venerdì 25 luglio 2014

Short fic – A little piece of my heart Capitolo 3

Short fic – A little piece of my heart


Capitolo 3


Un incubo.

Di sicuro lo era, pensò Jared, cercando disperatamente il blister di Xanas dentro al comodino.

Aveva saltato il pranzo, sbraitato l’intero pomeriggio con i suoi collaboratori, per delle inezie, evitato la cena e filato dritto in camera sua, per provare a dormire.

Al risveglio, forse, non avrebbe ritrovato altre paparazzate dei due innamorati, rendendosi conto che lo aveva sognato, che Colin lo stava aspettando a Los Feliz, per chiarirsi definitivamente e perdonarsi.

Jared gli avrebbe chiesto scusa, se lo ripeteva a bassa voce, come un mantra, rimettendo in gioco ogni cosa, ogni fottuta cosa fosse rimasta loro, dopo il coming out.

Il LORO coming out e non quello di Colin Farrell e Zayn Malik.

Acqua.
Pillole.
Di nuovo acqua.
Buio totale.



Liam Payne si alzò dal divano, con uno scatto fatto della stessa nevrosi, con cui aveva vissuto quella giornata senza senso.

Anzi, un senso ce lo aveva eccome.
Concreto e ben delineato.

Louis sbuffò, accavallando le gambe, restando seduto accanto ad Harry, che mandava sms a raffica a chiunque lo conoscesse.

“Hanno fatto bene” – esordì Boo Bear, un nomignolo prerogativa di Styles, che annuì.

“Che si fotta il successo, la carriera, è solo merda … Louis ed io saremo i prossimi, giuro” – e baciò il fidanzato sulla tempia destra.

Sophia ed El, le coperture di Payne e Tomlinson si lanciavano occhiate perplesse ed anche un po’ ferite.

Quel gioco andava avanti da troppo tempo, per non provare qualcosa per i loro finti compagni.

Sophia, la fidanzata di Liam, era altrettanto scossa.

Stava a braccia conserte, stampata al muro, come le litografie cinesi, che la circondavano sbiadite, quale in fondo lei appariva da sempre a Payne, che ribolliva, ma per Zayn, ovviamente.

I giornali travisavano spesso i suoi malumori, pensando che il giovane penasse dietro a lei, ma chi intuiva la verità, tra i fan, contestava ognuna di quelle deduzioni, completamente errate.


“Certo avrebbe dovuto farlo insieme a te” – quasi sussurrò Niall, appena chiuse la telefonata con il suo uomo.

Mister X, a quanto pare, era compiaciuto da quella novità.

Liam diede un pugno al muro, facendosi un male cane.

“Cazzo, ma sei scemo!” – esclamò Louis, andando a soccorrerlo.

Gli altri rimasero fermi ad osservarli.

“Lasciami in pace!! Torna dal tuo Haz e non rompere!”

“Ma che diavolo” – anche Styles scattò in piedi.

Era da un po’ che Payne si comportava strano con Boo, facendolo ingelosire, anche senza volerlo.

“Come vuoi …” – Louis si ammutolì e Niall andò ad abbracciarlo, senza malizie.

“Vieni, facciamoci da parte, è Liam che deve risolvere questo casino” – lo consigliò l’amico.

Niall aveva ragione da vendere.



Colin lo avvolse da dietro, accorto e caldissimo.

In realtà non era più successo niente di fisico tra loro, se non delle effusioni bollenti e sentite.

Gli piaceva sul serio Zayn ed era bello credere che avrebbe persino funzionato tra loro.

“Ehi …” – bisbigliò il ragazzo, senza smettere di leggere un libro, girato sul fianco, tra le lenzuola di seta porpora, nudo quanto Farrell.

“Ehi …” – e gli diede un bacio sulla nuca e poi nel collo.

Zayn reclinò il capo arruffato, poi cercò la bocca di Colin.

Aveva un sapore stupendo, sapeva di uomo, di concreto, di arrivato e di libero.

Quel coming out era stato una resurrezione per l’irlandese e non solo.

Un po’ di lubrificante, che Zayn aveva nascosto sotto il cuscino, una spinta un po’ incerta, poi una più decisa, ma non irruenta e Colin gli era già così dentro, da non fargli capire più niente.

