mercoledì 18 aprile 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 91

Capitolo n. 91 - sunrise


“Il … il tuo orecchio sinistro è … è più staccato di quello destro”
Robert tirò su dal naso, indicando quella caratteristica peculiare di Jude, che faceva finta di dormire.
Downey lo sapeva benissimo.
Così sapeva che aveva pianto, come lui, del resto.
Qualche lampo illuminava la stanza, a scatti: in uno di questi si spalancarono anche gli opali di Jude, che si voltò dall’altra parte, con un gesto tanto fulmineo, da fargli vibrare l’intero corpo nudo, come quello di Robert.
L’americano posò delicatamente i palmi sulle sue scapole – “Scusami Jude”
Un respiro più greve, seguì i precedenti, carichi di afflizione.
La gelosia ed il possesso, lo stavano devastando, da quando aveva letto quel messaggio.
Colin cercava di vedere il lato migliore della vicenda – “Te l’ha detto Jude … non ti nasconde le cose …”
“E’ una puttana!!”
Certo Jude non voleva dirlo, non in quel modo, non con Colin e neppure con un estraneo, perché era una falsità, un travisare l’atteggiamento di Robert, ma ormai il fiume di lava, fatto di insulti, aveva preso forma tra le sue corde vocali e sembrava non avere freno.
“E scodinzola come un cane, anzi una cagna, quando quello stronzo lo chiama!! Christopher, Christopher, lo ripete alla nausea, ci si riempie la bocca!!”
Urlava, l’abitacolo del suv di Farrell sembrava implodere del suo gesticolare furente e disperato.

Adesso c’erano i tuoni, c’erano le labbra di Robert, incollate alle sue, c’erano le sue lacrime, mescolate a quelle di Jude, che mentalmente gli ripeteva § Non lasciarmi … non lasciarmi Rob … anche se lui è così giovane … ed è bellissimo §
La propria valutazione su Chris, l’aveva singhiozzata anche sulla spalla di Colin, poi alla fine risero, ad un passo dall’affogare in quello stillicidio reciproco.
Volle ribadire inoltre che – “Non le pensavo Colin … quelle cose … io Rob lo amo … lo amo da impazzire …”
“Infatti sei un adorabile pazzo.” – aveva concluso irish buddy, prima di riavviare l’auto, verso casa di Jude.


Il respiro di Kevin era regolare, ma la sua espressione corrucciata.
Glam la osservava, delineando con il pollice il contorno della sua bocca carnosa e ben disegnata.
“Daddy …”
“Ciao …”
“E’ … è tardi?”
“No cucciolo, sono le sei meno un quarto.” – gli sorrise, baciandolo.
Kevin, quasi istintivamente, mentre si abbandonava a quel contatto, toccò l’inguine di Geffen, che mugugnò compiaciuto – “Per … per questo è presto Kevin”
“Voglio solo toccare mio marito” – replicò lui serio.
Glam annuì, richiudendo le palpebre ed inspirando nel cuscino.
Kevin proseguì, con sensuale accortezza, piegandosi poi a succhiare una porzione di pelle, nel collo di Geffen, che avvertì un pericoloso aumento delle pulsazioni.
“Kevin … fermati …”
“Che succede?” – chiese preoccupato.
“Non sono pronto per questo …”
“Mi dispiace daddy …”
“A me dispiace … sto rubando la tua vita Kevin ed è ingiusto.”
“Perché dici questo Glam …?”
“E me lo chiedi tesoro …?” – gli diede un bacio, dapprima leggero, ma che Kevin rese intenso, sovrastando di poco il bacino di Geffen, mentre con la destra recuperava un gel neutro, dimenticato dal cardiologo sulla mensola del tavolino per i pasti.
“Ke-kevin” – balbettò l’avvocato, sentendosi avvampare.
Kevin lo stava aiutando a penetrarlo, aprendosi a lui, con spinte progressive, fino ad ergersi per cavalcarlo, senza che Glam si stancasse.
“Mioddio Kevin … Kevin …”
“Penso io a te … daddy … sono tuo … tuo” – e con un rantolo lussurioso, riunì le loro labbra, gemendo forte appena percepì lo sperma di Geffen inondarlo copioso.


Jared dormiva sereno.
Un lieve fermento dei suoi zigomi, affascinò Colin, che lo stava vegliando da almeno mezz’ora.
Senza più sapere resistere, gli fece il solletico con la barba appena accennata, sotto al mento.
“Buongiorno.”
“Cole …”
“Mi mancavi Jay …”
Leto arrise a quella sua innocenza istintiva, di cui si era innamorato perdutamente, appena glielo presentarono – “Io sono qui Cole.”
Farrell si rannicchiò sul suo addome, in carenza di ossigeno – “Resta con me Jay”
“E’ ciò che voglio … credevo lo sapessi” – disse tranquillo, accarezzandogli i capelli brizzolati e corti.
§ Perdonami … §
Colin lo pensò, senza riuscire a dirglielo.





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