Capitolo n. 131 - zen
Kevin lo aveva
sollevato e fatto stendere sul bordo della piscina, dove avevano nuotato senza
parlarsi, per poi finire l’uno nelle braccia dell’altro.
C’era un materassino,
perfetto per quello che il bassista aveva immaginato, mentre si sistemava tra
le gambe di Tim, nel buio interrotto dal riverbero di alcune lampade alogene
verdastre, senza uscire dall’acqua, restando in piedi sopra al primo gradino
della scalinata a scendere in quella vasca ovale.
Si insinuò in lui con
delicatezza; erano già nudi e caldissimi, ma rimandavano il contatto più
importante: un bacio vibrante, che arrivò, dopo che Kevin si era spinto nel
canale stretto ed umido del compagno, per poi piegarsi verso di lui,
succhiandone prima i capezzoli turgidi ed infine le labbra succose.
Lo teneva per le
spalle atletiche, ma acerbe, come il resto di Tim, ancora più sensuale, nel
gemere ad ogni colpo di Kevin, ondeggiando, ansante e febbrile, in grado di
procurargli un orgasmo perpetuo e profondo.
Quello era il tempo
perfetto tra loro.
Tim se lo conficcò
nel cervello, quel pensiero scomodo, fino al mattino seguente, quando incontrò
Ivo.
Harry stava
sgranocchiando pop corn, bevendo una spremuta di agrumi misti.
Era un po’ infantile,
ma aveva saltato la colazione e sussultava ad ogni rumore, proveniente dal
parcheggio del bar, in cui aspettava Louis.
Finalmente arrivò,
insieme al suo sorriso accattivante e solare.
Si corsero incontro,
senza badare ai presenti, distratti dal sole di fine agosto, in una Los Angeles
incandescente da settimane.
“Ehi …”
“Ciao Harry”
Si strinsero, senza
baciarsi, se non nel collo, appena.
“Sei dimagrito ancora
Lou”
“No, dove …?” –
sorrise timido, senza staccarsi.
“Qui …” – e gli
sollevò la t-shirt, rivelando il suo fisico perfetto.
“Anche tu allora” - bissò, curiosando sotto la camicia di Harry,
anche per cercare nuovi tatuaggi, sul busto asciutto e ben disegnato nei punti
giusti.
Louis li avrebbe
leccati uno ad uno, come stava di certo fantasticando un avventore di mezza
età, mentre non gli staccava gli occhi da dosso, ipnotizzato dal ragazzo.
Harry si infastidì
notando anche il compiacimento dell’amico, vanitoso nei momenti sbagliati.
Lo strattonò sino al
tavolino, dove c’erano i resti del suo pasto inconsueto per l’ora.
“Cosa mangi Harry?”
“Una cosa salata … Tu
che prendi?”
“Mmm direi … la tua
confessione!” – rise di nuovo.
Era meraviglioso.
Ad Harry si fermò il
cuore, si chiuse lo stomaco.
Accidenti a quella
folla.
Anche se poco più in
là due studenti si stavano baciando.
Nessuno avrebbe
protestato, il mondo cambiava.
Forse.
“Come sta Ivo?” –
chiese quasi brusco, vedendo il nome del professore inciso su di un bracciale
mai visto al polso di Louis.
“E’ stronzo, che
pensavi? Ah questo?” – se lo strappò, buttandolo in un cestino poco distante.
Harry sorrise,
rinfrancato da quel gesto deciso.
“Io credevo che voi
aveste una storia seria, anche per colpa mia Lou”
“In che senso?”
“Ti ha portato in
Scozia …”
“Solo perché non
aveva di meglio da fare, anzi, in mancanza di chi ama … Gli andavo a genio
persino io, anche per ovvi motivi …” – ed assottigliò le palpebre.
Harry arrossì.
“Nonché il
sottoscritto e la sua imbranataggine, capisco che eri stufo marcio di
aspettarmi” – si lamentò.
