venerdì 25 luglio 2014

Short fic – A little piece of my heart Capitolo 4

Short fic – A little piece of my heart


Capitolo 4


Il silenzio era come una tenebra grigia, fatta di ghiaccio e stille appese al soffitto.

Jared sembrava attendere che da lì si staccassero, mandandolo a pezzi, non più di quanto avesse appena fatto Colin, attraverso quel gesto affettuoso destinato a Zayn ed alla dignità di questi, nel fare valere qualcosa, a cui sembrava tenere sul serio.

Il giovane reggeva lo sguardo di Leto, come pochi altri avevano fatto, sino a quel momento.

“Le cose che ho da dire, le devo dire a Colin” – esordì gelido e diretto, però Malik rimase al suo posto.

Lo era diventato quasi per incanto, pensò Jared.

Farrell inspirò greve, riscendendo verso di lui.

“Non ora, non in questo modo”

“Ed in quale, potrei saperlo?” – si intromise Zayn.

Colin lo scrutò – “Non mi piacciono le scenate, non risolvono nulla e poi” – e ripuntò Leto – “tu ed io abbiamo avuto l’occasione per dirci qualsiasi cosa, giorni fa o te ne sei dimenticato?”

Il suo interagire era calmo, forse per non apparire nella maniera sbagliata al suo nuovo amante.

Jared continuava a macinare ragionamenti, lacerandosi, ma non voleva uscire sconfitto da quell’incontro.

Se Farrell aveva cinque anni in meno di lui, quel Malik ne aveva una ventina, anzi, ventidue e poteva, sì, essere suo figlio.

“Tu non hai idea di cosa abbiamo condiviso Colin ed io, quasi non eri neppure nato”

Leto lo affermò con una sfumatura dolce nella voce, un tintinnio luccicante nei suoi zaffiri vividi.

“Sì, ma ora sono qui e credo di avere più di una possibilità di restarci, con o senza il tuo consenso, che nessuno ha richiesto”

Era spavaldo, si stava giocando il tutto per tutto.

O tutto o niente.

Farrell sbuffò, arrendevole e per questo Jared lo detestò.
Di nuovo.

“Tra poco arrivano i piccoli, non voglio che”

“James ed Henry?!” – chiese stupito il cantante.

Colin annuì – “Sono due settimane che non li vedo …”

“Posso almeno salutare James?”

Leto lo domandò con un contegno destabilizzante, non certo per ricattare Colin o mettersi in competizione con Zayn, che stava per conoscere gli eredi del suo ex.

Quale ex?

Era l’uomo che amava.

Cazzo!
Cazzo!!

E quel Malik li avrebbe incontrati e magari tenuti in braccio, fatti giocare addirittura, dopo mezza giornata che Colin se lo sbatteva in ogni angolo di quella reggia?!

Jared strinse i pugni – “Mi fermo cinque minuti, non chiedo altro” – puntualizzò ferito, ma nascondendo quel disagio nel migliore modo possibile.

In fondo, recitando, aveva vinto un Oscar.

Il citofono esterno gracchiò.

Una baby sitter stava accompagnando Henry, mentre James era scortato dal marito di Kim, la madre del primogenito di Farrell.

Avevano subito legato e Colin era oltre modo felice che il suo James, affetto dalla sindrome di Angelman, avesse quel secondo padre, così premuroso e gentile.

Le presentazioni furono frettolose ed un poco forzate.

Jared fu educato ed appena vide James, lo strinse a sé con immenso trasporto.

Zayn era tornato in camera a vestirsi, mentre Colin aveva infilato di corsa un maglione in cotone chiaro e delle infradito, accorgendosi un secondo dopo che quegli indumenti erano proprio di Jared, dimenticati lì da chissà quanto tempo.

Un tempo, in cui era sopravvissuto senza di lui.

Lui, che ora stava cullando James, nonostante fosse grandicello, insegnandogli la scala musicale, seduti al pianoforte, mentre Henry gli stava vicino, seguendo attento la lezione di quel maestro così speciale.

