Short
fic – A little piece of my heart
Capitolo
2
La festa era noiosa.
Zayn Malik si
guardava intorno, senza riconoscere quasi nessuno.
Il suo nuovo agente,
cosa tenuta nel massimo riserbo, gli aveva chiesto di incontrare alcuni
produttori, interessati al suo nuovo disco da solista.
Era un’avventura, che
lo spaventava nel profondo e non poterne parlare a nessuno, neppure a Liam
Payne, una tortura.
Avevano litigato, in
compenso, ma questa volta in modo irreversibile.
Cantavano insieme
nella band più famosa del mondo, per tanti sopravvalutata, costruita a tavolino
da uno staff di squali, quelli della Modest, che li stava ormai spremendo, con
vincoli assurdi.
Zayn si era
innamorato di Liam, almeno quanto Louis Tomlinson di Harry Styles: tra loro,
come un folletto sempre più affascinante, il quinto membro del gruppo, Niall
Horan, che se la spassava sul serio, con un compagno più maturo ed
insospettabile.
Infatti nessuno
capiva chi fosse.
Lui lo chiamava “l’uomo del mio destino”.
Regali, fine
settimana da sogno, sul jet privato di Mister X, ormai lo chiamavano tutti
così, ma Niall era sereno, appagato, sempre più bello.
Forse esordire, all’ultima
cena insieme, con un “l’anno prossimo ci
sposiamo: mando tutti al diavolo, se qualcuno mi mette il bastone tra le ruote,
sia chiaro!”, fu per Niall una grossa vittoria e per le altre due coppie,
il materializzarsi del loro fallimento, nel non riuscire ad essere ciò che
volevano.
Louis ed Harry, in
compenso, la notte stessa maturarono una strategia ed una volontà solida ad
emergere dal buio al più presto.
Per Zayn e Liam, al
contrario, la reazione fu un vero disastro.
Forse non erano
pronti, forse si erano ingannati a vicenda, perché il sesso, tra loro, metteva
toppe ovunque, dove l’amore non ci riusciva.
Forse perché non c’era.
Colin Farrell varcò
la soglia con un piglio deciso, un ottimo dopo barba, una bibita nella mano
destra, il cellulare nella sinistra, subito riposto, appena si accorse di Zayn.
Malik gli stava
sorridendo, mentre si avvicinava.
“Ciao, me lo fai un
autografo?” – chiese con una strana innocenza.
Farrell pensò che il
ragazzino avesse ben più seguito di lui, perché persino lui, che viaggiava ad U2 e ballate irlandesi, lo conosceva bene.
“Come scusa …?” –
sussurrò perplesso, ad un palmo dal suo naso.
La musica era sempre
più alta.
“Ma non sei Colin
Farrell, tu?”
Zayn rise: era la
gioia fatta persona, quando accadeva.
“Certo, così dice la
patente” – rise a propria volta.
Spaccava in due ogni
cosa, dentro a Zayn, che avvampò, improvviso.
Il
primo che gli fosse capitato.
Sì, era impazzito,
non faceva che ripeterselo e, nonostante i rumors nell’ambiente, non era certo
che Zayn fosse gay quanto lui.
“E se andassimo a
farci un giro? Ci troviamo un posto tranquillo e parliamo, qui è una noia, mi
sa!”
Farrell lo propose
con noncuranza, mentre con una penna, scherzosamente, griffava la t-shirt
aderente di Malik.
Neppure si accorse
dei flash, poco distanti.
Le nuove tecnologie
permettevano di sparare on line le foto in pochi minuti, dopo che i paparazzi
di turno proponevano un prezzo e le varie testate inviavano, seduta stante, un
bonifico elettronico sul loro conto personale, autorizzando la pubblicazione di
scatti succulenti, quanto quelli appena ricevuti.
Il celebre Colin
Farrell, che firma la maglietta modaiola di Zayn Malik, in un gioco di sguardi
e sorrisi, molto intriganti.
Una bomba.
Ad orologeria.
Farselo sui sedili
del suo suv bipower, non sembrò una cattiva idea.
Si erano baciati dopo
tre isolati, un caffè preso al volo in un take away di passaggio ed una
ciambella al cioccolato, che Zayn gli aveva sbriciolato addosso, azzerando la
distanza per assaggiare lui e non quel pezzo di cartapesta stopposa, appena
Colin si era accostato, per rispondere ad una chiamata.
Fanculo la chiamata.
Fanculo Jared.
Era lui e vedere il
suo nome sul visore, gli aveva fatto perdere un anno di vita.
In effetti ne aveva
persi già quasi quattro, ad aspettarlo, a riprovarci, a riperderlo, a
ricascarci, appena Leto lo aveva cercato la settimana prima.
Colin voleva solo
godere, tra le gambe asciutte di quel perverso giovane, con più soldi in banca
di lui, forse, di cui non sapeva
niente di concreto.
Solo che aveva dei
capezzoli così turgidi, che appena Farrell cominciò a succhiarli, Zayn venne
copiosamente tra i loro addomi appiccicati e madidi.
Colin sorrise, nel
suo collo, mordendolo, apponendo la sua firma primordiale e sì, bestiale, era
un’autentica bestia, a scoparselo in quel modo, a spingersi in lui, senza
neppure averlo lubricato bene, ma a Malik non dispiaceva.
Urlava, si dimenava,
si inarcava, tanto erano in un parcheggio, del centro commerciale più isolato
di Los Angeles.
