Capitolo n. 43 - zen
Tom si tolse la
casacca, poi preparò dell’olio ed accese un paio di incensi.
Glam si era quasi
assopito, a pancia in giù, in quell’ambiente zen e rilassante, illuminato da un
riverbero bluastro, rimandato da svariati faretti alogeni, sistemati lungo il
perimetro del pavimento in ebano.
“Lo shiatsu è ciò che
ti ci vuole” – disse piano il terapista e Geffen si destò, sorridendo.
“Hai freddo?” –
chiese gentile.
“No Tommy … Hai
notizie di Jared?”
“Si sente meglio, ho
incrociato Scott alla reception, prima di venire qui”
“Ok … ti ringrazio,
anche per averlo assistito con attenzione” – aggiunse piano, prima di
abbandonarsi ad un sonno leggero.
Reid bussò alla porta
della suite di Colin con educazione.
L’attore gli aprì
cordiale – “Ciao, io sono impegnato nella nursery, Jared è di là con Flo,
accomodati pure.”
Il giovane passò
nella camera della coppia, portando gli indumenti lasciati dal cantante nell’infermeria.
“Li poso qui …”
“Non dovevi
disturbarti Spencer, comunque mi fa piacere vederti, vuoi pensarci tu?” – e gli
porse bimba e biberon.
L’agente prese posto
in poltrona e sul petto la cucciola, che gli sorrise.
“Ti riconosce … è la
tua voce” – sussurrò Leto, guardando entrambi in modo dolce.
“Mio Dio, sono
emozionato … Cioè mi fa un effetto … strano” – e rise nervoso.
“Vai alla grande … Tu
e Derek ne avete mai parlato?”
“Di cosa …?”
“Di avere un bambino”
- ed arrise all’avvampare del suo interlocutore.
“No … No, per carità,
con la vita che facciamo …”
“Capisco, però … Non
dovrete farne un ostacolo, parlo del lavoro … Guarda Colin ed il sottoscritto:
più sgangherati di così” – e rise contagioso.
“Siete invece un bel …
team …” – Reid si schernì - “Per quelli
come noi, la famiglia è un sogno, la stabilità poi, quasi una chimera … E’ già
tanto che con Derek siamo andati a convivere … e ci siamo impegnati”
“Non è sempre stato
così? … Scusa, forse sono invadente”
“Affatto Jared, sei
una persona bellissima … L’hai dimostrato in più occasioni e lo stesso vale per
Colin”
“Ci proviamo …”
“Tu sei molto legato
anche al signor Geffen, giusto?”
Le iridi di Jared
divennero lucide.
“Sì … sì, lui è un
pezzo della mia vita … del mio cuore … E’ anche il padre, che non ho mai avuto”
– e tirando su dal naso, si raggomitolò a ridosso dei grandi guanciali, in
tinte vivaci.
“Ho anch’io una
persona … così … diciamo più matura … E’ un collega, si chiama David, David
Rossi.” – affermò sincero.
“E’ un tuo ex?”
“No, assolutamente,
anche se ci siamo dati un bacio, un secolo fa … quando con Derek vigeva la
confusione assoluta … Eravamo soggiogati dalle nostre paure insomma, ma poi
Dave è stato capace di avvicinarci e di … sistemare la faccenda” – un’espressione
poco consona, ma che rendeva l’idea, in quella cronaca densa di partecipazione
ed imbarazzo.
“Un vero atto d’amore”
– replicò Leto, con una serenità legata a ricordi indelebili.
“Penso di sì … Io mi confido
con David e so che lo fa anche Derek, siamo in pratica due inarrestabili
rompiballe!” – rise giocoso.
“Con Glam c’è stato
molto di più, so che l’hai capito, però è Colin il mio ieri, l’oggi ed anche il
domani, ne sono certo, nonostante gli sbagli, i tradimenti, le fughe, le
ripicche … Senza dimenticare le reciproche dipendenze ed abissi, dai quali ci
siamo salvati a vicenda.” – confessò puro e semplice.
Reid sorrise, poi
appoggiò Flo al petto di Jared – “Il ruttino tocca a te, io torno da Derek …”
“Agli ordini … e
comunque, Spencer, per quel discorso … Se aveste bisogno qualcosa, per
realizzare i vostri progetti, contate su di noi: siamo una famiglia pazzoide,
ma unita e poi tu e Derek sareste perfetti per l’insegnamento: un’esistenza
tranquilla, con un cottage nei pressi di una qualsiasi città universitaria … Non lo dico per corromperti” – e gli fece l’occhiolino
simpatico.
