mercoledì 4 aprile 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 82

Capitolo n. 82 - sunrise


Colin si fece annunciare da Flora, per poi passare nello studio di Geffen, che lo stava aspettando per un appuntamento di lavoro.
“Ciao … tutto bene?” – lo salutò l’irlandese entrando.
Glam era pallido ed affaticato.
“Sì, a posto, grazie … Notizie di Jared? Non l’ho più sentito.” – disse assorto.
“Gli ho parlato ieri, è molto preso da questa esperienza.” – replicò timido, ma poi sorrise accomodandosi.
“Meglio così. Ora ti spiego la situazione della tua pratica, il problema è nelle clausole assicurative Colin …” – e fece una pausa, per prendere una pastiglia.
“Glam, come ti senti …? Scusa se insisto, ma non mi sembri in forma.”
“E’ la terapia, gli effetti collaterali … Me ne andrò a casa, quando avremo finito.”
“Andiamoci subito, ti accompagno …” – disse preoccupato.
“Ok … se insisti.”
“Insisto.”

Una volta in auto, tra loro calò un silenzio imbarazzante.
Geffen avrebbe voluto sapere ogni dettaglio su Jared, mentre Colin non vedeva l’ora di arrivare alla Joy’s house e salutarlo; poi gli sorse un dubbio.
“Sei stato male stanotte?”
“Come scusa?” – ribattè l’avvocato, facendo finta di mandare degli sms.
“Intendevo dopo la seduta da Scott …”
“Ah … sì, verso le undici, no prima …”
Colin esitò.
“Perché vuoi saperlo?”
“No, nulla … potevi chiamarmi.” – disse arrossendo.
“Sei gentile Colin, ma c’era Kevin e poi i due armadi …” – rise piano, aprendo il finestrino – “Dio si soffoca … ti sembra dicembre?”
“Non so Glam, è una città mite, ma forse hai qualche problema tu e …”
“Sì, ricevuto, sono un vecchio catorcio!” – esclamò divertito.
Farrell accostò, spegnendo il motore.
Si girò verso di lui, con tutto il corpo.
“No, non sei un catorcio, anzi … Devo dirti una cosa Glam.” – si fece serio.
“Ti ascolto … sembra importante.”
“Tieni intanto.” – e gli passò una minerale dal frigo interno, prendendone una anche per sé.
“Molto importante …” – sottolineò Geffen, ma in tono scherzoso.
“Si tratta di Jared … Stanotte mi ha cercato, dicendo che pensava io fossi in difficoltà, per delle vibrazioni negative … sai lui ha di queste cose e …”
“Vibrazioni negative?”
“Glam tu sai come è fatto Jared … lui sente, vibra, poi ti telefona …”
Farrell era buffo, quasi paradossale in quel suo modo di rivelare ciò che aveva decifrato nel comportamento del compagno, provando non tanto una delusione, bensì un ulteriore senso di colpa, per il quale sembrava volersi liberare, confessando quell’episodio notturno.
“In effetti, è un tantino strano, il tuo consorte Farrell … ahahahah”
Glam provò un’improvvisa allegria, realizzando quanto fosse in simbiosi con Jared, ma poi si pentì immediatamente.
“Colin ascolta … sono coincidenze, probabilmente legate alle sensazioni di questo soggiorno ad Haiti di Jared, che poi sapeva della mia chemio e …”
“Io so che lui ti ama Glam. Il fatto è che ero terrorizzato dal suo viaggio a Port au Prince, mentre invece ora vivo delle ore meravigliose quando ci sentiamo, Jared mi cerca assiduamente, ci coccoliamo … è intimo, è profondo e lo sento vicino come non mai …”
Geffen inspirò – “E’ ciò che hai sempre voluto Colin … o sbaglio?”
“E’ tutto ciò che voglio, da quando mi sono innamorato di Jared.” – disse calmo, fissandolo vivido.
“Così sia, allora.” – ed inforcò gli occhiali scuri, scolandosi la bottiglietta, senza aggiungere altro.


