Short
fic – A little piece of my heart
Capitolo
3
Un incubo.
Di sicuro lo era,
pensò Jared, cercando disperatamente il blister di Xanas dentro al comodino.
Aveva saltato il
pranzo, sbraitato l’intero pomeriggio con i suoi collaboratori, per delle
inezie, evitato la cena e filato dritto in camera sua, per provare a dormire.
Al risveglio, forse,
non avrebbe ritrovato altre paparazzate dei due innamorati, rendendosi conto che lo aveva sognato, che Colin lo
stava aspettando a Los Feliz, per chiarirsi definitivamente e perdonarsi.
Jared gli avrebbe
chiesto scusa, se lo ripeteva a bassa voce, come un mantra, rimettendo in gioco
ogni cosa, ogni fottuta cosa fosse rimasta loro, dopo il coming out.
Il LORO coming out e
non quello di Colin Farrell e Zayn Malik.
Acqua.
Pillole.
Di nuovo acqua.
Buio totale.
Liam Payne si alzò
dal divano, con uno scatto fatto della stessa nevrosi, con cui aveva vissuto
quella giornata senza senso.
Anzi, un senso ce lo
aveva eccome.
Concreto e ben
delineato.
Louis sbuffò,
accavallando le gambe, restando seduto accanto ad Harry, che mandava sms a
raffica a chiunque lo conoscesse.
“Hanno fatto bene” –
esordì Boo Bear, un nomignolo prerogativa di Styles, che annuì.
“Che si fotta il
successo, la carriera, è solo merda … Louis ed io saremo i prossimi, giuro” – e
baciò il fidanzato sulla tempia destra.
Sophia ed El, le
coperture di Payne e Tomlinson si lanciavano occhiate perplesse ed anche un po’
ferite.
Quel gioco andava
avanti da troppo tempo, per non provare qualcosa per i loro finti compagni.
Sophia, la fidanzata di Liam, era altrettanto
scossa.
Stava a braccia
conserte, stampata al muro, come le litografie cinesi, che la circondavano
sbiadite, quale in fondo lei appariva da sempre a Payne, che ribolliva, ma per
Zayn, ovviamente.
I giornali
travisavano spesso i suoi malumori, pensando che il giovane penasse dietro a
lei, ma chi intuiva la verità, tra i fan, contestava ognuna di quelle
deduzioni, completamente errate.
“Certo avrebbe dovuto
farlo insieme a te” – quasi sussurrò Niall, appena chiuse la telefonata con il
suo uomo.
Mister X, a quanto
pare, era compiaciuto da quella novità.
Liam diede un pugno
al muro, facendosi un male cane.
“Cazzo, ma sei scemo!”
– esclamò Louis, andando a soccorrerlo.
Gli altri rimasero
fermi ad osservarli.
“Lasciami in pace!!
Torna dal tuo Haz e non rompere!”
“Ma che diavolo” –
anche Styles scattò in piedi.
Era da un po’ che
Payne si comportava strano con Boo,
facendolo ingelosire, anche senza volerlo.
“Come vuoi …” – Louis
si ammutolì e Niall andò ad abbracciarlo, senza malizie.
“Vieni, facciamoci da
parte, è Liam che deve risolvere questo casino” – lo consigliò l’amico.
Niall aveva ragione
da vendere.
Colin lo avvolse da
dietro, accorto e caldissimo.
In realtà non era più
successo niente di fisico tra loro, se non delle effusioni bollenti e sentite.
Gli piaceva sul serio
Zayn ed era bello credere che avrebbe persino funzionato tra loro.
“Ehi …” – bisbigliò il
ragazzo, senza smettere di leggere un libro, girato sul fianco, tra le lenzuola
di seta porpora, nudo quanto Farrell.
“Ehi …” – e gli diede
un bacio sulla nuca e poi nel collo.
Zayn reclinò il capo
arruffato, poi cercò la bocca di Colin.
Aveva un sapore
stupendo, sapeva di uomo, di concreto, di arrivato e di libero.
Quel coming out era
stato una resurrezione per l’irlandese e non solo.
Un po’ di
lubrificante, che Zayn aveva nascosto sotto il cuscino, una spinta un po’
incerta, poi una più decisa, ma non irruenta e Colin gli era già così dentro,
da non fargli capire più niente.
