Capitolo n. 59 - zen
Colin deglutì a
vuoto.
“Cosa è successo qui,
Jay?”
“Ha preso due
capsule, con dell’alcol … Glam ha litigato di sicuro con Jude e Robert, non
potrei spiegarmi altrimenti il suo stato Cole” – disse impaurito dal pallore
dell’uomo, profondamente assopito su quel lettino prendi sole.
Farrell recuperò un
plaid da un cassettone in legno bianco, coprendolo accuratamente.
Leto lo scrutò –
“Cosa avevi pensato …?” – chiese calmo.
“Niente Jay. Niente.”
– disse fissandolo, accorgendosi del sopraggiungere di Denny.
Era rientrato alla
villa per rifornirsi di bibite.
“Ciao … Ma … Glam?!”
“Stai tranquillo, si
è solo addormentato …” – si affrettò a spiegargli il cantante, ma il giovane lo
scostò deciso da Geffen.
“Cosa gli hai
fatto?!” – sbottò livido.
Jared ebbe un
tremito, poi la sorpresa divenne rabbia: “NULLA!! Cosa dovrei avergli fatto
cazzo!?!”
Denny lo puntò,
mentre avvolgeva Glam, come a proteggerlo da lui.
“Sei tale e quale a
Shan, sempre con il piede in due scarpe, a tormentare gli uomini degli altri!!
Nonostante abbiate compagni fantastici, come Owen, Josh, Colin!” – ruggì.
Farrell si avvicinò,
provando a riportare la calma, senza riuscirvi affatto.
“Denny ti sbagli di
grosso …” – replicò il leader dei Mars, stringendo i pugni.
“NO! E lo sai
benissimo Jared, è sempre la stessa storia! Colin te lo permette o forse non
esiste un modo per impedirtelo, ma sei sempre stato e resterai in eterno una
puttana!”
Uno schiaffo gli
arrivò da Leto, in replica a quell’ultima esternazione.
Colin afferrò il
marito, trascinandolo via, senza che Denny ricambiasse quel gesto, restando
immobile, il fiato corto, un rivolo di sangue dal labbro sinistro, la consapevolezza
di avere detto unicamente la verità.
Un rantolo lo
distrasse.
“Glam …”
“Ehi … perché urlavi
…?” – disse confuso, provando a sedersi.
“Aspetta, ti aiuto …
Sarà meglio farsi una doccia” – disse, accennando un sorriso.
“Non … non dovresti
fare sforzi, Denny, le tue cicatrici …” – ribatté goffo.
“Quelle sono a posto
… Tu, invece, sei un disastro Glam” – e gli diede un bacio sulla guancia,
mentre lo sorreggeva.
“Ti ringrazio … Ma
c’era qui …” – si massaggiò la nuca – “Chi c’era qui, Denny?”
“Nessuno Glam.
Nessuno.”
“Voglio andarmene.”
Jared incrociò le
braccia sul petto, piegandosi sul muretto poco distante dai gazebo, dove la
festa era nel vivo.
I bambini erano
concentrati sull’esibizione di un divertente clown mago.
Farrell lo strinse,
affiancandolo – “E’ un momento particolare, Jay, dovremmo ritrovare un minimo
di equilibrio, un po’ tutti”
“Se vuoi il mio esame
di coscienza low cost, alla Denny, ha ragione, sono una puttana, va bene così?”
– esclamò turbato.
“Guardami Jared”
Leto lo accontentò.
“Senza volere
giudicare nessuno, penso che anche Denny non sia un santo, anzi. Valutando
quanto accaduto, con razionalità, dobbiamo capire che lui è grato a Geffen per
le gemelle, per averlo assistito durante l’intervento a Rio e, senza dovere
essere dei geni ed in modalità low cost, quei due scopano. Punto.” – sorrise,
appoggiando la fronte alla tempia sinistra di Jared, che mandò giù un
singhiozzo.
“Sì … Ha un senso …”
– disse flebile.
“Non dovremmo farlo
qui, Jared, ma tanto vale, colgo l’occasione al balzo: sei geloso perché se lo
porta a letto o perché gli dedica del tempo? Ed in caso affermativo, il che è
scontato, dove credi possa condurci questo tuo risentimento, provocato da
Glam?”
Leto avvampò.
“Lui non … Non ha
motivo di occuparsi di me … Tu sei il mio mondo Cole” – balbettò.
“In effetti dovrebbe
essere così, ma una parte di te persevera nel credere che Geffen le appartenga
e quella parte è ciò di cui io mi rammarico maggiormente, da quando è entrato
nelle nostre vite, da quando avete capito di non essere semplici amici” – disse
più severo.
“Io … io sto male
quando ci litigo e da Robert in poi ogni cosa è cambiata … Lui mi ha
dimenticato, è guarito … E potrebbe avvenire anche per te, Colin … Un tempo
dissi a Glam che ero un cancro per voi due”
“Questa è una
stronzata, Jay!” – si alterò.
“Descrivimi in altro
modo, se ci riesci, fallo senza pensarci, anzi no, Cole, rifletti su quanto ti
ho fatto soffrire!” – replicò in lacrime.
“Mai quanto me!” – si
alzò, senza lasciarlo, abbracciandolo forte – “… mai quanto me, amore adorato
…” – concluse piano, dandogli poi un bacio energico e definitivo.
L’acqua zampillava
sui suoi muscoli, segnati dalle mani di Denny, che lo stava lavando
accuratamente.
Geffen ammirava la
sua giovinezza, nonché la strana canottiera in cellophane aderente, che il
ragazzo doveva indossare ancora qualche giorno, come una seconda pelle, per
completare l’intervento con esito ottimale.