Jared si svegliò sotto l’ala di Sam, che Dean aveva spinto in mezzo a loro due, per creare una sorta di protezione globale per entrambi.
Il giovane fece una smorfia, per poi voltarsi verso Dean, avvolgendolo completamente, senza destarsi un minimo.
Il cantante sorrise, pensando di preparare la colazione.
Era tardi e sarebbero andati al centro per servire il pranzo.
Quando i ragazzi si alzarono, nell’aria aleggiava un ottimo odore di uova al tegame e frittelle di soia, una specialità di Jared.
"Ehi bradipi, si mangia!”
“Dio che dormita …” – bofonchiò Sam, stropicciandosi la faccia.
Dean passò nel bagno come un automa, chiamando poi Sam, per farsi la doccia insieme.
“Vi do dieci minuti!” – tuonò Jared, scoppiando poi a ridere sereno.


Julian scalpitava nel suo ovetto, come se sapesse che avrebbero fatto un giro per i negozi di giocattoli di Los Angeles, ma solo dopo le vaccinazioni.
Kurt fu puntuale e Jamie scese, per andare al reparto pediatrico, dove una nuova dottoressa lo stava aspettando.

“Allora hai ripreso le redini della tua vita californiana, Kurt?” – chiese allacciandosi la cintura, dopo avere sistemato Julian, ma anche Ball, nello spazio apposito.
“Più o meno … New York ha altri ritmi, solo che Brandon ha già riaperto lo studio, mentre io credevo si godesse la pensione … Non è da lui ahahahah”
“Avete davvero tenuto l’appartamento nella grande mela?”
“Sì è per Martin … Lui adora quel quartiere, ma non ha subito traumi nel trasferirsi qui, anche per la scuola. Volevamo aspettare la prossima estate, del resto il Natale è più romantico sull’oceano opposto …” – disse con aria distratta.
Jamie arricciò il naso.
“Vuoi sapere di Jared?”
“Jared? … So che è ad Haiti …”
“Sì, ma senza Geffen e neppure Farrell, in pratica solo con Sam e Dean, mentre Chris e Steven si fermeranno alla fondazione per tre mesi come volontari.”
“Cos’è in rehab il caro marziano?” – domandò scanzonato.
“Marc dice che Glam è uno straccio da quando è rientrato …”
“Capisco … E con la danza come procede?” – sviò il discorso.
“Bene, ma sino alla primavera niente spettacoli, voglio stare con Julian ventiquattrore su ventiquattro!” – ed arrise raggiante al suo piccolo.
“Ok arrivati … prendo la borsa per Ball …”
“Eh?!”
“Sì, è fucsia con strass ovunque, l’ho presa in un mercatino, pare fosse della Hilton!” – esclamò civettuolo, poi fischiettando estrasse un portantino dal bagagliaio.
Jamie lo seguì incuriosito, per poi ridere insieme a Kurt – “Ci avevi creduto eh?!!”
“Kurt sei uno scemo!!!”
Si abbracciarono un istante dopo, cullandosi nella gioia di essersi ritrovati.


“Sapete, potreste essere i miei figli! Cresciuti ovvio …”
Jared lo affermò con molta allegria, destandone altrettanta in Sammy e Dean, che si scrutarono compiaciuti.
“Certo sarebbe fantastico averti come padre …” – mormorò il broker.
“Sarei stato un disastro a quell’età … temo …” – e si schernì, versandogli della spremuta.
“Forse no Jared.” – disse Sammy, tagliando una crostata.
“Volevo dei figli … L’unico che li ha voluti con me è stato Colin …” – i suoi occhi divennero malinconici all’improvviso.
Si portò il palmo sinistro all’addome, come faceva sempre Farrell, anche l’ultima volta, in cui parlarono di adozione e Jared aveva reagito negativamente a quella proposta inaspettata.
Ora la rileggeva in tutta la dolcezza espressa da Colin, nel suo acceso proposito di renderlo felice, che Jared aveva stravolto con il proprio disagio, per poi sfogarsi con Glam, che mai lo avrebbe respinto.
Le sue palpebre si chiusero, come a custodire meglio quella carambola di sensazioni contrastanti: in esse Jared vedeva purtroppo anche i fotogrammi degli abusi di Colin, la sua malattia, ma anche quella di Geffen, di sicuro entrambe alimentate dal dolore che solo lui era capace di procurare agli uomini, che lo avevano amato oltre ogni limite e, talvolta, decenza.
“Devo … voglio andare a fare una passeggiata in spiaggia, prima di arrivare al centro … Vi dispiace?”
“No, affatto … se per Dean è ok …”
“D’accordo. Non ci siamo ancora stati.” – e sorrise, provando disagio davanti al cambiamento di umore di Jared, che sparì per prepararsi, mentre nascondeva un pianto amaro quanto inarrestabile.


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