Capitolo n. 58 - zen
Jared lo accolse con
un sorriso, tenendo in braccio Florelay: la bimba si sporse subito verso Colin,
in un gesto di attaccamento totale a lui, che aveva scelto con un unico
sguardo.
“Ciao tesoro, c’è una novità” – esordì il cantante,
indicando il monitor del proprio notebook.
Farrell diede un
bacio alla testolina della piccola, scrutando un’immagine sul desk top, aperta
da Jared, che spiegò immediato di chi si trattasse.
“Si chiamano Cory e
Mony, le ha adottate Denny, in Brasile, pensa”
“Denny?!” – sbottò incredulo
l’attore.
“Sì, è pazzesco, però
è successo … Glam lo sta aiutando con le pratiche, sai lui è single” – aggiunse
poco convinto.
Colin lo fissò – “Sinceramente
non me lo sarei mai aspettato da Denny, non senza un marito accanto … Poi non
so, forse sto dicendo una marea di sciocchezze, in fondo lo conosco poco … E’
di sicuro una brava persona” – sottolineò, per poi sistemare Flo nel
passeggino.
“Usciamo a fare due
passi Jay? – chiese assorto.
“Ok … Cole sei andato
da Robert e Jude? Come li hai trovati?”
“C’era solo Rob, Jude
era in sala doppiaggio, un vecchio impegno non più rimandabile … Camy è un
amore” – disse sempre di schiena, litigando con le cinture di sicurezza.
“Lascia faccio io
tesoro … Stai bene? Mi sembri preoccupato … triste a dire il vero”
“No … No, Jay, solo
un mal di testa” – abbozzò un sorriso, dandogli poi un bacio nel collo,
intossicandosi del suo profumo, per cancellare il sentore di quello di Robert,
della sua bocca morbida ed attraente.
Ciò che più
spaventava Farrell era l’assenza di sensi di colpa: come se quel gesto fosse
stato naturale, tra due sopravvissuti a troppe battaglie del cuore, ad un’infinità
di umiliazioni.
Era affezionato a
Robert e, semmai, era verso l’amico a provare imbarazzo, perché lo aveva offeso
e doveva farsi perdonare.
Senza saperlo, anche
Colin stava tracciando un cammino lastricato verso un nuovo inferno, fatto di
compensazioni come i baci dati a Robert, per lui ed a Geffen, da parte di
Jared, ormai pronto ad uscire ed apparentemente sereno.
“Ah dimenticavo …
Domani saranno a Palm Springs: Denny e le gemelle resteranno lì per qualche
giorno, mentre un’impresa attrezzerà il suo loft per accoglierle. L’assistente
sociale ha già fissato una visita tra una settimana”
“Ti ha aggiornato
Glam?”
“Sì, con l’e-mail che
ti ho mostrato Colin …” – ribatté timido.
“Ok, andremo a dare
loro il benvenuto, se ci tieni: a me sembra tutto un po’ strano”
“A cosa pensi,
veramente?” – domandò serio.
Farrell inarcò un
sopracciglio.
“Forse … forse stanno
insieme … La consueta reazione di Glam, avventata e senza valutare le
conseguenze di scelte come questa adozione a sorpresa” – analizzò con
altrettanta incertezza.
Jared scosse la
testa.
“Il gesto di Denny è
stato bellissimo. Se Glam gli è vicino, non potrà che andare bene questa …
questa cosa, ecco.” – e si sforzò di sorridere.
“Non c’è dubbio. Glam
è rassicurante, presente quando serve e con i mezzi necessari a risolvere tutti
i problemi pratici. L’amore, però, è un’altra faccenda.” – bissò diretto.
“Quale amore?”
“Quello che lui
vorrebbe farci credere avere cancellato per Robert, se mai la mia ipotesi fosse
corretta su Glam e Denny”
“Esiste la rassegnazione
Colin … L’accettazione della realtà e questa ci dice che Robert vuole stare con
Jude, punto.”
