martedì 25 settembre 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 203



Capitolo n. 203  -  sunrise


Jimmy lo stava guardando da alcuni minuti: quello che considerava il suo migliore amico disfaceva il bagaglio, svogliatamente.
“E così vi siete lasciati …?”  - domandò improvviso, rannicchiandosi sul divano.
Erano nell’appartamento di Tim.
“Non siamo mai stati una vera coppia, questo è il problema” – replicò mesto, accendendosi una canna  “Vuoi?”
Jimmy esitò, mordendosi il labbro.
“Ah già, il tuo dottorino poi potrebbe farti una predica: per inciso, non mi risulta sia morto nessuno per uno spinello” – aggiunse acido, per poi aspirare più fumo possibile.
Jimmy si allungò, prendendone un po’ direttamente dalla bocca di Tim, che dopo sorrise un po’ ebete per lo sballo immediato.
“Oh sì cazzo, vuoi che ti dia altro, piccolo?” – gli soffiò nel collo, ma Jimmy si ritrasse.
“Non risolviamo niente così Tim”
“Ok, non voglio farti rompere con Scotty bello”
“Non chiamarlo così …”
“Perché? Pensi davvero sia tuo? Se Glam Geffen schioccasse le dita, lui correrebbe come un puledro ammaestrato ahahah beh … puledro” – e sogghignò triste.
“Tu sei ossessionato da Glam!”
“Hai ragione Jimmy … forse dovrei scoparmelo, togliermi il pensiero, magari gli apro nuovi orizzonti” – e scrollò le spalle, rialzandosi.
Andò al mobile dei liquori e si versò un bicchiere di vodka, abbozzando un brindisi – “A noi ultimi!” – inspirò, per poi tracannare in un unico sorso – “… che non saremo mai primi” – chiuse, accasciandosi contro il muro.
Jimmy gli si accovacciò accanto, dopo un istante in cui volle scrutarlo meglio: gli diede una carezza sul volto sfigurato dal rammarico.
“Tu lo ami da impazzire, il tuo Kevin …”
“Fanculo Jimmy …”


Jared lo cercò appena rientrati in città.
Glam, però, era irreperibile.
Jude e Robert si erano diretti al loro attico, in compagnia di Colin, che sosteneva il suo UK buddy, nel varcare la soglia, mentre Downey posava i trolley nell’ingresso.
Ad accoglierli il sorriso di Pamela ed una Camilla raggiante, che corse loro incontro, dimostrando una deambulazione quasi perfetta.
Robert si inginocchiò, per stringerla e poi alzarla verso le ali di Jude, che la cullarono finché la debolezza non prevalse.
“Andiamo cucciola, papà Jude deve riposarsi … zio Colin lo aiuta, vero?” – le sussurrò Downey.
“Sì, non preoccupatevi” – l’irlandese gli sorrise – “Su campione, da questa parte”

Pamela aveva preparato un pranzo delizioso, ma Jude rimase coricato.
Farrell gli stringeva le mani, guardandolo tra emozione ed imbarazzo.
“E’ tutto a posto Colin … cioè ci spero davvero …” – disse perdendo un battito.
“Ok … E’ stato tremendo sapere del vostro incidente … Certo non è colpa di Owen, ma del temporale”
“Sì lui guidava senza fretta … poi ha sterzato di colpo e siamo … volati” – sorrise, tossendo.
Colin gli porse dell’acqua.
“Grazie … E Jared?”
“Aveva un paio di appuntamenti, il progetto del nuovo disco è ripreso e lui vorrebbe fare un concerto dopo l’estate, forse a settembre …”
“Ho … ho perso di vista anche Glam …”  - disse incerto.
Colin scrollò le spalle – “Forse dovresti parlarne con Robert …”
“Sì, ci siamo impegnati a farlo: non voglio fingere che i loro sentimenti si siano polverizzati, anzi”
“Rob tiene alla vostra famiglia”
“Vorrei fosse tornato non per pietà … Sento che abbiamo fatto un passo avanti, però non voglio commettere errori, con la mia gelosia assurda”
“Forse assurda, non è il termine esatto, Jude” – gli sorrise.
“Per quanto sia fondata, devo imparare a … a gestirla … Tu ci sei riuscito, per Jared”
“E’ diverso” – ribatté mesto – “Jared ha come due punti fermi nella sua esistenza: uno sono io, per fortuna mia, però il secondo resterà per sempre Glam. Peccato se ne sia andato ed anche se tornerà, questo giro non concederà più nulla a Jared”
“Come fai ad esserne sicuro Cole?” – chiese perplesso.
“E’ stato Jared a dirmelo: avrà avuto delle ottime ragioni per farlo, te lo assicuro.”


