mercoledì 27 febbraio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 59



Capitolo n. 59  -  zen


Colin deglutì a vuoto.
“Cosa è successo qui, Jay?”
“Ha preso due capsule, con dell’alcol … Glam ha litigato di sicuro con Jude e Robert, non potrei spiegarmi altrimenti il suo stato Cole” – disse impaurito dal pallore dell’uomo, profondamente assopito su quel lettino prendi sole.
Farrell recuperò un plaid da un cassettone in legno bianco, coprendolo accuratamente.
Leto lo scrutò – “Cosa avevi pensato …?” – chiese calmo.
“Niente Jay. Niente.” – disse fissandolo, accorgendosi del sopraggiungere di Denny.
Era rientrato alla villa per rifornirsi di bibite.
“Ciao … Ma … Glam?!”
“Stai tranquillo, si è solo addormentato …” – si affrettò a spiegargli il cantante, ma il giovane lo scostò deciso da Geffen.
“Cosa gli hai fatto?!” – sbottò livido.
Jared ebbe un tremito, poi la sorpresa divenne rabbia: “NULLA!! Cosa dovrei avergli fatto cazzo!?!”
Denny lo puntò, mentre avvolgeva Glam, come a proteggerlo da lui.
“Sei tale e quale a Shan, sempre con il piede in due scarpe, a tormentare gli uomini degli altri!! Nonostante abbiate compagni fantastici, come Owen, Josh, Colin!” – ruggì.
Farrell si avvicinò, provando a riportare la calma, senza riuscirvi affatto.
“Denny ti sbagli di grosso …” – replicò il leader dei Mars, stringendo i pugni.
“NO! E lo sai benissimo Jared, è sempre la stessa storia! Colin te lo permette o forse non esiste un modo per impedirtelo, ma sei sempre stato e resterai in eterno una puttana!”
Uno schiaffo gli arrivò da Leto, in replica a quell’ultima esternazione.
Colin afferrò il marito, trascinandolo via, senza che Denny ricambiasse quel gesto, restando immobile, il fiato corto, un rivolo di sangue dal labbro sinistro, la consapevolezza di avere detto unicamente la verità.

Un rantolo lo distrasse.
“Glam …”
“Ehi … perché urlavi …?” – disse confuso, provando a sedersi.
“Aspetta, ti aiuto … Sarà meglio farsi una doccia” – disse, accennando un sorriso.
“Non … non dovresti fare sforzi, Denny, le tue cicatrici …” – ribatté goffo.
“Quelle sono a posto … Tu, invece, sei un disastro Glam” – e gli diede un bacio sulla guancia, mentre lo sorreggeva.
“Ti ringrazio … Ma c’era qui …” – si massaggiò la nuca – “Chi c’era qui, Denny?”
“Nessuno Glam. Nessuno.”


“Voglio andarmene.”
Jared incrociò le braccia sul petto, piegandosi sul muretto poco distante dai gazebo, dove la festa era nel vivo.
I bambini erano concentrati sull’esibizione di un divertente clown mago.
Farrell lo strinse, affiancandolo – “E’ un momento particolare, Jay, dovremmo ritrovare un minimo di equilibrio, un po’ tutti”
“Se vuoi il mio esame di coscienza low cost, alla Denny, ha ragione, sono una puttana, va bene così?” – esclamò turbato.
“Guardami Jared”
Leto lo accontentò.
“Senza volere giudicare nessuno, penso che anche Denny non sia un santo, anzi. Valutando quanto accaduto, con razionalità, dobbiamo capire che lui è grato a Geffen per le gemelle, per averlo assistito durante l’intervento a Rio e, senza dovere essere dei geni ed in modalità low cost, quei due scopano. Punto.” – sorrise, appoggiando la fronte alla tempia sinistra di Jared, che mandò giù un singhiozzo.
“Sì … Ha un senso …” – disse flebile.
“Non dovremmo farlo qui, Jared, ma tanto vale, colgo l’occasione al balzo: sei geloso perché se lo porta a letto o perché gli dedica del tempo? Ed in caso affermativo, il che è scontato, dove credi possa condurci questo tuo risentimento, provocato da Glam?”
Leto avvampò.
“Lui non … Non ha motivo di occuparsi di me … Tu sei il mio mondo Cole” – balbettò.
“In effetti dovrebbe essere così, ma una parte di te persevera nel credere che Geffen le appartenga e quella parte è ciò di cui io mi rammarico maggiormente, da quando è entrato nelle nostre vite, da quando avete capito di non essere semplici amici” – disse più severo.
“Io … io sto male quando ci litigo e da Robert in poi ogni cosa è cambiata … Lui mi ha dimenticato, è guarito … E potrebbe avvenire anche per te, Colin … Un tempo dissi a Glam che ero un cancro per voi due”
“Questa è una stronzata, Jay!” – si alterò.
“Descrivimi in altro modo, se ci riesci, fallo senza pensarci, anzi no, Cole, rifletti su quanto ti ho fatto soffrire!” – replicò in lacrime.
“Mai quanto me!” – si alzò, senza lasciarlo, abbracciandolo forte – “… mai quanto me, amore adorato …” – concluse piano, dandogli poi un bacio energico e definitivo.


L’acqua zampillava sui suoi muscoli, segnati dalle mani di Denny, che lo stava lavando accuratamente.
Geffen ammirava la sua giovinezza, nonché la strana canottiera in cellophane aderente, che il ragazzo doveva indossare ancora qualche giorno, come una seconda pelle, per completare l’intervento con esito ottimale.

