Capitolo n. 327 – zen
Jude si allungò alle
sue spalle, posando un bacio nella porzione di pelle, lasciata scoperta dallo
scollo a V della sua t-shirt bianca: l’immagine di Downey, riflessa nello
specchio, a lato del letto, sembrò illuminarsi, nell’ultimo raggio del
tramonto.
Aveva la barba
incolta, gli occhi liquidi, un’espressione sofferta, ma appena il compagno gli
si avvicinò in quel modo dolce, Rob sorrise.
“Tesoro hai fame?
Scendiamo a mangiare qualcosa?”
“No Jude, ho lo
stomaco sotto sopra … Ho vomitato, prima di raggiungerti in spiaggia”
“Sì, immaginavo … Ok,
ti preparo del tè caldo e poi risalgo, tu riposati”
“Grazie … Jude
ascolta …” – e si girò, appendendosi maggiormente a lui.
“Sì, ti ascolto
amore” – e lo baciò, lento, avvolgendolo meglio che poteva.
“Jude ti amo …”
“Non l’ho mai messo
in dubbio” – e gli sorrise, come solo Law sapeva fare in certi momenti.
Jared passò una
matita a Tom.
Hiddleston selezionò
alcune opzioni, di un piano terapeutico, che Daniel avrebbe adottato, per
l’assistenza a Geffen.
L’avvocato fissava
entrambi, sfinito da una debolezza, ormai perenne.
“Ecco vedi Glam” –
spiegò il terapista, con la consueta educazione – “Qui ci sono una serie di
massaggi, per la tonicità della tua muscolatura, visto che camminerai molto
meno”
Geffen sorrise amaro
– “Tu sei ottimista o semplicemente adorabile, nel volermi illudere, Tommy …
D’ora in poi, non mi alzerò più da questa alcova funebre, o, forse, andrò a
farmi un giro in carrozzina”
“Quanto sei tetro” –
provò a sdrammatizzare Jared.
Glam quasi lo puntò,
severo – “Non ti avevo detto di tornartene a casa, dalla tua famiglia, ad
occuparti di faccende più allegre, Jay?”
Leto non si scompose,
reggendo il suo sguardo, improvvisamente cattivo.
“Sì, credo di sì,
però dovresti sapere che non do retta a nessuno, tanto meno a te, quando dici
queste sciocchezze: il mio posto è qui.”
“Non vuoi perderti lo
spettacolo? Di questo schifo, che è diventata la mia vita?!” – sbottò acre.
“Glam …!” – mormorò
Tom, stranito.
“E’ uno schifo che riguarda anche me, ok?!” Jared tremò – “Che ti piaccia o no, io non
voglio e non posso abbandonarti, però quando fai così, anche se so che non
dipende da te, ma dalle tossine in circolo, diventi davvero pesante, Glam!” –
ed i suoi zaffiri vennero inondati da un pianto, difficile da ricacciare
indietro.
“Jay …” – l’uomo
deglutì a vuoto, tendendogli poi la mano destra.
Leto si inginocchiò
al suo capezzale, brandendo quel polso asciutto, portandosi il palmo di Glam
alle labbra, asciutte e tremanti – “Sei odioso … sei … insopportabile” –
singhiozzò il cantante, per poi stringersi a lui, con determinazione.
“Perdonami Jay …” –
sussurrò, in crisi di ossigeno.
Tom gli risistemò la
mascherina, ma prima di fissarla, Jared si intromise, dando un bacio sulla
bocca di Geffen, che arrossì.
“Ti … ti preparo la
macedonia, di pesche, ok …?” – disse flebile, tirando su dal naso, tamponandosi
gli zigomi con le maniche del giubbino in jeans.
“La mangerò
volentieri … La dividiamo, come al solito, vero Jay?” – replicò in un misto di imbarazzo
ed amore.
“Certo … Ok, vado,
abbi pazienza Tom”
“E per cosa?” –
Hiddleston gli sorrise, con tenerezza; la stessa, che riservò poi a Geffen, nel
proseguire la sua spiegazione, in merito al protocollo di cure, che aveva
approntato con Jim e Scott.
Kevin portò un succo
di frutta a Lula, seduto su di un lettino, nel solarium.
“Grazie papake” – gli
sorrise radioso.
“Prego soldino … Come
ti senti?”
“Tutto okkei” – ed affondò
il nasino nel bicchierone colorato di arancio e verde.
“Dormi con papi Glam
o con noi?”
“Tu e papi Tim dovete
darvi le coccole, io sono di troppo!” – e rise contagioso.
Il bassista lo scrutò
– “Mi rende felice, vederti così tranquillo Lula …”
“Non serve
disperarsi, papi Glam si intristirebbe”
“Lo so amore mio …” –
ed inspirò – “Tu … Tu non pensi mai, a quando non sarà più con noi?”
“Lui ci sarà”
“Sì, nei nostri
cuori, nei ricordi, non lo metto in dubbio” – replicò sconsolato.
Il bimbo gli diede
una lunga carezza, dopo avere posato la bevanda su di un tavolino.
“Andrà tutto bene
papake, ma non dimenticarti mai di avere una fortuna immensa, con Tim accanto”
“Sì, posso immaginare
quanto gli pesi metabolizzare questa situazione ed il mio attaccamento a Glam …”
“Papi Tim è sincero,
non devi pensare che finga”
“No Lula, non l’ho
mai pensato” – lo rassicurò convinto.
“Okkei!” – soldino rise
compiaciuto, andando ad abbracciare Kevin – “E non scordarti neppure che io
sarò con te, per sempre”
“Sei la mia forza … Non
sai quanto coraggio, mi dia saperlo …”
“Non scordarlo mai
papake … Va bene?” – concluse più serio.