Louis divenne serio,
prendendogli i polsi, amorevole.
“Ne valeva la pena …
Solo che … a me piace il sesso, Harry, sono stato chiaro fin dall’inizio oppure
no?” – precisò dolce.
“Sì … A mia volta …
sono stato sincero …”
Louis si rabbuiò.
Le molestie subite da
Harry, durante l’adolescenza, da un patrigno spesso ubriaco e violento, lo
avevano segnato.
Lui si era proposto
di aiutarlo, portandolo ad accettarsi nella propria omosessualità, specialmente
quando Harry si era fissato con una ragazza, vaneggiando persino di volerla
sposare, nonché moltiplicarsi insieme
a lei.
Si stavano guardando,
ora.
“Lou … io voglio … io
vorrei”
“TU vuoi” – arrise,
convinto di doverlo sostenere in quel preciso e preziosissimo istante.
“Facciamo l’amore?”
Louis lo avrebbe
mangiato di baci, mordicchiando quella sua bocca profumata di frutta e sale,
già perso nel suo sguardo di cucciolo impaurito, ma pronto a vincere quella
battaglia grazie a ciò che provavano.
“Io sono innamorato
di te, dal primo minuto, dal primo ciao,
Harry”
L’acceleratore era a
tavoletta e Louis odiava i giri di parole, tanto più i giochetti.
Di Harry si fidava
cecamente; non l’avrebbe mai deluso.
Mai.
Ivo le nascose,
vedendolo arrivare.
Lo raggiunse, con
fare impacciato.
“Ciao Tim …”
“Bentornato prof” – e
si lasciò avvolgere.
“Come vanno le
vacanze?”
“Insomma … Siamo
stati alle Hawaii, con Lula”
“Ne sono … felice” –
sorrise tirato, riaccomodandosi sulla panchina.
Erano in un parco.
“Ti sento un po’ teso
Tim …”
“Lo sono … Non la
smettiamo di scontrarci a causa di Glam, anzi, per essere sinceri e coerenti,
per l’attaccamento che Kevin continua a nutrire nei suoi riguardi”
“Un cordone
ombelicale difficile da staccare … Da quel poco che so, Kevin si è affidato
totalmente a quest’uomo, che peraltro considera anche come un padre”
Tim annuì mesto – “E
c’è qualcosa di … torbido, penso lo ecciti, in qualche recondito angolo del suo
intimo, poterlo pensare in quel modo quando”
Il giovane si
interruppe brusco.
Scosse poi la testa
spettinata – “No, non mi ha più tradito con lui, almeno lo spero …”
“Non sa cosa potrebbe
perdere, sai Tim? Io l’ho imparato sulla mia pelle … ed è stato terribile”
Gli prese le dita,
intrecciandole alle proprie ed inginocchiandosi ai suoi piedi.
La bocca di Tim si
schiuse, stupita, le sue iridi brillarono.
Quando poi vide, cosa
Ivo stava per donargli, il suo fiato si mozzò.
“So che esistono
mille maniere romantiche per farlo, ma io te lo chiedo e basta: vuoi sposarmi
Tim?”
La sua gola era
asciutta, le pulsazioni a mille.
“Ivo …”
“Ho trentacinque
anni, piccolo, vorrei davvero costruire un futuro più sano, che mi dia gioia,
anche con … con un bimbo … nostro”
“Co cosa …?” –
mormorò esterrefatto.
“So che ami Lula,
credo tu non debba smettere mai, però un figlio, che scegliesse noi … Soltanto
noi, amore …” – e gli baciò i palmi, intenso.
Ciò che li circondava
sembrava proiettarsi improvviso in una dimensione parallela.
Dove tutto poteva
funzionare.
Tim prese un lungo
respiro, poi si illuminò, pervaso da quel sogno, che sembrava realizzarsi.
“Sì … Ivo, sì.”
TIM AND IVO
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