Capitolo n. 138 - zen
“Ed anziché il meno,
devi scrivere un più, ok Martin?”
Il tono di Rossi era
dolce ed affettuoso.
Il bimbo sorrise,
annuendo e correggendo il proprio compito.
“Grazie zio
Dave!” – e sporgendosi, mentre ancora erano seduti sopra al divano, gli
schioccò un bacio sulla guancia destra.
“Ora vai a
lavarti i denti e poi a nanna” – disse sorridente Kurt, aggiungendo – “Ti adora
… Ne sono così felice” – e, dopo avere preso il posto del figlio, diede anche
lui un bacio al compagno, ma di tutt’altra natura.
Estremamente
passionale, come il resto del loro legame.
Suonarono.
“Chi può
essere a quest’ora David? Sono quasi le dieci”
“Non ne ho
idea … Vado io” – disse rassicurante, quindi si illuminò appena vide nello
spioncino due volti conosciuti.
A Kurt,
invece, stava per andare di traverso la bibita, che stava sorseggiando,
intuendo l’identità di quei visitatori a sorpresa.
“Ehi, ma non
eravate a Las Vegas?” – domandò arridendo a Derek, che fu il primo ad essere
abbracciato, dopo di che toccò a Spencer, raggiante nel rivedere il maturo
collega.
“L’hai detto …
Eravamo” – replicò Morgan, facendo un cenno a Kurt, piuttosto accigliato.
L’agente
stringeva una cartellina, di quelle contenenti dossier riservati.
Rossi la vide
solo in quell’istante.
Glam accese il
computer centrale, quello che usava per i collegamenti con i suoi studenti.
Era dotato di
uno schermo a quaranta pollici, ben visibile ai presenti.
Morgan inserì
un codice, dopo essere entrato nel sito governativo, grazie al quale il viso sorridente
di Penelope apparve come per magia.
“Il gran
consiglio è riunito, diamo inizio alle danze, signori?” – esordì affabile e,
come di consueto, brillante.
“Sì bambolina,
aggiornaci.” – ribatté Derek, accomodandosi accanto a Reid, che sino a quel
momento aveva parlottato con Jared e Colin, anch’essi presenti a Palm Springs.
Oltre alla
coppia, erano stati convocati Louis ed Harry, naturalmente Kevin, ma anche Jude
e Robert.
Questi aveva
degli atteggiamenti molto paterni con i più piccoli, il che faceva piacere ad
entrambi, che si sentivano un po’ meno pesci fuor d’acqua.
Meliti aveva
messo a loro disposizione un mini appartamento all’interno della sua residenza,
senza forzature di sorta.
Geffen, in
uguale misura, si era espresso in termini pacati, riguardo la faccenda di Ivo,
che comunque andava risolta: Louis temeva ritorsioni all’Università, una volta
che il professore fosse rientrato in cattedra, ma anche Harry, pur essendo di
un’altra facoltà, conosceva la reputazione di quello che veniva considerato un
ottimo professionista, ma soprattutto un eccellente bastardo.
“Ivo Steadman,
meglio conosciuto come Ivo Laurman, nonché Ivo Carsman, insomma il man non è mai stato in grado di
abbandonarlo, però le sue identità sono mutate nel corso degli anni, a seconda
degli atenei, nei quali insegnava Paleontologia e, per un breve periodo, Storia
Greca a Londra. In seguito lo vediamo in America, prima a Boston, poi Chicago,
infine Los Angeles …” – Garcia partì in quarta.
“Come mai
cambiava così spesso il suo cognome?” – domandò Jared.
“Ahh il mio
alieno preferito, dimmi da dove pianeta provieni ed io mi ci fiondo! Buonasera
signor Leto!” – e gli fece un mega sorriso.
“Ciao …” –
disse lui, agitando la manina.
“Orbene la
cagione … Innanzitutto ecco i ricordi di famiglia ovvero le foto raccolte in
diversi annuari, come noterete, anche il colore dei suoi biondissimi capelli,
originale peraltro, è diventato castano scuro, poi addirittura nero, con taglio
rasato … Ha portato anche delle lenti a contatto tinta piombo, mentre era a
Boston”
“Questo, però,
non costituisce reato” – intervenne Downey.