Le pareti della
camera sembrarono liquefarsi, in quel pianto appena accennato sotto le palpebre
di Malik, ora chiuse, ora aperte, come le sue gambe, che si incrociarono sopra
al dorso dell’altro.
Un ritmo simbiotico
si impadronì di loro, erano compatibili, anche se differenti, Zayn ricettivo,
quasi oscenamente, adesso.
Colin lo masturbò,
infilando la destra tra i loro inguini, cercando l’erezione del suo acerbo
amante, per poi uscire da lui e scendere ad inghiottirla, pompando fino a
farsela esplodere nella gola.
Zayn afferrò le
sbarre del letto, un attimo dopo che l’attore lo aveva ridotto a carponi,
voltandolo feroce e virile.
Lo riprese, lo scopò
avidamente.
Era bellissimo.
Era un rimescolio di
sensazioni assurdamente estasianti.
Zayn ebbe un
ulteriore orgasmo, così Farrell, che gli si schiantò addosso, cinturandolo, per
cullarlo, mentre il giovane riprendeva fiato.
“Ti voglio ancora …
ti voglio e basta” – gli respirò tra le scapole e Malik fece cenno di sì,
tornando a pancia in su, dilatato dalle dita di Colin, che non riusciva a
saziarsi di lui.
Sarebbe andata avanti
così, sino all’alba.
Ne erano certi entrambi.
Il campanello lo fece
tra salire.
Colin scattò seduto,
come se avesse ricevuto una scossa elettrica in pieno petto, dove Zayn aveva
riposato per ore.
In quel momento,
invece, Malik si era rannicchiato in posizione fetale, dandogli la schiena,
abbronzata ed invitante.
“Oh che cazzo …” –
bofonchiò l’attore.
Stavano insistendo e
poche persone avevano i codici di accesso per arrivare alla blindata.
Farrell si alzò,
controllando i visori di sicurezza interni.
Sperava fossero
Claudine, la sorella e socia in affari oppure Ante, amico, confidente e
collaboratore di vecchia data, ma sbagliava.
Era Jared.
Pantaloni e camicia
nera, trasparente per giunta e mezza aperta sull’addome teso e scolpito, come
il resto, le maniche arrotolate, i bracciali africani, comprati insieme a Colin
in Marocco durante le riprese di Alexander, le chiome al vento, occhiali scuri,
che Leto tolse, sentendosi osservato.
L’ennesimo trillo,
più lungo.
Farrell accese l’interfono
– “Arrivo, arrivo, un attimo” – disse scocciato, ma aveva il cuore a mille,
almeno quanto Leto.
Appena aprì, una
fragranza speziata lo investì, come una brezza piacevole.
Si era infilato i
jeans di corsa, null’altro.
Jared avanzò nell’ingresso,
con un saluto aspro – “Sai di sesso, potevi almeno farti una doccia, prima che
sia troppo tardi”
Farrell richiuse,
restando immobile a fissare la serratura.
“Cosa blateri?”
“Prima che ti venga
un infarto intendo, mi dispiacerebbe buttare via un pomeriggio per venire al
tuo funerale Cole: certi puledri lasciali a gente più in forma, tipo Liam Payne”
Jared Joseph Leto
sapeva essere letale, come un incrocio tra un serpente a sonagli ed uno
scorpione giallo.
“Liam è ingrassato di
recente, come ogni gay represso, si vede che non lo conosci affatto”
La voce di Zayn
arrivò limpida, dalla cima dell’ultima rampa di scale.
Si era fermato su
quel pianerottolo quadrato, dove ora Colin lo aveva prontamente raggiunto.
“Tesoro torna di
sopra, qui me la vedo io” - e gli diede una carezza sullo zigomo sinistro, da
infilzare il cuore di Jared e farlo a brandelli, dopo averlo sventolato per
aria, come una bandiera od una frattaglia di carne.
Quei due forse non
erano innamorati, ma di sicuro non scopavano e non fingevano.
Sembravano già
volersi bene ed a guardarli, Zayn non poteva che ispirare buoni sentimenti,
Colin era persino peggio.
Leto deglutì,
aspettando che Malik aggiungesse qualcosa.
“Perché dovrei,
Colin? Voglio starlo a sentire” – e si accomodò sul primo gradino, con addosso
un telo di spugna, che gli fasciava i fianchi stretti e ben proporzionati.
Se il pavimento si
fosse aperto, sotto ai piedi di Jared, per lui sarebbe stata una benedizione,
in quel preciso istante.
E per sempre.
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