martedì 15 gennaio 2013

ZEN - CAPITOLO N. 36



Capitolo n. 36  -  zen


Il profumo di menta gli inondò le narici.
Jude probabilmente aveva trovato quelle caramelle nella sacca, che Robert si portava appresso ovunque.
Mentre lo stava baciando, nel buio della loro camera, l’aroma di Glam investì Downey in un modo curioso, quanto inatteso.
Jude non poteva saperlo.
Teneva le braccia di Robert aperte sopra la sua testa, spingendosi in lui senza interrompere il contatto delle loro bocche, brandendo le sue dita tra le proprie, quasi a sbriciolarle, mentre i suoi fianchi prevalevano su quelli del compagno, in balia di mille ricordi.
Jude e Glam erano diversi.
Profondamente.
Eppure quel sentore di un’abitudine dell’avvocato, condivisa con Robert per i suoi fastidiosi disturbi alla gola, dopo la biopsia, stava sconvolgendo l’attore, come mai avrebbe voluto, soprattutto durante un amplesso tanto coinvolgente insieme a Jude.
Inconsapevole, il suo bellissimo ragazzo inglese gemeva tra le sue labbra turgide, traboccando dalla sua fessura con umori caldissimi, facendo durare l’orgasmo reciproco il più possibile.
Era crudele, era come ingannarlo: Downey si sentì morire.


All’atterraggio un’ambulanza stava aspettando Denny, Jared e Lula per dei controlli di routine, predisposti da Scott.
Il medico era rientrato in anticipo, con Jimmy, rispetto alla comitiva capitanata da un Geffen, incapace di togliersi dai piedi Matt.
Lula notò finalmente qualcosa che non andava tra i due.
Kevin voleva palesemente allontanarlo dal suo antagonista e la reazione di Matt fu aspra, ma a distanza da lui e Lula, ormai a bordo del mezzo di soccorso, aiutati anche da Colin e Shannon, che mai aveva lasciato il fratello.
Tomo era tornato con Scott, per stare con Josh a villa Meliti, con l’intera famiglia riunita in loro attesa.

“Papi volevo chiederti una cosa …”
“Dimmi cucciolo” – gli si rivolse amorevole il bassista, mentre partivano.
“Sei arrabbiato con papà Glam, per colpa di zio Matt?”
Kevin scosse la testa – “Non pensarci … io avrei voluto ricominciare con voi, nella nostra casa, ma non era destino … Matt mi ha anticipato, senza che me ne rendessi conto.”
“E zio Tim?” – insistette dispiaciuto Lula.
“Proverò a cercarlo, te lo prometto … ma non mi vorrà più e lo posso capire”
“Zio Matt ha un problema … però io non riesco a capirlo …”
“Soldino, ma … tu senti qualcosa?”
Lula si raggomitolò nella coperta, sopra la lettiga – “Quando lo capirò, te lo dico papi, subito subito” – precisò adorabile.
Kevin gli diede un bacio tra i capelli, osservato da Colin e Jared, che mai si erano distratti da quella conversazione, colta in parte anche da Denny, ugualmente preoccupato per Glam.
Quel nuovo anno sembrava iniziato sotto i peggiori auspici.


“Andremo a vivere a Palm Springs oppure alla Star House?”
Matt glielo chiese stiracchiandosi, mentre Geffen guidava perso in mille elucubrazioni.
“Non pensare a lui, so che l’avevi acquistato per Robert, quel mausoleo intendo.” – rise – “Non afferro il senso di comprare ville faraoniche, con mille stanze, quando poi ci si vive in due, massimo tre persone … A parte i Farrell, loro sono una tribù e”
“Ma hai tutta questa voglia di blaterare?! Io non ne ho di starti a sentire, ok??” – sbottò Glam, esaurito.
Matt roteò di centottanta gradi, dandogli una botta sul gomito destro: “Fermati” – gli disse secco.
Glam non gli diede retta.
“FERMATI STRONZO ED APRI BENE LE ORECCHIE, OK??!”
L’uomo inchiodò, spostandosi poi in una piazzola di sosta.
Matt tremava per il nervoso.
Quasi balbettò – “Tu dovrai fare ciò che voglio io e dovrai starmi a sentire, anche quando dirò un mare di cazzate, ok?? Come una coppia qualsiasi, perché NOI SIAMO UNA COPPIA GLAM, CHE TI PIACCIA O NO!”
Geffen stritolò il volante.
“Infatti non mi piace, anzi, mi fa vomitare l’idea” – dopo di che scese, dando di stomaco.
Prese quindi una bibita dal vano bar inserito nel cofano posteriore, tornando al proprio posto senza più energie.
Matt stava riverso contro il finestrino, premendosi le tempie.

“Che ti prende, ora?” – chiese scocciato.
“Ho … ho l’emicrania … deve essere il jet lag …”
“Lì ci sono delle pastiglie”
“Ho le mie … grazie Glam …” – disse sommesso, ingerendo tre capsule viola.
“Devi dormire …” – aggiunse indifferente, per poi accorgersi che Matt lo aveva anticipato.

Erano giunti alla residenza in collina ormai, però Matt sembrava non dare segni di alcuna reazione.
Sembrava svenuto.
Glam l’avrebbe gettato volentieri nel laghetto sottostante il viale d’ingresso, ma sul volto del giovane era come disegnata una smorfia di sofferenza e tensione.
“Ehi svegliati … siamo arrivati”
“Glam …”
Il suo tono era flebile.
Geffen lo raccolse, vedendolo inerme, come un cucciolo impaurito.
“Glam aiutami …”
“Matt cosa …?”
Il giovane perse nuovamente i sensi, senza alcuna spiegazione apparente.




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