sabato 19 luglio 2014

ZEN - CAPITOLO N. 329

Capitolo n. 329 – zen



Il sapore di Liam, gli arrivò nella gola.

Un misto di Camel e menta.

Il suo seme molto più a fondo.

Per Zayn sembrò così facile, aprirsi a lui, anche dal cuore alle labbra turgide di entrambi, con quel “ti amo” improvviso, capace di mandare Payne tra le stelle di un universo sconosciuto, ma agognato, dall’attimo in cui si era perso negli occhi di Malik.

La formalità dei rispettivi cognomi, spiccava sulla targhetta del dossier, pronto da consegnare a Dawson.

La sosta in quel resort, dono di Liam, in anticipo sul Natale, fu una vera sorpresa per il paleontologo.

Los Angeles si presentò loro caotica, dopo le lande deserte del Cile, dove la natura imperava con il suo fascino incontaminato e le sue regole, a volte ostili, all’invasione umana.


“Ti amo anch’io Zayn …” – gli sorrise, estatico, facendogli saltare il cuore alle tempie.

L’espressione successiva di Malik, fu quasi di pentimento, per essersi scoperto troppo.

Payne aggrottò la fronte, ancora ansante, dentro di lui, i fianchi in preda agli ultimi fremiti del suo orgasmo, che sembrava non volere finire mai.

Chiuse il sipario, sulle proprie iridi pungenti, senza provare rabbia, non sarebbe servita a nulla.

Uscì da Zayn lento ed accorto, dandogli un bacio nel collo, di affetto, privo di sensualità.

“Scusami” – mormorò il vulcanologo, ritraendosi come l’alta marea, intimorita dalla luce lunare.

“Liam …”

Malik deglutì a vuoto, rosso in volto.

“Faccio una doccia Zayn, così poi andiamo … Avevi così fretta prima”

“Perché volevo prendere l’aereo stasera per Parigi” – precisò agitato, sedendosi sul bordo, senza il coraggio di aggrapparsi a lui, di stringerlo e fargli capire che era un coglione, a volte.

“Certo” – Liam sorrise.

“Con te!”

“Sì … Ne sei convinto?” – e si avviò al bagno, prendendo un asciugamano dalla poltrona.

Lo sguardo severo di George sembrò attraversare la mente del figlio, come un flash intimidatorio.

Malik si precipitò nel box, schiantandosi quasi contro Liam, che lo spinse a ridosso delle piastrelle, tra zampilli e vapore, con una foga, che non aveva nulla di cattivo.

“Stammi a sentire, io non sarò mai quel tipo di uomo, che ti fa penare, che ti fa sembrare un favore ogni attenzione, che ti renderà la vita complicata! Io ti amo e basta Zayn, ok?! E non cambierò per essere più allettante, perché sarei solo un grandissimo stronzo!” – esclamò, con una dignità quasi commovente, ma di sicuro impatto.

“Liam non sono mai riuscito ad avere accanto una persona bella quanto sei tu ed ancora non riesco a crederci … Sono io lo stronzo e”

“No, tu sei speciale e sei unico e vorrei che fossi anche un po’ mio, perché la tua vita appartiene solo a te e semmai potresti condividerla un po’, con questo secchione vecchio stile”

“Tu sei un principe … altro che” – e gli si appese al collo, con un trasporto fatto di dolcezza ed amore totali.

Si baciarono, come due ragazzini, quali erano.
Bellissimi e puri.



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Geffen brandì le stampelle, dopo avere fatto un lungo respiro.

La spiaggia era piena di gabbiani, che mano a mano lui incedeva, scalzo, vestito di bianco, volavano via, come foglie nel vento.

Il sudore gli scendeva, zampillando dagli zigomi scarni, mentre i suoi occhi incavati si rivolgevano all’oceano increspato di luce e suoni di armonia e pace.

La stessa che lui ambiva ritrovare, dopo tanto dolore.

Le sue dita tremarono, precipitando lungo le aste di quei sostegni metallici, così il suo corpo divorato dalla malattia, sino ad impattare con la sabbia tiepida.

Lo stridio intorno sembrò crepitargli nel cuore, come un grido di agonia e frustrazione.

Jared e Colin si affacciarono casualmente dal solarium, vedendolo.

La coppia corse da lui in un istante, che ad entrambi sembrò eterno ed angosciante.

“Glam come sei arrivato qui, cosa stai facendo?!” – domandò in lacrime Leto, inginocchiandosi accanto a lui, mentre Farrell apriva una bottiglietta d’acqua, che si erano portati appresso, per reidratarlo.

Le palpebre dell’uomo, scese a coprirgli i turchesi, luccicanti di un brillio struggente, ebbero un fremito, quindi si riaprirono.

“Jay … Io … Io volevo solo chiedere perdono” – rivelò con estremo affanno.

“Glam bevi un po’ di questa, ti prego” – lo sollecitò l’irlandese.

Geffen non gli diede retta, ciondolando lievemente.

“Perdono a chi, per cosa?” – singhiozzò Jared.

