giovedì 12 aprile 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 85

Capitolo n. 85 - sunrise


“Un bel respiro Dean … ok, se sei comodo, iniziamo.”
Il sorriso di Brandon era dolce, ma il suo sedersi alle spalle della chaise long, dove il giovane broker si era allungato, suonò un po’ strano a Dean: era come se lo avesse lasciato solo, ma anche libero di esprimersi come voleva.
“Siamo stati ad Haiti …” – cominciò timido.
“Sei stato bene?”
“Molto …” – pensò subito a Sammy, chiedendosi come mai a Cody interessasse solo di cosa provasse lui e non il compagno: poi concluse che quella era la sua seduta e non di Sam, appunto.
Sorrise.
“Hai conosciuto gente nuova Dean?”
“Sì ed ho approfondito quella di Jared, è stato bello.”
“Jared ha una personalità complessa, ne sei stato turbato, incuriosito”
“Incuriosito.” – lo interruppe – “E non mi piace il modo in cui a causa sua uno come Kevin ha sofferto, sono stato capace di dirglielo e Jared ha apprezzato la mia schiettezza.”
“Perfetto.” – anche Cody sorrise, prendendo velocemente appunti.
“Volevo … volevo che mi aiutassi a dire delle cose a Sammy, invece … con lui non ci sono riuscito a pieno Brandon … E’ professionale darci del tu?” – chiese quasi infantile.
“E’ naturale semmai.” – replicò calmo l’analista.
“Ok.”
“Ok Dean. Cosa ti ha frenato con Sammy?”
“La … vergogna … temo.”
“Vergogna per cosa?”
“Per … per questi …” – e si alzò la manica sinistra della camicia.
C’erano alcuni segni, all’interno dell’avambraccio.
Erano ormai cicatrizzati, poco visibili, se non per la differente tonalità della pelle, più chiara dove apparivano.
“E … questi …” – Dean si sollevò di poco, scostando il colletto ed indicando altri due linee nette, parallele.
Cody aggrottò la fronte, perplesso.
“Lui … con quella cintura … la usava per legarmi, come un guinzaglio, quando …” – il giovane deglutì a vuoto – “Serviva anche a picchiarmi … mi negava il cibo se non voleva lasciare traccia della sua rabbia, così io vincevo la fame e mi … mi tagliavo per non pensarci …”
Il suo aprirsi divenne drammatico, in un crescendo di disperazione, che comunque Dean sembrava riuscire a controllare in qualche modo.
“Era questo che volevi confidare a Sammy?”
Dean annuì, asciugandosi un pianto acre e mettendosi seduto.
“Li vede da quando siamo insieme … li spia quasi … non vuole ferirmi chiedendo cosa c’è dietro, ma forse immagina oppure … io non lo so Brandon … Po-potresti …?” – e gli tese le mani.
Cody si inginocchiò, stringendolo sul petto.
“Ora sei pronto a farlo, Dean … credimi.”
Il giovane si addormentò, dopo pochi istanti, come se avesse fatto uno sforzo devastante nel rivelare quell’ennesimo lato oscuro del proprio passato.
Brandon lo risistemò, prendendo un plaid dalla cassapanca in fondo alla stanza, per coprirlo, con delicatezza.
Tornò alla sua scrivania, per accendere il note book e smaltire della posta arretrata, senza preoccuparsi di quanto Dean potesse dormire, non avendo preso altri appuntamenti.

Quando Sammy si presentò allo studio, preoccupato dal suo ritardo e dal cellulare spento, apprese dallo psicologo l’evolversi della seduta, ma non i contenuti.
“Dean ha fatto notevoli progressi, tu sei stato prezioso ed encomiabile. Vai da lui, stagli accanto e vedrai che andrà sempre meglio tra di voi Sam.”
“Grazie dottore … ma non stiamo abusando del suo tempo …?” – domandò imbarazzato.
“Assolutamente. Sono davvero felice di aiutarvi, comunque sono nell’ufficio in fondo al corridoio, se avete bisogno di me.” – e si congedò con un sorriso tranquillizzante per Sammy.