“Ti stai annoiando soldino di cacio …?”
“No papà!”
Lula gli sorrise, armeggiando con il suo aquilone.
Le spiagge del Brasile erano bianchissime ed assolate.
Geffen aveva riservato una suite all’ultimo piano di un principesco resort, con tanto di piscina privata: amava quella posizione panoramica, in qualunque posto andasse.
C’erano alcune famiglie ed avevano stretto amicizia con loro velocemente.
Glam manteneva un’educazione sobria nel chiacchierare, anche a tavola, ma spesso si isolava: Lula, in compenso, era l’idolo di due sorelline, più giovani di Violet.
“Vieni che ti do ancora un po’ di crema”
“Okkeii!! Ah ci sono gli zii Gabriel e Tom Tom!”
La coppia si avvicinò, insieme al loro nuovo cane.
“Buongiorno avvocato”
“Ciao ragazzi, siete mattinieri”
“Oggi niente lavoro, a scuola c’è stato un cambio turno e Thomas ha concluso gli allenamenti, domani si parte per la Grecia, c’è un torneo mondiale” – spiegò il più anziano dei due.
“Credevo che l’istituto dove insegni fosse chiuso per ferie Gabriel …”
“In teoria sì, ma insegniamo a ragazzi di strada, per recuperarli … In troppi si prostituiscono …”
“Opera meritoria … La mia fondazione ha convenzioni speciali con ditte di prodotti scolastici, se riesco vi riservo qualche carico, libri, quaderni, matite …”
“Sarebbe fantastico Glam … Guarda Tom Tom con Lula, come nuotano” – e sorrise radioso.
“Sì, come pesci … Ehi soldino esci, andiamo a fare compere!” – gli gridò alzandosi dal lettino.
Lula corse immediatamente da lui, volandogli tra le braccia – “Papà chiamiamo papake!!?” – esclamò entusiasta.
“Certo amore, così gli racconti della tua gara con Thomas … Su, saluta”
“Ciao zii!!” – rise, sventolando allegro le manine.


La video chiamata al portatile rivelò l’aria scura di Kevin.
Quando rimase da solo a parlare con Geffen, il motivo del suo disagio emerse subito.
“Non riusciamo proprio a capirci … Ci ho provato daddy …”
Glam inspirò.
“Kevin, dovresti farmi una cortesia e probabilmente la farai anche a te stesso: smetti di chiamarmi daddy” – disse con fermezza.
Kevin inarcò un sopracciglio – “Credevo che … che ti facesse piacere o comunque che”
“No, direi che l’effetto è il contrario.”
“Quindi ti disturba?” – sbottò secco.
“Sto provando a riorganizzare le idee ed il modo migliore per sentirmi meglio è troncare con situazioni e persone del mio passato: in questa mia decisione includo anche piccole cose, magari insignificanti, però ai miei sensi gravose.”
“Credevo … credevo che nella nostra ritrovata armonia Glam, ci fosse spazio per queste piccole cose, così care al mio cuore …” – spiegò in maniera toccante, ma Geffen gli apparve irremovibile, solo dall’occhiata che gli riservò senza indugi.
“Kevin non cambierò idea”
“Sì … non voglio dispiacerti …” – ed inghiottì un boccone troppo amaro, per reggere oltre quella conversazione – “Devo andare, mi vedo con Jared per il cd, abbiamo deciso di organizzare anche un evento, ma deduco che non te ne importi un cazzo Glam. O devo chiamarti signor Geffen?”
“Kevin”
“FANCULO SEI UNO STRONZO!” -  e chiuse il collegamento, sentendosi schiacciato dal drammatico confronto avuto con Tim, che con la sua logica spietata, gli aveva come sottoscritto una condanna a morte, per il suo legame con l’ex marito.

