lunedì 25 febbraio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 58



Capitolo n. 58  -  zen


Jared lo accolse con un sorriso, tenendo in braccio Florelay: la bimba si sporse subito verso Colin, in un gesto di attaccamento totale a lui, che aveva scelto con un unico sguardo.
“Ciao tesoro,  c’è una novità” – esordì il cantante, indicando il monitor del proprio notebook.
Farrell diede un bacio alla testolina della piccola, scrutando un’immagine sul desk top, aperta da Jared, che spiegò immediato di chi si trattasse.
“Si chiamano Cory e Mony, le ha adottate Denny, in Brasile, pensa”
“Denny?!” – sbottò incredulo l’attore.
“Sì, è pazzesco, però è successo … Glam lo sta aiutando con le pratiche, sai lui è single” – aggiunse poco convinto.
Colin lo fissò – “Sinceramente non me lo sarei mai aspettato da Denny, non senza un marito accanto … Poi non so, forse sto dicendo una marea di sciocchezze, in fondo lo conosco poco … E’ di sicuro una brava persona” – sottolineò, per poi sistemare Flo nel passeggino.
“Usciamo a fare due passi Jay? – chiese assorto.
“Ok … Cole sei andato da Robert e Jude? Come li hai trovati?”
“C’era solo Rob, Jude era in sala doppiaggio, un vecchio impegno non più rimandabile … Camy è un amore” – disse sempre di schiena, litigando con le cinture di sicurezza.
“Lascia faccio io tesoro … Stai bene? Mi sembri preoccupato … triste a dire il vero”
“No … No, Jay, solo un mal di testa” – abbozzò un sorriso, dandogli poi un bacio nel collo, intossicandosi del suo profumo, per cancellare il sentore di quello di Robert, della sua bocca morbida ed attraente.
Ciò che più spaventava Farrell era l’assenza di sensi di colpa: come se quel gesto fosse stato naturale, tra due sopravvissuti a troppe battaglie del cuore, ad un’infinità di umiliazioni.
Era affezionato a Robert e, semmai, era verso l’amico a provare imbarazzo, perché lo aveva offeso e doveva farsi perdonare.
Senza saperlo, anche Colin stava tracciando un cammino lastricato verso un nuovo inferno, fatto di compensazioni come i baci dati a Robert, per lui ed a Geffen, da parte di Jared, ormai pronto ad uscire ed apparentemente sereno.
“Ah dimenticavo … Domani saranno a Palm Springs: Denny e le gemelle resteranno lì per qualche giorno, mentre un’impresa attrezzerà il suo loft per accoglierle. L’assistente sociale ha già fissato una visita tra una settimana”
“Ti ha aggiornato Glam?”
“Sì, con l’e-mail che ti ho mostrato Colin …” – ribatté timido.
“Ok, andremo a dare loro il benvenuto, se ci tieni: a me sembra tutto un po’ strano”
“A cosa pensi, veramente?” – domandò serio.
Farrell inarcò un sopracciglio.
“Forse … forse stanno insieme … La consueta reazione di Glam, avventata e senza valutare le conseguenze di scelte come questa adozione a sorpresa” – analizzò con altrettanta incertezza.
Jared scosse la testa.
“Il gesto di Denny è stato bellissimo. Se Glam gli è vicino, non potrà che andare bene questa … questa cosa, ecco.” – e si sforzò di sorridere.
“Non c’è dubbio. Glam è rassicurante, presente quando serve e con i mezzi necessari a risolvere tutti i problemi pratici. L’amore, però, è un’altra faccenda.” – bissò diretto.
“Quale amore?”
“Quello che lui vorrebbe farci credere avere cancellato per Robert, se mai la mia ipotesi fosse corretta su Glam e Denny”
“Esiste la rassegnazione Colin … L’accettazione della realtà e questa ci dice che Robert vuole stare con Jude, punto.”
“Geffen non si arrende mai, finché ha anche solo un dito di carburante nel serbatoio, il suo avanzare è spietato, inesorabile. Chi meglio di me può saperlo?” – e rise mesto, avviandosi verso il corridoio, spingendo Flo, ormai assopitasi.
“Cole stiamo … stiamo litigando, forse? Perché non capisco dove tu voglia andare  a parate con queste frasi”
“Non abbiamo nulla su cui litigare, Jay. Nulla.” – e si allontanò, soffocato da un nodo alla gola, che lo tormentava dal suo rientro alla End House.


