venerdì 25 luglio 2014

Short fic – A little piece of my heart Capitolo 2

Short fic – A little piece of my heart


Capitolo 2


La festa era noiosa.

Zayn Malik si guardava intorno, senza riconoscere quasi nessuno.

Il suo nuovo agente, cosa tenuta nel massimo riserbo, gli aveva chiesto di incontrare alcuni produttori, interessati al suo nuovo disco da solista.

Era un’avventura, che lo spaventava nel profondo e non poterne parlare a nessuno, neppure a Liam Payne, una tortura.

Avevano litigato, in compenso, ma questa volta in modo irreversibile.

Cantavano insieme nella band più famosa del mondo, per tanti sopravvalutata, costruita a tavolino da uno staff di squali, quelli della Modest, che li stava ormai spremendo, con vincoli assurdi.

Zayn si era innamorato di Liam, almeno quanto Louis Tomlinson di Harry Styles: tra loro, come un folletto sempre più affascinante, il quinto membro del gruppo, Niall Horan, che se la spassava sul serio, con un compagno più maturo ed insospettabile.

Infatti nessuno capiva chi fosse.
Lui lo chiamava “l’uomo del mio destino”.
Regali, fine settimana da sogno, sul jet privato di Mister X, ormai lo chiamavano tutti così, ma Niall era sereno, appagato, sempre più bello.

Forse esordire, all’ultima cena insieme, con un “l’anno prossimo ci sposiamo: mando tutti al diavolo, se qualcuno mi mette il bastone tra le ruote, sia chiaro!”, fu per Niall una grossa vittoria e per le altre due coppie, il materializzarsi del loro fallimento, nel non riuscire ad essere ciò che volevano.

Louis ed Harry, in compenso, la notte stessa maturarono una strategia ed una volontà solida ad emergere dal buio al più presto.

Per Zayn e Liam, al contrario, la reazione fu un vero disastro.

Forse non erano pronti, forse si erano ingannati a vicenda, perché il sesso, tra loro, metteva toppe ovunque, dove l’amore non ci riusciva.

Forse perché non c’era.


Colin Farrell varcò la soglia con un piglio deciso, un ottimo dopo barba, una bibita nella mano destra, il cellulare nella sinistra, subito riposto, appena si accorse di Zayn.

Malik gli stava sorridendo, mentre si avvicinava.

“Ciao, me lo fai un autografo?” – chiese con una strana innocenza.

Farrell pensò che il ragazzino avesse ben più seguito di lui, perché persino lui, che viaggiava ad U2 e ballate irlandesi, lo conosceva bene.

“Come scusa …?” – sussurrò perplesso, ad un palmo dal suo naso.

La musica era sempre più alta.

“Ma non sei Colin Farrell, tu?”

Zayn rise: era la gioia fatta persona, quando accadeva.

“Certo, così dice la patente” – rise a propria volta.

Spaccava in due ogni cosa, dentro a Zayn, che avvampò, improvviso.

Il primo che gli fosse capitato.

Sì, era impazzito, non faceva che ripeterselo e, nonostante i rumors nell’ambiente, non era certo che Zayn fosse gay quanto lui.

“E se andassimo a farci un giro? Ci troviamo un posto tranquillo e parliamo, qui è una noia, mi sa!”

Farrell lo propose con noncuranza, mentre con una penna, scherzosamente, griffava la t-shirt aderente di Malik.

Neppure si accorse dei flash, poco distanti.

Le nuove tecnologie permettevano di sparare on line le foto in pochi minuti, dopo che i paparazzi di turno proponevano un prezzo e le varie testate inviavano, seduta stante, un bonifico elettronico sul loro conto personale, autorizzando la pubblicazione di scatti succulenti, quanto quelli appena ricevuti.

Il celebre Colin Farrell, che firma la maglietta modaiola di Zayn Malik, in un gioco di sguardi e sorrisi, molto intriganti.

Una bomba.
Ad orologeria.



Farselo sui sedili del suo suv bipower, non sembrò una cattiva idea.

Si erano baciati dopo tre isolati, un caffè preso al volo in un take away di passaggio ed una ciambella al cioccolato, che Zayn gli aveva sbriciolato addosso, azzerando la distanza per assaggiare lui e non quel pezzo di cartapesta stopposa, appena Colin si era accostato, per rispondere ad una chiamata.

Fanculo la chiamata.
Fanculo Jared.

Era lui e vedere il suo nome sul visore, gli aveva fatto perdere un anno di vita.
In effetti ne aveva persi già quasi quattro, ad aspettarlo, a riprovarci, a riperderlo, a ricascarci, appena Leto lo aveva cercato la settimana prima.

Colin voleva solo godere, tra le gambe asciutte di quel perverso giovane, con più soldi in banca di lui, forse, di cui non sapeva niente di concreto.

Solo che aveva dei capezzoli così turgidi, che appena Farrell cominciò a succhiarli, Zayn venne copiosamente tra i loro addomi appiccicati e madidi.

Colin sorrise, nel suo collo, mordendolo, apponendo la sua firma primordiale e sì, bestiale, era un’autentica bestia, a scoparselo in quel modo, a spingersi in lui, senza neppure averlo lubricato bene, ma a Malik non dispiaceva.

Urlava, si dimenava, si inarcava, tanto erano in un parcheggio, del centro commerciale più isolato di Los Angeles.

