Capitolo n. 73 – gold
La limousine di Meliti fu la prima a lasciare la End House.
Glam e Kevin si congedarono con serenitá da Colin, mentre Jude e Robert vollero trattenersi finché Jared non rientró, dopo avere salutato il fratello, che si ritrovó Rice ai cancelli.
Stava piovendo a dirotto: lui scese dalla sua auto sportiva, andando a passo veloce verso di lui – “Non puoi andare in moto con questo tempo amore…”
“Owen… grazie…” – gli voló tra le braccia, in lacrime.
Jared osservó la scena dalla propria camera.
Colin stava mettendo a dormire le piccole.
Il compagno si fermó dietro alla soglia, ascoltandoli – “Papá siamo state brave vero?” – domandó Rebecca.
“Siete state splendide… io ed il vostro papi siamo cosí fortunati ad avervi nelle nostre vite…vi amiamo tantissimo…” – e le strinse sul cuore, commuovendosi, ricambiato da un’onda di baci e coccole.
Jared non poté fare a meno di pensare a Syria ed al loro bambino che stava crescendo ogni giorno di piú. Sentí di desiderarlo, proprio in quell’attimo.
Durante l’ecografia della settimana successiva avrebbero saputo se era un maschietto oppure un’altra bimba.
Colin sarebbe stato pazzo di lui o di lei, non poteva essere diversamente, Jared se ne convinse.
Entró per dare la buonanotte, accolto dalle loro risate e dalle loro manine, che si perdevano sul suo volto bellissimo, che Colin continuava a guardare, come sedotto da un incantesimo.
“Dove ti posso accompagnare Chris?”
Tomo strinse il volante, chinando poi la testa pesantemente sul vetro del finestrino.
“Se… se ti prometto di non darti noia… possiamo dormire insieme?”
Lui strizzó le palpebre, sorridendo con una smorfia, le mani nei capelli – “Darmi noia… Dio, ma … come potresti…?”
“Qualcosa di buono l’ho fatto stasera… sorridi… e poi il tuo ragazzo è geloso da morire di te…”
“È solo un incredibile stronzo… Andiamo a nanna adesso, sono a pezzi Chris.”
Kevin massaggiava amorevole la schiena di Glam, scendendo poi sui glutei scolpiti e le gambe muscolose, per poi risalire, insistendo dolcemente sulla cervicale – “È indolenzita daddy… rilassati…”
“Non è molto semplice… che giornataccia…”
“Io mi sono divertito…”
“Davvero Kevin?”
“Ci eri quasi cascato…” rise, baciandogli la nuca, spegnendo l’ultima luce, lasciando accese soltanto le candele, sparse ovunque per la stanza.
Le sue dita frementi iniziarono a farsi piú invadenti, dall’inguine alla calda fessura di Geffen, che deglutí – “Dio Kevin è da tanto che…”
“A lui non lo permetti, vero?” – ansimó, voltandolo, aprendogli le cosce, per farlo suo.
“No Kevin... Ahhh” – gemendo liberó un pianto appagato.
“Non smetteró mai di credere alla nostra storia Glam…!” – parlava ed affondava il suo sesso giovane e virtuoso, come il suo carattere, come la disciplina dell’amore, che da Kevin nasceva come una sorgente limpida ed inesauribile, fiotti cristallini, come la sua anima, era bello sapere che lui esisteva e che gli apparteneva.
Glam lo tiró a sé per stringerlo, voleva solo quello, in quel preciso istante.
Kevin, dolcemente uscí da lui, lasciandosi andare al calore del suo uomo, che lo avvolse, singhiozzando come un bambino.
Shannon si rannicchió nell’enorme coperta, intrecciando il suo corpo a quello di Owen, davanti al caminetto, nudi ed infreddoliti.
“La mia rabbia oggi pomeriggio è stata pari solo alla mia stupiditá Shan… io ti amo… ti amo e vorrei stare con te ogni minuto della mia vita… dai un senso ai miei giorni, tu non sai quanto sei importante per me…”
Shannon gli accarezzó la fronte e poi gli zigomi armoniosi, cosí come faceva sempre sua madre, quando lui e Jared tornavano dalle corse nel bosco, durante gli inverni piú spensierati.
Glielo disse, aggiungendo un altro frammento di memoria – “Sai… con mio fratello mettevamo la neve in un bicchiere ed era il solo modo di avere un po’ di caffè, che ci era ancora proibito… io quel sapore ce l’ho impresso nel cuore…avevamo poco, ma siamo stati spesso felici, nonostante tutto…”
Owen si asciugó gli occhi lucidi – “Sei una bellissima persona Shannon Leto…” – poi lo bació, sollevandolo e portandolo sul letto, per amarlo fino al mattino.
Jared stava cullando Colin, alternando ai baci, frasi cariche di speranze – “Il medico che abbiamo visto oggi ha detto che se seguirai la nuova terapia, riuscirai a disintossicarti…”
“Lo faró… spero solo di non cedere…”
“Devi solo assicurarmi di non rimanere mai da solo Cole… quando vai al lavoro oppure esci…so che Jude fa il possibile per starti vicino…”
Farrell sorrise mestamente – “Sei tu che io vorrei al mio fianco… e nel momento in cui non ci fossi, sapere che sei a casa ad aspettarmi, mi darebbe coraggio…Ma è ancora presto, lo capisco… e quando torni da me, è cosí bello… Ma ne faró volentieri a meno di queste emozioni intense, preferisco la stabilitá…”
Jared riuscí solo a tremare sul suo cuore, cercando la sua bocca, la sua adorabile bocca carnosa.
Il profilo di Chris si stagliava sulla porta dell’oscuritá.
Un bagliore bluastro saliva da una lampada ai piedi del letto di Tomo.
Lo cingeva da dietro, indossando soltanto i pantaloni sottili di due pigiami trovati in fondo ad un cassetto. Di solito con Shan dormivano nudi, nella stessa posizione.
Le mani raccolte le une nelle altre, come a dare un senso alla loro malinconia.
Le labbra di Chris si schiusero all’improvviso, come a cercare ossigeno, forse stava sognando di fare l’amore con Kevin o forse si sentiva male.
“Ehi…Chris svegliati…”
Lui spalancó le palpebre, girandosi verso Tomo – “Dove… dove siamo?”
“Siamo nel mio letto…” – rise, tamponando il suo sudore, che imperlava un ovale perfetto.
“Scusami Tomo…”
Chris si giró sul fianco, riabbracciandolo, incrociando le proprie gambe con quelle dell’amico – “Buonanotte…” – mormoró, nascondendo il viso nel collo di Tomo – “…Notte piccolo.”
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