“Sembro un merluzzo
in pellicola” – rise, notando la curiosità del suo socio.
“E’ fastidioso?”
“Ci sono cose peggiori”
– si morse la lingua.
“Cosa dicevi Denny
…?”
“Era una battuta …
Ok, l’ho già dimenticata, su girati, pensiamo alla schiena …”
“Va bene, agli
ordini” – sorrise, ubbidendo, mentre si appoggiava con i palmi aperti sul lato
piastrellato del box.
“E’ stupenda … mi
eccito solo a pensarla …” – sussurrò Denny, posando dei baci tra le scapole.
“Co-cosa?”
“La tua schiena Glam
… Così spaziosa …” – e lo cinturò, sfiorandolo poi tra le gambe e, scoprendolo
eccitato quanto lui, iniziò a masturbarlo.
“Denny … Mio Dio …
Non dovresti …”
“Non sono malato e
neppure tu” - miagolò dolce.
Geffen percepì di
essere in balia delle sue attenzioni e di un desiderio, che stava divorando
entrambi.
Denny chiuse i
rubinetti, riportando Glam a guardarlo, perché si baciassero.
“Tesoro … andiamo di
là …” – propose l’avvocato, ma il giovane era già in ginocchio, per finire ciò
che aveva cominciato, nella propria bocca, senza smettere di toccarsi, per venire
contemporaneamente al suo amante.
Fu appagante e
lussurioso.
“Torno dalle mie
figlie … fa una certa impressione, sai Glam?” – sospirò, aiutandolo ad
indossare boxer e maglietta.
“Grazie Denny …” – e
gli diede una carezza, prima di rilassarsi.
Cory e Mony appena lo
videro gli corsero incontro: Denny si piegò, raccogliendole a tempo, per
distribuire equamente una dose massiccia di coccole.
“Papà dov’eri?”
“In casa, con Glam …”
“Papi Glam!” –
esclamò Mony, ascoltata da Jared e Colin, riavvicinatisi al gruppo per
controllare Amèlie ed Isotta, che, battendo le manine, si entusiasmò a
quell’appellativo così caro al suo cuore – “Anch’io voglio andare da papi Glam
…” – chiese con un’espressione irresistibile.
Denny le diede un
peluche, pescato da una cesta colma di giochi e doni – “Se vuoi ti accompagno
Isy …”
“Okkeii!! Con Lula!”
– e lo indicò felice.
Soldino di cacio
stava arrivando con Kevin, Tim, Vassily e Peter.
Mony e Cory lo
accolsero al meglio e lui ricambiò, tastando le chiome simili alle proprie,
imitato dalle cucciole assai divertite da quella circostanza.
Kevin si congratulò
per l’adozione, cogliendo nello sguardo di Jared un sommario imbarazzo.
“Devo andare dal mio
papà!” – disse improvviso Lula.
“Anche noi!!”
Filò via, allegro e
solare, inseguito da Mony, Cory, Amèlie ed Isy, ovviamente tallonate dai rispettivi
genitori.
Quando, arrivarono
nel corridoio, distanziati dai bambini, Denny e gli altri avvertirono al risata
di Geffen, sommerso da quella nidiata di pargoli scatenati.
Sveva sbucò dal
bagno, dove aveva cambiato Jay Jay, che già sgambettava per unirsi ai numerosi
cugini acquisiti.
“Papi Glam tu hai
fatto Jay Jay con questa bella signora?” – domandò Cory, con la spontaneità dei
suoi cinque anni appena compiuti.
“Sì ...” – rispose
perplesso.
“Me l’ha detto papà!”
– lo anticipò.
“E siete sposati?” –
insistette Mony.
Sveva arrossì,
accomodandosi in poltrona.
“No …”
Cory si sporse per
confidare qualcosa all’orecchio della sorellina.
“Non si parla sotto
voce” – la richiamò con dolcezza Denny.
“Ho detto a Mony che
allora papi Glam può sposare il nostro papà!” – e rise, coinvolgendo anche il
resto della ciurma.
Kevin provò un palese
disagio, ma per fortuna Tim era rimasto al party.
Jared si tirò
indietro i capelli e Colin prese al volo Isy, che stava scivolando tra i
cuscini, mentre gattonava sopra a Geffen.
“Ok adesso Glam deve
riposare, che ne dite di andare a fare merenda?” – propose Denny con
educazione.
Riuscì nell’impresa,
coadiuvato anche dal resto degli adulti, tranne Kevin, che rimase qualche
minuto.
Andò a sedersi sul
bordo, prendendo in grembo Jay Jay, alle prese con il suo biberon di latte
caldo.
“Sta crescendo …” –
disse assorto l’ex di Glam, che non aveva mai smesso di guardarlo.
“Sì … gli piaci” –
sorrise.
“Anche lui a me” – e finalmente
rivolse i suoi occhi a Geffen, che li scoprì lucidi ed emozionati.
“Kevin …”
“Sarei un pazzo, anzi
no, un incredibile stupido pazzo, ma se tu … se mi dicessi di tornare da te, lo
farei e non basterebbe, sai? Sopporterei di nuovo qualunque tua scelta …”
“Kevin smettila” – lo
avvolse tenero – “Smettila di dire queste sciocchezze … E poi sarei il primo ad
impedirti una simile stronzata” – sorrise.
“Sto bene con Tim …
Il mio mondo, però, rimani tu, Glam … Chi voglio prendere in giro? Chi …?” –
singhiozzò, intristendo anche Jay Jay.
“Perdonami, non
volevo …” – e gli ripassò il bimbo – “Perdonatemi …”
Geffen lo sistemò nel
trasportino, riabbracciando Kevin subito, per sedare la sua afflizione, ma lui
preferì fuggire via.
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