Glam, serafico, bevve un sorso di tonica, poi scaricò la posta, trovandoci una e-mail di Robert.
Lo aggiornava sul suo ritorno in California, sulle condizioni di Jude e Camilla, chiudendo quel breve scritto con una faccina sorridente ed un “… usciamo a pranzo appena torni, ci saranno cose da dirci ed almeno un minimo di tempo per riposare sul tuo petto Glam, se me lo permetterai … Con tutto il mio amore, tuo Rob”
Quella proposta non era ciò che voleva ritrovarsi tra le mani, ma il profumo di Downey, sul proprio volto, con il semplice escamotage di usare il dopo barba dimenticato dall’attore a Palm Springs e conservato gelosamente da Geffen, poteva bastargli a sedare qualsiasi frustrazione.
Gli inviò un sms § Vino bianco ed astice ai ferri, poi potrai fare ciò che vuoi sul mio cuore Robert … Ti adoro, tuo Glam §


“Hai mangiato poco Jude …”
“Non mi andava altro …”
“Vieni qui”
Downey lo lasciò accoccolare, sistemando i cuscini di entrambi, in modo da restare comodamente girati sul fianco, le proprie gambe tra quelle del compagno, che a quel contatto provò un’emozione, capace di farlo avvampare.
Si rifugiò, scosso, nel collo di Robert.
L’americano lo baciò sulla tempia destra, soffermandosi su quella porzione di pelle, quindi spense la luce.
“Rob … Robert”
Con cura e senza replicare a voce, Downey prese del gel da una delle nicchie in legno della testata, ne cosparse un poco sulle indice ed il medio della mano sinistra, distribuendo nel frattempo baci lenti e contemplativi sugli zigomi di Jude, il naso, la fronte, infine le labbra, dove sigillò un bacio più intenso, quando iniziò a prepararlo.
Law ebbe un sussulto, mugugnò nella gola di Robert, che prese a succhiargli la lingua, con accortezza e sensualità.
Gli ansiti di Jude si amplificarono con una sorta di timida innocenza, quando Robert lo penetrò.
I suoi occhi, ormai abituati alla semi oscurità circostante, colsero quell’estasi, che racchiudeva la purezza di quel giovanissimo uomo, di cui l’americano si era innamorato in un passato, che non gli sembrava più così lontano.
Jude era lì ed in ogni brandello di Robert, palpitante in quel canale stretto e bagnato, dove scendeva con una circospezione attenta, perché il periodo di convalescenza era solo al principio, ma il bisogno di appartenersi sembrava imperare su ogni più scontata limitazione.
Era il suo primo amore: un’emozione troppo forte, che impediva ai loro cuori di rimanere separati, nonostante le tempeste della vita avessero devastato e deturpato quel capolavoro di intenti e compatibilità caratteriale.
Scivolare in lui, arrivare sino a quel confine, al di là del quale avevano deciso di prendersi per mano ed andare contro tutto e tutti, per Robert era come affrontare una tempesta di esperienze, negative e positive, senza cercare alcun riparo, consapevole che in ogni direzione avesse rivolto il proprio sguardo, avrebbe incontrato quello di Jude.
“Ti amo tanto Rob …”
I suoi muscoli si contrassero, in preda ad un orgasmo accentuato da mille vibrazioni.
“Credevo … credevo che non avrei più provato tutto questo Rob …”
Pianse, rimescolato a lui, che gli stava tremando dentro, rassicurandolo con una pioggia di baci e carezze, ma rimanendo in un silenzio, che angosciava Jude.
I loro respiri andarono calmandosi, ma la spossatezza di Law prevalse su ulteriori percezioni, spegnendolo in un sonno agitato e colmo di dubbi irrisolti.



Chris Meloni (Glam Geffen) con la sua cucciola Sophia Pietra, oggi undicenne :)

Nessun commento:

Posta un commento