giovedì 20 giugno 2013

ZEN - CAPITOLO N. 135

Capitolo n. 135  -  zen


Il pollice di Jude segnò dapprima il labbro inferiore di Robert, mentre lo stava baciando ed amando, per poi salire al suo zigomo sinistro, avvolgendolo con il palmo caldo e profumato di loro.
Downey si inarcò leggermente, presagendo l’orgasmo in ogni sua terminazione, oltre al fatto che il compagno si stava ingrossando in lui, consumandolo nel frattempo di baci voraci e dolcissimi, in quella sinergia che apparteneva alla coppia sino dal primo incontro e non solo in un letto.
Rob gemette forte, venendo senza neppure essere toccato: un’ulteriore consuetudine, che convalidava l’intesa tra i due, sempre vivida, dopo un tempo non sempre facile, ma costellato in ogni caso di anni meravigliosi.


“Chi sono queste persone? Dove siamo qui Louis?”
Vassily sorrise ad Harry, livido per quel rapimento, anche se eseguito nella massima gentilezza e senza alcuna costrizione.

“Lui è … è un body guard …”
Vas annuì, poi si allontanò, prendendo per mano un Peter divertito.

“E magari sta insieme a quell’altro?” – sbottò il ragazzino, paonazzo per la tensione.
Intuiva alcuni dettagli del guaio, in cui si era cacciato Louis, chissà con quale azzardata strategia.

“Ho avuto un colloquio con il signor Geffen … cioè glielo ho chiesto”
“Geffen?! Glam Geffen, l’avvocato??”
“Sì … il tuo idolo …” – rise, sapendo quanto il fidanzato lo stimasse, per ragioni professionali.
“Su cosa Lou??”
“Non agitarti … Vieni, facciamo un tuffo, Antonio, il boss di questa reggia, mi ha indicato gli spogliatori, con il necessario, così dice …”
“Ma sei impazzito? Non siamo mica al Country Club!” – ribatté stranito, seppure seguendolo sino a delle cabine colorate, fatte installare di recente a ridosso della piscina.
Si spogliarono a vicenda, spiandosi nell’elasticità dei rispettivi corpi magri.
“Mio Dio Harry …”
Louis non sapeva resistere e così iniziò ad infilargli le mani dappertutto, facendolo ridere, poi ansimare piano, finché le loro bocche andarono a sigillarsi, bollenti.


Lula fece una smorfia, mentre riponeva i suoi pennarelli.
Violet ritagliava delle figure, che servivano ad un collage, da donare a Rebecca per il suo compleanno.
Geffen li osservava, seduto in poltrona: faceva finta di leggere un giornale, nell’attesa di avere notizie da Kevin.

“Soldino potresti venire qui?” – chiese dolce, ma incerto.
Il bimbo era ancora distaccato, anche se non negava mai un sorriso a Glam.

“Eccomi papà”
“Tesoro” – e lo strinse sul cuore.
“Che c’è, non stai bene?” – domandò piano, appendendosi al suo collo.
“So di non potere pretendere nulla, ti ho deluso e”
“Uffi quanto parli” – e strofinò il suo nasino a quello del padre.
“Lula …” – ormai piangeva emozionato.
“Sono qui!” – rise.
Geffen si sollevò, roteando sul posto insieme a lui – “Sei tutta la mia vita amore”
“Anche tu papà …”
Si guardarono.
“Lula tu … tu sai o senti se”
“E’ andata maluccio” – rivelò triste.
“Tim non ha voluto dare retta a papake …?”
“Purtroppo no … E’ così arrabbiato con papi Kevin …”
“Volevo chiederti una cosa amore …”
“Okkei”
“A proposito di Ivo … Che ne pensi?”
“Io so che lui ama molto zio Tim … Lo ha sempre amato, ma a volte non sa … Non sa comportarsi …” – spiegò assorto.
“E’ … Cattivo con lui?”
“Adesso no … Vuole sposarlo a tutti i costi”
Un’ossessione, Glam lo pensò, turbandosi maggiormente.
“Papà sai … Io sarei felice di riavere i miei super papà vicini, però so che tu faresti solo pasticci e papake starebbe così male …”
“Hai ragione Lula ed io sto cercando di farlo capire a Kevin da mesi …”
“Questo l’ho capito … E’ lui che è uno zuccone!” – e rise solare.


Louis stava abbarbicato sull’addome di Harry, intento a giocare con le ciocche dei suoi capelli morbidi.
Non erano ancora usciti da quella casupola in legno, arredata con divanetti e cuscini, tra i quali si erano sistemati, dopo essersi accarezzati, avidi di sensazioni e piacere.

“Lou mi spieghi adesso cosa”
“Sì amore” – e lo guardò.
Harry sorrise, nel sentirsi chiamare in quel modo, non c’era abituato.
Louis lo baciò ancora ed ancora, senza alcun desiderio di dargli spiegazioni.
“Ho … ho così voglia di” – gli sussurrò roca nel collo e poi nella bocca, dove andò a precipitare, stritolato quasi dalla morsa di Harry.

Erano felici, senza dirselo.

“Non qui Lou” – si lamentò, spostandolo delicatamente.
“Ok … Sarò breve” – e sospirò.
“Ti ascolto”
“Si tratta di Ivo: ha chiesto a Tim di sposarlo e lui stava con Kevin, l’ex di Geffen.”
“Accidenti …”
“E … visti i precedenti, Glam e Kevin, nonché Lula, sono preoccupati per Tim: Ivo è un violento o almeno lo era”
Harry deglutì a vuoto, spalancando i suoi fanali da cucciolo.
Louis lo strinse a sé immediatamente, cogliendo le sue deduzioni logiche.

“A me non ha mai fatto niente, ok piccolo?” – disse piano, confortandolo.
“Ok Lou …”
“Mi hanno chiesto di parlare con Tim per convincerlo, dopo l’incontro di oggi da Barny”
“In che senso?”
“Nel senso che Ivo mi ha fatto capire che se volessi, potremmo ancora vederci e fare … fare sesso … per la mia carriera”
“Mentre invece Tim crede che ora lui sia fedele? Che sia cambiato?”
“Hai colto nel segno … come sempre” – gli sorrise dolce, spostandogli il ciuffo dalla fronte spaziosa, dove poi andò a posare un altro bacio, intenso.


Il ventre di Tim non era molto diverso da quello di Harry e lì riposava Ivo.
Avevano fatto l’amore in silenzio, al buio, dopo che il giovane era riuscito a mascherare il proprio disagio, dopo lo scontro con Kevin.
Quel nome gli rimbombava nel cervello, Louis.
Al centro del petto, comunque, avvertì più inquietante la paura di indagare, di scavare, temendo la reazione di Ivo.
Questo lo sconvolse maggiormente.
Nel profondo, neppure lui era certo del suo avere voltato pagina a livello caratteriale, quindi doveva prendere una decisione.
E doveva farlo subito.








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