Capitolo n. 329 – zen
Il sapore di Liam,
gli arrivò nella gola.
Un misto di Camel e
menta.
Il suo seme molto più
a fondo.
Per Zayn sembrò così
facile, aprirsi a lui, anche dal cuore alle labbra turgide di entrambi, con
quel “ti amo” improvviso, capace di mandare Payne tra le stelle di un universo
sconosciuto, ma agognato, dall’attimo in cui si era perso negli occhi di Malik.
La formalità dei
rispettivi cognomi, spiccava sulla targhetta del dossier, pronto da consegnare
a Dawson.
La sosta in quel
resort, dono di Liam, in anticipo sul Natale, fu una vera sorpresa per il
paleontologo.
Los Angeles si
presentò loro caotica, dopo le lande deserte del Cile, dove la natura imperava
con il suo fascino incontaminato e le sue regole, a volte ostili, all’invasione
umana.
“Ti amo anch’io Zayn
…” – gli sorrise, estatico, facendogli saltare il cuore alle tempie.
L’espressione
successiva di Malik, fu quasi di pentimento, per essersi scoperto troppo.
Payne aggrottò la
fronte, ancora ansante, dentro di lui, i fianchi in preda agli ultimi fremiti
del suo orgasmo, che sembrava non volere finire mai.
Chiuse il sipario,
sulle proprie iridi pungenti, senza provare rabbia, non sarebbe servita a
nulla.
Uscì da Zayn lento ed
accorto, dandogli un bacio nel collo, di affetto, privo di sensualità.
“Scusami” – mormorò
il vulcanologo, ritraendosi come l’alta marea, intimorita dalla luce lunare.
“Liam …”
Malik deglutì a
vuoto, rosso in volto.
“Faccio una doccia
Zayn, così poi andiamo … Avevi così fretta prima”
“Perché volevo
prendere l’aereo stasera per Parigi” – precisò agitato, sedendosi sul bordo,
senza il coraggio di aggrapparsi a lui, di stringerlo e fargli capire che era
un coglione, a volte.
“Certo” – Liam
sorrise.
“Con te!”
“Sì … Ne sei convinto?”
– e si avviò al bagno, prendendo un asciugamano dalla poltrona.
Lo sguardo severo di
George sembrò attraversare la mente del figlio, come un flash intimidatorio.
Malik si precipitò
nel box, schiantandosi quasi contro Liam, che lo spinse a ridosso delle
piastrelle, tra zampilli e vapore, con una foga, che non aveva nulla di
cattivo.
“Stammi a sentire, io
non sarò mai quel tipo di uomo, che ti fa penare, che ti fa sembrare un favore
ogni attenzione, che ti renderà la vita complicata! Io ti amo e basta Zayn,
ok?! E non cambierò per essere più allettante, perché sarei solo un grandissimo
stronzo!” – esclamò, con una dignità quasi commovente, ma di sicuro impatto.
“Liam non sono mai
riuscito ad avere accanto una persona bella quanto sei tu ed ancora non riesco
a crederci … Sono io lo stronzo e”
“No, tu sei speciale
e sei unico e vorrei che fossi anche un po’ mio, perché la tua vita appartiene
solo a te e semmai potresti condividerla un po’, con questo secchione vecchio
stile”
“Tu sei un principe …
altro che” – e gli si appese al collo, con un trasporto fatto di dolcezza ed
amore totali.
Si baciarono, come
due ragazzini, quali erano.
Bellissimi e puri.
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Geffen brandì le
stampelle, dopo avere fatto un lungo respiro.
La spiaggia era piena
di gabbiani, che mano a mano lui incedeva, scalzo, vestito di bianco, volavano
via, come foglie nel vento.
Il sudore gli
scendeva, zampillando dagli zigomi scarni, mentre i suoi occhi incavati si
rivolgevano all’oceano increspato di luce e suoni di armonia e pace.
La stessa che lui
ambiva ritrovare, dopo tanto dolore.
Le sue dita
tremarono, precipitando lungo le aste di quei sostegni metallici, così il suo
corpo divorato dalla malattia, sino ad impattare con la sabbia tiepida.
Lo stridio intorno
sembrò crepitargli nel cuore, come un grido di agonia e frustrazione.
Jared e Colin si
affacciarono casualmente dal solarium, vedendolo.
La coppia corse da
lui in un istante, che ad entrambi sembrò eterno ed angosciante.
“Glam come sei
arrivato qui, cosa stai facendo?!” – domandò in lacrime Leto, inginocchiandosi
accanto a lui, mentre Farrell apriva una bottiglietta d’acqua, che si erano
portati appresso, per reidratarlo.
Le palpebre dell’uomo,
scese a coprirgli i turchesi, luccicanti di un brillio struggente, ebbero un
fremito, quindi si riaprirono.
“Jay … Io … Io volevo
solo chiedere perdono” – rivelò con estremo affanno.
“Glam bevi un po’ di
questa, ti prego” – lo sollecitò l’irlandese.
Geffen non gli diede
retta, ciondolando lievemente.
“Perdono a chi, per
cosa?” – singhiozzò Jared.