“Geffen non si
arrende mai, finché ha anche solo un dito di carburante nel serbatoio, il suo
avanzare è spietato, inesorabile. Chi meglio di me può saperlo?” – e rise
mesto, avviandosi verso il corridoio, spingendo Flo, ormai assopitasi.
“Cole stiamo … stiamo
litigando, forse? Perché non capisco dove tu voglia andare a parate con queste frasi”
“Non abbiamo nulla su
cui litigare, Jay. Nulla.” – e si allontanò, soffocato da un nodo alla gola,
che lo tormentava dal suo rientro alla End House.
Geffen alzò gli occhi
alla cupola in vetro, che spesso guardava insieme a Robert, abbracciato a lui,
in quel letto dove avevano fatto l’amore: non abbastanza.
Sfiorò il bordo del
cassettone, ripercorrendo a palpebre chiuse quelle sensazioni di possesso, di
cui si nutrì, facendolo suo anche in quel contesto, in maniera alquanto
scabrosa.
Quando schiuse il
sipario sui propri turchesi, incontrò quelli di Law, riflessi nella specchiera
sopra quel mobile antico.
“Ciao Glam”
“Jude …?” – si voltò
interdetto – “Cosa ci fai tu qui?”
“La notizia si è
sparsa in fretta e Camilla voleva esserci per incontrare le figlie di Denny:
eravamo da Antonio, quando Pamela ci ha mostrato il vostro messaggio, con le
foto … Non potevamo dirle di no.”
“Ah, capisco … La
famiglia ha reagito bene”
“Sì, sono adorabili e
comunque … Io volevo parlarti.”
“E di cosa? Di chi?” –
replicò con durezza.
Jude sembrò
analizzarlo, in quell’atteggiamento non ostile, bensì arido.
“Volevo chiarire,
definitivamente, che dovrai lasciarci in pace, risparmiando i tuoi giochetti da
grandeur e seduttore al mio Robert”
“Il tuo Robert?”
“Lui è tornato da me
e”
“Non intendevo
mettere in dubbio questa verità, Jude” – lo interruppe asciutto – “So che è
tuo: tienilo pure, a me non serve più, credo sia altrettanto evidente.”
Downey li stava
cercando ed avvertire le loro voci dalla mansarda lo fece trasalire.
Divorò quegli
scalini, fermandosi oltre la soglia, nell’udire quella conversazione, all’apparenza
pacata, quanto sarcastica nell’ultima affermazione di Glam, che ridiede le
spalle a Jude, andando alla finestra.
“Tu mi credi uno
stupido, eh Glam?!”
Geffen rise, con la
morte nel cuore.
“Sì, almeno quanto il
sottoscritto, Jude. Solo che a te è andata meglio, presumo per un unico
dettaglio: Robert è stato sincero, ha giocato pulito, anche quando lo
sotterravi sotto una montagna di menzogne e lo tradivi. Esistono persone, vedi,
che si legano solo a chi li offende e li condanna ad un’esistenza fatta di
insicurezze, frantumando la loro dignità. Più li pieghi e più ti saranno
devoti. Forse non è neppure una debolezza … E’ ciò che sono, tutto qui.” – e,
riguadagnando la vista di Law, mantenne una posizione granitica, anche nella
voce.
“Robert ed io ci
amiamo, in un modo che tu non conoscerai mai” – si difese, smarrito.
“Sbagli. Oppure non
mi hai ascoltato? Conosco nitidamente il vostro modo di amarvi, ma mi auguro tu
riesca a cambiare, se non altro per un minimo di schifosa gratitudine a chi si
è sacrificato a te, da quando state insieme.”
Jude si appoggiò allo
stipite, cercando di controbattere, ma Geffen non glielo permise.
“Ad essere onesti, vi
meritate a vicenda. Sai, vorrei che Syria fosse viva, l’avrei portata qui,
sposata, onorata come mai è accaduto con nessuno, se non con Lula” – in questo
e solo in questo fu sincero – “Invece mi sono ridotto a fare la marionetta, tra
le dita capricciose di meravigliosi amanti, cercando di salvarli dalle grinfie
di compagni mediocri, violenti, ipocriti!” – ruggì.
