Capitolo n. 185 - sunrise
Glam si sedette sul bordo, posando il vassoio.
L’aroma del caffè arrivò alle narici di Robert, che sorrise.
Il suo risveglio sereno, però, assunse una vena di malinconia nel constatare quanto fosse provato Geffen, quasi piegato sulle sue stesse mani, a custodire un viso sofferente e segnato da emozioni ancora troppo intense.
“Glam …”
Downey si liberò del lenzuolo, inginocchiandosi alle spalle dell’amico, cingendolo con attenzione: indossava solo i pantaloni del pigiama, mentre l’avvocato aveva anche una t-shirt leggera.
“Glam cosa è successo …?”
“E’ … è Jared … giù di sotto” – spiegò flebile.
“Avete litigato?”
Glam lo guardò, finalmente.
“No … non lo so, sai? Ormai ci facciamo del male anche solo parlandoci Rob” – e prese fiato, provando a riprendere il controllo dei propri sensi.
“Mangia qualcosa, fallo per me Robert” – e gli accarezzò lo zigomo sinistro, voltandosi completamente verso di lui.
“Noi … noi sappiamo quanto sia grande il tuo amore per Jared, non puoi pretendere di cancellarlo in pochi giorni … o settimane o mesi o”
“Rob” – lo interruppe, senza alzare i toni, anche se una fitta lo stava lacerando al centro del petto – “Robert … vale anche per Jude, non sono uno sprovveduto, anche se un altro avrebbe mandato al diavolo uno come Jared milioni di volte e”
“Ne bastava soltanto una Glam” – e gli sorrise, scrollando le spalle in maniera debole – “Come per me e Jude, quando mi tradì con Sienna, tanto per … per citare un esempio dei suoi egoismi” – concluse amaramente.
Geffen gli passò una fetta di torta ai mirtilli – “So che è la tua preferita … è scritto nella sua biografia signor Downey”
“L’hai letta? Non posso crederci”
Risero, più sollevati.
Si abbracciarono, ripromettendosi tacitamente che le cose sarebbero migliorate.
“Non sapevo che il gelato si mangiasse così Kevin”
Tim ansimò, inarcandosi quando l’amante gli posò due cucchiaini di vaniglia sui capezzoli, per poi assaltarli con vorace passione.
Erano momenti di intimità così intensa, da portare il giovane ad una saturazione orgasmica indescrivibile: Kevin gli aveva fatto l’amore tre volte quella notte, cominciando dai bagni del ristorante dove avevano cenato, per poi ripetere l’atto in macchina ed infine nel loro letto, per ore.
Ad ogni minimo tocco, Tim provava un piacere assurdo, in zone del suo corpo glabro e teso, che neppure sapeva di avere.
Avrebbe voluto non finissero mai quelle continue stimolazioni, ma temeva anche di provarne una nausea inevitabile, se avessero superato certi limiti.
Improvvisamente ricordò un episodio terribile della sua convivenza con il suo maturo compagno, anni prima: lui aveva concluso un affare importante, con due nuovi soci, ai quali pensò bene di fare omaggio di un allegro e volgare pomeriggio con il suo acerbo convivente.
Tim, piuttosto alticcio e con un poco di cocaina in circolo, divenne docile alle sporche mani di quei due tizi, sotto agli occhi di quell’avido del suo uomo, che non si era mai sforzato di amarlo senza più considerarlo come un oggetto avvenente, utile come merce di scambio, come in quell’occasione.
Kevin percepì un cambiamento nelle reazioni di Tim.
Notò il suo sguardo vitreo, come precipitato in un baratro di pura ansia.
Lo strinse forte.
“Amore … amore cosa …?”
“Kevin ti amo tanto” – scoppiò a piangere, passando da quella dimensione desolata a quella ricca di colori, in cui il bassista lo aveva condotto a poco a poco.
“Tesoro … anch’io ti amo … ehi, guardami”
Il sorriso di Kevin era meraviglioso; Kevin era meraviglioso.
Così il bacio senza fine, che pose fine a quell’intermezzo così triste.
La spiaggia non era quella di Palm Springs.
Glam non la riconobbe come tale, anche se lui, quel posto, lo conosceva.
I rumori gli giungevano ovattati, ma uno strano calore attirò il suo sguardo: una casetta in legno stava andando a fuoco.
Era quindi ad Haiti?
Se lo domandò ad alta voce, ma nessun suono arrivò al suo cervello.
Certo, quello era il capanno e l’incendio era un fatto realmente avvenuto sull’isola, dove lui e Jared si salvarono quasi per miracolo e solo per la presenza di spirito di Geffen.
Ora, però, come mai era lì?
Due figure, oltre i vetri, che stavano esplodendo per l’elevata temperatura interna alla minuscola abitazione, si agitavano, invocando il suo aiuto.
Iniziò a correre, ma, ad ogni metro, la costruzione ormai semi distrutta, sembrava allontanarsi inesorabilmente.
Tese un braccio, poi l’altro, come per afferrare quelle sagome, che finalmente gli furono nitide: erano Lula e Jared.
Le loro urla si mescolavano a quelle di Glam, disperato, in lacrime, con un affanno, che lo stava soffocando.
Cadde rovinosamente, provò a rialzarsi, ma una voragine inghiottì quell’ammasso di tizzoni, fumo e grida, fino a farlo scomparire in un orizzonte grigio e tetro.
