dovresti sapere, Lou te lo avrà detto”
“Non credo” – rise – “Comunque grazie, come legale suppongo”
“Certo. In compenso non giudico il tuo percorso, non mi riguarda, sempre che non si scontri con il mio, con il nostro. Louis ed io siamo un’unica persona”
“Ricambio l’ammirazione allora, perché il sottoscritto non è mai stato capace di consolidare un’unione nel modo in cui tu ci stai riuscendo con Louis” – ribatté schietto.
“Mi impegnerò, nessun favoritismo, ok?”

Era simpatico nel suo essere adulto ad ogni costo, seppure con un anno meno di Louis, che sembrava una farfalla, tra una chiacchiera e l’altra, carpendo l’attenzione non solo di Sylvie, ma soprattutto di Yari e Misaki.

“Puoi contarci, Harry, te ne accorgerai appena metterai piede nel mio studio”
“Affare fatto!” – e gli diede la mano, grato per quell’opportunità.



“Jimmy ehi svegliati … dobbiamo andare”
Scott posò un bacio sulla sua spalla destra, mentre il ragazzo gli dava la schiena, all’apparenza addormentato.
I suoi zigomi erano segnati dal passaggio di un pianto, che si era affrettato ad asciugare, mentre il medico faceva la doccia.
“Sì, sono sveglio … ok” – e si mise seduto sul bordo, senza voltarsi, tirando su dal naso.
Scott inspirò.
“Sei arrabbiato con me, piccolo?” – domandò preoccupato.
“No”
“Stento a crederti” – e sorrise a metà.
“E come potresti? Se mi avessi toccato, forse”
“Scusami, ero stanco Jimmy e”
“Stanco di cosa? DI ME?” – si alterò improvviso, mentre si vestiva a scatti.
“Assolutamente no, come puoi dirlo?”
“Secondo te??!” – e lo polverizzò, voltandosi di scatto.
Scott si allacciò la camicia, sui jeans sbiaditi, raccogliendosi poi in un codino i capelli biondi e lisci – “E’ per Glam? Tu non sai cosa sta passando” – disse senza guardarlo.
“Dovrei? Sei tu il mio fidanzato, non lui! O almeno spero tu lo sia ancora, ma ne dubito” – ribatté, gli occhi lucidi e tremanti.
“Sbagli”
“Dimostrami il contrario Scott, perché quando Geffen è nella tua orbita, TU non capisci più niente, lo veneri, coinvolto ed innamorato fradicio!”
“Gli voglio bene, non rinnegherò mai la nostra amicizia” – nel confermarlo, gli si avvicinò, prendendo con cura i suoi fianchi, per farlo aderire al proprio corpo.
Jimmy non si oppose.
“Fosse esclusivamente affetto, come quello che unisce Tim a me, non mi darei tanta pena, te lo assicuro” – replicò emozionato e dispiaciuto.
“Glam è stato isolato, da coloro ai quali ha donato sé stesso ed un amore senza limiti, questa è la sua … disgrazia” – sorrise triste.
“Mentre tu non l’avresti mai fatto, giusto?” – ricominciò a piangere, con una dignità, che Scott stimava e riconosceva in ogni gesto di Jimmy.
“Ho provato a dissuaderlo, a fargli cambiare idea, a non permettere a Jared o a Robert di calpestarlo, ma è stato inutile.”
“A Glam non piacciono i tipi come te o Kevin, è evidente, per quanto vi ha respinti e maltrattati: vi siete svegliati, alla fine, ma tu ne sei ancora invischiato, mentre Kevin è finalmente libero”
“Ci conosciamo dall’infanzia, è … un legame profondo: me ne dovrò scusare con te per l’eternità?” – chiese dolce.
“Ne avrei il diritto??”
“Jimmy ..”
“Scott vuoi sapere come mi sento? Abbandonato” – ed affondò il viso nel collo del maturo amante, che non sperava di meglio, per dimostrargli quanto tenesse a lui.


Antonio fece le raccomandazioni di rito.
I figli di Colin e Jared lo ascoltarono, sbirciandosi l’un l’altro per quella predica bonaria, per poi sommergerlo di coccole, nel salutarlo.
“Ok … Messaggio ricevuto, farete quello che vi pare in Marocco: Jay, Cole, io ci ho provato!” – esclamò riemergendo da quel groviglio di braccine e gridolini amorevoli.

Farrell rise, poi notò Lula uscire dall’ascensore, preceduto da Vassily e Peter, costantemente preposti a scudo del cucciolo di Glam e Kevin.
Violet gli corse incontro.
“Ciao bellezza!” – esordì lui, prendendo un cofanetto dal tascone dei bermuda.
Glam lo osservava da poco distante; non si era mosso, dopo che Harry era tornato da Louis, ancora perso in pettegolezzi con Sylvie.

“Ciao Lula … Come mai non vieni anche tu?” – domandò con il broncio.
“Perché devo stare con il mio papà e tu con i tuoi, che ci tengono a questo viaggio speciale” – le spiegò sereno.
“Ma Misaki segue Yari”
“E’ una cosa diversa” – rise – “Comunque, per farmi perdonare, ho un cadeau per te, luce dei miei occhi!” – ed aprì lo scrigno.
Violet fece un saltello, notata da Jared e Colin, che rimasero scioccati dalla preziosità di quel gioiello.
Anche se di fattura semplice, le pietre preziose in esso incastonate erano purissime e ultra brillanti.
Soldino le fece indossare quella meraviglia, di cui la bambina si vantò subito con le sorelline, innescando la felicità anche del padre, che finalmente si aggregò al resto del clan, per un arrivederci tranquillo.

“Fate una bella vacanza, ci vediamo in California, ok?” – disse prendendo in braccio Lula.
“Sì Glam, a presto” – si congedò Farrell, per poi avviarsi ai taxi con i gemelli e Florelay.
Isotta ed Amélie, nonché Rebecca e Violet, tempestarono Geffen di carezze e baci, come avevano fatto con il nonno.
Yari e Misaki diedero i loro numeri a Louis ed Harry, che con Sylvie erano ad un metro da Glam e Jared.
Quest’ultimo si contrasse, indeciso su cosa dirgli, ma Geffen sciolse la sua tensione, avvolgendolo con immensa tenerezza, dopo che Lula si era diretto con Violet alle auto, pronte a partire.

“Abbi cura di te, mi raccomando Jay”
“Sì Glam … Tu ogni volta … mi spezzi il cuore, quando è tempo di andare via” – disse flebile, domandandosi la ragione per cui non riusciva mai a celare i propri sentimenti.
Geffen sorrise – “Dammene un frammento, farò lo stesso con uno dei miei Jared e saremo pari, ok?”
“Ok …” – e gli passò una chiavetta usb, senza che nessuno se ne avvedesse.
“Ma cosa …?”
“E’ solo musica … Sono solo io, Glam. Ti voglio bene, ciao …”
“Ciao amore” – sussurrò in un respiro, che gli morì in gola.









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