Capitolo n. 331 – zen
Il busto di Kirill
ondeggiò ancora un paio di volte, poi si accasciò su quello di Vincent, che lo
strinse a sé, ugualmente madido sulla pelle ed intossicato nei respiri, da
quell’ennesimo orgasmo.
L’uomo uscì piano da
lui, girandosi sul fianco sinistro, senza lasciarlo andare via, fissandolo,
senza dire niente, non subito almeno.
Il giovane resse
quegli occhi un po’ pungenti di Lux, anche se liquidi ed appagati.
“Sei così bello …” –
esordì il francese.
Con piena ragione.
Kirill era uno
splendore, sia nel fisico, che nelle fattezze regolari, l’abbronzatura
uniforme, i muscoli ben disegnati, da lunghe ore di palestra, che mai avrebbe
trascurato.
Si era prontamente
iscritto a quella sotto casa, infatti.
Si baciarono.
Quindi il ragazzo si
separò da Lux, andandosi a sedere sul bordo, per rovistare nel comodino.
“Oggi un tizio mi ha
chiesto se voglio fare delle foto …”
“Quando scusa?”
“Nella pausa sigaretta,
sul retro, aveva appena mangiato nel locale” – spiegò assorto, accendendosi una
Camel.
O almeno così credeva
Vincent.
“Mi ha dato anche un
paio di questi”
Erano spinelli ed uno
si illuminava in punta, tra le labbra perfette di Kirill, adesso.
Lo passò a Lux, che
rifiutò, con una smorfia di diniego.
“Non vuoi fare un
tiro?” – chiese l’ex marchetta, accavallando le gambe.
“No e non dovresti
accettare certe cose, da sconosciuti per giunta, cazzo, qui le leggi sugli
stupefacenti sono severe Kirill” – lo rimproverò duro, inginocchiandosi nel
mezzo delle lenzuola sfatte.
“Con te sì e con
altri no?” – rise mesto – “E pensare che sei un ex poliziotto”
“Già, ma al sicuro da
me è un conto, per strada, dove potevi essere beccato, è molto diverso,
accidenti!” – e si alzò brusco – “Vado a farmi una doccia”
“Il re ha distribuito
ori e gemme” – Downey sorrise, sistemando il puntale, su di un mini albero, che
addobbò nella camera di Geffen.
L’avvocato lo stava
osservando, era mattina presto.
“Potevi riposarti Rob
…”
“Jude e Colin sono
andati a recuperare i viveri per la cena della vigilia, Miss Wong sta cucinando
da tre giorni … Mi fa piacere stare qui con te, lo sai” – e lo scrutò, intenso.
“Ha le luci?” –
chiese un po’ infantile.
“Sì, led a pile,
niente corrente … C’è il telecomando, tieni” – e glielo porse, accomodandosi
sopra al letto, vicino a lui.
“Grazie …” – ed
attivò lo start, facendo partire anche una musichetta.
“Carino, vero?” – l’attore
rise, cingendogli le spalle e baciandogli la tempia destra.
“Oh mamma” – Glam rise,
poi lo guardò – “… grazie Robert … Tu sei un tesoro, altro che quel ciarpame di
ieri”
“Ciarpame?? Ci sarà,
che so, un milione di dollari in gioielli in quelle scatole?”
“Credo di più … forse
addirittura tre, lo smeraldo del collier di Pamela è una rarità, a parte la
caratura …”
“Tua mamma aveva buon
gusto …”
“No, mio padre aveva
un sacco di soldi e lei una preferenza pacchiana verso dei bei sassi colorati …”
– tossì.
Downey gli passò da
bere.
“Grazie amore mio …” –
Glam prese un respiro, poi si arrese ad indossare la mascherina dell’ossigeno.
“Ora stai un po’
zitto, sempre a spettegolare eh?” – gli mormorò dolce l’artista – “Ti amo tanto
Glam …” – concluse più lieve, ricoprendolo di carezze sugli zigomi ed il collo,
dove posò un ulteriore bacio, sentendosi avvolgere da Geffen, che si assopì
sereno.
Pamela osservò la
tavolata di svariati metri, poi diede una pacca sulle spalle di Jared, Kevin e
Tim.
“No, non ce la faremo
mai maldidi!” – esclamò depressa.
“Tu scherzi? Siamo un
team!” – esclamò Xavier, sbucando dal retro con Phil e Drake.
“Angelo mio!” – gli echeggiò
la donna, prendendo sul petto il suo guapito.
Arrivarono alla
spicciolata anche Christopher ed Ivan, Denny e Preston, insieme alle gemelle, Hugh e Jim, con Nasir,
Chris con Tom e Luna, Sam e Dean, Marc e Jamie, Kurt e David, nonché tutti i
rispettivi pargoli.
“Madre de Dios,
possiamo farcela!”
Carmela rise,
unendosi a loro, a braccetto di Antonio, con al seguito un paio di baby sitter,
impegnate con i loro eredi.
Jared si incupì e
Kevin gli diede un buffetto – “Vedrai che Shan e Tomo arriveranno presto” – lo rassicurò.
Leto annuì, commosso,
prendendo poi tovaglioli e piatti – “Ok, da dove si comincia Pam?”
“Rossi in cucina! Voi
preparate la tavola, come vi pare!”
