Capitolo n. 196 - sunrise
Sarebbe stato semplice ubriacarsi, fino a stordire i propri sensi, davanti all’oceano e provare a dimenticare.
Glam, invece, passeggiò lento sino alla caletta sottostante la villa, che aveva acquistato a Sveva ed al loro Jay Jay.
Quando la donna lo vide affacciarsi, ebbe l’impressione triste di quanto Geffen stesse male, però non gli chiese niente.
“Volevo stare un po’ con il piccolo …” – disse guardandosi intorno.
“E’ ancora sveglio” – e gli indicò la culla.
Lei e la sorella stavano cenando.
“Scusatemi …” – disse educatamente, a bassa voce, cercando gli occhi di Jay Jay.
“Figurati, se mi avvisavi … Vuoi un’insalata?” – gli disse Sveva, sorridendogli.
“No, no … ho già mangiato qualcosa da me” – non era vero, ma il cibo era l’ultimo dei suoi pensieri.
Se avesse bevuto anche soltanto un bicchiere d’acqua, l’avrebbe vomitato, ne era certo.
Adesso il suo cucciolo gli sgambettava sul petto, mentre erano seduti in veranda.
Era perfetto: le sue orecchie, i piedini, le mani da pianista, Sveva l’aveva detto subito, facendolo ridere in ospedale.
Infine quegli occhi, troppo simili al mare, che si increspava a pochi metri da loro.
“Ti amo Jay Jay …” – gli sussurrò, liberando una lacrima.
Il bimbo gli sorrise, forse per istinto, forse perché riconosceva il suo respiro, la sua intonazione dolcissima e paterna.
Lo mise a nanna, facendogli un po’ di solletico.
“Adesso vado, ciao Sveva, salutami la signorina …” – ed indicò con un cenno la ragazza, tutta presa a seguire una gara canora in tv.
“Ok … Se hai bisogno Glam … io sono qui” – gli disse timida.
“Ti ringrazio. Riposati, a domani.”
Colin gli stava asciugando i capelli.
“Quasi fatto Jay … la valigia l’ho chiusa io”
Il cantante appoggiò la nuca al petto del compagno, sorridendo e chiudendo gli occhi – “Non vedo l’ora di essere a casa … mi manca tutto”
I passi di Kevin erano esitanti, quasi quanto il suo sorriso, che incontrò quello di Jared, appena il bassista varcò la soglia della sua camera.
“Ciao …”
“Kevin …”
La commozione prese il sopravvento e tutto quel male, che aveva segnato giorni non troppo lontani, sembrò dissolversi, polverizzato da un abbraccio sincero, quanto inatteso.
“Jared … mi dispiace …”
Per cosa non lo sapeva nessuno dei due, perché le ragioni di chiedersi perdono erano mille ed una, però ora sembrava tutto passato e dimenticato.
Si guardarono, finalmente.
Colin li aveva lasciati soli.
Prima di uscire, aveva ammirato quanto fossero in sintonia: erano bellissimi e, anche se in modo profondamente differente, li aveva amati entrambi, come Geffen, del resto.
“Dio quanto sei dimagrito Jay …”
“Sono uno scheletro …” – e gli mostrò i polsi ossuti, quanto le sue mani pallide.
“Ti riprenderai … Lula voleva salutarti, ma la direzione non me l’ha permesso … E’ nel parco giochi insieme a Vassily, dopo andremo a Palm Springs. Lui e daddy partono” – spiegò un po’ agitato.
“Partono … per dove?”
“Devo ancora saperlo … Una settimana dice Glam”
“Sì, le vacanze sono all’inizio … Tu e Tim invece, tutto bene?”
“Sì … Ed in generale come ti senti?”
“Sono contento per te … Io …? Io non riesco ad essere lucido, me ne rendo conto, è per via di un farmaco, che devo assumere per un mese … Mi dimentico le cose ecco” – e scrollò le spalle.
Kevin gli sfiorò le guance scarne, poi lo baciò sulla fronte e Jared sorrise, rinnovando l’abbraccio iniziale.
“Presto sarai in forma e suoneremo insieme: te lo prometto Jared”
“Ci conto … grazie Kevin”
Quel trolley era il più scalcinato nella sua storia di viaggiatore.
Geffen controllò solo che ci fosse uno spazzolino e del dentifricio, poi avrebbe comprato ciò che serviva a destinazione.
Era svogliato e terribilmente stanco, ma non vedeva l’ora di partire.
Il leggero bussare di Robert, fu come una scossa.