Le stelle non si
vedevano, dal tettuccio panoramico; troppe nuvole.
Un lampo.
Un tuono.
Cominciò a diluviare,
fuori dall’auto ed anche in lui, tra le sue cosce tremanti, perché Farrell era
grosso e lui era un nulla.
Zayn si aggrappò alle
sue spalle larghe, quasi singhiozzando, ma non voleva farsi sentire e quel
frastuono lo stava aiutando.
Voleva godere anche
lui, dimenticare, annullare il dolore.
Il volto di Liam, il
sorriso dolce dell’ultima mattina, a colazione insieme, lo stavano uccidendo,
più di Colin, che sembrava una furia, adesso, mentre veniva per una seconda
volta.
Si baciarono con più
dolcezza, a sorpresa.
Si strinsero.
Colin si staccò, ma
scivolò sul suo petto con le labbra, poi risalì, guardandolo – “Dio sei un
amore Zayn …”
Lo disse con una
tenerezza disarmante.
Capace di fare
innamorare anche una pietra.
Od un cuore ferito.
Shan rise,
schiantandosi sul divano.
La villa di Malibu
era deserta: il loro team in spiaggia, Jared al computer.
“Che ti prende?” –
domandò distratto, fissando il monitor.
Il batterista stava
giocherellando con un tablet.
“Ma tu l’hai visto lo
stronzo, che combina?”
Lo stronzo era da sempre Colin James
Farrell.
Peccato che Shannon
non ci rimediasse una gran bella figura, adesso, dopo averlo criticato tanto,
cadendo nei suoi medesimi vizi, ormai sepolti per l’irlandese.
Jared lo scrutò – “Ma
che cazzo stai dicendo? Hai di nuovo bevuto?”
Qualcosa si era
spezzato tra loro.
Jared era alla deriva,
senza suo fratello.
Aveva perso anche lui
e non voleva ammetterlo.
La clinica, il rehab,
quel casino si sarebbe risolto da solo.
Invece sbagliava.
Un’altra volta.
“Ora si scopa quello
degli One D!” – scimmiottò, alticcio.
Sì, aveva bevuto.
Erano le nove di
mattina.
Leto ebbe un fremito,
all’indice ed il medio, posati sul mouse.
Aprì una pagina
qualsiasi, digitando il nome di Colin.
Le foto spuntarono in
un nano secondo.
Come poteva Shannon
dire una cazzata del genere?
Jared se la stava
raccontando mentalmente ad ogni costo, perché conosceva bene quello sguardo e
Colin ce l’aveva stampato in faccia, mentre nell’immagine si stava divorando
letteralmente Zayn.
Di questi, il leader dei
30 Seconds to Mars, sapeva davvero poco, a parte averlo notato a qualche evento,
trovandolo persino simpatico.
Era solo il primo
calcio sui denti della giornata.
Arrivare all’ora di
pranzo fu uno stillicidio, di pensieri ed elucubrazioni per il front man,
canzonato dal maggiore, per come se la stava prendendo, senza motivo.
Per Shannon, quel
Colin Farrell non aveva mai meritato considerazione, tanto meno il suo adorato Jared.
Ci aveva fatto
persino a botte, del resto.
Eppure sembrava
passato un secolo.
Le iridi screziate di
Jared, invece, erano di nuovo lì, ad infastidirlo, per quanto amasse ancora
quello stronzo.
“E’ … è patetico” – quasi
balbettò The Animal, come lo apostrofava affettuosamente Jared, seduto sul
davanzale del soggiorno, le gambe raccolte, le unghie dimezzate da morsi
nervosi.
“Cosa?”
“Potrebbe essere suo
figlio”
“Ma scherzi Shan?
Colin ha cinque anni meno di me, semmai potrei esserlo io!”
Un discorso senza
senso, per lui che sembrava adescare delle pseudo minorenni, tutte etichettate
dal gossip come potenziali figlie di Leto, forse segrete, forse no, tanto
ridicolo da imbarazzarlo impietosamente.
“Colin è un
fantastico trentottenne e quel Malik mi pare ne abbia almeno ventuno”
“Sì, proprio” – Shan stava
guardando la sua scheda su Wiki.
“Ma che fai?”
“Curioso sul nuovo
fidanzato, del tuo ex amichetto del cuore” – sbottò acido.
“Che diavolo hai oggi
Shannon accidenti?!!”
“Guarda che non sto
parlando a vanvera … Et voilà”
Il percussionista gli
mostrò nuovi scatti.
Quasi crudelmente.
Colin e Zayn sulla
spiaggia di Malibu, abbracciati, a baciarsi, come sedicenni al primo
appuntamento.
Ridevano, tra voli di
gabbiani e gente che li salutava correndo o lanciandosi in acqua con tavole da
surf, come se fosse la cosa più naturale del mondo vederli lì, innamorati, come recitava la didascalia.
§
Oggi ci siamo svegliati con una sorpresa da infarto, carissimi lettori e
navigatori del web: l’addetto stampa del notissimo Colin Farrell, premiato con
il Golden Globe e sui nostri schermi prossimamente con il già annunciato
capolavoro Miss Julie, ha confermato il coming out, di uno degli uomini più
amati dall’universo femminile e non solo. E’ infatti il giovanissimo ed
altrettanto celebre Zayn Malik ad avergli rubato il cuore, come testimoniano
queste istantanee, che ci lasciano senza parole, se non un paio, sincere e
spontanee: auguri ragazzi! §
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