Le stelle non si vedevano, dal tettuccio panoramico; troppe nuvole.
Un lampo.
Un tuono.

Cominciò a diluviare, fuori dall’auto ed anche in lui, tra le sue cosce tremanti, perché Farrell era grosso e lui era un nulla.

Zayn si aggrappò alle sue spalle larghe, quasi singhiozzando, ma non voleva farsi sentire e quel frastuono lo stava aiutando.

Voleva godere anche lui, dimenticare, annullare il dolore.

Il volto di Liam, il sorriso dolce dell’ultima mattina, a colazione insieme, lo stavano uccidendo, più di Colin, che sembrava una furia, adesso, mentre veniva per una seconda volta.

Si baciarono con più dolcezza, a sorpresa.

Si strinsero.

Colin si staccò, ma scivolò sul suo petto con le labbra, poi risalì, guardandolo – “Dio sei un amore Zayn …”

Lo disse con una tenerezza disarmante.
Capace di fare innamorare anche una pietra.

Od un cuore ferito.



Shan rise, schiantandosi sul divano.
La villa di Malibu era deserta: il loro team in spiaggia, Jared al computer.

“Che ti prende?” – domandò distratto, fissando il monitor.

Il batterista stava giocherellando con un tablet.

“Ma tu l’hai visto lo stronzo, che combina?”

Lo stronzo era da sempre Colin James Farrell.


Peccato che Shannon non ci rimediasse una gran bella figura, adesso, dopo averlo criticato tanto, cadendo nei suoi medesimi vizi, ormai sepolti per l’irlandese.

Jared lo scrutò – “Ma che cazzo stai dicendo? Hai di nuovo bevuto?”

Qualcosa si era spezzato tra loro.

Jared era alla deriva, senza suo fratello.

Aveva perso anche lui e non voleva ammetterlo.

La clinica, il rehab, quel casino si sarebbe risolto da solo.

Invece sbagliava.
Un’altra volta.


“Ora si scopa quello degli One D!” – scimmiottò, alticcio.

Sì, aveva bevuto.

Erano le nove di mattina.

Leto ebbe un fremito, all’indice ed il medio, posati sul mouse.

Aprì una pagina qualsiasi, digitando il nome di Colin.

Le foto spuntarono in un nano secondo.

Come poteva Shannon dire una cazzata del genere?

Jared se la stava raccontando mentalmente ad ogni costo, perché conosceva bene quello sguardo e Colin ce l’aveva stampato in faccia, mentre nell’immagine si stava divorando letteralmente Zayn.

Di questi, il leader dei 30 Seconds to Mars, sapeva davvero poco, a parte averlo notato a qualche evento, trovandolo persino simpatico.

Era solo il primo calcio sui denti della giornata.

Arrivare all’ora di pranzo fu uno stillicidio, di pensieri ed elucubrazioni per il front man, canzonato dal maggiore, per come se la stava prendendo, senza motivo.

Per Shannon, quel Colin Farrell non aveva mai meritato considerazione, tanto meno il suo adorato Jared.

Ci aveva fatto persino a botte, del resto.
Eppure sembrava passato un secolo.

Le iridi screziate di Jared, invece, erano di nuovo lì, ad infastidirlo, per quanto amasse ancora quello stronzo.

“E’ … è patetico” – quasi balbettò The Animal, come lo apostrofava affettuosamente Jared, seduto sul davanzale del soggiorno, le gambe raccolte, le unghie dimezzate da morsi nervosi.

“Cosa?”

“Potrebbe essere suo figlio”

“Ma scherzi Shan? Colin ha cinque anni meno di me, semmai potrei esserlo io!”

Un discorso senza senso, per lui che sembrava adescare delle pseudo minorenni, tutte etichettate dal gossip come potenziali figlie di Leto, forse segrete, forse no, tanto ridicolo da imbarazzarlo impietosamente.

“Colin è un fantastico trentottenne e quel Malik mi pare ne abbia almeno ventuno”

“Sì, proprio” – Shan stava guardando la sua scheda su Wiki.

“Ma che fai?”

“Curioso sul nuovo fidanzato, del tuo ex amichetto del cuore” – sbottò acido.

“Che diavolo hai oggi Shannon accidenti?!!”

“Guarda che non sto parlando a vanvera … Et voilà”

Il percussionista gli mostrò nuovi scatti.

Quasi crudelmente.

Colin e Zayn sulla spiaggia di Malibu, abbracciati, a baciarsi, come sedicenni al primo appuntamento.

Ridevano, tra voli di gabbiani e gente che li salutava correndo o lanciandosi in acqua con tavole da surf, come se fosse la cosa più naturale del mondo vederli lì, innamorati, come recitava la didascalia.


§ Oggi ci siamo svegliati con una sorpresa da infarto, carissimi lettori e navigatori del web: l’addetto stampa del notissimo Colin Farrell, premiato con il Golden Globe e sui nostri schermi prossimamente con il già annunciato capolavoro Miss Julie, ha confermato il coming out, di uno degli uomini più amati dall’universo femminile e non solo. E’ infatti il giovanissimo ed altrettanto celebre Zayn Malik ad avergli rubato il cuore, come testimoniano queste istantanee, che ci lasciano senza parole, se non un paio, sincere e spontanee: auguri ragazzi! §




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