sabato 15 giugno 2013

ZEN - CAPITOLO N. 131

Capitolo n. 131  -  zen


Kevin lo aveva sollevato e fatto stendere sul bordo della piscina, dove avevano nuotato senza parlarsi, per poi finire l’uno nelle braccia dell’altro.

C’era un materassino, perfetto per quello che il bassista aveva immaginato, mentre si sistemava tra le gambe di Tim, nel buio interrotto dal riverbero di alcune lampade alogene verdastre, senza uscire dall’acqua, restando in piedi sopra al primo gradino della scalinata a scendere in quella vasca ovale.

Si insinuò in lui con delicatezza; erano già nudi e caldissimi, ma rimandavano il contatto più importante: un bacio vibrante, che arrivò, dopo che Kevin si era spinto nel canale stretto ed umido del compagno, per poi piegarsi verso di lui, succhiandone prima i capezzoli turgidi ed infine le labbra succose.
Lo teneva per le spalle atletiche, ma acerbe, come il resto di Tim, ancora più sensuale, nel gemere ad ogni colpo di Kevin, ondeggiando, ansante e febbrile, in grado di procurargli un orgasmo perpetuo e profondo.

Quello era il tempo perfetto tra loro.
Tim se lo conficcò nel cervello, quel pensiero scomodo, fino al mattino seguente, quando incontrò Ivo.


Harry stava sgranocchiando pop corn, bevendo una spremuta di agrumi misti.
Era un po’ infantile, ma aveva saltato la colazione e sussultava ad ogni rumore, proveniente dal parcheggio del bar, in cui aspettava Louis.
Finalmente arrivò, insieme al suo sorriso accattivante e solare.

Si corsero incontro, senza badare ai presenti, distratti dal sole di fine agosto, in una Los Angeles incandescente da settimane.

“Ehi …”
“Ciao Harry”
Si strinsero, senza baciarsi, se non nel collo, appena.

“Sei dimagrito ancora Lou”
“No, dove …?” – sorrise timido, senza staccarsi.
“Qui …” – e gli sollevò la t-shirt, rivelando il suo fisico perfetto.
“Anche tu allora” -  bissò, curiosando sotto la camicia di Harry, anche per cercare nuovi tatuaggi, sul busto asciutto e ben disegnato nei punti giusti.

Louis li avrebbe leccati uno ad uno, come stava di certo fantasticando un avventore di mezza età, mentre non gli staccava gli occhi da dosso, ipnotizzato dal ragazzo.
Harry si infastidì notando anche il compiacimento dell’amico, vanitoso nei momenti sbagliati.
Lo strattonò sino al tavolino, dove c’erano i resti del suo pasto inconsueto per l’ora.

“Cosa mangi Harry?”
“Una cosa salata … Tu che prendi?”
“Mmm direi … la tua confessione!” – rise di nuovo.
Era meraviglioso.
Ad Harry si fermò il cuore, si chiuse lo stomaco.
Accidenti a quella folla.
Anche se poco più in là due studenti si stavano baciando.
Nessuno avrebbe protestato, il mondo cambiava.
Forse.

“Come sta Ivo?” – chiese quasi brusco, vedendo il nome del professore inciso su di un bracciale mai visto al polso di Louis.
“E’ stronzo, che pensavi? Ah questo?” – se lo strappò, buttandolo in un cestino poco distante.
Harry sorrise, rinfrancato da quel gesto deciso.

“Io credevo che voi aveste una storia seria, anche per colpa mia Lou”
“In che senso?”
“Ti ha portato in Scozia …”
“Solo perché non aveva di meglio da fare, anzi, in mancanza di chi ama … Gli andavo a genio persino io, anche per ovvi motivi …” – ed assottigliò le palpebre.
Harry arrossì.
“Nonché il sottoscritto e la sua imbranataggine, capisco che eri stufo marcio di aspettarmi” – si lamentò.

Louis divenne serio, prendendogli i polsi, amorevole.
“Ne valeva la pena … Solo che … a me piace il sesso, Harry, sono stato chiaro fin dall’inizio oppure no?” – precisò dolce.
“Sì … A mia volta … sono stato sincero …”
Louis si rabbuiò.

Le molestie subite da Harry, durante l’adolescenza, da un patrigno spesso ubriaco e violento, lo avevano segnato.

Lui si era proposto di aiutarlo, portandolo ad accettarsi nella propria omosessualità, specialmente quando Harry si era fissato con una ragazza, vaneggiando persino di volerla sposare, nonché moltiplicarsi insieme a lei.

Si stavano guardando, ora.
“Lou … io voglio … io vorrei”
“TU vuoi” – arrise, convinto di doverlo sostenere in quel preciso e preziosissimo istante.
“Facciamo l’amore?”
Louis lo avrebbe mangiato di baci, mordicchiando quella sua bocca profumata di frutta e sale, già perso nel suo sguardo di cucciolo impaurito, ma pronto a vincere quella battaglia grazie a ciò che provavano.

“Io sono innamorato di te, dal primo minuto, dal primo ciao, Harry”

L’acceleratore era a tavoletta e Louis odiava i giri di parole, tanto più i giochetti.
Di Harry si fidava cecamente; non l’avrebbe mai deluso.
Mai.


Ivo le nascose, vedendolo arrivare.
Lo raggiunse, con fare impacciato.

“Ciao Tim …”
“Bentornato prof” – e si lasciò avvolgere.
“Come vanno le vacanze?”
“Insomma … Siamo stati alle Hawaii, con Lula”
“Ne sono … felice” – sorrise tirato, riaccomodandosi sulla panchina.
Erano in un parco.

“Ti sento un po’ teso Tim …”
“Lo sono … Non la smettiamo di scontrarci a causa di Glam, anzi, per essere sinceri e coerenti, per l’attaccamento che Kevin continua a nutrire nei suoi riguardi”
“Un cordone ombelicale difficile da staccare … Da quel poco che so, Kevin si è affidato totalmente a quest’uomo, che peraltro considera anche come un padre”
Tim annuì mesto – “E c’è qualcosa di … torbido, penso lo ecciti, in qualche recondito angolo del suo intimo, poterlo pensare in quel modo quando”
Il giovane si interruppe brusco.
Scosse poi la testa spettinata – “No, non mi ha più tradito con lui, almeno lo spero …”
“Non sa cosa potrebbe perdere, sai Tim? Io l’ho imparato sulla mia pelle … ed è stato terribile”
Gli prese le dita, intrecciandole alle proprie ed inginocchiandosi ai suoi piedi.
La bocca di Tim si schiuse, stupita, le sue iridi brillarono.
Quando poi vide, cosa Ivo stava per donargli, il suo fiato si mozzò.

“So che esistono mille maniere romantiche per farlo, ma io te lo chiedo e basta: vuoi sposarmi Tim?”
La sua gola era asciutta, le pulsazioni a mille.

“Ivo …”
“Ho trentacinque anni, piccolo, vorrei davvero costruire un futuro più sano, che mi dia gioia, anche con … con un bimbo … nostro”
“Co cosa …?” – mormorò esterrefatto.
“So che ami Lula, credo tu non debba smettere mai, però un figlio, che scegliesse noi … Soltanto noi, amore …” – e gli baciò i palmi, intenso.

Ciò che li circondava sembrava proiettarsi improvviso in una dimensione parallela.
Dove tutto poteva funzionare.

Tim prese un lungo respiro, poi si illuminò, pervaso da quel sogno, che sembrava realizzarsi.

“Sì … Ivo, sì.”




LOUIS AND HARRY


TIM AND IVO

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