Capitolo n. 36 - zen
Il profumo di menta
gli inondò le narici.
Jude probabilmente
aveva trovato quelle caramelle nella sacca, che Robert si portava appresso
ovunque.
Mentre lo stava
baciando, nel buio della loro camera, l’aroma di Glam investì Downey in un modo
curioso, quanto inatteso.
Jude non poteva
saperlo.
Teneva le braccia di
Robert aperte sopra la sua testa, spingendosi in lui senza interrompere il
contatto delle loro bocche, brandendo le sue dita tra le proprie, quasi a sbriciolarle,
mentre i suoi fianchi prevalevano su quelli del compagno, in balia di mille
ricordi.
Jude e Glam erano
diversi.
Profondamente.
Eppure quel sentore
di un’abitudine dell’avvocato, condivisa con Robert per i suoi fastidiosi
disturbi alla gola, dopo la biopsia, stava sconvolgendo l’attore, come mai
avrebbe voluto, soprattutto durante un amplesso tanto coinvolgente insieme a
Jude.
Inconsapevole, il suo
bellissimo ragazzo inglese gemeva tra le sue labbra turgide, traboccando dalla
sua fessura con umori caldissimi, facendo durare l’orgasmo reciproco il più
possibile.
Era crudele, era come
ingannarlo: Downey si sentì morire.
All’atterraggio un’ambulanza
stava aspettando Denny, Jared e Lula per dei controlli di routine, predisposti
da Scott.
Il medico era
rientrato in anticipo, con Jimmy, rispetto alla comitiva capitanata da un
Geffen, incapace di togliersi dai piedi Matt.
Lula notò finalmente
qualcosa che non andava tra i due.
Kevin voleva
palesemente allontanarlo dal suo antagonista e la reazione di Matt fu aspra, ma
a distanza da lui e Lula, ormai a bordo del mezzo di soccorso, aiutati anche da
Colin e Shannon, che mai aveva lasciato il fratello.
Tomo era tornato con
Scott, per stare con Josh a villa Meliti, con l’intera famiglia riunita in loro
attesa.
“Papi volevo
chiederti una cosa …”
“Dimmi cucciolo” –
gli si rivolse amorevole il bassista, mentre partivano.
“Sei arrabbiato con
papà Glam, per colpa di zio Matt?”
Kevin scosse la testa
– “Non pensarci … io avrei voluto ricominciare con voi, nella nostra casa, ma
non era destino … Matt mi ha anticipato, senza che me ne rendessi conto.”
“E zio Tim?” –
insistette dispiaciuto Lula.
“Proverò a cercarlo,
te lo prometto … ma non mi vorrà più e lo posso capire”
“Zio Matt ha un
problema … però io non riesco a capirlo …”
“Soldino, ma … tu
senti qualcosa?”
Lula si raggomitolò nella
coperta, sopra la lettiga – “Quando lo capirò, te lo dico papi, subito subito” –
precisò adorabile.
Kevin gli diede un
bacio tra i capelli, osservato da Colin e Jared, che mai si erano distratti da
quella conversazione, colta in parte anche da Denny, ugualmente preoccupato per
Glam.
Quel nuovo anno
sembrava iniziato sotto i peggiori auspici.
“Andremo a vivere a
Palm Springs oppure alla Star House?”
Matt glielo chiese
stiracchiandosi, mentre Geffen guidava perso in mille elucubrazioni.
“Non pensare a lui,
so che l’avevi acquistato per Robert, quel mausoleo intendo.” – rise – “Non
afferro il senso di comprare ville faraoniche, con mille stanze, quando poi ci
si vive in due, massimo tre persone … A parte i Farrell, loro sono una tribù e”
“Ma hai tutta questa
voglia di blaterare?! Io non ne ho di starti a sentire, ok??” – sbottò Glam,
esaurito.
Matt roteò di centottanta
gradi, dandogli una botta sul gomito destro: “Fermati” – gli disse secco.
Glam non gli diede
retta.
“FERMATI STRONZO ED
APRI BENE LE ORECCHIE, OK??!”
L’uomo inchiodò,
spostandosi poi in una piazzola di sosta.
Matt tremava per il
nervoso.
Quasi balbettò – “Tu
dovrai fare ciò che voglio io e dovrai starmi a sentire, anche quando dirò un
mare di cazzate, ok?? Come una coppia qualsiasi, perché NOI SIAMO UNA COPPIA
GLAM, CHE TI PIACCIA O NO!”
Geffen stritolò il
volante.
“Infatti non mi
piace, anzi, mi fa vomitare l’idea” – dopo di che scese, dando di stomaco.
Prese quindi una
bibita dal vano bar inserito nel cofano posteriore, tornando al proprio posto
senza più energie.
Matt stava riverso
contro il finestrino, premendosi le tempie.
“Che ti prende, ora?”
– chiese scocciato.
“Ho … ho l’emicrania …
deve essere il jet lag …”
“Lì ci sono delle
pastiglie”
“Ho le mie … grazie
Glam …” – disse sommesso, ingerendo tre capsule viola.
“Devi dormire …” –
aggiunse indifferente, per poi accorgersi che Matt lo aveva anticipato.
Erano giunti alla
residenza in collina ormai, però Matt sembrava non dare segni di alcuna
reazione.
Sembrava svenuto.
Glam l’avrebbe
gettato volentieri nel laghetto sottostante il viale d’ingresso, ma sul volto
del giovane era come disegnata una smorfia di sofferenza e tensione.
“Ehi svegliati …
siamo arrivati”
“Glam …”
Il suo tono era flebile.
Geffen lo raccolse,
vedendolo inerme, come un cucciolo impaurito.
“Glam aiutami …”
“Matt cosa …?”
Il giovane perse
nuovamente i sensi, senza alcuna spiegazione apparente.
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