“Se no io
sarei già ad Alcatraz!” – gli fece eco il leader dei Mars.
“Sì, ma ora le
dolenti note … Chi glielo dice?”
Rossi prese
fiato.
“E’ vero, dai
colori, ai nomi, fondamentalmente è legale e le ragioni possono essere
molteplici … Quella di Ivo, temiamo sia la peggiore”
Kevin deglutì
a vuoto – “E’ … è un assassino?”
“Vedete,
esistono parecchi casi irrisolti, per via della scarsità delle prove” – spiegò
Spencer – “In questo frangente, è emersa una corrispondenza con un’impronta
parziale, ma almeno è un fatto certo”
“Impronta di
chi?”
Rossi divenne
più serio – “Glam si tratta di un serial killer: ha lasciato dietro di sé una
scia di cadaveri, almeno otto, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, ragazzi
giovani, studenti per l’esattezza, ma mai dove lavorava, su questo è stato
abile, però ci sono verbali, interrogatori e se avremo il tempo di andare più a
fondo, noi ne saremo certi”
“Più tempo?” –
sbottò Kevin – “TIM NON CE L’HA QUESTO TEMPO ACCIDENTI!”
Hutch diede
loro un appuntamento a Parigi.
Rossi aveva
inserito il viva voce, durante la sua chiamata.
“Noi
decolliamo dal Nevada, voi fate altrettanto dalla California, Penelope sta
monitorando i cellulari, ma risultano ancora a Los Angeles, entrambi spenti”
“Questa è una
pessima notizia” – mormorò Dave.
“Il tenente
Hemsworth sta cercando di avere un recapito, ma questo Ivo pare non abbia
lasciato detto nulla, né nel palazzo dove risiede e tanto meno alla segreteria
scolastica: è assurdo”
“Aaron questo
fa temere sul serio per la vita di Tim …”
Kevin non
riusciva neppure a respirare per la tensione.
Erano
sopraggiunti anche Scott e Jimmy: il giovane non aveva idea di dove fossero
diretti esattamente, la conferenza risultò inesistente e nessun albergo della
capitale francese, aveva una prenotazione a nome dei due.
Rossi, con calma,
pose alcuni quesiti a Jimmy.
Ormai erano
sul jet di Meliti e, con Scott, si erano aggregati.
“E’ stato
generico … Quando ci andò con Kevin mi
disse ogni dettaglio” – rivelò agitato.
“Come li ha
uccisi?” – chiese improvviso e come in trance il bassista.
Derek e
Spencer si scrutarono.
Glam perse un
battito, come il resto dei passeggeri, nell’attesa di quel chiarimento, che non
si fece attendere.
“Stuprati e
strangolati” – rivelò Morgan.
“Kevin, tu sei
andato a trovarlo, giusto?”
“Sì Dave …”
“Hai notato
qualcosa?”
“C’erano …
c’erano i bagagli pronti” – si commosse e Jared andò ad abbracciarlo.
“Forse tu hai
visto qualche cosa, ma ora non lo ricordi … Chiudi gli occhi, ok?”
Con quella
voce Rossi avrebbe potuto anche ipnotizzare una persona, Glam lo pensò, ma in
realtà tranquillizzava il suo interlocutore, permettendogli di fare un passo
indietro, in quel living, dove c’era ordine, le valigie – “… il notebook acceso
… su di una pagina arancione …” – Kevin spalancò le palpebre – “Un hotel! Sì,
lampeggiava un riquadro rosso, con sopra scritto prenotazione confermata” – disse scosso.
“Ok! Garcia ci
sei?”
“Eccomi, avete
una traccia?”
“C’era anche
una fontana!” – affermò Kevin di botto, rammentando sempre più particolari.
Rossi
riassunse concitato quegli indizi a Penelope – “Escludi gli alberghi sino ai
quattro stelle, vedi i cinque, anche extra lusso, Ivo Steadman non baderà a
spese per il suo futuro marito!”