Laurie rise – “Mio
fratello e consorte sono in ritardo, ma ci saranno”
“Anche Spencer, Derek
e Twist, stanno arrivando da Baltimora” – puntualizzò Dave.
“Harry, Louis e Petra
ci raggiungono per l’aperitivo, stanno caricando i regali con Peter e Vas, un’impresa
biblica!” – rivelò divertito Jimmy, appena giunto, allacciato a Scott.
Il medico li salutò,
avviandosi poi verso i piani superiori, per controllare Glam.
Jim si aggregò a lui,
non senza portarsi appresso un set di fleboclisi, per aiutarlo a trascorrere le
ore successive in tranquillità.
Probabilmente,
sarebbero state le ultime.
Quando i due
specialisti, varcarono la soglia della sua stanza, lo ritrovarono appoggiato a
diversi cuscini, lucido e, se anche flebile nella voce roca, preso a
chiacchierare con Robert e Lula.
“Ehi campione, ti
trovo bene” – esordì Scott ed era sincero, mentre guardava di sfuggita Mason,
altrettanto stupito.
“Ora facciamo la
solita terapia Glam, sei d’accordo?” – domandò l’oncologo.
“Certo … Non mi
restano alternative, giusto?” – scherzò lieve, porgendo il braccio, già segnato
da svariati lividi.
Lula gli prese il
palmo, tra le sue manine, sorridendogli.
Scott controllò
pressione e battito cardiaco, quindi si allontanò con il collega, verso la
terrazza.
“Sono perplesso Jim,
credevo di trovarlo molto peggio, sai?”
“Sì, ma saprai che
alla fine, c’è come una ripresa, ti sarà capitato, no?”
“Già … Una parte di
me voleva essere ottimista ad ogni costo” – bissò rassegnato.
“Resteremo qui Scott,
noi ci saremo, qualunque cosa accada a Glam, ok?”
“Non me ne andrei per
nulla al mondo Jim … Per nulla al mondo.”
Niall stava
appiccicando coccarde dall’alba, Petra gli saltellava intorno, spargendo nastri
e biglietti ovunque, che Louis recuperava ridendo come un pazzo, affinché Harry
potesse scriverci gli auguri ed intestarli ai vari destinatari.
“No, ma questa lista
è da incubo!” – sbottò il legale.
Prendersi l’onere di
provvedere ai doni sia di Geffen che di Hopper era stato un azzardo.
Marc era stato
impegnato in aula sino al pomeriggio precedente, mentre Glam non aveva di certo
l’energia per affrontare quel tedio.
Vas e Peter irruppero
nel loft, con ciambelle e cioccolata calda.
“Sììì yeahhh!!” –
esultò la bimba, accogliendoli festosa.
Erano i suoi giganti
buoni.
“Allora a che punto
siamo, possiamo caricare?” – quasi tuonò Vassilly, ridendo sotto ai baffi con
il compagno, che già stava facendo volare Petra, stile aeroplanino.
“Ehm sì … no, cioè …
oh cavoli” – Niall si schiantò con il naso tra cumuli e rotoli di carta dorata.
“Buon Natale gente …”
– sussurrò Styles, svilito, ma con una gioia immensa nel cuore, con Boo vicino
a lui, presente ed innamorato più che mai.
Brent volteggiava per
il living, con dei festoni argento e fucsia intorno al collo, mentre Brendan,
accasciato in un angolo, con il tazzone di latte tiepido e biscotti semi
sciolti, lo seguiva basito, in quella danza a dire poco esilarante.
“Adoro questo
periodo!” – affermò leggiadro Tomlinson jr.
“Eh già …” – sospirò l’analista,
scrollando le spalle.
Suonarono.
“Vado io!”
“Sì Brent … Vai tu …”
“Papà … Papà!!”
L’ex colonnello era
alla porta, carico di strenne – “Tesoro aiutami, sta per cadermi tutto!!”
Kirill si era
rannicchiato sul davanzale, dove un mini abete a fibre ottiche, si infiammava
di colori, dal basso verso l’alto, ad intermittenza.
Lux, fasciato in vita
da un telo bianco, si avvicinò, porgendogli una bibita.
In cambio il ragazzo
gli tese gli spinelli, praticamente intatti.
“Scusami Kirill”
“Per cosa?”
“Bevi, avrai sete,
abbiamo sudato tanto” – sorrise a metà, teso.
“Non cambiare
discorso Vincent” – ricambiò il sorriso, poco convinto – “Comunque grazie per
questa, avevo una sete …”
“Lo so … Lo
immaginavo … A volte pretendo di conoscere il prossimo, ma sbaglio” – e si
posizionò accanto a lui.
“Nessuno conosce mai
nessuno veramente, credimi” – ribatté, fissando il vuoto innanzi a sé.
“Se due persone si amano,
non è così … Non sempre”
“Non sempre, l’hai
detto” – rise più leggero, posando il bicchiere in mezzo a loro.
“E’ il punto di
confine, questo?” – Lux lo indicò, simpatico.
“Tu l’hai varcato
senza offrirmi nulla, ti sei preso ciò che volevi ed a me è piaciuto, non mi
sto lamentando Vincent, però”
“Però?”
“Però vorrei sapere
cosa vuoi davvero da me” – e lo puntò limpido, ma severo.
Anche la luna,
apparsa improvvisa tra nuvole, cariche di neve, sembrò attendere una risposta.
BRENT AND BRENDAN
Nessun commento:
Posta un commento