Capitolo n. 50 - zen
Jared mise a nanna
Florelay, dandole l’ennesima carezza sopra al nasino, in quel gesto amorevole,
così noto a Colin, che li stava ammirando.
“Tesoro …”
“Cole”
Gli volò tra le
braccia, stringendolo forte a sé, con una sottile angoscia, che Farrell avvertì
subito.
“Jay, che succede …?
Non mi aspettavi?”
Leto lo fissò, senza
distaccarsi da lui.
“Sì, ho letto il tuo
messaggio … ero teso, non so cosa mi stia succedendo da un po’ … Ho pensato …”
– scivolò via lento – “… di tutto … un mare di stronzate, sai?” – e si asciugò
una lacrima, dandogli le spalle.
Colin lo avvolse,
baciandogli il collo, i capelli, la nuca, profondamente.
Il suo calore era
così piacevole, sapeva di buono.
“Nemmeno per scherzo
… è assurdo Jared …” – disse piano, immaginando i suoi sospetti.
“La gelosia mi divora
… Siamo vulnerabili, tu, io … Robert”
“Non per questo
dovevo finirci a letto: so consolare un amico, senza che” – si interruppe,
mordendosi la lingua.
Era in parte
lusingato, ma anche ferito, senza possibilità di guarigione, nel ricordare i
propri trascorsi ed i pari errori di Jared, con Glam e non solo.
Inspirò, poi lo voltò
a sé, baciandolo senza rimandare oltre.
“E’ con te che io
voglio fare l’amore, Jared Joseph Leto” – affermò deciso, ma in una pacatezza,
che celò un § Accidenti! § intrappolato nel suo ultimo pensiero, prima di
precipitare tra le lenzuola con lui, che non voleva di meglio.
“Come sta Spencer?”
Geffen glielo chiese
fintamente distratto, vedendo Rossi armeggiare con il cellulare.
“Quasi guarito” –
sorrise, aggiustandosi sul sedile del jet di Meliti, diretto verso San Diego.
“E’ da tanto che
lavorate insieme?”
“Diversi anni … Ero
già in pensione, volevo scrivere libri, ma non ho resistito alla tentazione di
dare la caccia ai serial killer … Poi non avendo una vera famiglia”
“Ne è valsa la pena,
Dave?” – chiese diretto, ma gentile.
“No. Anche se avere
nella mia vita Spencer e Derek, ha un certo senso, un buon motivo per andare
avanti, sentendo il loro attaccamento, la stima, l’affetto” – spiegò con
serenità.
“Sembri innamorato di
… loro” – Geffen sorrise.
“Di Spencer più che
altro … Non so, mai avuto esperienze simili, però con lui è accaduto qualcosa
di … di unico, ecco” – arrossì.
“Spiegati meglio, se
vuoi, ovvio”
“C’è ben poco da
raccontare, lui era in bilico, era in crisi, con Morgan, avevano una paura
smodata di sbagliare, di compromettere la carriera, probabilmente … Nessuno con
cui parlare, poi Spencer ha deciso di rivolgersi a me e così si è creata una
sintonia, una simbiosi … Forse esagero, nel concreto un bacio, se vogliamo
parlare di approcci … Capii che la via giusta, per lui, era ed è Derek: i fatti
mi hanno dato ragione.”
“Ragione e … solitudine,
temo … So cosa vuole dire, sai?” – e fissò il vuoto, oltre il finestrino.
“A volte, Glam, io mi
chiedo se ho protetto me stesso o Spencer … Dall’errore di mettersi con un uomo
così maturo …”
“Non sarebbe stato un
errore” – puntualizzò risoluto.
“Sì, lo avrei reso
felice, a modo mio, per un tempo così breve, però”
“Di qualità,
comunque, non sottovalutarti”
“Io non sono … Glam
Geffen” – rise complice.
“I giochi
pirotecnici, le fughe romantiche, non incantano più nessuno … Avere la
possibilità di volare da un oceano all’altro, visitare luoghi da sogno, essere
ricoperti di attenzioni e regali, quando invece basta un semplice abbraccio e
la presenza negli istanti fondamentali … Certo, la coreografia ha il suo effetto
… gradevole”
“E tu credo ne sia un
maestro”
“Forse … Ho provato a
renderli felici … Kevin,
Jared, Robert … Ho tentato”
“Loro ti adorano, non
puoi negarlo”
“Ma non mi hanno
scelto”
“Oppure sei stato tu
a non farti scegliere e li hai spinti nelle braccia di un amore vecchio oppure
nuovo …”
“Questa è la cagione,
David” – rise amaro, scrollando la testa.
Geffen prese un lungo
respiro.