Le pareti della camera sembrarono liquefarsi, in quel pianto appena accennato sotto le palpebre di Malik, ora chiuse, ora aperte, come le sue gambe, che si incrociarono sopra al dorso dell’altro.

Un ritmo simbiotico si impadronì di loro, erano compatibili, anche se differenti, Zayn ricettivo, quasi oscenamente, adesso.

Colin lo masturbò, infilando la destra tra i loro inguini, cercando l’erezione del suo acerbo amante, per poi uscire da lui e scendere ad inghiottirla, pompando fino a farsela esplodere nella gola.

Zayn afferrò le sbarre del letto, un attimo dopo che l’attore lo aveva ridotto a carponi, voltandolo feroce e virile.

Lo riprese, lo scopò avidamente.

Era bellissimo.
Era un rimescolio di sensazioni assurdamente estasianti.


Zayn ebbe un ulteriore orgasmo, così Farrell, che gli si schiantò addosso, cinturandolo, per cullarlo, mentre il giovane riprendeva fiato.

“Ti voglio ancora … ti voglio e basta” – gli respirò tra le scapole e Malik fece cenno di sì, tornando a pancia in su, dilatato dalle dita di Colin, che non riusciva a saziarsi di lui.

Sarebbe andata avanti così, sino all’alba.
Ne erano certi entrambi.



Il campanello lo fece tra salire.

Colin scattò seduto, come se avesse ricevuto una scossa elettrica in pieno petto, dove Zayn aveva riposato per ore.

In quel momento, invece, Malik si era rannicchiato in posizione fetale, dandogli la schiena, abbronzata ed invitante.

“Oh che cazzo …” – bofonchiò l’attore.

Stavano insistendo e poche persone avevano i codici di accesso per arrivare alla blindata.

Farrell si alzò, controllando i visori di sicurezza interni.

Sperava fossero Claudine, la sorella e socia in affari oppure Ante, amico, confidente e collaboratore di vecchia data, ma sbagliava.

Era Jared.

Pantaloni e camicia nera, trasparente per giunta e mezza aperta sull’addome teso e scolpito, come il resto, le maniche arrotolate, i bracciali africani, comprati insieme a Colin in Marocco durante le riprese di Alexander, le chiome al vento, occhiali scuri, che Leto tolse, sentendosi osservato.

L’ennesimo trillo, più lungo.

Farrell accese l’interfono – “Arrivo, arrivo, un attimo” – disse scocciato, ma aveva il cuore a mille, almeno quanto Leto.

Appena aprì, una fragranza speziata lo investì, come una brezza piacevole.

Si era infilato i jeans di corsa, null’altro.

Jared avanzò nell’ingresso, con un saluto aspro – “Sai di sesso, potevi almeno farti una doccia, prima che sia troppo tardi”

Farrell richiuse, restando immobile a fissare la serratura.

“Cosa blateri?”

“Prima che ti venga un infarto intendo, mi dispiacerebbe buttare via un pomeriggio per venire al tuo funerale Cole: certi puledri lasciali a gente più in forma, tipo Liam Payne”

Jared Joseph Leto sapeva essere letale, come un incrocio tra un serpente a sonagli ed uno scorpione giallo.

“Liam è ingrassato di recente, come ogni gay represso, si vede che non lo conosci affatto”

La voce di Zayn arrivò limpida, dalla cima dell’ultima rampa di scale.

Si era fermato su quel pianerottolo quadrato, dove ora Colin lo aveva prontamente raggiunto.

“Tesoro torna di sopra, qui me la vedo io” - e gli diede una carezza sullo zigomo sinistro, da infilzare il cuore di Jared e farlo a brandelli, dopo averlo sventolato per aria, come una bandiera od una frattaglia di carne.

Quei due forse non erano innamorati, ma di sicuro non scopavano e non fingevano.

Sembravano già volersi bene ed a guardarli, Zayn non poteva che ispirare buoni sentimenti, Colin era persino peggio.

Leto deglutì, aspettando che Malik aggiungesse qualcosa.

“Perché dovrei, Colin? Voglio starlo a sentire” – e si accomodò sul primo gradino, con addosso un telo di spugna, che gli fasciava i fianchi stretti e ben proporzionati.


Se il pavimento si fosse aperto, sotto ai piedi di Jared, per lui sarebbe stata una benedizione, in quel preciso istante.

E per sempre.









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