martedì 4 giugno 2013

ZEN - CAPITOLO N. 126

Capitolo n. 126  -  zen


Jared corresse l’ultimo accordo sullo spartito, poi ne ascoltò il suono, attraverso la propria esecuzione al pianoforte, all’interno del loft di Malibu, dove si apprestava a registrare un nuovo pezzo.
Quando suonarono, pensò che Kevin o Christopher avessero dimenticato le chiavi, perché Shan e Tomo lo avevano già avvisato del loro ritardo.
Si ritrovò davanti Geffen, abbronzato e vestito con jeans e t-shirt.

“Ciao … Ho portato del gelato” – disse in pieno imbarazzo.
“Glam … Non sapevo fossi rientrato anche tu a Los Angeles” – gli sorrise, avvampando e facendo un passo indietro per farlo accomodare.
“Kevin mi ha detto che lo avrei trovato qui … Non ci siamo ancora visti, sono arrivati stanotte dalle Hawaii” – spiegò avanzando cauto.
“Entra pure, questo lo metto in frigo, spero sia acceso, sai non ci passo da settimane … Kevin era molto assonnato quando gli ho detto che avremmo lavorato e Chris anche peggio” – rise, facendosi seguire dall’avvocato.
“Lui e Steve non erano in Spagna?”
“Sì, ma Clarissa è allergica al sole ed a qualche pianta o fiore … Me l’ha spiegato, ma non stavo attento” – scrollò le spalle, rimettendosi allo strumento.
“Ok … Colin sta bene?”
“Lavora” – sorrise a metà – “Oggi c’è la scena del bacio, avrebbe voluto la mia presenza, ma figurati” – fece una smorfia allegra.
“Del bacio?”
“Sì, con Taylor … Quel ragazzino che forse va a letto con Derado e Xavy, sì insomma non si capisce … Sto facendo gossip”
“Divertente … Phil è impazzito?”
“Ops … A volte dimentico che Xavier è il padre di Drake …”
“Già, certo che io sono il meno adatto a fare delle prediche, però vorrei sapere cosa ne pensa Pam”
“Siediti, dai, non pensarci … Pamela procede nella gravidanza senza intoppi?”
“A quanto pare sì” – replicò assorto.
“Due maschietti: come li chiamerete?”
Geffen sorrise – “Pensi già che giocheranno con i vostri gemelli?”
“Perché no? Ovvio che sì …” – bissò sereno.
“Tu come stai, Jared?”
Il cantante si leccò le labbra, guardandosi in giro, emozionato – “Il viaggio a Rodi è stato un disastro, in principio … Poi la lite insieme a Colin è degenerata ad un livello … infimo” – lo rivelò comunque ridendo – “Ci siamo persino picchiati”
“Scherzi?”
“No Glam … Una zuffa, mica un rissa …” – e si toccò i capelli – “E’ stato un passaggio terapeutico, ha sciolto un po’ di nodi … Quello focale è che non perdonerò mai Colin per Haiti, l’abbiamo capito, ora lo stiamo metabolizzando, dopo averlo elaborato senza fare sconti”
“Forse è la cosa migliore …” – asserì senza convinzione.
“Quindi il mio … attaccamento a te … Ma sto guarendo, giuro”
“Vuoi rassicurarmi? La … malattia in persona?”
“Non sei questo, Glam … Domani riprendo l’analisi, anche per evitare gli psicofarmaci, che di recente mi tentavano, purtroppo …”
“Di questo mi dispiace Jay” – ribatté sincero.
“Io amo Colin, vorrei comprendere come mai stiamo ancora insieme, dopo tutto questo … E con ciò che provo per te … Lui come fa ad amarmi ancora, ecco”
“Bel dilemma”
“Jude ha … ha scritto un’e-mail a Colin a proposito …”
“Con le buone nuove?” – sorrise amaro.
Leto annuì triste.
“Non hai idea di cosa si sono detti quando Jude ha lasciato Robert … Gli ha girato la situazione, facendo un parallelo con la nostra di storia … E la mia, con te …”
“Mi sembri molto fragile, non vorrei ti capitasse di nuovo qualcosa di spiacevole, non farmi stare in pensiero e per il resto … Come posso aiutarti?”
“Di … di spiacevole Glam …?”
“Mi riferisco alle tue dipendenze, non certo a Colin” – chiarì con una certa severità, ma probabilmente era solo il segno di quanto fosse esausto, per ovvie ragioni.
“No tranquillo … E per l’aiuto … Non me lo hai mai negato, è un tuo punto di forza …”
“Laurie ti ha fatto compilare una scheda su tutti i tuoi amanti? O … amori?” – chiese mestamente sarcastico.
“No … Sono le mie … valutazioni personali … intime, Glam”
“Hai tutto il diritto di farle” – si alzò.
Qualcuno era entrato.
“Io dovrei domandarti delle cose Glam …” – aggiunse imitandolo.
“Non ora.” – lo fissò, poi i suoi turchesi corsero nuovamente in direzione dell’ingresso.
“Ciao Kevin …”
“Daddy!”
Il bassista gli volò tra le braccia – “Bentornato Glam …” – gli sussurrò, appendendosi a lui, senza curarsi minimamente di Leto.

