Capitolo n. 54 – gold
Jared e Kevin presero due sedie e le sistemarono ai lati opposti del letto di Glam, che li salutó entrambi con un bacio, sulla guancia al primo e sulla bocca al secondo, incontrando i loro sorrisi.
Strinse le loro mani, fissandoli – “Dormito bene?”
“Sí, il letto di Jared è molto comodo…” – replicó Kevin sorridendo.
“Ah capisco, state sempre a fare il campeggio voi due…”
Anni prima, alla End House, Jared aveva allestito nel parco un vero e proprio accampamento pellerossa.
Shannon ebbe la brillante idea di preparare sangria soft per i piccoli ed hot per gli adulti, iniziativa che ebbe molto successo.
Kevin e Jared sembravano esserci caduti dentro, con tutte le scarpe; dormirono per due giorni abbracciati sotto alla tenda del grande capo, senza piú dare retta al resto della tribú.
Quel ricordo fece ridere anche Pamela, arrivata da poco.
Salutó educatamente Kevin, che mantenne una composta freddezza, senza alzarsi, come fece invece Jared, per lasciarle il posto.
“Ah vado via subito, sono passata solo a portare un cambio, c’è anche Syria, sta facendo il solito controllo da mio fratello…”
“Grazie Pam… È tutto a posto?”
“Sí Glam… è un tantino anemica, lo sai…eccola, ciao ciqua!” – sorrise all’ingresso della ragazza, per la quale Kevin si sollevó, finalmente dal proprio posto, per andarla a conoscere.
Jared fece le presentazioni e lei fu come sempre gentile.
Il suo sguardo cercava quello di Geffen, per essere rassicurata sul suo stato di salute.
“Ehi piccola, cosa mi racconti oggi?”
“Ciao Glam… ti ho portato i biscotti di Lula…”
“Oddio si è messo di nuovo a cucinare il cucciolo ahahahh…”
Kevin seguiva ogni loro espressione, soffermandosi sulle due donne, molto affettuose con Glam, che sembrava estremamente rilassato.
“Sebastian mi ha dato una pastiglia strana stamattina…Non sento dolore, ma credo di essere rincoglionito piú del solito… Kevin vieni qui per favore…”
“Certo… hai sete?”
“Sí… mi hai letto nel pensiero. Grazie…Vuoi un dolcino di Lula?”
“Ho giá fatto colazione, comunque sentiamo questa specialitá…” – abbozzó un sorriso, palesemente infastidito da tutta quella confusione.
“Orrendo vero?”
“Cazzo, é… una pietra con lo zucchero! Ahahah”
“Sei bello quando ridi…”
“Anche tu daddy…”
“Ma quanta bella gente! Ehi Glam ti sei ripreso!?” – la voce alle loro spalle aveva un non so che di irritante.
Glam si erse di poco, sporgendosi per vedere se era proprio chi pensava – “Dimitri… cosa diavolo di fai qui?”
“Sono venuto a curare i miei interessi! Come ti senti?”
Geffen lo guardó in malamente, mentre questo tizio sui quarant’anni avanzó sicuro, biondiccio, ghigno da canaglia, alto e ben piazzato, un volto particolare, affascinante, ma che dava una certa inquietudine, con quelle pupille saettanti, che stavano scannerizzando i presenti.
“Sono… i tuoi figli…? Tua moglie, la tua… amante?”
“Fottiti Dimitri, queste persone sono la mia famiglia ed ora, giá che sei qui, facciamo un discorso. Ti pago profumatamente perché non accadano questi casini!” – alzó la voce.
L’altro digrignó dapprima i denti, poi sghignazzando afferró la testata del letto – “Non scaldarti, poi la pressione sale… Tu continui a fare attraccare i tuoi cargo del cazzo al molo dove Ortega spaccia, come se non lo sapessi!”
“Vorrá dire che d’ora in poi tratteró con Ortega, pagandogli il pedaggio…” – sibiló in modo provocatorio.
Dimitri fece spallucce, andandosi a prendere un bicchiere d’acqua – “Quello ti ammazza, lo sai, anche se tu sembri… immortale… Mmmm ok, vi ho riconosciuti, non siete due… cantanti voi?”
“A te non deve interessare, ora dammi qualche garanzia, altrimenti appena saró in piedi imparerai che farmi incazzare non è proprio il massimo…”
“Ssssttt spaventi queste bellissime ragazze…Ora piantiamola Glam, a me dispiace per questo inconveniente…”
“Non fare l’agnellino, non me la bevo, organizzami un incontro con Ortega.”
“Ma tu sei pazzo!”
