Capitolo n. 97 - sunrise
Dean non riusciva a prendere sonno.
Controllava la sveglia digitale, ad ogni minuto, avvertendo anche il minimo rumore della casa.
Sentì l’ascensore arrivare al piano, poi delle risate, che immediatamente scomparvero.
Lì c’erano soltanto i due attici: il loro e quello di Chris, per cui qualcuno aveva di certo sbagliato pulsante.
Sospirò, accorgendosi poi che Sammy lo stava fissando.
“Ehi … ma allora sei sveglio!”
“Buon Natale cucciolo.” – e gli diede un lungo bacio.
Era mezzanotte.
“Vieni con me Dean” – e prendendolo per mano, lo portò nel living.
Sam azionò un telecomando e mille luci celesti si accesero sulla parete retrostante il loro abete, già illuminato, rivelando la presenza di numerosi pacchetti regalo, spuntati da chissà dove.
Ad inizio serata ce n’erano giusto un paio, quelli che si erano comprati a vicenda, con tanto di lettere, contenenti i loro pensieri sull’anno appena trascorso.
Dean ebbe un sussulto, quindi si precipitò a vedere cosa celava quella meravigliosa sorpresa.
Quasi tremando, scartava e gioiva per ogni oggetto ricevuto: poi si bloccò, strizzando le palpebre.
“Come … come facevi a saperlo Sammy …?” – domandò con una voce strana.
“Sapere cosa amore?” – replicò preoccupato l’altro.
Dean si girò, sorridendo – “Che non avevo mai avuto un Natale autentico, da bambino?”
Sam inspirò, precipitandosi ad abbracciarlo – “Perché è quello che è successo a me Dean” – spiegò emozionato.
“Per … per me era diventato l’ennesimo incubo, sai …? A scuola i compagni raccontavano di come trascorrevano le feste ed io non avevo mai niente da dire, visto che accadeva sempre qualcosa o meglio … Chi mi accudiva, era talmente esasperato dai miei atteggiamenti, da non pensare certo a comprare dei giocattoli … Dopo fu anche peggio.”
“Tesoro ci siamo buttati alle spalle quel periodo, vero? Brandon ha detto che sei migliorato, che sei … rinato.” – disse fiducioso Sam, baciandogli piano le tempie, come se avesse il terrore di incrinare nuovamente le sue sicurezze.
Dean deglutì, poi andò ad appoggiarsi al muro, restando seduto, lo sguardo fisso sul nastro, che contorceva tra le dita ghiacciate dai ricordi.
“Lui mi sussurrava sudicio … ce l’hai un regalino per il tuo papà, vero?” – disse a fatica.
Sammy andò in cucina a prendere dell’acqua e gliela porse – “Ora bevi e calmati Dean, quel maiale non ti ruberà più niente: se mai dovesse accadere, io lo ucciderò, promesso.”
Brandon sfiorò la copertina preziosa, rilegata in pelle ed oro.
“Un’edizione di Psicologia moderna davvero rara Kurt … è stato un pensiero magnifico da parte tua, grazie piccolo.”
Cody lo baciò, passandogli poi un astuccio serigrafato da un simbolo, che il compagno conosceva bene: “Mio Dio Brandon … non posso”
“Crederci? E’ nel garage, che ho comprato di fronte al nostro palazzo, è il numero sedici … Auguri Kurt.”
Era una moto, un HD nuova fiammante e pronta a scorrazzare per i viali di Los Angeles.
“E poi scusami Kurt”
“Per cosa?” – chiese il più giovane, con gli occhi lucidi.
“Temo di … averti trascurato.” – e con un gesto tenero, gli spostò il colletto della camicia.
Posò un bacio anche su quel segno, ripetendo un sommesso – “Scusami.”
Kurt perse un battito.
“Facciamo l’amore Brandon … ne ho bisogno …”
“Certo … ma non pensare mai che io possa mutare i miei sentimenti per te Kurt: sei la mia vita, con Martin, sei l’assoluto e non finirò mai di ringraziarti per ciò che riesci a farmi provare da quando stiamo insieme.” – e tornò a stringerlo, iniziando a spogliarlo.
Quando Jude spuntò all’ingresso dell’hangar, nel suo completo grigio chiaro e la valigia in mano, Robert provò una sensazione di estasi pura.
Law era bellissimo e pronto a decollare con il jet di Meliti, destinazione Cancun, per condividere, dal giorno di Natale al primo dell’anno, una vacanza fuori programma insieme al suo Downey.
Vassily l’aveva accompagnato, mentre Robert era già sul posto, per verificare gli ultimi dettagli di quel viaggio inaspettato.
“Tesoro bene arrivato, il pilota dice che possiamo salire a bordo, tra quindici minuti saluteremo la California per il Messico.” – e gli diede un bacio profondo.
Il russo tossì, richiamando l’attenzione di Jude.
“Rob ascolta … questa tua decisione è stata incredibile, quanto meravigliosa, però io vorrei non angosciarmi un solo minuto di Camilla, ma, soprattutto, vorrei averla con noi, per guardare quanto è concreto il nostro legame, attraverso i suoi sorrisi …”
“Judsie io … io ero della stessa idea, ma Camy è con Pamela e”
“Non esattamente.” – e Law sorrise, facendo un cenno a Vassily, che andò a prenderla in auto, dove la bimba stava dormendo.
“La nostra …” – “Sì Robert, è nostra figlia. Io vivo per voi …”
Se la accoccolarono sui petti, destandola da qualche sogno.
Lei fece alcune moine, poi si aggrappò al collo di entrambi, bisbigliando un “Papi ho sonno …”
“Grazie Vassily e buon Natale.” – esclamarono all’unisono, congedandolo.
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