“No!!!!” – il suo cuore gli balzò in gola, con un singulto peggiore dei precedenti, ma la visuale sembrò spostarsi repentina al living della sua villa.
C’era quiete, non capiva se fosse giorno o sera, ma quel silenzio era ancora lì con lui.
Sentì qualcuno singhiozzare: era Lula, inginocchiato accanto a Jared, disteso, inerme.
Indossavano entrambi il costume da bagno, erano fradici, Lula teneva la mano destra di Jared tra le proprie, chiamandolo, inutilmente.
Il cantante dei Mars era annegato, questo pensò Glam, che tentò ulteriormente invano di azzerare la distanza tra sé e loro, per soccorrerli.
“Jared … Lula … Lula non piangere … amore mio non”
Il sapore di quei rivoli salati sembrò destarlo, così come la voce di Robert, che era sceso per una passeggiata davanti all’oceano, lasciando Glam a dormire profondamente.
Ormai era ora di pranzo e voleva uscire con lui, per andarsene da qualche parte a Malibu, dove conosceva ogni anfratto e locale.
L’entusiasmo per quell’iniziativa, si spense in Robert, vedendo Geffen in uno stato di agitazione inaudita.
“Glam calmati, era soltanto un incubo!”
“No, no è … è successo qualcosa!”
Prese il telefono e compose il numero della Joy’s house, tremando.
Kevin gli rispose con un sorriso.
“Ehi daddy ciao …”
“Tesoro ti prego, dov’è Lula?!”
“Glam, ma …”
“Dov’è!!?”
“In camera sua … presumo, cosa ti prende?” – chiese preoccupato.
“Vai a vedere Kevin, controlla, per favore …”
“Sì, sì, ci vado, aspetta”
Il figlio stava rannicchiato nel plaid con il suo Brady.
“Sta bene Glam, è qui, se vuoi attivo la video chiamata”
“Dio, meno male … ho … ho fatto un sogno tremendo e … tu sai che lui ed io siamo in simbiosi, credevo che”
In quel preciso momento, Lula spalancò le palpebre, puntando fisso il soffitto: “Papà!” – esclamò, senza muovere nessun altro muscolo.
Kevin sobbalzò, spaventato da quella strana esternazione.
“Cucciolo … Lula” – disse sommesso Geffen.
Quei fanali di carbone si richiusero, l’espressione del volto di Lula ridivenne serena.
“Oh miseria …” – sussurrò Kevin, notando che Lula stava addirittura russando, apparendo adesso così buffo.
“Dorme?”
“Sì daddy …”
“Po-potresti portarmelo Kevin?”
Quando soldino di cacio attraversò il patio correndo, tra le braccia di Geffen, tutto sembrò illuminarsi e tornare ad una spensieratezza agognata.
“Angelo mio”
“Papà! Non sei stato bene?”
“Non pensarci piccolo …”
“Posso salire da zio Robert?” – chiese sorridendo.
“Sì … sì certo”
Kevin era rimasto con le mani in tasca ed il sapore di Tim un po’ ovunque.
Arrise a propria volta a Glam, che lo strinse riconoscente.
“Kevin sii paziente con questo rincoglionito” – e gli stampò un bacio sulla bocca, che fece avvampare il suo ex.
“Daddy … tu … tu dicevi che non dovremmo baciarci così …”
“Sono … ancora sconvolto e confuso, ma hai ragione … Non so più quello che faccio, quando certe paure mi investono come un treno … Mi dispiace”
“So che tu ci sarai sempre per me daddy ed io farò altrettanto, credimi … A … a proposito, come sta Rob?”
“Migliora, ma non senza difficoltà. Ti vorrei aggiornare su alcuni sviluppi, vieni, accomodiamoci”
Geffen lo informò sulle richieste di Jared e sul fatto che Colin si sarebbe sottoposto al testo del DNA, per confermare o meno la sua colpevolezza ai danni di Jude.
Kevin era perplesso.
“Jared non si arrende … E’ … pazzesco”
“Non so più cosa pensare e … Potrei capirlo se” – poi sospirò “Ma lasciamo perdere, non voglio tediarti”
Kevin sorrise pulito.
“Certe cose mi turbano ancora Glam, lo riconosco, ma con Tim sono … rinato”
Geffen lo scrutò, con dolcezza – “Sì, lo vedo, abbine cura, se lo merita”
“Forse sono io a non essere stato all’altezza in svariate occasioni, però ho recuperato”
“E’ in università?”
“Sì, l’ha presa sul serio” – rise.
Kevin evitò con destrezza di parlare di Ivo, seppure il paleontologo non rappresentasse più una minaccia.
Era follemente geloso di Tim, ma aveva una piena fiducia in lui: la scelta migliore per concretizzare la loro relazione.
“Ehi, a cosa pensi Kevin …?”
“A … a questo anno così strano … Come stanno Sveva ed il bambino?” – domandò solare.
“Li accompagno domani ad un controllo, insieme a Robert”
“Non vuoi perderlo di vista Glam?”
“Infatti … E poi devo ancora dirgli tutto sull’appuntamento con Scott e gli … altri”
“Anche Jude?”
“Temo di sì … Rob vuole il divorzio, ha dato incarico al mio studio, però …”
“Ti sembra impossibile la fine della loro storia daddy?”
“Sarò condizionato dai discorsi di Jared, ma se emergesse una verità alternativa … A quel punto, cosa accadrebbe?”
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