lunedì 28 gennaio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 43



Capitolo n. 43  -  zen


Tom si tolse la casacca, poi preparò dell’olio ed accese un paio di incensi.
Glam si era quasi assopito, a pancia in giù, in quell’ambiente zen e rilassante, illuminato da un riverbero bluastro, rimandato da svariati faretti alogeni, sistemati lungo il perimetro del pavimento in ebano.
“Lo shiatsu è ciò che ti ci vuole” – disse piano il terapista e Geffen si destò, sorridendo.
“Hai freddo?” – chiese gentile.
“No Tommy … Hai notizie di Jared?”
“Si sente meglio, ho incrociato Scott alla reception, prima di venire qui”
“Ok … ti ringrazio, anche per averlo assistito con attenzione” – aggiunse piano, prima di abbandonarsi ad un sonno leggero.


Reid bussò alla porta della suite di Colin con educazione.
L’attore gli aprì cordiale – “Ciao, io sono impegnato nella nursery, Jared è di là con Flo, accomodati pure.”
Il giovane passò nella camera della coppia, portando gli indumenti lasciati dal cantante nell’infermeria.
“Li poso qui …”
“Non dovevi disturbarti Spencer, comunque mi fa piacere vederti, vuoi pensarci tu?” – e gli porse bimba e biberon.
L’agente prese posto in poltrona e sul petto la cucciola, che gli sorrise.
“Ti riconosce … è la tua voce” – sussurrò Leto, guardando entrambi in modo dolce.
“Mio Dio, sono emozionato … Cioè mi fa un effetto … strano” – e rise nervoso.
“Vai alla grande … Tu e Derek ne avete mai parlato?”
“Di cosa …?”
“Di avere un bambino” - ed arrise all’avvampare del suo interlocutore.
“No … No, per carità, con la vita che facciamo …”
“Capisco, però … Non dovrete farne un ostacolo, parlo del lavoro … Guarda Colin ed il sottoscritto: più sgangherati di così” – e rise contagioso.
“Siete invece un bel … team …” – Reid si schernì  - “Per quelli come noi, la famiglia è un sogno, la stabilità poi, quasi una chimera … E’ già tanto che con Derek siamo andati a convivere … e ci siamo impegnati”
“Non è sempre stato così? … Scusa, forse sono invadente”
“Affatto Jared, sei una persona bellissima … L’hai dimostrato in più occasioni e lo stesso vale per Colin”
“Ci proviamo …”
“Tu sei molto legato anche al signor Geffen, giusto?”
Le iridi di Jared divennero lucide.
“Sì … sì, lui è un pezzo della mia vita … del mio cuore … E’ anche il padre, che non ho mai avuto” – e tirando su dal naso, si raggomitolò a ridosso dei grandi guanciali, in tinte vivaci.
“Ho anch’io una persona … così … diciamo più matura … E’ un collega, si chiama David, David Rossi.” – affermò sincero.
“E’ un tuo ex?”
“No, assolutamente, anche se ci siamo dati un bacio, un secolo fa … quando con Derek vigeva la confusione assoluta … Eravamo soggiogati dalle nostre paure insomma, ma poi Dave è stato capace di avvicinarci e di … sistemare la faccenda” – un’espressione poco consona, ma che rendeva l’idea, in quella cronaca densa di partecipazione ed imbarazzo.
“Un vero atto d’amore” – replicò Leto, con una serenità legata a ricordi indelebili.
“Penso di sì … Io mi confido con David e so che lo fa anche Derek, siamo in pratica due inarrestabili rompiballe!” – rise giocoso.
“Con Glam c’è stato molto di più, so che l’hai capito, però è Colin il mio ieri, l’oggi ed anche il domani, ne sono certo, nonostante gli sbagli, i tradimenti, le fughe, le ripicche … Senza dimenticare le reciproche dipendenze ed abissi, dai quali ci siamo salvati a vicenda.” – confessò puro e semplice.
Reid sorrise, poi appoggiò Flo al petto di Jared – “Il ruttino tocca a te, io torno da Derek …”
“Agli ordini … e comunque, Spencer, per quel discorso … Se aveste bisogno qualcosa, per realizzare i vostri progetti, contate su di noi: siamo una famiglia pazzoide, ma unita e poi tu e Derek sareste perfetti per l’insegnamento: un’esistenza tranquilla, con un cottage nei pressi di una qualsiasi città universitaria …  Non lo dico per corromperti” – e gli fece l’occhiolino simpatico.
Reid lo scrutò.
“E’ per Geffen? Pensi che lo spediremo in galera?” – bissò più serio, ma senza acredine.
“No … No. Glam è innocente: io ne sono più che sicuro.”