Quando Kevin ricevette la chiamata di Colin, ebbe un sussulto.
La sorpresa si acuì nell’apprendere del ritorno da Haiti, senza intoppi, di Jared che stava riposando e del fatto che Farrell volesse avvisare Glam di alcuni documenti affidati a loro, per lui, da parte della Fondazione.
“Credevo fosse passato in aeroporto …” – disse Kevin, come frastornato.
“No … ora torno dai bambini, dai un bacio a Lula, a presto Kevin.” – chiuse sereno Colin, anche se interagire con il bassista non era semplice.
Quando Kevin sentì il rombo della Ferrari sotto alle finestre della loro camera, corse sul terrazzo.
Geffen scese con aria stanca, cercando con lo sguardo quello di Kevin e salutandolo con un cenno.
Dal bagagliaio estrasse un sacchetto, della pasticceria preferita da Lula, che spuntò dalla piscina interna, seguito da Vassily, che agitava un telo coloratissimo – “Fermati soldino di cacio, prenderai un raffreddore!”
“Papààà!!”
“Tesoro …” – e si lasciò agguantare le gambe, nonostante il bimbo fosse fradicio – “Asciugati, fai come dice Vassily.” – disse calmo.
“Okkeiii!” – esclamò Lula, impegnato anche a sbirciare se erano le consuete, ottime, ciambelle, dietro alla schiena di Glam.
Kevin scese in fretta, portando dell’acqua.
“Amore ciao …” – e gli gettò le braccia al collo.
“Kevin … che succede?” – chiese rilassato.
“Dimmelo tu … sei sparito e …”
Glam vide i lividi sui polsi di Kevin e si rabbuiò, portandoselo via.
Quando furono sopra ad una panchina, distanti da Lula, l’avvocato gli avvolse gli zigomi, baciandolo costernato.
“Mi dispiace Kevin … non so cosa mi sia preso ieri notte …”
“E’ .. è tutto ok daddy … per favore non agitarti …”
“Ho … ho sbagliato …” – e si piegò sul ventre di Kevin, che non aveva mai smesso di accarezzargli la testa, colma di pensieri confusi.
“Ascoltami daddy … Jared è tornato, me lo ha detto Colin …”
“Sì, sono stato avvisato da un sms. Jared vuole parlarmi.” – e si rialzò, fissando Kevin, come a trovare un appiglio di qualunque genere, pur di rifuggire quel confronto, che sentiva di pessimo auspicio per il suo rapporto con il cantante dei Mars.
“Puoi … potresti anche non andare Glam, ma non servirebbe a nulla, temo.” – replicò spontaneo a quella tacita richiesta di Geffen, che tornò nella precedente posizione, desiderando unicamente riposare il cuore per qualche minuto.
Il rimorso, però, lo stava dilaniando – “Come puoi sopportare tutto questo, Kevin?” – chiese come alienato.
“Farei qualunque sacrificio per te e per noi … sei il mio mondo daddy …” – mormorò sorridendo, ma in lacrime inevitabili, che lo spinsero a rannicchiarsi, per custodire la sua unica ragione di vita.


Al suo risveglio Jared si ritrovò sommerso dai cuccioli della End House.
I gemelli erano sul petto di Colin, ma Amèlie ed Isotta, con Becki e Violet, lo stavano ricoprendo di coccole amorevoli.
“A cena ci saranno anche James ed Henry tesoro … Yari ti saluta, è a Dallas con Misaki, per una gara.”
“Come stanno?” – chiese districandosi amorevole da quell’intreccio.
“Bene … mi sembrano davvero innamorati.” - rispose Colin allegro.
“Siete adorabili … non vedo l’ora di abbracciare anche Henry e James …” – disse rapito da mille emozioni.
Farrell inspirò, mantenendo un tono positivo.
“Ti vedi con Glam allora …?”
Jared gliene aveva parlato prima di crollare.
“Sì Cole, vorrei parlare con lui, prima di farlo con te e Kevin …”
“Jared tu non hai bisogno di chiedermi perdono, semmai se … se vuoi avere un incontro con Kevin …” – ma a quel punto all’attore tremò qualcosa dentro.
“Non è una pubblica ammenda” – rise –“E’ … cioè sarà, un momento solo per noi quattro, te l’ho accennato Colin, però vorrei dare questo spazio a Glam, affinchè anche lui si unisca a me in questo gesto: vi abbiamo fatto soffrire in modo ingiusto, non che voglia dividere la mia colpa, anche se …”
“Ho … ho capito angelo mio … Ti aspetto qui, con i nostri figli … ok?” – e sorrise, stringendolo forte e baciandolo intenso, impaurito per la determinazione di Jared, anche se apprezzava il suo intento.


“Denny fai questo, Denny passa dal notaio, Denny mi porteresti in tribunale, Denny scusa il ritardo, piedini ciccioni non voleva saperne di fare il bagnetto! Grrrr!!!”
Tomo si grattò lo sterno, sopra alla t-shirt dei Nirvana, scoppiando poi a ridere per il siparietto di Denny, che ovviamente inveiva comicamente contro il suo capo ed anche Marc, ormai braccio destro di Geffen.
Gli occhi azzurri e bellissimi di Denny coronarono la smorfia dipinta sul suo volto incantevole – “Io adoro piedini ciccioni, sia chiaro …”
Il modo in cui lo disse, quasi commosse Tomo, che azzerò la distanza tra loro, per cullarlo dolcemente – “Sei incredibile Denny …”
“Sono il factotum della città …”
“Oh sì, tu adori la lirica …” – sospirò il croato, per poi baciarlo.
Quando scivolarono reciprocamente sui rispettivi incavi, sotto i loro menti, per spargere ulteriori baci, Denny spinse Tomo sul divano: azionò con il telecomando il lettore cd a distanza e poi riprese il contatto con il chitarrista dei Mars.

http://www.youtube.com/watch?v=_OV9flB1tVI&feature=related


DENNY

DEAN

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