mercoledì 20 febbraio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 56



Capitolo n. 56  -  zen


Lo stewart di bordo, del jet di Meliti, si rivolse a Denny con gentilezza.
“Il decollo è tra dieci minuti”
“C’è qualche problema?” – chiese agitato.
“No, assolutamente, stiamo aspettando una persona.”

Quando lo vide, il viso del giovane si illuminò, anche di sorpresa.
“Glam …”
“Devo farti un rimprovero” – disse severo – “Detesto svegliarmi con il mal di testa e da solo”
“Senza nessuno che ti porti di corsa un cachet?” – Denny rise.
Geffen lo strinse, guardandolo poi con una strana pacatezza.
Per lui avere preso quella decisione di seguirlo, era un sollievo.
“Non potevo lasciarti andare così … anche se in clinica troverai degli amici”

Tomas fece loro strada.
Era al primo anno come interno, nel settore fisioterapia; il nuoto, ormai, era solo più un passatempo, dopo svariate vittorie.
“Come sta Gabriel?”
“Bene Glam, ha un nuovo incarico in una scuola per bimbi abbandonati: l’ha aperta una fondazione simile alla tua” – spiegò entusiasta, posando il trolley di Denny nella camera a lui assegnata.
“Io non lavoro in questo reparto, ma conosco tutti ed il chirurgo è eccezionale, vedrai i risultati” – aggiunse con un sorriso, prima di salutarli.

“Mi fa sempre un certo effetto pensare a loro come figli della stessa madre eppure compagni nella vita …” – sussurrò Denny, mentre si cambiava.
Doveva sottoporsi subito ad una serie di esami, prima di cenare.
“Anche a me, però sono in una sintonia invidiabile” – ribatté assorto l’uomo, pensando a Jared e Shannon, nonostante tra loro non ci fosse una relazione amorosa.
“E’ ciò che provi, Glam?”
“Cosa? Invidia? … Può darsi … Oppure è solo … saudagi” – sorrise triste.


“Andiamocene prima che se ne accorgano!”
Jude esordì spensierato, mettendo i bagagli sul taxi, dopo avere aperto la portiera a Robert, che vi entrò trafelato, esclamando un buffo “Via!” – che non lasciava spazio a dubbi.
La produzione di quel pilota avrebbe fatto a meno di loro, che si congedarono con un semplice fax e restituendo l’anticipo ricevuto da Law.
“Magari ci fanno causa Rob …”
“Forse sarebbe meglio la producessimo noi questa serie allora” – ed arrise a quella fuga pianificata tra un croissant, un bacio ed un caffè con panna.
“Non mi dispiace l’idea, sai?”
Downey lo fissò amorevole per un lungo istante.
Gli accarezzò gli zigomi, poi le labbra, con le proprie, ancora profumate di zenzero e cioccolato.
“Sono felice Jude …”
“Anch’io e non vedo l’ora di riabbracciare la nostra cucciola”
Si strinsero forte, mentre la radio dell’auto gracchiava l’evergreen “La vie en rose”


“E’ una nuova tecnica, riapriremo le ferite, in maniera superficiale, poi le profileremo, quindi sigilleremo i bordi con un collante sintetico di ultima generazione, che cicatrizzerà a meraviglia, senza lasciare segni.”
Lo specialista visitò accuratamente Denny, che provò una lieve euforia nell’immaginarsi il risultato di quell’operazione.
Glam gli rimase accanto, accarezzandogli di tanto in tanto i capelli, per rassicurare ogni sua incertezza e dissipare i timori, che Denny dimostrava anche respirando a fatica, durante le analisi ed ora su quel lettino.
“Vi auguro buona cena, per te molto parca, per mr Geffen quello che preferisce” – disse simpatico.
“Ma … ti fermi qui?”
“Ho preso lo sgabuzzino adiacente la tua lussuosa alcova” – gli bisbigliò allegro, ottenendo in cambio un sonoro bacio sulla guancia, dopo che Denny si appese al suo collo, nel tragitto di ritorno.
“Ti voglio bene Glam”
“Lo so … anch’io … Ehi c’è Gabriel”
L’insegnante aveva portato libri e riviste: chiacchierarono per una mezz’ora, poi lo congedarono, all’arrivo dei vassoi.

