Capitolo n. 56 - zen
Lo stewart di bordo,
del jet di Meliti, si rivolse a Denny con gentilezza.
“Il decollo è tra
dieci minuti”
“C’è qualche
problema?” – chiese agitato.
“No, assolutamente,
stiamo aspettando una persona.”
Quando lo vide, il
viso del giovane si illuminò, anche di sorpresa.
“Glam …”
“Devo farti un
rimprovero” – disse severo – “Detesto svegliarmi con il mal di testa e da solo”
“Senza nessuno che ti
porti di corsa un cachet?” – Denny rise.
Geffen lo strinse,
guardandolo poi con una strana pacatezza.
Per lui avere preso
quella decisione di seguirlo, era un sollievo.
“Non potevo lasciarti
andare così … anche se in clinica troverai degli amici”
Tomas fece loro
strada.
Era al primo anno
come interno, nel settore fisioterapia; il nuoto, ormai, era solo più un
passatempo, dopo svariate vittorie.
“Come sta Gabriel?”
“Bene Glam, ha un
nuovo incarico in una scuola per bimbi abbandonati: l’ha aperta una fondazione
simile alla tua” – spiegò entusiasta, posando il trolley di Denny nella camera
a lui assegnata.
“Io non lavoro in
questo reparto, ma conosco tutti ed il chirurgo è eccezionale, vedrai i
risultati” – aggiunse con un sorriso, prima di salutarli.
“Mi fa sempre un
certo effetto pensare a loro come figli della stessa madre eppure compagni
nella vita …” – sussurrò Denny, mentre si cambiava.
Doveva sottoporsi
subito ad una serie di esami, prima di cenare.
“Anche a me, però
sono in una sintonia invidiabile” – ribatté assorto l’uomo, pensando a Jared e
Shannon, nonostante tra loro non ci fosse una relazione amorosa.
“E’ ciò che provi,
Glam?”
“Cosa? Invidia? … Può
darsi … Oppure è solo … saudagi” – sorrise triste.
“Andiamocene prima
che se ne accorgano!”
Jude esordì spensierato,
mettendo i bagagli sul taxi, dopo avere aperto la portiera a Robert, che vi entrò
trafelato, esclamando un buffo “Via!” – che non lasciava spazio a dubbi.
La produzione di quel
pilota avrebbe fatto a meno di loro, che si congedarono con un semplice fax e
restituendo l’anticipo ricevuto da Law.
“Magari ci fanno
causa Rob …”
“Forse sarebbe meglio
la producessimo noi questa serie allora” – ed arrise a quella fuga pianificata
tra un croissant, un bacio ed un caffè con panna.
“Non mi dispiace l’idea,
sai?”
Downey lo fissò
amorevole per un lungo istante.
Gli accarezzò gli
zigomi, poi le labbra, con le proprie, ancora profumate di zenzero e
cioccolato.
“Sono felice Jude …”
“Anch’io e non vedo l’ora
di riabbracciare la nostra cucciola”
Si strinsero forte,
mentre la radio dell’auto gracchiava l’evergreen “La vie en rose”
“E’ una nuova
tecnica, riapriremo le ferite, in maniera superficiale, poi le profileremo,
quindi sigilleremo i bordi con un collante sintetico di ultima generazione, che
cicatrizzerà a meraviglia, senza lasciare segni.”
Lo specialista visitò
accuratamente Denny, che provò una lieve euforia nell’immaginarsi il risultato
di quell’operazione.
Glam gli rimase
accanto, accarezzandogli di tanto in tanto i capelli, per rassicurare ogni sua
incertezza e dissipare i timori, che Denny dimostrava anche respirando a
fatica, durante le analisi ed ora su quel lettino.
“Vi auguro buona
cena, per te molto parca, per mr Geffen quello che preferisce” – disse simpatico.
“Ma … ti fermi qui?”
“Ho preso lo
sgabuzzino adiacente la tua lussuosa alcova” – gli bisbigliò allegro, ottenendo
in cambio un sonoro bacio sulla guancia, dopo che Denny si appese al suo collo,
nel tragitto di ritorno.
“Ti voglio bene Glam”
“Lo so … anch’io …
Ehi c’è Gabriel”
L’insegnante aveva
portato libri e riviste: chiacchierarono per una mezz’ora, poi lo congedarono,
all’arrivo dei vassoi.