“Sì …” – bissò turbato
– “Andiamo da papi Glam, ora?”
“C’è Jared con lui,
andiamoci dopo … Zio Colin, invece, è da solo, vediamo un po’ di tv insieme,
che ne pensi?”
“D’accordo soldino” –
e, rialzandosi, lo prese per mano e poi in braccio.
Lula era leggero
quanto un angelo.
Vincent ritirò i
biglietti, passandoli poi a Kirill, che gli sorrise.
“Manca tanto?” –
chiese il giovane, un po’ agitato.
“No, meno di mezz’ora,
non ci sono ritardi” – gli disse lui affabile, accomodandosi al suo fianco,
nella sala d’attesa del Lax, gremita di turisti, in transito nella località
californiana, per le imminenti festività natalizie.
New York si sarebbe
presentata loro, sotto una coltre di neve candida.
Lux propose comunque
una breve vacanza ad Aspen, dove di certo non avrebbe trovato nessuno della
famiglia, in quel Capodanno, già molto triste nelle premesse.
Rifletteva sul
rientro a Los Angeles per i funerali di Geffen, ma erano immagini cupe, quelle
che si affacciavano nella mente del francese, in piena collisione con l’espressione
carica di aspettative del suo nuovo
amico.
Un sms lo fece
distrarre.
Era Zayn.
Vincent lo chiamò
direttamente, dicendo a Kirill che si trattava appunto di Malik.
Dal volto di Lux, non
trasparivano sensazioni ben precise, quindi non restava che seguire quella
conversazione, che si innescò con toni pacati ed affettuosi, ma senza enfasi.
“Ciao Zayn, grazie
per avermi pensato, sto bene, non preoccuparti” – poi una breve pausa – “Voi
dove siete?”
“Noi …? Sì, ecco,
stiamo per fare i bagagli, torneremo in università, per depositare la mia
relazione e poi andremo a Parigi, con Liam” – e tossì, avvampando, non senza
odiarsi perché stava reagendo in quella maniera, alla voce di Vincent.
“Bon, quindi Liam
conoscerà il resto della tua famiglia, è bello trascorrere questo periodo così,
è importante”
“Ci tenevi anche tu …”
“Assolutamente sì
Zayn”
“Sento dei rumori, ma
stai per”
“Vado a New York, con
una persona che non conosci, si chiama Kirill”
“Kirill …? Mai
sentito nominare” – e rise nervoso.
Payne continuava ad
archiviare file nel portatile, dandogli la schiena, sempre più rigida.
“Mi stupirei del
contrario” – anche Lux rise, ma più rilassato.
“Vi farete buona
compagnia, è … E’ un progetto a sorpresa Vincent”
“Diciamo che sia tu,
che io, abbiamo incontrato qualcuno di speciale” – sembrò concludere l’affarista,
con estrema naturalezza.
“Ti sei consolato in
fretta, mi verrebbe da dire, insomma da Sparta all’Olimpo degli Dei”
“Ironizzare su quella
rupe, mi sembra di cattivo gusto Zayn, anche se, adesso, ci vorrei fare anch’io
una risata sopra, posso capirti”
“Davvero? Puoi?”
“Salutami Liam, anche
se lo conosco appena, così tuo padre … Divertitevi, Parigi è stupenda a
dicembre”
“Lo faremo, te lo
assicuro.” – e riattaccò, senza salutarlo.
Payne lo guardò,
finalmente.
“Vincent ti manda i
suoi auguri” – disse secco il paleontologo, cercando una sigaretta nella tasca
della camicia di Liam, che avvertì le sue mani gelide.
“Non dovevamo
smettere, Zayn?”
“Con queste?”
Il vulcanologo rise
tirato – “Sì, anche … Ho appena assistito ad una bella scena di gelosia, un po’
puerile: dovresti farti qualche domanda, sai?”
“E’ solo la conferma
di quanto sia fuori di testa il mio ex e definirlo tale, è davvero una roba
grossa!” – ribatté acido, andandosi a piazzare sulla loro branda disfatta, a
gambe incrociate, in prima posizione yoga.
La Camel si stava
accorciando troppo in fretta, Zayn tossì greve, le iridi lucide per il fumo e
qualcosa d’altro, di cui Payne non aveva più voglia di parlare, non quella
sera; il ragazzo gli andò vicino, cingendogli il busto scolpito ed asciutto.
Zayn ebbe un fremito
all’addome, che Payne massaggiò, senza esitare.
“Lui raccatta
chiunque dalla strada e poi”
“Ti riferisci a Louis
ed a questo Kirill?” – domandò piano.
“Con me non è stata
la stessa cosa, Liam, gli ho fatto sudare ogni fottuto attimo, anche per capire
se aveva intenzioni serie, ma poi che cazzata, alla mia età cosa pretendevo? Io
sto bene con te …”
“Quindi non sarei
affatto serio?” – rise – “Ad essere
sinceri, il mio sangue caldo, avrebbe dovuto suggerire una scenataccia, altro
che! Il mio fidanzato che fa la morale al suo ex, roba da matti!”
“Perdonami …” – disse
timido.
“Ti voglio già così
bene Zayn … Vorrei dirtelo di continuo, ma ho il timore di soffocarti”
“No, per favore, non
pensarci prima di dirmi le cose, non lo sopporterei, sii te stesso, quel Liam
che mi piace tanto” – e lo baciò, con un’innocenza disarmante.
Payne se la fece
bastare.
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