Geffen alzò gli occhi alla cupola in vetro, che spesso guardava insieme a Robert, abbracciato a lui, in quel letto dove avevano fatto l’amore: non abbastanza.
Sfiorò il bordo del cassettone, ripercorrendo a palpebre chiuse quelle sensazioni di possesso, di cui si nutrì, facendolo suo anche in quel contesto, in maniera alquanto scabrosa.
Quando schiuse il sipario sui propri turchesi, incontrò quelli di Law, riflessi nella specchiera sopra quel mobile antico.

“Ciao Glam”
“Jude …?” – si voltò interdetto – “Cosa ci fai tu qui?”
“La notizia si è sparsa in fretta e Camilla voleva esserci per incontrare le figlie di Denny: eravamo da Antonio, quando Pamela ci ha mostrato il vostro messaggio, con le foto … Non potevamo dirle di no.”
“Ah, capisco … La famiglia ha reagito bene”
“Sì, sono adorabili e comunque … Io volevo parlarti.”
“E di cosa? Di chi?” – replicò con durezza.
Jude sembrò analizzarlo, in quell’atteggiamento non ostile, bensì arido.
“Volevo chiarire, definitivamente, che dovrai lasciarci in pace, risparmiando i tuoi giochetti da grandeur e seduttore al mio Robert”
“Il tuo Robert?”
“Lui è tornato da me e”
“Non intendevo mettere in dubbio questa verità, Jude” – lo interruppe asciutto – “So che è tuo: tienilo pure, a me non serve più, credo sia altrettanto evidente.”

Downey li stava cercando ed avvertire le loro voci dalla mansarda lo fece trasalire.
Divorò quegli scalini, fermandosi oltre la soglia, nell’udire quella conversazione, all’apparenza pacata, quanto sarcastica nell’ultima affermazione di Glam, che ridiede le spalle a Jude, andando alla finestra.

“Tu mi credi uno stupido, eh Glam?!”
Geffen rise, con la morte nel cuore.
“Sì, almeno quanto il sottoscritto, Jude. Solo che a te è andata meglio, presumo per un unico dettaglio: Robert è stato sincero, ha giocato pulito, anche quando lo sotterravi sotto una montagna di menzogne e lo tradivi. Esistono persone, vedi, che si legano solo a chi li offende e li condanna ad un’esistenza fatta di insicurezze, frantumando la loro dignità. Più li pieghi e più ti saranno devoti. Forse non è neppure una debolezza … E’ ciò che sono, tutto qui.” – e, riguadagnando la vista di Law, mantenne una posizione granitica, anche nella voce.
“Robert ed io ci amiamo, in un modo che tu non conoscerai mai” – si difese, smarrito.
“Sbagli. Oppure non mi hai ascoltato? Conosco nitidamente il vostro modo di amarvi, ma mi auguro tu riesca a cambiare, se non altro per un minimo di schifosa gratitudine a chi si è sacrificato a te, da quando state insieme.”
Jude si appoggiò allo stipite, cercando di controbattere, ma Geffen non glielo permise.
“Ad essere onesti, vi meritate a vicenda. Sai, vorrei che Syria fosse viva, l’avrei portata qui, sposata, onorata come mai è accaduto con nessuno, se non con Lula” – in questo e solo in questo fu sincero – “Invece mi sono ridotto a fare la marionetta, tra le dita capricciose di meravigliosi amanti, cercando di salvarli dalle grinfie di compagni mediocri, violenti, ipocriti!” – ruggì.
A quel punto Robert si fece avanti e fu come se in quella stanza entrasse un raggio di luce.
Si avvicinò a Glam, ormai incapace di trattenere le lacrime più amare della sua esistenza, che gli stavano rigando gli zigomi, scendendo lente verso il suo collo, dove le vene sembravano esplodere da un istante all’altro, come aveva fatto la sua rabbia dolorosa.
L’americano gli accarezzò la guancia destra, a mano aperta, vedendo tremare le iridi di Geffen, per un frammento di tempo, che non poteva mentire ad entrambi.
Fu solo un attimo.
Glam gli afferrò il polso, fissandolo iroso: “Tu sei il peggiore di tutti” – sibilò, liberandolo poi da quella morsa, per lasciare Robert e Jude soli, al loro destino, di cui non voleva più sapere niente.