“Per … per tutto … perdono per ogni sbaglio” – ed un rivolo di saliva, incontrollato, cadde dalla sua bocca.

“Glam”

“Tesoro calmati” – intervenne allarmato Colin.

“Sarebbe un giorno così bello per … per”

“Glam!! Nooo non lasciarmi, no!!”

Le sue urla attirarono l’attenzione di Robert e Kevin, che accorsero, insieme a Scott appena giunto a Palm Springs.

Jared si aggrappò a Geffen, scuotendolo.

Supplicandolo.

“Perché …” – sussurrò l’avvocato, guardando avanti a sé.

Fissando Lula, che lo stava accarezzando sul viso sfigurato dalle fitte alla schiena.

Solo Geffen, ancora una volta, poteva vederlo.

“Papà non ora … Non puoi …” – disse piano il bimbo.

“Perché Lula …? Non è giusto” – e lo strinse forte.

Tutti lo videro avvolgere il nulla, ma Glam lo stava facendo con vigore e costernazione.

Sia lui che Jared persero i sensi.

Colin sollevò il compagno, portandolo verso la casa, così Scott, Robert e Kevin fecero altrettanto con Geffen, aiutati da Vas, arrivato da loro in un secondo.



Vincent chiuse il menu, sorridendo a Kirill, che arrossì un minimo.

“Le insalate sono freschissime” – gli bisbigliò il giovane, annotando sul taccuino le bevande scelte dal francese.

“Bon, una nizzarda allora e poi aragosta in bella vista” – disse gentile.

“Un dolce?”

“Dopo a casa” – sussurrò Lux, facendolo avvampare completamente.

“Bene vado subito a prenderle lo champagne” – concluse professionale, allontanandosi.

Kirill si rivolse al sommelier, poi filò in cucina.

Il titolare del ristorante si avvicinò a Lux, notando l’ottima e costosa scelta del vino, verificando se era tutto di suo gradimento e lui annuì educato.

Il pranzo fu ottimo in effetti e la pausa sigaretta sul retro con Kirill, sotto la neve, anche meglio.


“Sei in gamba tesoro” – esordì Lux.

“Me la sto facendo sotto, ho il terrore di sbagliare”

“Ma se sei bravissimo” – rise gioviale.

“Ieri pomeriggio ho fatto una full immersion con il direttore di sala, ma ci sono tante cose da imparare” – si lamentò adorabile.

“In effetti mi sei mancato da morire …” – replicò sincero.

“Anche tu Vincent … Anche tu” – e si baciarono, con tenerezza.



“Le dosi di morfina gli provocano allucinazioni …” – spiegò Scott.

Colin e Robert lo stavano ascoltando con attenzione, mentre Jude, rientrato da Los Angeles, accarezzava i capelli di Jared, coricato e pallido, ma sorridente in direzione dell’inglese, che lo stava coccolando, quasi fosse un bambino, molto spaventato.

“E di Jay, cosa mi dici …?” – domandò Farrell, sotto voce.

“Non dovrebbe sottoporsi a questi stress … Anche tu Rob”

“Io sto bene” – puntualizzò l’artista, senza persuadere nessuno degli amici.

Law andò a cullarlo, mentre Colin tornò dal marito, che lo scrutò trepidante.

“Prima Cole io”

“Tu sei tutto ciò che amo Jay … Tutto. Non voglio sapere altro dalla vita.”

“Vado da Glam, c’è Pamela insieme a lui, lo starà sgridando come uno scolaretto” – Scott provò a rasserenare gli animi con quella battuta, con scarso successo.



Payne le estrasse con timore.

“Le ho comprate in Perù, sono di argento e le incisioni le ha fatte a mano un vecchietto, sdentato, che me le ha vendute” – narrò a Zayn, guardandolo dritto in quegli abissi liquidi e circondati da ciglia perfette e scure.

“Liam … Sono splendide”

Erano due fedi, dalla forma bombata ed antica.

Si erano seduti sopra una panchina, davanti il luna park principale della città.

Se le scambiarono, dopo averle baciate.

“Vorrei chiederti una cosa Zayn …”

“Sì, ti ascolto” – gli sorrise emozionato.

“Comunque andranno le cose, tra noi, io vorrei che rimanessimo amici, amici veri, su cui contare incondizionatamente”

Malik annuì – “Certo …”

“E’ un impegno importante, sai? Più che fidanzarsi, secondo me e poi non so se lo stiamo facendo, cioè io …” – sorrise – “… io non so mai cosa sto combinando quando mi guardi così” – e lo baciò.

Zayn fece collidere i rispettivi profili, poi li incastrò.

“Io ci sarò per te, Liam, sino alla fine dei giorni”

“Promesso?”

“Promesso.”


La ruota panoramica si accese di mille colori.

Stava per partire.


Così la loro storia d’amore, finalmente.



*** Angolo autrice: la scena della ruota panoramica è gentilmente rubata a Junjou romantica, con Misaki e Usagi-San, una delle immagini da me preferite di questo anime meraviglioso <3
















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