“Allora lo faró io.” – ribatté risoluto, mentre tutti si scambiavano occhiate cariche di ansia, restando in silenzio, ammutoliti.
“Glam tu pensa a guarire…” – un’altra visita interruppe la loro discussione – “Nonno Antonio!” – esclamarono Kevin e Jared, andando ad abbracciarlo.
Dimitri alzó gli occhi al soffitto – “Oh cazzo, ci mancava la mafia italiana qui ad Haiti…”
Meliti avanzó aiutandosi con il bastone di ebano, puntandolo poi al petto del mercenario – “Ti hanno fatto strisciare via da Los Angeles e guarda dove sei arrivato… Dimitri Tobaski, non ricordo neppure di che razza sei… croato, polacco, ceco?...”
“Russo, prego… Antonio Meliti, ma che diavolo ci fa lei qui?” – domandó stupito.
“Sono venuto a trovare i miei… ragazzi. Ho parlato anche con Ortega, siamo amici da anni, è davvero dispiaciuto per quei soldati, penserá lui ai parenti... Certo non potrá rimandarli a casa…” – disse amareggiato.
Dimitri si allontanó – “Ok boss, vi saluto con molto… rispetto!” – mormoró, con un inchino – “Sparisci dalla mia vista, un altro di questi incidenti e ti passerá la voglia di fare lo spiritoso.” – ringhió Meliti, andandosi a sedere accanto a Glam.
Colin e gli altri rientrarono a casa nel primo pomeriggio, di quella giornata uggiosa e grigia.
Robert e Jude erano tutti presi dagli arredi del nuovo attico, per i quali provarono a coinvolgere Farrell, che preferí restare con i figli, aspettando la chiamata di Jared, che non aveva specificato un orario preciso.
Tomo e Josh avevano appuntamento dal dentista e Shannon si defiló inventandosi un appuntamento di lavoro.
Owen lo stava aspettando a Los Feliz, trepidante come un sedicenne.
Si diede mentalmente del cretino, non poteva dipendere cosí tanto da lui: non era semplicemente amore, era una connessione di sensi, di pensieri costanti l’uno verso l’altro, ormai per Rice nulla aveva piú importanza.
Continuava a sperare di fare conoscere Shan ai suoi, sarebbe stato fondamentale, per un nuovo domani insieme. Fantasticava sull’andarsene dalla California, trasferendosi con lui in Spagna, al caldo, adottando magari a loro volta un bambino, un fratellino per Josh, non era poi un’utopia.
“Dio… mi è mancato il tuo profumo…muoio senza di te Shan…” – non sapeva piú dove toccarlo, mentre ansimava, tra baci e carezze, distribuite ovunque sul corpo smagrito e muscoloso di Shan, che traboccava di gioia, nel ritrovarlo.
Finirono sul tappeto davanti al caminetto acceso, pronti a sbranarsi, tanto era irruente il bisogno di appartenersi.
A sorpresa si calmarono, provando a viversi con meno foga e piú tenerezza.
Ne avevano bisogno, piú di qualsiasi straordinaria scopata, era necessario fare l’amore, ripercorrendo i momenti in cui si resero conto che quello stupido gioco delle parti, spietato e cinico, non poteva far parte del loro codice genetico.
“Vieni amore… andiamo in camera…”
Cingendo i suoi polsi, Owen lo fece aderire a sé, per poi arrivare sul letto, dove ebbe cura di baciare ogni centimetro di Shan, facendolo impazzire nell’attesa di lui.
Con molta calma Rice si soffermó tra le gambe di Shannon, lubrificandolo al meglio, penetrandolo con le dite frementi, poi con la lingua ingorda, almeno quanto le membra dell’amante, che non voleva rimandare oltre – “Prendimi Owen…fallo ti prego… io… io… ahhh” – “Eccomi…ti sono mancato…?” – sorrise dispettoso, mordendogli il mento, mentre Shan si avvinghiava a lui in tutti i modi.
“Ti amo Owen… ti amo… ti amo…” – inarcó la schiena, esaltando ancora di piú l’altro, che inizió a spingersi a fondo con colpi decisi – “Ti… ti sento cosí tanto… Shan… Shan…” – i loro corpi erano in fusione pura ed estatica, il sesso di Shan era libero da attenzioni, cosí lui stesso lo ghermí smanioso, ma Owen gli diede una sberla leggera e si sostituí a lui, in quella masturbazione appassionata, che lo portó ad un orgasmo lacerante.
Fumarono dell’erba e bevvero tequila, scopando per il resto del giorno, incuranti di cosa il mondo là fuori potesse pensare di loro, ormai fuggiti dalla realtá.
ADD CAST: DIMITRI is VIGGO MORTENSEN
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