“E’ un uomo ferito …”
Law lo disse piano, intrecciando le sue dita a quelle di Robert, dopo che in auto si erano fermati in una piazzola sulla scogliera.
“Jude ascolta …”
“Lui ti ha amato come nessuno, Rob, oggi lo ha dimostrato per l’ennesima occasione” – disse quasi compassionevole, dopo avere visto una sofferenza inaudita in quel sembiante così fiero, anche dei propri sbagli.
“Non permetterò che ci divida ancora, sappilo.” – affermò, guardandolo.
“Ne sono certo, Rob, però voglio anche tu sappia che mi impegnerò a non deluderti, affinché tu sia orgoglioso di noi, come mai prima d’ora: ho date per scontate talmente tante cose, nel nostro legame, che alla fine ho rischiato di perderti senza più appelli. Il tuo amore ci ha salvati ed ora io sto arrancando, ma saprò recuperare, soprattutto la tua stima.”
Scambiarono un bacio profondo, consapevoli che nessuna felicità era priva di vittime, anche innocenti.
L’avvocato, per molti, non sarebbe rientrato in questi ultimi, però, nell’animo di Robert, sarebbe rimasto come il sentimento più lacerante e puro, donatogli senza secondi fini o compromessi, da parte unicamente di Glam, sino a quel momento almeno.


Jared lo vide impasticcarsi, trangugiando un paio di sorsi di brandy.
“Glam cosa stai facendo?” – domandò allarmato.
“Lasciami in pace!” – ringhiò, spostandosi dal living alla veranda.
“Ehi cosa ti prende, accidenti!” – inveii, placcandolo quasi, per poi finire strattonato malamente da Geffen.
“Non toccarmi!! La festa è sulla spiaggia, vacci anche tu, voglio rimanere da solo, hai capito Jared!? DA SOLO!!”
Leto indietreggiò, sconvolto.
“Hai … hai parlato con Robert …?” – chiese flebile.
Glam non disse nulla, crollando su di un divanetto, il viso stravolto dal pianto e dal livore, verso sé stesso e la propria caparbietà inconcludente.
Jared si inginocchiò, abbracciandolo con cautela, ma senza esitare – “Dovrai farmi a pezzi, per impedirmi di aiutarti Glam …”
“Perfetto … si mescoleranno ai miei …” – mormorò costernato, senza reagire.
“Non permettergli di farti questo …”
Geffen appoggiò debolmente la fronte sulla spalla di Jared, che ormai lo stava cullando lieve.
“Troppo tardi … Vi siete presi tutto di me ed io sono così stanco … così stanco Jared …”
I sedativi stavano facendo effetto.
Colin sopraggiunse provvidenziale, per aiutare Jared a sostenere il peso di Glam, prima che si accasciasse, precipitando in un sonno alterato e denso di incubi.
Era l’oblio, in cui cercare una salvezza effimera e breve, come i suoi rapporti, senza avvenire, puntualmente falliti.









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