Capitolo n. 52 - zen
Robert si passò il
telo dietro al collo, poi sul busto, imperlato di goccioline luminescenti, nel
riverbero proveniente dal caminetto.
Scrutò Christopher,
imbacuccato con un suo vecchio pigiama, dono di Jude ed attorcigliato a due
cuscini, cercati in assenza di Downey, alzatosi per farsi una doccia.
Si era destato di
soprassalto, in un bagno di sudore, ancora vestito come quando si era allungato
accanto al giovane, dopo che questi gli aveva chiesto di fermarsi lì quella
notte.
Steven era a Boston
per un convegno e Clarissa con i genitori di lui, per il week end.
Compose il numero di
Law, nervosamente, dopo avere chiuso la porta della stanza degli ospiti.
Era libero, ma lui
non rispose.
Quando il cellulare
vibrò, Robert sorrise, ma sullo schermo apparve il nome di Geffen.
Il cuore gli saltò
dritto nel cervello.
“Sì, pronto …”
“Tesoro, ciao,
perdonami per l’orario, ma devo dirti una cosa urgente”
“Glam che succede?”
“Sto rientrando da
San Diego, con Rossi, dell’FBI, ricordi?”
“Sì … Sì, certo”
“Andremo alla Star
House, per vedere Matt, però se lui dovesse farsi vivo, non aprirgli, tienilo a
distanza, non permettergli di avvicinarti, ok?”
“Glam io … spiegami,
ti prego!” – domandò con apprensione.
“Vassily sta venendo
da te e Camilla, non preoccuparti, se ci saranno novità ti avviserò, ma adesso
perdonami, devo avvisare anche Jared” – disse trafelato.
“E Kevin?”
“Lui è andato con Tim
a New York, non corre pericoli. Ciao piccolo …”
Ryan e Thomas
spargevano talco e pannolini in giro per la nursery, ridendo e scappando dal
placcaggio di Colin, che tentava di difendere Jared dall’assalto dei gemelli,
durante il cambio di Florelay.
Isotta ed Amèlie non
aiutavano, saltellando su di un tappeto musicale, dove l’ultima arrivata stava
giocando insieme a loro, prima dell’arrivo dei genitori.
L’atmosfera gioiosa
fu interrotta dalla chiamata di Geffen.
Jared non capì cosa
stesse accadendo realmente, ma quando comunicò a Glam che Lula era da Meliti, l’uomo
sembrò allarmarsi.
“Peter doveva
portarlo da voi … io credevo che”
“No Glam, ha cambiato
programma, perché Lula voleva stare con Violet dal nonno, domani c’è la festa
per Carmela, è il suo compleanno, ricordi?”
“Sinceramente no …” –
ribatté sconfortato, mentre Rossi lo osservava.
“In ogni caso è al
sicuro … Ma spiegami di Matt, per favore …”
“Non adesso Jay, ti
chiedo di avere pazienza … salutami Colin, a presto.”
“Problemi, Glam?”
“Sì David … No, cioè …
Ho una brutta sensazione.”
Il suo istinto gli
piombò addosso quando vide Lula, seduto sopra al tappeto, nel centro del salone
della loro nuova residenza in Los Angeles, in compagnia di Matt.
“Tesoro, sei tornato,
finalmente!”
Il giovane,
raggiante, si sollevò con un guizzo, per andargli incontro ed appendersi al suo
collo.
Il bimbo guardò
Geffen, con un’aria strana.
“Ciao … Ehi soldino,
tutto a posto?” – chiese deglutendo a vuoto, mentre Matt lo prendeva per mano,
spingendolo quasi verso Lula, ancora in silenzio.
Si limitò infatti ad
annuire, spostando i pezzi del puzzle, verso i bordi di un’immagine
parzialmente ricostruita.
“Sono andato da
Antonio a prenderlo, volevo stare con lui … e con entrambi ovvio, anche se non
sapevo dove fossi finito …”
Senza saperlo, Matt
era ascoltato da Rossi, attraverso un microfono sistemato su Glam.
L’agente, assistito
da Derek e Spencer, stazionava sull’hummer nel parco, mentre Chris era entrato
dal retro, con due agenti della speciale, armati con fucili e bombe
lacrimogene, in tenuta da assalto.
“Ho avuto degli
impegni di lavoro Matt … Volevo rimanere da solo con te, quindi se non ti
dispiace mandiamo a dormire Lula, ok?”
“No papi, io devo
restare qui”
Geffen sorrise tirato
– “Non disubbidire cucciolo, sai che”
“No Glam, Lula ha
ragione. E’ nostro figlio, dobbiamo prendercene cura”
Il suo tono mutò, da
sereno ad alienato.
“Matt io …” – gli diede
una carezza sullo zigomo sinistro, ma le sue dita erano gelide.
“E’ una proposta
indecente?” – Matt rise scomposto, andando a sedersi alle spalle di Lula,
cingendogli il busto esile.
Geffen chiuse le
palpebre.
“Matt ho davvero …” –
lo fissò – “Ho davvero bisogno di rimanere un po’ da solo insieme a te.”
