Capitolo n. 135 - zen
Il pollice di Jude
segnò dapprima il labbro inferiore di Robert, mentre lo stava baciando ed
amando, per poi salire al suo zigomo sinistro, avvolgendolo con il palmo caldo
e profumato di loro.
Downey si inarcò
leggermente, presagendo l’orgasmo in ogni sua terminazione, oltre al fatto che
il compagno si stava ingrossando in lui, consumandolo nel frattempo di baci
voraci e dolcissimi, in quella sinergia che apparteneva alla coppia sino dal
primo incontro e non solo in un letto.
Rob gemette forte,
venendo senza neppure essere toccato: un’ulteriore consuetudine, che
convalidava l’intesa tra i due, sempre vivida, dopo un tempo non sempre facile,
ma costellato in ogni caso di anni meravigliosi.
“Chi sono queste
persone? Dove siamo qui Louis?”
Vassily sorrise ad
Harry, livido per quel rapimento, anche se eseguito nella massima gentilezza e
senza alcuna costrizione.
“Lui è … è un body
guard …”
Vas annuì, poi si
allontanò, prendendo per mano un Peter divertito.
“E magari sta insieme
a quell’altro?” – sbottò il ragazzino, paonazzo per la tensione.
Intuiva alcuni
dettagli del guaio, in cui si era cacciato Louis, chissà con quale azzardata
strategia.
“Ho avuto un
colloquio con il signor Geffen … cioè glielo ho chiesto”
“Geffen?! Glam
Geffen, l’avvocato??”
“Sì … il tuo idolo …”
– rise, sapendo quanto il fidanzato lo stimasse, per ragioni professionali.
“Su cosa Lou??”
“Non agitarti …
Vieni, facciamo un tuffo, Antonio, il boss di questa reggia, mi ha indicato gli
spogliatori, con il necessario, così dice …”
“Ma sei impazzito?
Non siamo mica al Country Club!” – ribatté stranito, seppure seguendolo sino a
delle cabine colorate, fatte installare di recente a ridosso della piscina.
Si spogliarono a
vicenda, spiandosi nell’elasticità dei rispettivi corpi magri.
“Mio Dio Harry …”
Louis non sapeva
resistere e così iniziò ad infilargli le mani dappertutto, facendolo ridere,
poi ansimare piano, finché le loro bocche andarono a sigillarsi, bollenti.
Lula fece una
smorfia, mentre riponeva i suoi pennarelli.
Violet ritagliava
delle figure, che servivano ad un collage, da donare a Rebecca per il suo
compleanno.
Geffen li osservava,
seduto in poltrona: faceva finta di leggere un giornale, nell’attesa di avere
notizie da Kevin.
“Soldino potresti
venire qui?” – chiese dolce, ma incerto.
Il bimbo era ancora
distaccato, anche se non negava mai un sorriso a Glam.
“Eccomi papà”
“Tesoro” – e lo
strinse sul cuore.
“Che c’è, non stai
bene?” – domandò piano, appendendosi al suo collo.
“So di non potere
pretendere nulla, ti ho deluso e”
“Uffi quanto parli” –
e strofinò il suo nasino a quello del padre.
“Lula …” – ormai
piangeva emozionato.
“Sono qui!” – rise.
Geffen si sollevò,
roteando sul posto insieme a lui – “Sei tutta la mia vita amore”
“Anche tu papà …”
Si guardarono.
“Lula tu … tu sai o
senti se”
“E’ andata maluccio”
– rivelò triste.
“Tim non ha voluto
dare retta a papake …?”
“Purtroppo no … E’
così arrabbiato con papi Kevin …”
“Volevo chiederti una
cosa amore …”
“Okkei”
“A proposito di Ivo …
Che ne pensi?”
“Io so che lui ama
molto zio Tim … Lo ha sempre amato, ma a volte non sa … Non sa comportarsi …” –
spiegò assorto.
“E’ … Cattivo con
lui?”
“Adesso no … Vuole
sposarlo a tutti i costi”
Un’ossessione, Glam
lo pensò, turbandosi maggiormente.
“Papà sai … Io sarei
felice di riavere i miei super papà vicini, però so che tu faresti solo
pasticci e papake starebbe così male …”
“Hai ragione Lula ed
io sto cercando di farlo capire a Kevin da mesi …”
“Questo l’ho capito …
E’ lui che è uno zuccone!” – e rise solare.
Louis stava
abbarbicato sull’addome di Harry, intento a giocare con le ciocche dei suoi
capelli morbidi.
Non erano
ancora usciti da quella casupola in legno, arredata con divanetti e cuscini,
tra i quali si erano sistemati, dopo essersi accarezzati, avidi di sensazioni e
piacere.
“Lou mi
spieghi adesso cosa”
“Sì amore” – e
lo guardò.
Harry sorrise,
nel sentirsi chiamare in quel modo, non c’era abituato.
Louis lo baciò
ancora ed ancora, senza alcun desiderio di dargli spiegazioni.
“Ho … ho così
voglia di” – gli sussurrò roca nel collo e poi nella bocca, dove andò a
precipitare, stritolato quasi dalla morsa di Harry.
Erano felici,
senza dirselo.
“Non qui Lou” –
si lamentò, spostandolo delicatamente.
“Ok … Sarò
breve” – e sospirò.
“Ti ascolto”
“Si tratta di
Ivo: ha chiesto a Tim di sposarlo e lui stava con Kevin, l’ex di Geffen.”
“Accidenti …”
“E … visti i
precedenti, Glam e Kevin, nonché Lula, sono preoccupati per Tim: Ivo è un
violento o almeno lo era”
Harry deglutì
a vuoto, spalancando i suoi fanali da cucciolo.
Louis lo
strinse a sé immediatamente, cogliendo le sue deduzioni logiche.
“A me non ha
mai fatto niente, ok piccolo?” – disse piano, confortandolo.
“Ok Lou …”
“Mi hanno chiesto
di parlare con Tim per convincerlo, dopo l’incontro di oggi da Barny”
“In che senso?”
“Nel senso che
Ivo mi ha fatto capire che se volessi, potremmo ancora vederci e fare … fare
sesso … per la mia carriera”
“Mentre invece
Tim crede che ora lui sia fedele? Che sia cambiato?”
“Hai colto nel
segno … come sempre” – gli sorrise dolce, spostandogli il ciuffo dalla fronte
spaziosa, dove poi andò a posare un altro bacio, intenso.
Il ventre di
Tim non era molto diverso da quello di Harry e lì riposava Ivo.
Avevano fatto
l’amore in silenzio, al buio, dopo che il giovane era riuscito a mascherare il
proprio disagio, dopo lo scontro con Kevin.
Quel nome gli
rimbombava nel cervello, Louis.
Al centro del
petto, comunque, avvertì più inquietante la paura di indagare, di scavare,
temendo la reazione di Ivo.
Questo lo
sconvolse maggiormente.
Nel profondo,
neppure lui era certo del suo avere voltato pagina a livello caratteriale,
quindi doveva prendere una decisione.
E doveva farlo
subito.
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