mercoledì 16 febbraio 2011

GOLD - Capitolo n. 70

Capitolo n. 70 – gold


Jared stava percorrendo i porticati, che portavano all’ingresso dell’ospedale, quando notó un ragazzo accucciato contro ad una colonna, in lacrime.
Pensava di conoscerlo, si avvicinó e con garbo gli chiese cosa avesse – “Niente… ma… tu sei Jared…” – disse alzando lo sguardo ceruleo.
I capelli e la barba castani incorniciavano un viso bellissimo e carico di sofferenza – “Chris…? Cosa ci fai tu qui?”
“Ho accompagnato Kevin… siamo in cittá anche per delle interviste…” – disse tamponandosi il naso con il kleenex, che Jared gli passó.
“Lui è da Glam ora?”
“Sí. Rimane qui con lui fino a stasera credo, cioè cosí ha detto. Poi domani mattina avremmo un appuntamento, forse ci dorme anche con… Con questo signore.” – si trattenne dal dire qualche sciocchezza, consapevole di cosa legasse Jared a Geffen.
Dietro di loro un suv accostó.
Era Colin.
“Jay… ciao, meno male che ti ho trovato.” – sorrise, salutando Chris con un cenno della testa, pur non conoscendolo.
“Cole… ma non dovevi essere sul set? Cosa è successo?” – domandó con apprensione.
“Devo parlarti e non posso rimandare… per favore.” – sgranó gli occhi, giocando nervosamente con gli occhiali da sole.
“Ok… ok va bene… A proposito, questo è Chris, il front man dei Red Close, dove suona Kevin.”
“Salve… vuoi che ti accompagniamo da qualche parte?” – domandó con un sorriso imbarazzato, davanti al suo malessere.
“Ciao Colin, è bello conoscerti, conosco tutti i tuoi film… comunque no grazie, prendo un taxi. Ciao Jared.” – si alzó allontanandosi.

Owen continuava a guardare Shannon, allungato al suo fianco, supino e bellissimo.
Dormiva sereno, non avevano fatto l’amore, semplicemente si erano scambiati un’infinitá di baci.
A Rice sembró di impazzire dalla gioia, nel momento in cui Shan varcó la soglia della sua residenza a Los Feliz.
Il trolley che trascinava, diceva piú di mille parole.
Per un solo istante Owen pensó che forse stava partendo per andarsene da qualche parte a stare un po’ da solo, ma poi non aveva senso entrare in casa con i bagagli.
Un miliardo di pensieri, in quei pochi metri, che seguí dalle vetrate del salone.
Lo strinse e lo bació, per poi cadere in ginocchio sul pregiato tappeto persiano sotto i loro piedi.
“Grazie… grazie amore mio… Mi hai fatto conoscere la vera felicitá Shan…” – si perse nei suoi occhi con quella frase traboccante di gioia e stupore.
La sua mano scivoló tra le cosce muscolose di Shan, che ebbe un fremito, schiuse le palpebre e le labbra, cercando quelle di Owen, tra le quali infiló il medio e l’anulare della mano sinistra, con delicatezza; lui le succhió, senza smettere di scrutarlo.
Shan inizió a inspirare ossigeno, mentre la sua erezione si ergeva bramosa di carezze e baci, che Owen non riuscí a rimandare.
“Vieni… vieni da me, ti voglio anch’io…” – cosí lui giró il suo corpo, a favore della bocca di Shannon, che brandí i suoi fianchi e si riempí della sua eccitazione, fino a sentirla in gola.
Owen urló, pompando e leccando allo spasimo il membro turgido del compagno.
Un attimo prima di godere insieme si fermarono, per baciarsi, ma Shan voleva riempirlo con il suo sperma bruciante e copioso, cosí lo penetró deciso, sollevandosi per vedere ogni sua minima espressione di piacere.