A quel punto Robert
si fece avanti e fu come se in quella stanza entrasse un raggio di luce.
Si avvicinò a Glam,
ormai incapace di trattenere le lacrime più amare della sua esistenza, che gli
stavano rigando gli zigomi, scendendo lente verso il suo collo, dove le vene
sembravano esplodere da un istante all’altro, come aveva fatto la sua rabbia
dolorosa.
L’americano gli
accarezzò la guancia destra, a mano aperta, vedendo tremare le iridi di Geffen,
per un frammento di tempo, che non poteva mentire ad entrambi.
Fu solo un attimo.
Glam gli afferrò il
polso, fissandolo iroso: “Tu sei il peggiore di tutti” – sibilò, liberandolo
poi da quella morsa, per lasciare Robert e Jude soli, al loro destino, di cui
non voleva più sapere niente.
“E’ un uomo ferito …”
Law lo disse piano,
intrecciando le sue dita a quelle di Robert, dopo che in auto si erano fermati
in una piazzola sulla scogliera.
“Jude ascolta …”
“Lui ti ha amato come
nessuno, Rob, oggi lo ha dimostrato per l’ennesima occasione” – disse quasi
compassionevole, dopo avere visto una sofferenza inaudita in quel sembiante
così fiero, anche dei propri sbagli.
“Non permetterò che
ci divida ancora, sappilo.” – affermò, guardandolo.
“Ne sono certo, Rob,
però voglio anche tu sappia che mi impegnerò a non deluderti, affinché tu sia
orgoglioso di noi, come mai prima d’ora: ho date per scontate talmente tante
cose, nel nostro legame, che alla fine ho rischiato di perderti senza più
appelli. Il tuo amore ci ha salvati ed ora io sto arrancando, ma saprò
recuperare, soprattutto la tua stima.”
Scambiarono un bacio
profondo, consapevoli che nessuna felicità era priva di vittime, anche
innocenti.
L’avvocato, per
molti, non sarebbe rientrato in questi ultimi, però, nell’animo di Robert, sarebbe
rimasto come il sentimento più lacerante e puro, donatogli senza secondi fini o
compromessi, da parte unicamente di Glam, sino a quel momento almeno.
Jared lo vide
impasticcarsi, trangugiando un paio di sorsi di brandy.
“Glam cosa stai
facendo?” – domandò allarmato.
“Lasciami in pace!” –
ringhiò, spostandosi dal living alla veranda.
“Ehi cosa ti prende,
accidenti!” – inveii, placcandolo quasi, per poi finire strattonato malamente
da Geffen.
“Non toccarmi!! La
festa è sulla spiaggia, vacci anche tu, voglio rimanere da solo, hai capito
Jared!? DA SOLO!!”
Leto indietreggiò,
sconvolto.
“Hai … hai parlato
con Robert …?” – chiese flebile.
Glam non disse nulla,
crollando su di un divanetto, il viso stravolto dal pianto e dal livore, verso sé
stesso e la propria caparbietà inconcludente.
Jared si inginocchiò,
abbracciandolo con cautela, ma senza esitare – “Dovrai farmi a pezzi, per
impedirmi di aiutarti Glam …”
“Perfetto … si
mescoleranno ai miei …” – mormorò costernato, senza reagire.
“Non permettergli di
farti questo …”
Geffen appoggiò debolmente
la fronte sulla spalla di Jared, che ormai lo stava cullando lieve.
“Troppo tardi … Vi
siete presi tutto di me ed io sono così stanco … così stanco Jared …”
I sedativi stavano
facendo effetto.
Colin sopraggiunse provvidenziale,
per aiutare Jared a sostenere il peso di Glam, prima che si accasciasse,
precipitando in un sonno alterato e denso di incubi.
Era l’oblio, in cui
cercare una salvezza effimera e breve, come i suoi rapporti, senza avvenire, puntualmente
falliti.
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