Reid lo scrutò.
“E’ per Geffen? Pensi
che lo spediremo in galera?” – bissò più serio, ma senza acredine.
“No … No. Glam è
innocente: io ne sono più che sicuro.”
“Non lo reggo,
proprio non ci riesco.”
Chris fece una
smorfia esilarante per Morgan, che stava sistemando i pesi, crollando poi sulla
panca, dove l’altro era già spaparanzato da dieci minuti.
“Parli di Glam?”
“E di chi, se no? Ora
è in qualche cabina, a pochi metri da noi, con il mio ragazzo tutto sudato
intento a massaggiarlo e coccolarlo.” – ringhiò, suscitando un’ulteriore
risata.
“Ma dai … E’ una
semplice seduta di riabilitazione, non farti dei film strani: Tom ti ama,
punto.”
“La fai facile tu …
Spencer non è pagato dallo studio Geffen per fargli da geisha!”
“Che stronzate, Chris
ahahahah!”
“Cambiando discorso …
Come lo inchiodiamo?”
“Forse è una missione
impossibile: ho tracciato un profilo e qualcosa non mi quadra.”
“In che senso?” –
ribatté incuriosito il poliziotto.
“E’ l’amore che gli
gira intorno, in una quantità … esagerata, ammettiamolo.”
“Stai diventando
romantico FBI?” – bofonchiò.
“No. Chi ha
massacrato Mendoza, prima tramortendolo e poi facendo scempio del suo corpo,
denota un’indole psicotica e macabra. Un padre incazzato come Glam avrebbe
infierito con un coltello o semplicemente con un colpo dritto alla nuca, in una
vera esecuzione: legale delle vittime, giudice, giuria e plotone d’esecuzione.
Una condanna senza appello, per il male subito, null’altro. L’SI, invece, ha impregnato
la scena di una teatralità sanguinaria, violenta, forse con un secondo fine ben
preciso: portare l’opinione pubblica a disprezzare il possibile colpevole, cioè
Geffen.”
“Quindi il sospetto
aveva un piano mirato contro Glam …? Nel senso che a lui di Mendoza non
importava un cazzo, perché l’obiettivo primario era il simpaticone?”
Morgan ridacchiò – “Certo
che se me la racconti così … Comunque, ho delle strane sensazioni in presenza
di quel Matt. Cosa mi dici di lui?”
“Matt? Fa il dentista
dei vip, figlio di un noto giudice ormai in pensione, mentore di Glam dai tempi
dell’università, amico del vecchio Geffen, di suo padre appunto, spietato
penalista e non certo esempio di rettitudine come genitore … Era alcolista e
manesco, ha maltrattato l’unico figlio sin dall’infanzia … Me l’ha raccontato
Tom.”
“Mi dispiace … Questo
spiega il comportamento di Glam in tale veste: dapprima superficiale e poi
esemplare, come insieme a Lula. Sono informazioni raccolte dal mio cucciolo”
“Ah mi pareva …” – e gli
diede una gomitata complice.
Farrell spuntò con il
baby control tra le mani.
“Ciao tesoro … era
acceso, scusami, non volevo origliare”
“Cole … spero di non
averti ferito con le mie parole …”
“Affatto: sono state
meravigliose” – ed andò a stringerlo, con una gioia pacata.
Quando si
distaccarono, Jared notò il suo turbamento.
“Che succede Colin?”
“Sto pensando alle
ultime settimane … a quello che abbiamo rischiato, ad Haiti e … ed alla follia,
che ne è scaturita.”
“Per Mendoza …? Tu
credi che”
“No. La penso come
hai detto tu a Spencer, ma ci sono dei punti oscuri, ammettiamolo e poi … Poi
Glam, il suo atteggiamento nei tuoi riguardi.” – l’irlandese prese fiato – “So
che lui è un punto fermo Jared e che saprà darti il meglio, nonostante la
distanza e” – sorrise –“malgrado la mia presenza”
“Non dire cavolate!” –
sbottò infantile ed adorabile.
Colin lo baciò
intenso.
Jared gli tremò
dentro, poi si appese al suo collo – “Non lasciarmi …”
“E come potrei Jared?
… Hai la febbre?” – scherzò affettuoso.
Leto lo fissò.
“Ho paura per Glam …
Io Matt non riesco più ad inquadrarlo, così la loro imprevista relazione”
“Abbiamo provato a
chiarire, ma Glam si è chiuso a riccio e tu lo sai, tesoro …”
“Forse a Spencer e
Derek andrà meglio …”
“Me lo auguro.
Credimi”
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