Sopraggiunse anche Chris.
“Ehi gente … Ciao Glam, ci sei anche tu?” – li salutò raggiante il leader dei Red Close.

“Sì, ma tolgo il disturbo, so che dovete lavorare”
“Non esiste, non prima che … Ci date un paio di minuti?” – e senza attendere assensi, Kevin, che non gli aveva mai lasciato le mani, portò Geffen nella stanza in fondo al corridoio.


Robert fece addormentare Camilla, inventandosi, come d’abitudine, una favola molto coinvolgente.
Jude li spiava, dopo avere riassettato alla meglio la casa.
Era un compito più consono a Downey, mentre Law amava collezionare oggetti, di qualsiasi sorta, collocandoli in ogni angolo rimasto vuoto.

“E’ nel mondo dei sogni … Ho bisogno di stendermi anch’io, sai Judsie?” – disse dolce, tornando tra le sue braccia, mentre era ancora appoggiato allo stipite.
“Certo tesoro … Andiamo”
“Non volevi guardare quella corsa in tv?”
“Nemmeno per idea, io resto con te. Se mi vuoi …” – disse incerto.
“Non chiedo altro …” – e lo baciò, gli occhi liquidi ed un po’ smarriti, da quando era tornato da lui.
Da quando Geffen glielo aveva riportato, fu il pensiero che balenò in mente ad entrambi, senza che se lo dicessero.

“Vogliamo rimanere a Londra per tutta l’estate oppure …?” – esordì improvviso l’inglese, intrecciandosi a Robert, dopo essersi coricati, senza spogliarsi.
“Oppure …? Hai qualche proposta?”
“Pensavo … Non so, magari l’Italia, le isole …”
“Ci andavi con le tue ex in barca, no, non è il massimo” – scherzò l’americano.
“Le mie ex?” – Law rise.
“Ho vaghe memorie, di raid tra i faraglioni … o roba simile …”
“In effetti i paparazzi non mi mollavano mai … Senza sapere quanto sbagliassero”
“Ti riferisci ai cronisti dell’epoca, Jude? Ai pettegoli, che ricamavano sulla coppia incantevole, che formavi con Sienna?”
“Il mio cuore era tuo Rob …” – puntualizzò, scrutandolo.
“Ed il mio tuo …” – respirò nel suo collo, impedendogli di guardarlo ancora.
“Tesoro stai bene? … Qui, intendo, adesso”
“Certo Jude … Anche se dovremmo parlarne … di”
“Di Glam?” – replicò calmo.
“Di … tutto”


Kevin socchiuse la porta, soddisfatto per quel rapimento.
“Lula ti ha comprato un braccialetto, anche noi abbiamo scelto dei regali per te, quindi se verrai a cena alla Joy’s House potremo consegnarteli”
“Va bene, magari domani …”
“Hai da fare oggi, Glam?” – domandò velatamente deluso.
“No, cioè sì … Ecco tesoro, sono un po’ frastornato …” – spiegò, appoggiandosi al muro.

Kevin si avvicinò, accarezzandogli le spalle e posando i palmi aperti sul petto di Geffen, che perse un battito.

“Siamo … Letteralmente angosciati per la tua salute daddy … Con Lula … e poi”
“E Tim?”
“Sì, ovvio, lui fa parte della famiglia …”
“Infatti Kevin, quella che ha formato insieme a te, con soldino, quando ve ne prendete cura, dandomi gioia e sicurezza”
“Vorrei fosse sempre così Glam, che non provassi più alcun dolore, per l’immaturità altrui”
“Non discutiamone … Non voglio”
“Neppure io” – sorrise – “Vorrei cancellare ogni istante di questa penosa vacanza, che mi hai raccontato tramite le tue e-mail daddy”
“Sai che non rinnego nulla, per cui non lo farò anche con il recente, edificante periodo, rassegnandomi.” – e gli cinse i polsi, con delicatezza.

Jared non poteva fare a meno di ascoltarli, transitando con la scusa di andare in bagno, come aveva detto ad uno smaliziato Chris.

“E’ ingiusto, dopo quello che hai fatto per Robert … ed anche Jude!” – disse piano.
“Le cose le faccio non per poi recriminare, è una regola per me, la conosci Kevin e forse è sbagliata, deleteria, visti i risultati, però com’è, rimane: per quel che mi resta da vivere, proverò a farmi furbo” – sorrise.
“Per quel che … Cosa stai dicendo Glam??”

Il cuore di Jared si fermò.
Almeno quanto quello di Kevin.