“Non lo reggo, proprio non ci riesco.”
Chris fece una smorfia esilarante per Morgan, che stava sistemando i pesi, crollando poi sulla panca, dove l’altro era già spaparanzato da dieci minuti.
“Parli di Glam?”
“E di chi, se no? Ora è in qualche cabina, a pochi metri da noi, con il mio ragazzo tutto sudato intento a massaggiarlo e coccolarlo.” – ringhiò, suscitando un’ulteriore risata.
“Ma dai … E’ una semplice seduta di riabilitazione, non farti dei film strani: Tom ti ama, punto.”
“La fai facile tu … Spencer non è pagato dallo studio Geffen per fargli da geisha!”
“Che stronzate, Chris ahahahah!”
“Cambiando discorso … Come lo inchiodiamo?”
“Forse è una missione impossibile: ho tracciato un profilo e qualcosa non mi quadra.”
“In che senso?” – ribatté incuriosito il poliziotto.
“E’ l’amore che gli gira intorno, in una quantità … esagerata, ammettiamolo.”
“Stai diventando romantico FBI?” – bofonchiò.
“No. Chi ha massacrato Mendoza, prima tramortendolo e poi facendo scempio del suo corpo, denota un’indole psicotica e macabra. Un padre incazzato come Glam avrebbe infierito con un coltello o semplicemente con un colpo dritto alla nuca, in una vera esecuzione: legale delle vittime, giudice, giuria e plotone d’esecuzione. Una condanna senza appello, per il male subito, null’altro. L’SI, invece, ha impregnato la scena di una teatralità sanguinaria, violenta, forse con un secondo fine ben preciso: portare l’opinione pubblica a disprezzare il possibile colpevole, cioè Geffen.”
“Quindi il sospetto aveva un piano mirato contro Glam …? Nel senso che a lui di Mendoza non importava un cazzo, perché l’obiettivo primario era il simpaticone?”
Morgan ridacchiò – “Certo che se me la racconti così … Comunque, ho delle strane sensazioni in presenza di quel Matt. Cosa mi dici di lui?”
“Matt? Fa il dentista dei vip, figlio di un noto giudice ormai in pensione, mentore di Glam dai tempi dell’università, amico del vecchio Geffen, di suo padre appunto, spietato penalista e non certo esempio di rettitudine come genitore … Era alcolista e manesco, ha maltrattato l’unico figlio sin dall’infanzia … Me l’ha raccontato Tom.”
“Mi dispiace … Questo spiega il comportamento di Glam in tale veste: dapprima superficiale e poi esemplare, come insieme a Lula. Sono informazioni raccolte dal mio cucciolo”
“Ah mi pareva …” – e gli diede una gomitata complice.


Farrell spuntò con il baby control tra le mani.
“Ciao tesoro … era acceso, scusami, non volevo origliare”
“Cole … spero di non averti ferito con le mie parole …”
“Affatto: sono state meravigliose” – ed andò a stringerlo, con una gioia pacata.
Quando si distaccarono, Jared notò il suo turbamento.
“Che succede Colin?”
“Sto pensando alle ultime settimane … a quello che abbiamo rischiato, ad Haiti e … ed alla follia, che ne è scaturita.”
“Per Mendoza …? Tu credi che”
“No. La penso come hai detto tu a Spencer, ma ci sono dei punti oscuri, ammettiamolo e poi … Poi Glam, il suo atteggiamento nei tuoi riguardi.” – l’irlandese prese fiato – “So che lui è un punto fermo Jared e che saprà darti il meglio, nonostante la distanza e” – sorrise –“malgrado la mia presenza”
“Non dire cavolate!” – sbottò infantile ed adorabile.
Colin lo baciò intenso.
Jared gli tremò dentro, poi si appese al suo collo – “Non lasciarmi …”
“E come potrei Jared? … Hai la febbre?” – scherzò affettuoso.
Leto lo fissò.
“Ho paura per Glam … Io Matt non riesco più ad inquadrarlo, così la loro imprevista relazione”
“Abbiamo provato a chiarire, ma Glam si è chiuso a riccio e tu lo sai, tesoro …”
“Forse a Spencer e Derek andrà meglio …”
“Me lo auguro. Credimi”





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