“Per … per tutto …
perdono per ogni sbaglio” – ed un rivolo di saliva, incontrollato, cadde dalla
sua bocca.
“Glam”
“Tesoro calmati” –
intervenne allarmato Colin.
“Sarebbe un giorno
così bello per … per”
“Glam!! Nooo non
lasciarmi, no!!”
Le sue urla
attirarono l’attenzione di Robert e Kevin, che accorsero, insieme a Scott
appena giunto a Palm Springs.
Jared si aggrappò a
Geffen, scuotendolo.
Supplicandolo.
“Perché …” – sussurrò
l’avvocato, guardando avanti a sé.
Fissando Lula, che lo
stava accarezzando sul viso sfigurato dalle fitte alla schiena.
Solo Geffen, ancora
una volta, poteva vederlo.
“Papà non ora … Non puoi
…” – disse piano il bimbo.
“Perché Lula …? Non è
giusto” – e lo strinse forte.
Tutti lo videro
avvolgere il nulla, ma Glam lo stava facendo con vigore e costernazione.
Sia lui che Jared
persero i sensi.
Colin sollevò il
compagno, portandolo verso la casa, così Scott, Robert e Kevin fecero altrettanto
con Geffen, aiutati da Vas, arrivato da loro in un secondo.
Vincent chiuse il
menu, sorridendo a Kirill, che arrossì un minimo.
“Le insalate sono
freschissime” – gli bisbigliò il giovane, annotando sul taccuino le bevande
scelte dal francese.
“Bon, una nizzarda
allora e poi aragosta in bella vista” – disse gentile.
“Un dolce?”
“Dopo a casa” –
sussurrò Lux, facendolo avvampare completamente.
“Bene vado subito a
prenderle lo champagne” – concluse professionale, allontanandosi.
Kirill si rivolse al
sommelier, poi filò in cucina.
Il titolare del
ristorante si avvicinò a Lux, notando l’ottima e costosa scelta del vino,
verificando se era tutto di suo gradimento e lui annuì educato.
Il pranzo fu ottimo
in effetti e la pausa sigaretta sul retro con Kirill, sotto la neve, anche
meglio.
“Sei in gamba tesoro”
– esordì Lux.
“Me la sto facendo
sotto, ho il terrore di sbagliare”
“Ma se sei bravissimo”
– rise gioviale.
“Ieri pomeriggio ho
fatto una full immersion con il direttore di sala, ma ci sono tante cose da
imparare” – si lamentò adorabile.
“In effetti mi sei
mancato da morire …” – replicò sincero.
“Anche tu Vincent …
Anche tu” – e si baciarono, con tenerezza.
“Le dosi di morfina
gli provocano allucinazioni …” – spiegò Scott.
Colin e Robert lo
stavano ascoltando con attenzione, mentre Jude, rientrato da Los Angeles,
accarezzava i capelli di Jared, coricato e pallido, ma sorridente in direzione
dell’inglese, che lo stava coccolando, quasi fosse un bambino, molto
spaventato.
“E di Jay, cosa mi
dici …?” – domandò Farrell, sotto voce.
“Non dovrebbe
sottoporsi a questi stress … Anche tu Rob”
“Io sto bene” –
puntualizzò l’artista, senza persuadere nessuno degli amici.
Law andò a cullarlo,
mentre Colin tornò dal marito, che lo scrutò trepidante.
“Prima Cole io”
“Tu sei tutto ciò che
amo Jay … Tutto. Non voglio sapere altro dalla vita.”
“Vado da Glam, c’è
Pamela insieme a lui, lo starà sgridando come uno scolaretto” – Scott provò a
rasserenare gli animi con quella battuta, con scarso successo.
Payne le estrasse con
timore.
“Le ho comprate in
Perù, sono di argento e le incisioni le ha fatte a mano un vecchietto,
sdentato, che me le ha vendute” – narrò a Zayn, guardandolo dritto in quegli
abissi liquidi e circondati da ciglia perfette e scure.
“Liam … Sono
splendide”
Erano due fedi, dalla
forma bombata ed antica.
Si erano seduti sopra
una panchina, davanti il luna park principale della città.
Se le scambiarono,
dopo averle baciate.
“Vorrei chiederti una
cosa Zayn …”
“Sì, ti ascolto” –
gli sorrise emozionato.
“Comunque andranno le
cose, tra noi, io vorrei che rimanessimo amici, amici veri, su cui contare
incondizionatamente”
Malik annuì – “Certo …”
“E’ un impegno
importante, sai? Più che fidanzarsi, secondo me e poi non so se lo stiamo
facendo, cioè io …” – sorrise – “… io non so mai cosa sto combinando quando mi
guardi così” – e lo baciò.
Zayn fece collidere i
rispettivi profili, poi li incastrò.
“Io ci sarò per te,
Liam, sino alla fine dei giorni”
“Promesso?”
“Promesso.”
La ruota panoramica
si accese di mille colori.
Stava per partire.
Così la loro storia d’amore,
finalmente.
*** Angolo autrice: la scena della ruota panoramica è gentilmente rubata a Junjou romantica, con Misaki e Usagi-San, una delle immagini da me preferite di questo anime meraviglioso <3
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