“Ok, ma se
avessi un nome … provo con Ivo o Tim semplicemente” – stava digitando
velocissima – “No, niente, porca miseria!”
Jimmy si alzò,
grattandosi la nuca.
“Un tempo …
Ecco quando noi” – arrossì.
Scott gli
diede una carezza – “Avanti piccolo, se puoi darci una mano”
“Sì lo vorrei
davvero, Tim è il mio migliore amico”
“Lo so Jimmy
…” – disse dolce il medico.
“Sì, insomma,
Tim cambiava nome, quando incontrava tipi strani, che non lo convincevano, così
che se fossero tornati a cercarlo nei bar dove … lavoravamo, nessuno avrebbe
potuto identificarlo: era qualcosa come …”
“Come??!” – lo
incitò quasi, Garcia.
“Ah sì! Thomas
Lander!”
“D’accordo lo
cerco … Uhm … Tom … Tommy … Thomas Lander! Trovato! Hotel
Bel Ami, sto inviando la mappa sui vostri tablet, siamo a cavallo!” – decretò
entusiasta.
Reid si lisciò
il mento.
“Eppure qualcosa
non torna: Ivo frequenta Tim da un sacco di tempo, come mai non l’ha mai
ucciso? Avrebbe anche potuto mascherare l’omicidio, per via dell’ambiente …
lavorativo del ragazzo, non me ne voglia Jimmy” – e sorrise imbarazzato.
“Forse lo ama …”
– mormorò Jared.
“E forse amava
anche quelli che ha fatto fuori” – inveii Kevin, tormentandosi le nocche, che
Leto gli allontanò dai denti.
Rossi sbuffò –
“Aaron avrà già avvertito la polizia locale, però dovranno muoversi con cautela:
se Ivo si accorge di essere braccato, allora Tim correrà ancora più rischi”
“Perché tu
credi che ci sia una possibilità di salvezza?” – si intromise Geffen – “E che
come dice Jared, quello stronzo sia innamorato di Tim? Perché vedi, Lula ne è
convinto”
Dave sorrise –
“Il tuo bimbo, il vostro bimbo …” – guardò anche Kevin – “… è straordinario, ma
ho paura abbia unicamente avvertito quel lato della personalità di Ivo diciamo …
buona”
“Peraltro ha
anche detto che Ivo vuole sposare Tim ad ogni costo ed io ne ho dedotto fosse
diventata un’ossessione per lui” – puntualizzò angosciato.
“Glam noi
dovremo avvicinarci con la massima cautela, sperando di isolare Ivo in qualche
modo, di affrontarlo e porlo in arresto: un buon avvocato potrebbe farlo uscire
dopo cinque minuti, anche se siamo dell’FBI, perché il riscontro che ci ha
fatti precipitare a Parigi, potrebbe anche non avere alcun fondamento”
“Per questo
chiedevi tempo, per trovare altre coincidenze?” – domandò Kevin.
“Infatti …” –
ammise mesto il detective.
“E se fosse
innocente?” – disse Colin.
“Già, se
questa fosse una caccia alle streghe?” – si inserì Jude.
Harry si era
assopito sul petto di Louis, isolatosi da quella conversazione inquietante,
ascoltando il suo i-pod.
Downey gli
passò accanto, dandogli una carezza tra i capelli e lui rispose con un sorriso
pulito.
Law notò
quelle attenzioni e, per nulla infastidito, accolse con tenerezza il consorte tra
le proprie ali, nella speranza di fare almeno un sonnellino, prima di
atterrare.
“Ehi tesoro …
sei così premuroso con quei cuccioli” – gli sussurrò, baciandolo nel collo.
“Spero di non”
“Assolutamente
Rob” – gli sorrise limpido, scrutandolo amorevole.
Downey arrossì
– “Io … volevo parlarti di un’idea che mi era venuta in mente …”
“Ti ascolto” –
ribatté partecipe.
L’americano
sospirò – “Non è questa la situazione adatta Judsie … Quando rientriamo, ok?”
“Promesso?”
“Promesso
amore” – e lo baciò, intenso.
Nessun commento:
Posta un commento