“Passato di verdure …
e sogliola bollita con carote e limone … che abbondanza”
“Recupererai a Los
Angeles … Oh cosa abbiamo qui? Bistecca e patatine … Un classico!”
“Ti odio” – ringhiò,
poi si sporse per baciarlo a fondo.
“Meno male che mi odi
…” – mormorò Geffen distaccandosi mal volentieri da lui.
Jared interruppe l’intervista
radiofonica a metà.
Gli speaker
risultarono da subito più interessati al suo privato, che al nuovo disco dei
Mars ed al breve tour in programma.
Le domande su Colin
ed i figli lo infastidivano a prescindere, perché mai aveva colto nei suoi
interlocutori un vero interesse, ma unicamente stupida morbosità.
La stessa raggiunse
livelli di guardia, quando l’argomento divenne Geffen.
La turbolenta vita
sentimentale dell’avvocato più noto in città e la sua bollente relazione con il
famosissimo Robert Downey Junior: sottointeso l’avere dimenticato Jared, il che
lo fece sbottare, mandandoli letteralmente a farsi fottere, con i microfoni
aperti.
Denny venne attaccato
ad una flebo.
“Stai tranquillo, ok?”
“Me lo ripeti da
stamattina Glam … Non smettere, ok?” – e sgranando gli occhi, il giovane evitò
di guardare l’infermiera alle prese con l’ago ed il suo avambraccio.
A Geffen venne in
mente che anche Jared reagiva così e quando vide la sua chiamata, ebbe uno
strano sussulto.
“Devo rispondere …
torno tra poco, tu rilassati”
“Sì, pronto …”
“Glam sono io”
“Sì, l’ho visto sul
visore” – sorrise – “Come stai Jared?”
“Insomma, un po’
incazzato”
“Come mai?” – si adombrò,
piazzandosi sul davanzale.
“Una promozione
andata storta”
“Sei vicino all’oceano?
Sento le onde”
“Sì, volevo fare un
salto a Palm Springs, ma poi Kevin mi ha detto che non c’eri …” – disse esitante.
“Vi siete incontrati?”
“Sì nel locale dove
portiamo i bimbi, per il gelato … C’erano anche Lula e Tim, ovviamente e
neppure soldino di cacio sapeva dove sei finito”
“Ho preso il largo
senza avvisare in effetti. Lo avrei fatto domani.” – replicò confuso.
L’ansia di Jared lo
stava contagiando.
“Ok … Arrivi e
partenze …”
“Già” – abbozzò
stranito.
“Tolgo il disturbo
Glam”
“Sono a Rio, Jay” –
rivelò, finalmente.
Pochi attimi di
vuoto, poi Jared reagì.
“Con Denny …”
“Sì, mi sento
responsabile … Lui era turbato e solo.”
“Per colpa di Shan,
ovvio.” – bissò asciutto.
“Cosa centra questo
Jared?”
“E’ … è la pura
verità” – quasi balbettò, rendendosi conto di avere assunto un atteggiamento
infantile e sgarbato, non che fosse una novità.
Se ne vergognò.
“Digli … dì a Denny
che andrà tutto bene …” – aggiustò il tiro, con rammarico.
“Le premesse sono
ottime, ha fiducia nello staff, poi ci sono Tom Tom e Gabriel.”
“Perfetto” – tirò su
dal naso.
“Quando rientro,
parleremo Jared” – disse fingendo serenità.
“E di cosa?” – la sua
voce si ruppe.
“Jared cos’hai? E’
successo qualcosa, accidenti dimmelo!” – il suo impeto, arrivò a Leto come una
carezza, come se a Geffen importasse ancora di lui.
“Hanno … hanno detto
delle cose … volevano sapere di te e di me … E poi Robert sta arrivando,
insieme a Jude …” – ormai stava piangendo, riverso su di un muretto.
“Fammi un favore: vai
a casa o se vuoi dimmi dove sei e telefono a Colin, gli chiedo di venirti a
prendere Jared, non ho bisogno di stare in pena per te, lo capisci questo? Ho
avuto un mezzo infarto a causa di Matt, cazzo!” – ringhiò, pentendosene subito.
“Faccio solo casini …”
– singhiozzò.
“Non saresti il mio
Jared …”
“Scusami … sono già
in macchina, non temere …” – sorrise.
“Fornisci una prova
valida” – scherzò – “Accendi lo stereo”
“Ok … fatto …”
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