“Passato di verdure … e sogliola bollita con carote e limone … che abbondanza”
“Recupererai a Los Angeles … Oh cosa abbiamo qui? Bistecca e patatine … Un classico!”
“Ti odio” – ringhiò, poi si sporse per baciarlo a fondo.
“Meno male che mi odi …” – mormorò Geffen distaccandosi mal volentieri da lui.


Jared interruppe l’intervista radiofonica a metà.
Gli speaker risultarono da subito più interessati al suo privato, che al nuovo disco dei Mars ed al breve tour in programma.
Le domande su Colin ed i figli lo infastidivano a prescindere, perché mai aveva colto nei suoi interlocutori un vero interesse, ma unicamente stupida morbosità.
La stessa raggiunse livelli di guardia, quando l’argomento divenne Geffen.
La turbolenta vita sentimentale dell’avvocato più noto in città e la sua bollente relazione con il famosissimo Robert Downey Junior: sottointeso l’avere dimenticato Jared, il che lo fece sbottare, mandandoli letteralmente a farsi fottere, con i microfoni aperti.


Denny venne attaccato ad una flebo.
“Stai tranquillo, ok?”
“Me lo ripeti da stamattina Glam … Non smettere, ok?” – e sgranando gli occhi, il giovane evitò di guardare l’infermiera alle prese con l’ago ed il suo avambraccio.
A Geffen venne in mente che anche Jared reagiva così e quando vide la sua chiamata, ebbe uno strano sussulto.
“Devo rispondere … torno tra poco, tu rilassati”

“Sì, pronto …”
“Glam sono io”
“Sì, l’ho visto sul visore” – sorrise – “Come stai Jared?”
“Insomma, un po’ incazzato”
“Come mai?” – si adombrò, piazzandosi sul davanzale.
“Una promozione andata storta”
“Sei vicino all’oceano? Sento le onde”
“Sì, volevo fare un salto a Palm Springs, ma poi Kevin mi ha detto che non c’eri …” – disse esitante.
“Vi siete incontrati?”
“Sì nel locale dove portiamo i bimbi, per il gelato … C’erano anche Lula e Tim, ovviamente e neppure soldino di cacio sapeva dove sei finito”
“Ho preso il largo senza avvisare in effetti. Lo avrei fatto domani.” – replicò confuso.
L’ansia di Jared lo stava contagiando.
“Ok … Arrivi e partenze …”
“Già” – abbozzò stranito.
“Tolgo il disturbo Glam”
“Sono a Rio, Jay” – rivelò, finalmente.
Pochi attimi di vuoto, poi Jared reagì.
“Con Denny …”
“Sì, mi sento responsabile … Lui era turbato e solo.”
“Per colpa di Shan, ovvio.” – bissò asciutto.
“Cosa centra questo Jared?”
“E’ … è la pura verità” – quasi balbettò, rendendosi conto di avere assunto un atteggiamento infantile e sgarbato, non che fosse una novità.
Se ne vergognò.
“Digli … dì a Denny che andrà tutto bene …” – aggiustò il tiro, con rammarico.
“Le premesse sono ottime, ha fiducia nello staff, poi ci sono Tom Tom e Gabriel.”
“Perfetto” – tirò su dal naso.
“Quando rientro, parleremo Jared” – disse fingendo serenità.
“E di cosa?” – la sua voce si ruppe.
“Jared cos’hai? E’ successo qualcosa, accidenti dimmelo!” – il suo impeto, arrivò a Leto come una carezza, come se a Geffen importasse ancora di lui.
“Hanno … hanno detto delle cose … volevano sapere di te e di me … E poi Robert sta arrivando, insieme a Jude …” – ormai stava piangendo, riverso su di un muretto.
“Fammi un favore: vai a casa o se vuoi dimmi dove sei e telefono a Colin, gli chiedo di venirti a prendere Jared, non ho bisogno di stare in pena per te, lo capisci questo? Ho avuto un mezzo infarto a causa di Matt, cazzo!” – ringhiò, pentendosene subito.
“Faccio solo casini …” – singhiozzò.
“Non saresti il mio Jared …”
“Scusami … sono già in macchina, non temere …” – sorrise.
“Fornisci una prova valida” – scherzò – “Accendi lo stereo”
“Ok … fatto …”






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