“Sembro un merluzzo in pellicola” – rise, notando la curiosità del suo socio.
“E’ fastidioso?”
“Ci sono cose peggiori” – si morse la lingua.
“Cosa dicevi Denny …?”
“Era una battuta … Ok, l’ho già dimenticata, su girati, pensiamo alla schiena …”
“Va bene, agli ordini” – sorrise, ubbidendo, mentre si appoggiava con i palmi aperti sul lato piastrellato del box.
“E’ stupenda … mi eccito solo a pensarla …” – sussurrò Denny, posando dei baci tra le scapole.
“Co-cosa?”
“La tua schiena Glam … Così spaziosa …” – e lo cinturò, sfiorandolo poi tra le gambe e, scoprendolo eccitato quanto lui, iniziò a masturbarlo.
“Denny … Mio Dio … Non dovresti …”
“Non sono malato e neppure tu” - miagolò dolce.
Geffen percepì di essere in balia delle sue attenzioni e di un desiderio, che stava divorando entrambi.
Denny chiuse i rubinetti, riportando Glam a guardarlo, perché si baciassero.
“Tesoro … andiamo di là …” – propose l’avvocato, ma il giovane era già in ginocchio, per finire ciò che aveva cominciato, nella propria bocca, senza smettere di toccarsi, per venire contemporaneamente al suo amante.
Fu appagante e lussurioso.


“Torno dalle mie figlie … fa una certa impressione, sai Glam?” – sospirò, aiutandolo ad indossare boxer e maglietta.
“Grazie Denny …” – e gli diede una carezza, prima di rilassarsi.


Cory e Mony appena lo videro gli corsero incontro: Denny si piegò, raccogliendole a tempo, per distribuire equamente una dose massiccia di coccole.
“Papà dov’eri?”
“In casa, con Glam …”
“Papi Glam!” – esclamò Mony, ascoltata da Jared e Colin, riavvicinatisi al gruppo per controllare Amèlie ed Isotta, che, battendo le manine, si entusiasmò a quell’appellativo così caro al suo cuore – “Anch’io voglio andare da papi Glam …” – chiese con un’espressione irresistibile.
Denny le diede un peluche, pescato da una cesta colma di giochi e doni – “Se vuoi ti accompagno Isy …”
“Okkeii!! Con Lula!” – e lo indicò felice.
Soldino di cacio stava arrivando con Kevin, Tim, Vassily e Peter.
Mony e Cory lo accolsero al meglio e lui ricambiò, tastando le chiome simili alle proprie, imitato dalle cucciole assai divertite da quella circostanza.
Kevin si congratulò per l’adozione, cogliendo nello sguardo di Jared un sommario imbarazzo.

“Devo andare dal mio papà!” – disse improvviso Lula.
“Anche noi!!”
Filò via, allegro e solare, inseguito da Mony, Cory, Amèlie ed Isy, ovviamente tallonate dai rispettivi genitori.

Quando, arrivarono nel corridoio, distanziati dai bambini, Denny e gli altri avvertirono al risata di Geffen, sommerso da quella nidiata di pargoli scatenati.
Sveva sbucò dal bagno, dove aveva cambiato Jay Jay, che già sgambettava per unirsi ai numerosi cugini acquisiti.

“Papi Glam tu hai fatto Jay Jay con questa bella signora?” – domandò Cory, con la spontaneità dei suoi cinque anni appena compiuti.
“Sì ...” – rispose perplesso.
“Me l’ha detto papà!” – lo anticipò.
“E siete sposati?” – insistette Mony.
Sveva arrossì, accomodandosi in poltrona.
“No …”
Cory si sporse per confidare qualcosa all’orecchio della sorellina.
“Non si parla sotto voce” – la richiamò con dolcezza Denny.
“Ho detto a Mony che allora papi Glam può sposare il nostro papà!” – e rise, coinvolgendo anche il resto della ciurma.
Kevin provò un palese disagio, ma per fortuna Tim era rimasto al party.
Jared si tirò indietro i capelli e Colin prese al volo Isy, che stava scivolando tra i cuscini, mentre gattonava sopra a Geffen.

“Ok adesso Glam deve riposare, che ne dite di andare a fare merenda?” – propose Denny con educazione.
Riuscì nell’impresa, coadiuvato anche dal resto degli adulti, tranne Kevin, che rimase qualche minuto.
Andò a sedersi sul bordo, prendendo in grembo Jay Jay, alle prese con il suo biberon di latte caldo.
“Sta crescendo …” – disse assorto l’ex di Glam, che non aveva mai smesso di guardarlo.
“Sì … gli piaci” – sorrise.
“Anche lui a me” – e finalmente rivolse i suoi occhi a Geffen, che li scoprì lucidi ed emozionati.
“Kevin …”
“Sarei un pazzo, anzi no, un incredibile stupido pazzo, ma se tu … se mi dicessi di tornare da te, lo farei e non basterebbe, sai? Sopporterei di nuovo qualunque tua scelta …”
“Kevin smettila” – lo avvolse tenero – “Smettila di dire queste sciocchezze … E poi sarei il primo ad impedirti una simile stronzata” – sorrise.
“Sto bene con Tim … Il mio mondo, però, rimani tu, Glam … Chi voglio prendere in giro? Chi …?” – singhiozzò, intristendo anche Jay Jay.
“Perdonami, non volevo …” – e gli ripassò il bimbo – “Perdonatemi …”
Geffen lo sistemò nel trasportino, riabbracciando Kevin subito, per sedare la sua afflizione, ma lui preferì fuggire via.






Nessun commento:

Posta un commento