“Amore …!” – mormorò, annullando la distanza tra loro e stringendolo.
“Glam … spero non sia tardi”
“Per cosa Rob?” – e gli diede un bacio appena accennato, ma Downey catturò in un istante la sua bocca, possedendola con disperazione; dopo fu anche peggio.
L’attore iniziò a piangere, lacerato dalla vergogna.
“Mi dispiace Glam …”
Geffen lo fissò, asciugandogli quello stillicidio – “Ora sediamoci e parliamo Robert, non devi agitarti e tanto meno scusarti …” – gli disse, provando a reprimere il proprio istinto, ma non era semplice.
Avrebbe voluto baciare ogni centimetro di quella pelle, che sentiva così simile alla propria, come se fossero un’unica persona.
Innamorata e triste.
Le loro dita si intrecciarono, in un connubio di comprensione reciproca.
Glam non lo avrebbe mai accusato di nulla, Robert lo sapeva.
“Dimmi di Camilla …”
“Lei … lei non migliora più, da quando ci siamo separati … con Jude …”
L’avvocato si morse il labbro inferiore, inspirando – “Avevo … avevo letto qualcosa in proposito, sulle pubblicazioni di Sebastian, il fratello di Pamela”
“Ad Haiti?”
“Sì tesoro … infatti … L’amore è un nutrimento …”
“Foster l’ha paragonato ad un carburante …” – sorrise amaro – “Al di là dei termini, il concetto è chiaro, solo che lui ci ha accusati apertamente, come se fossimo superficiali ed irresponsabili”
“Ti ha offeso?” – chiese secco.
“Ha detto la verità … certo che mi ha colpito nel vivo, ma se penso a come già dei figli senza problemi di salute soffrano in queste situazioni …”
“Robert noi … noi lo sapevamo, io … io lo sapevo”
Downey lo scrutò sconsolato, accarezzandogli poi la guancia sinistra, a piena mano.
“Sei … sei come Lula, capace di darmi sollievo con una sola di queste” – e gli baciò il palmo, tenendolo poi premuto sulla propria bocca caldissima.
“Glam, io non dovevo coinvolgerti, non dovevo”
“Farmi innamorare di te Robert?” – sorrise interrompendolo – “Capita che si passi davanti all’amore, milioni di volte, senza accorgersi che basterebbe fermarsi un attimo e coglierlo, stringerlo … viverlo” – e strizzò le palpebre, per poi spalancarle, mostrando nelle proprie iridi, tutto ciò che provava per l’attore.
“Tu l’hai fatto … ti sei fermato e mi hai donato tutto Glam … Tutto”
“Ed è stata la mia decisione migliore, pur sapendo che non poteva durare Rob, ma non mi riferisco unicamente a Camilla … Tu e Jude avete rappresentato l’amore assoluto, per un tempo troppo … importante”
“Lui ha spezzato quel tempo, quei giorni Glam e tu mi hai salvato, sappilo” – replicò deciso, per poi aggrapparsi a lui.
Geffen disegnava arabeschi sulla sua schiena rigida ed asciutta, baciando l’incavo tra la sua spalla ed il collo, sopra la stoffa della camicia – “Devo … devo andare via piccolo …”
“Se … se soltanto io potessi” – disse fremendo Downey, tornando a fissarlo.
Glam fece scivolare le proprie labbra, sulle tempie di Robert, poi gli zigomi, lasciando fondere i rispettivi profili, fino a precipitare in lui, con un ultimo bacio.
“Biot … Daddy ma è in Francia …”
“Sì Kevin, in Provenza, la casa è di un mio socio, gliela ha lasciata la nonna o qualcosa del genere …”
“Ok, capito … Il mare è vicino?”
“Antibes e poi il resto della Costa Azzurra, ma non so se ci muoveremo, lì c’è la piscina e Lula si divertirà ugualmente” – disse versando una bibita all’ex.
“E … E Robert?”
“Robert cosa, tesoro?” – ribatté guardandolo con tenerezza.
Kevin provò un nodo alla gola.
“Mi dispiace daddy …”
“Lo so. Sai … cerco di non impazzire, perché ho dei figli meravigliosi e persone che mi vogliono bene … come facciate non me lo spiego” – rise, lasciando cadere una lacrima.
Kevin corse ad abbracciarlo, sorreggendolo a fatica.
Si ritrovarono in ginocchio, al centro del living.
I singhiozzi di Glam si sarebbero potuti sentire fino al mare, ma le sue onde li stavano divorando, frantumandoli ed inghiottendoli, senza scampo.
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