“Per ciò che Lula ha
sofferto … Avrei potuto macchiarmi di barbarie assai peggiori, di quelle
ascoltate nei telegiornali, su Mendoza. Sapevo dove trovarlo, ma quando giunsi
nel suo quartiere generale, lo trovai deserto e … trovai anche lui, in una
pozza scura e maleodorante, riverso sul costoso tappeto persiano, le budella
sparse ovunque, così il suo … cuore … Me ne resi conto, girandolo, per
controllare se fosse ancora vivo, sembrava respirare, ma era un riflesso
condizionato o chissà cosa … il demonio, che volava via da lui … Verso di me” –
fissò Rossi, attento a quelle rivelazioni.
“Le mie mani erano
sporche del suo sangue, intorno un ordine strano … la sensazione che qualcuno
mi stesse spiando … Scappai, pulendomi in uno straccio, che Matt ha recuperato
in un cassonetto … Non ragionavo, un errore grossolano. Mi recai in spiaggia,
per lavarmi, era notte fonda, ma soprattutto per bruciare i vestiti, un falò
non l’avrebbe notato nessuno, ce ne sono ovunque ad Haiti, per vari motivi …
Lui ha ripreso ogni dettaglio, ha persino recuperato un brandello della mia
camicia, l’ennesima prova, con cui mi sta ricattando da giorni … un incubo, dal
quale non posso uscire, senza che le persone a me care corrano il rischio di essere
messe in pericolo da Matt.”
“Messe in pericolo?”
“Sì, le sue minacce
sono state … esaustive, come la sua richiesta di convivenza e di avere una
relazione stabile con il sottoscritto.”
“Il prezzo fissato è
stato questo, dunque?”
“Mi ama di un
sentimento malato ed odioso”
David si grattò il
mento, lisciandosi il pizzetto.
“Forse c’è di più
Glam. Hai notato dei radicali mutamenti in lui?”
Geffen strizzò le
palpebre – “Prima era … diverso, come se avesse cambiato strategia con me: l’ho
sempre demotivato … anche offeso, lo ammetto, dopo l’incidente sulla scogliera,
sia di che parlo?”
“No”
“Jude, il marito di
Robert, ci ha speronato con un hummer, rischiando di morire a sua volta … E’ un
miracolo, se siamo ancora vivi. In ospedale Lula permise unicamente a Matt di
starmi vicino, ma io non apprezzai la sua disponibilità.”
“Quindi ha covato del
rancore ed ha agito in maniera tanto azzardata?”
“Probabile, però c’è
un fatto … Soffre di emicranie, questo è un ulteriore dettaglio, cosa di cui
prima non si era mai lamentato. Potrebbe centrare con il suo agire
sconsiderato?
”Probabile … Ho una
mia teoria, ma dobbiamo parlare con Miller, per avere delle conferme.”
Jared sembrava non
volerlo più liberare dalla morsa delle proprie gambe, intorno ai suoi fianchi
poderosi ed instancabili: Colin gli stava facendo l’amore così intensamente da
bruciargli l’ossigeno intorno alla bocca, sigillata al collo dell’irlandese,
umida e bollente.
Il cantante dei Mars
gemeva ad ogni affondo, rivivendo flash del passato prossimo e remoto.
Colin era suo.
Farrell lo percepiva,
nitidamente ed anche nella sua mente si affacciavano delle immagini del suo
eterno amore, amico, amante di Bossier City, in giornate di pioggia e di sole.
Le furiose litigate,
finite sempre con il divorarsi l’un l’altro, il terrore di amarlo, la sfida di
osare, ciò che nessuno si era ancora permesso di vivere, con Jared Leto: un
ragazzo particolare, delicato e resistente, ostinato e libero, generoso ed
instabile, in un mix di fascino, ma anche di terribile fragilità.
Colin lo aveva
adorato in tutti i modi, in tutti i colori del mondo, ritrovandolo spesso
vittima di scelte avventate, ma sincere.
Quando lo tradiva,
probabilmente era per metterlo alla prova o dargli una ragione per andarsene,
per rifiutarlo, per non costringere Colin a scegliere per entrambi, perché lui
era un’ossessione e privarsene un autentico delitto.
Si fissarono, venendo
insieme.
Accadeva sempre, come
a confermarsi, a ripromettersi, a fondersi, negli sguardi e nel cuore: “Cole …
ti amo …” – balbettò, in lacrime.
Farrell lo riprese
sul petto, cingendolo e sollevando il suo corpo esile, come se potessero
spiccare il volo, quando, invece, erano già alti nel cielo, dove baciarsi
restava la cosa più bella da fare, per entrambi.
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