Rossi sbuffò.
“Io vado.”
“Aspetta Dave, come
ci muoviamo noi?” – domandò febbrile Morgan.
“Coprite le possibili
vie di fuga, questo edificio è enorme, accidenti!” – sibilò nervoso, mentre si
allontanava dal mezzo blindato.
“Facciamo un gioco,
ok Lula?” – esordì il ragazzo, tirandosi su con il bimbo.
“Come vuoi …” –
replicò lui, senza smettere di guardare Geffen, pallido e con i battiti a mille.
Con una certa
abilità, Matt aveva creato nuovamente una distanza di sicurezza tra loro,
tenendo stretto a sé Lula.
“Ok, ho scelto … il
gioco della verità!”
“Matt stammi a
sentire” – disse flebile l’avvocato.
“NO! Stammi a sentire
tu, grand’uomo!!”
La sua alterazione
improvvisa, convinse Rossi a palesarsi.
“Ti sei portato la
cavalleria, vedo …” – ringhiò Matt, estraendo un coltello a serramanico dalla
tasca della felpa che indossava sopra a dei jeans sgualciti.
Lo scatto ed il
luccichio della lama, sembrarono fendere l’aria con un suono sinistro.
Gli occhi di Lula si
riempirono di lacrime.
Era inerme e
spaventato a morte.
Geffen era
pietrificato, Rossi no.
Con pacatezza fece un
gesto di calma.
“Ciao Alexander”
Matt sgranò lo
sguardo allucinato e lucido.
Ridacchiò, invasato –
“Tu mi conosci, vecchio?”
“Sì, anche se
indirettamente, attraverso le parole di vostro padre”
“Nostro padre …
NOSTRO PADRE??!” – urlò inviperito al solo sentirlo nominare.
“Il giudice Jeremy
Miller, è vostro padre, giusto? Tuo e di Matt o sbaglio?”
“No, non sbagli
stronzo … Quel bastardo voleva farmi fuori ed invece sono qui, SONO QUI!!”
“Ti vedo ed ora mi
chiedo cosa pensi di ottenere da questa situazione, facendo del male ad un
bambino che ha voluto bene a tuo fratello, come gliene vuoi tu, vero Alex? Tu
ami ancora Matt”
“Più di me stesso …” –
e scrollando la testa, sembrò confondersi.
“Lascialo andare dunque
…”
“No … No, non posso …”
– proferì greve, con disperazione – “Non posso, lui è l’unica persona a cui
tiene questo lurido topo di fogna …” – sibilò, puntando Geffen.
“Allora prenditela con
me … E’ così semplice Matt …” – Glam sembrò supplicarlo.
“Sì, dovrei, ma poi
non ci sarebbe alcun gusto, mentre invece … Invece sai che delizia sarà vederti
soffrire, dopo che io avrò sgozzato questo tuo prezioso figlio, come ho fatto
con Mendoza? … Certo di quel trafficante non ti importava un cazzo, ma farti
sbattere in galera per il suo omicidio mi sembrava un buon piano, ma mai quanto
questo, MAI QUANTO QUESTO!!”
“NON TOCCARE MIO
FIGLIO!!”
“PAPA’!!”
Il grido di Geffen
sembrò frantumarsi contro quello di Lula, che lo invocò e, senza una causa
precisa, contemporaneamente al loro accavallarsi di voci, una piantana alle
spalle di Matt esplose, sorprendendolo, ma, soprattutto, colpendo la sua faccia
con frammenti e scintille.
Lula sgusciò via da
lui, preso al volo da Spencer sbucato da un accesso laterale al vasto ambiente
in cui si trovavano tutti, compreso Derek che atterrò Matt, bloccandolo e stordendolo
con un sonoro pugno in pieno viso.
Morgan sorrise.
“Non ho mai visto un
padre ed un figlio così uniti …” – mormorò, mentre accostava la porta della
stanza in cui Geffen si era addormentato abbracciato a Lula, dopo averlo cullato
e consolato a lungo.
Spencer gli diede una
carezza tra le scapole, mentre Rossi li guardava sereno.
“E se andassimo a
nanna pure noi, che ne dite? La governante di Glam ha preparato due camere …”
“Sono a pezzi” –
sospirò Reid.
“Sì … che giornata …
Chris mi ha mandato un sms: Matt Miller è in una cella di isolamento, in attesa
del legale di famiglia”
“Matt ed Alexander
Miller” – precisò costernato David.
“Già … Uno
sdoppiamento di personalità … Il bene ed il male concentrati in un’unica
persona” – aggiunse Spencer, aggrottando la fronte.
“Per fortuna Derek ha
creato quella confusione, tirando chissà cosa alla lampada dietro Miller” –
osservò con un sorriso Rossi.
“Tirando qualcosa,
Dave? Veramente non ho fatto niente” – precisò l’agente di colore, con aria
perplessa.
Mentre ne parlavano,
transitarono davanti una foto di Syria, immortalata da Geffen sugli scogli
della caletta nei pressi del capanno sulla spiaggia di Haiti.
La sua espressione
era felice e vivida.
Come non mai.
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