Jared non era mai stato nel loft donato da Crane a Kurt, che aveva consegnato un mazzo di chiavi a Colin, in caso di necessitá.
“È accogliente… ma non vissuto…” – sorrise guardandosi intorno.
“Hai ragione Jay… peró c’è da bere e da mangiare, la dispensa è sempre fornita, cosí mi ha detto Brandon… ora controllo. Mettiti comodo.”
“Va bene. Ci guardiamo un dvd?”
“Ok… ma devo dirti una cosa prima…”
“Lo so Colin. Sono pronto ad ascoltarti.”
“Grazie amore…” – cercó il suo abbraccio, poi si baciarono con tenerezza.
I loro respiri si alimentavano reciprocamente, senza volere arrendersi ad una fine.
Le dita di Jared correvano sulla schiena di Colin, che stava tremando – “Ho… ho tanta paura…Jay mi sto perdendo senza di te, di noi... ho cercato aiuto nel posto sbagliato… nel modo sbagliato…” – inizió a singhiozzare, piegandosi e sfiorendo sul parquet, senza che Jared lo lasciasse mai.
“Cole guardami…”
“Jared ti giuro sui nostri figli… sulla nostra bambina che non bevo, ma i farmaci… quelli mi aiutano a stare sveglio ed a sedare gli attacchi di panico...”
“So cosa vuole dire… sono stato schiavo anch’io degli antidepressivi…”
“Quando ti facevo del male… ed ora te ne ho fatto di nuovo… ma perché non riusciamo ad amarci senza soffrire, cosa abbiamo fatto di tanto crudele…? Perdonami…”
Jared lo bació, lo strinse, finché non si calmó.
Finirono a letto, con un cammino lento, fatto di parole calde e rassicuranti alla mente di Colin, che si sentí per la prima volta, dopo tanto tempo, al sicuro.
“Vuoi farmi l’amore Jared…? Amami ti prego…”
“Lo faró per tutta la vita… Colin io ti amo… ti amo…”
Jared si muoveva piano, specchiandosi nei preziosi quarzi incastonati nelle iridi di Colin, che si spingeva verso di lui, per sentirlo sino in fondo all’anima.
Sembrava tutto perfetto.

Le insalate dell’ S-bar erano ricche e saporite.
Tomo stava tormentando un pomodoro, indeciso se scartarlo o mangiarlo.
“Tra un po’ ti denuncia se non lo lasci in pace…” – una voce simpatica lo distrasse da quella lotta.
“Tanto peggio di cosí…” – rise malinconico, alzando lo sguardo cupo.
“Ciao Tomo… ti ricordi di me?”
Lui rimase perplesso.
“Sei il cantante dei Red Close…Matt…? Ricki…?”
“Mmmm ci sei quasi… Chris.”
“Scusa… sono un po’ fuso. Cosa ci fai a Los Angeles?”
“Mangio… posso sedermi qui con te?”
“Prego… questa è ottima, sono io che non ho fame.”
“Non dirlo a me, lo faccio per non svenire.”
“Problemi con il tour?” – domandó piú per cortesia, non gli importava nulla.
“Affatto, quello va una meraviglia. Casini personali.”
“Allora siamo imbarcati sulla stessa zattera alla deriva.”
“Uhm…” – disse storcendo le labbra.
Tomo lo fissó, rendendosi conto di quanto fosse bello ed interessante, ma era come avvolto da una patina, come tutto il resto.
“Stai bene con i capelli corti ed il pizzetto…”
“Come scusa Chris…?”
“No… dicevo che…”
“Io mi sento un cesso in tuo confronto e, francamente, ora che il mio uomo mi ha mollato per uno biondo con gli occhi azzurri, anche peggio.” – replicó con durezza disperata.
“Shan ti ha… lasciato?”
“Sí… meglio cosí, mi ha preso per il culo abbastanza, prima di dirmi la veritá… è stata come una vendetta a scoppio ritardato, anche se lui non lo ammetterá mai.”
“Anche tu lo avevi tradito?”
“No… cioè… ci ho messo molto a lasciare la mia ragazza, ma è una storia troppo vecchia, logora… appartiene al passato, come il nostro amore… io lo amo ancora… lo amo ed ho un figlio con lui…”
“E dov’è il tuo bambino ora?”
“Al camping, con i cugini… siamo una grande famiglia sconclusionata, ma amiamo i piccoli, li rispettiamo…ora temo di alterare l’equilibrio del nostro cucciolo ed è un vero delitto… imperdonabile.”
Chris aveva scelto un gelato con macedonia.
“Ti va di andare al cinema?” – domandó con candore, come a volere spezzare quell’angoscia, che stava soffocando Tomo.
Lui annuí, scrollando le spalle – “Perché no…”





ADD CAST > Ian Somerhalder è CHRIS



TOMO

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