Leto diede un buffetto anche a lui, anche se somigliava troppo a quella Curus, che gli aveva portato via non solo Farrell, ma anche una miriade di sogni, di convivenza e di paternità, con l’adozione di qualche orfano, nel periodo in cui Jared era pronto a farlo.

Peccato che Colin non fosse della stessa idea.

Jared si alzò, accompagnando James dal genitore, impalato contro lo stipite, commosso ad una profondità scomoda, ma anche così bella e congeniale al suo cuore, nel vederli, loro tre insieme.

Il ragazzo di Bossier City, che lui amava più di sé stesso.
I loro due bimbi.
La sua famiglia.

“Ora vi lascio, con il vostro papà, ha tante cose da raccontarvi” – disse accovacciandosi, baciando quelle due pesti tra i capelli folti.

“E tu no, papi Jay?!” – domandò simpatico Henry.

Papi Jay?

Leto fissò Colin.

Lui sorrise mesto – “E’ … è così che gli ho insegnato a chiamarti, quando non c’eri e ti stavamo aspettando. James già lo sapeva” – rivelò sincero.

Era vero, James l’aveva sempre definito in quella maniera.
Meravigliosa.


Zayn spuntò alle loro spalle.

I cuccioli gli andarono incontro.

“E tu chi sei?”

Era Henry quello che faceva le domande, tenendo per mano James.

Malik li sfiorò, con la sua tenerezza innata – “Sono un amico, dei vostri papà: ero passato per congratularmi, si sposeranno presto, ma doveva essere una sorpresa”

“Papi Jay e papà si sposano!” – Henry fece un saltello, felice per quella notizia inattesa.

Colin e Jared persero ogni parola, tremando come foglie.

Zayn si chiuse il giubbotto – “Ora devo andare a fare una cosa, l’ho rimandata da così tanto, che forse non sono più in tempo, ma non si sa mai” – e sorrise pulito.

“Non è mai troppo tardi …” – disse flebile Leto, sul punto di perdere i sensi, confuso e travolto da quell’ondata di emozioni ingestibili.

Colin gli aveva afferrato il polso, poi lo strinse forte, così i due bimbi, di nuovo tra le sue ali robuste.

“Grazie Zayn …”

“Figurati” – e gli mandò un bacio, a distanza, poi se ne andò.



Epilogo


Saltellare come due pazzi, dietro le quinte, allo show degli One Direction, dopo che la band era andata all’ultimo concerto dei Mars, negli Stati Uniti, fu il modo più divertente e chiassoso di annunciare al mondo di essersi fidanzati, per Jared Joseph Leto e Colin James Farrell.

Vedere Liam, baciare sul finale il suo Zayn, la conferma che non era mai troppo tardi.

Così Harry e Louis, con buona pace delle fan, almeno una parte di esse e della Modest, i cui manager si stavano mangiando il fegato, a pochi passi dai due noti artisti, che videro passare Niall e sfilarli come una scheggia, verso qualcuno, che era oltre i bodyguard.

Farrell aguzzò la vista – “Ma quello non è …?”

“Chi Cole scusa?”

“Quello che faceva quei telefilm, famosissimo, maddai, come cavolo si chiama, ce l’ho sulla punta della lingua!”

Anche Leto lo guardò e quello che era sulla punta della lingua di Colin, gli sorrise, facendogli pure un cenno, ammiccante.

“Uh sì, sì, ma vive pure a Beverly Hills, prima stava a New York, non ci hanno mai presentati” – Jay rise – “Comunque alla tua lingua ora penso io, poi ci verrà in mente come diavolo si chiama il compagno di Niall, vieni qui zuccone” – e lo baciò irruente e felice.

Come mai, prima di allora.

The end










MISTER X L'UOMO SEGRETO DI NIALL HORAN ... MUORO XD

Nessun commento:

Posta un commento