One
shot - Loves disappeared
Jared si tamponò i
capelli, fradici e gocciolanti, dopo una lunga doccia.
Qualcuno bussò.
Sapeva chi era, se lo
aspettava da un momento all’altro.
“Entra” – rispose
incolore alla sua timida insistenza; stava per andarsene.
“Ciao … scusa, magari
torno dopo”
“No Colin, vieni pure”
– gli sorrise tiepido.
Quei capelli biondi
erano davvero ridicoli, pensò Leto, ma a Farrell stavano così bene.
Insomma.
Sorrise più convinto,
pensando a lui e gli piaceva farlo, anche se gli stava ad un metro, come in
quell’istante, all’interno della sua camera d’albergo in Marocco.
“E’ per quella scena
di oggi, Jared, io”
“Tanto Oliver l’ha
già tagliata” – bissò secco, alzandosi dal letto, in accappatoio e piedi nudi,
come il resto di lui, perfetto, bellissimo.
Se lo tolse, restando
così, come Costance l’aveva fatto, avrebbe detto il fratello Shannon
ridacchiando, dando le spalle a Colin: non gli importava più lo vedesse in quel
modo, tanto non sarebbe cambiato un bel fico secco.
Solo un bacio, da
copione, l’aveva fatto fuggire, perché tra le sue gambe sode e muscolose
qualcosa aveva confermato quanto Jared gli piacesse, ma non l’avrebbe ammesso
neppure sotto tortura.
Stronzo.
Stronzo maledetto.
Le palpebre di Jared
pizzicarono: no, non era possibile, piangersi addosso ancora una volta a causa
di quell’irlandese, testa di cazzo avrebbe ribadito Shan.
“Shan … amo mio
fratello”
“Co-cosa …?”
Farrell era
spiazzato, per l’ennesima volta, da quel ragazzo, poco più grande di lui, nato
in una America che a lui non piaceva poi tanto, anzi no … ora gli piaceva un
pochino di più.
Jared si infilò
nervoso una t-shirt bianca, un po’ comoda per il suo busto.
Era infatti di Colin.
Si domandò
mentalmente quando il collega l’avesse dimenticata lì.
Forse la notte prima,
quando si erano ubriacati di tequila insieme ad altri del cast, poi era salito
da lui e poi … poi non ricordava nulla.
Meglio così.
Infilò anche i boxer.
“Dicevo che mio
fratello è adorabile.”
“Sì Jared … anche il
mio” – sorrise impacciato.
“E … quindi?”
“Quindi cosa, Jared?”
Spalancò gli occhi,
mentre Leto schiuse le labbra, scrollando infine la testa appesantita dalle
lunghe ore sul set.
Il cuore, in
compenso, era piazzato anche peggio.
“No, quindi, cosa ci
fai tu qui? E’ per la scena? Volevi dirmi qualcosa?” – quasi inveii; desiderava
solo che sparisse.
“Magari domani …
quando sarai più calmo” – sembrò concludere, girando i tacchi.
La porta si richiuse.
Jared ci tirò contro una
scarpa, poi un vaso, quindi inghiottì un urlo, di cui si sarebbe vergognato a
vita.
Percepì un lieve
grattare sul legno.
Pochi secondi, poi
più niente.
Riaprì cauto,
sbirciando se ci fosse qualcuno, poi la vide, quasi per caso.
Una scritta a biro,
sotto al numero della stanza.
“Anch’io
ti amo. CF”
The End
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