“Era un … un modo di dire”
“No … No, l’hai detto serio”
“Kevin non ti allarmare, stavo solo pensando ad alta voce, ho detto … una cazzata, ok?” – e lo strinse.
“Giura su Lula che”
“Che cosa?” – quasi rise, tornando a guardarlo, ad un palmo dal suo viso corrucciato – “Kevin ascolta … Io sono pieno di acciacchi e mi sto deprimendo: non è utile al mio sistema immunitario, per il cancro che ancora oggi curo”
“Appunto ti stai curando …” – obiettò, quasi in lacrime.
“Non ho QUASI quaranta anni come hai tu, piccolo …”
“E nemmeno cento!”
Geffen rise più sonoro, cullandolo – “Oh miseria, impazzirei se dovessi rimanervi tra i piedi così a lungo!”
Kevin in risposta lo baciò, improvviso.

E Jared moriva un po’.
Un po’ di più.


Law si era seduto al centro del materasso.
“C’è qualcosa che vuoi sapere o chiarire, Rob?” – iniziò limpido.
Downey si appoggiò alla testata imbottita, inspirando.
“In … In una discussione con Glam, mi sono definito merce di scambio, tra voi due, sai?”
Jude rise – “Non sei un pacco postale angelo mio”
“Allora siete andati per tentativi, per vedermi felice … A causa della malattia” – continuò pacato.
“Abbiamo tentato di darti il massimo, Robert, pur sapendo che non sarebbe bastato mai a compensare ciò che tu ci hai donato, amandoci … Questa è la verità, almeno dal mio punto di vista.”
“Potevo … avervi entrambi? Nell’ipotesi concreta di una fine prossima …?”
“Tu ci avevi entrambi” – sorrise – “E noi morivamo di terrore al solo immaginare una vita senza di te … Ci siamo … No, mi correggo, ho odiato allo stremo Glam Geffen, per poi ricredermi, fino a capire quanto fosse importante per te e … ed onesto”
“Solo che non poteva funzionare”
“Tu soffrivi Rob, eri come incompleto … Temo di non riuscire a spiegare le sensazioni, che mi hanno spinto a prendere una decisione al posto vostro” – disse con rammarico.
Downey gli diede una carezza sulle tempie, poi si avvicinò, baciandolo, caldissimo.
“Rob …”

Il respiro di Law sembrò aggrovigliarsi a tutto l’amore che sentiva per lui.

“Tempo fa lessi una frase Jude, scritta non so più dove … Riguardava quei gesti eclatanti, che una persona innamorata può compiere … C’era in effetti un breve elenco ed io potrei riconoscermi in ognuno di essi: nessuno, però, avrebbe mai lasciato il segno, quanto l’unica constatazione, indicata alla fine di quel manifesto romantico …”
“Quale Robert?”
Downey fece collimare le rispettive fronti, socchiudendo le palpebre: “Guarda un po’, tra sette miliardi di persone, io amo solo te.”


Jared si asciugò il pianto dalle gote con le dita tremanti, senza neppure accorgersi dei kleenex, che Laurie gli stava porgendo, dal lato opposto della scrivania.
“E lui … Lui riceveva tutto ciò che io ho sempre sognato di avere da … da Glam … Senza smettere di chiamarlo daddy, anche se non sono più sposati” – si sfogò, tra un singulto e l’altro.
“Dovresti riprendere fiato, sai?” – gli disse paterno.
“Non ci riesco … sono così frustrato per come mi sento … Devo uscirne, da questo immondezzaio, per Colin … Per noi”
“Sei spietato nel dare questa valutazione a ciò che provi per Geffen”
“E’ che ne sono nauseato!” – sbottò.
“Sei unicamente ferito Jared” – e si affiancò a lui, dandogli una carezza sulla schiena, infrangendo le proprie regole.

Hugh era preoccupato nel ritrovarlo in quella condizione, assai peggiore dell’ultima volta in cui chiacchierarono semplicemente, senza crisi particolari.

“E poi l’ha baciato”
“Kevin?”
“Sì e Glam non glielo ha impedito …”
“E dopo?”
“Dopo gli ha detto un mare di cazzate, di andare a vivere da loro, con Tim e Lula, che … che anche Tim si sarebbe preso cura di lui”
“Molto intrigante” – l’analista ritrovò un filo di causticità.
“Gli manca questa esperienza! Sarebbe il colmo!” – inveii.
“Smettila di frignare Jared”
“E’ … liberatorio invece …”
“Come no, è deprimente! Cerca di reagire, di buttare tutto te stesso oltre l’ostacolo, accidenti!”
“E cosa credi io speri di trovarci? Oltre l’ostacolo??” – ribatté quasi ostile.
“Dimmelo tu, Jared!” – bissò deciso lo psicologo.
Leto sembrò spegnersi – “Me ne vergogno …”
“Verso Colin?”
Lui annuì.
“Glam … Pronto a prendermi sul petto, a colmare quel vuoto … Vorrei fosse mio padre, anche Colin lo sa … Me l’ha detto spesso”
Hugh inarcò un sopracciglio – “Peccato che i vostri rapporti siano trascesi verso una china quanto meno incestuosa”
“Lì risiede la mia confusione doc …”
“Hai rischiato, per questo, di perdere tuo marito, di rovinare un nucleo costituito da numerosi figli, che dipendono da voi, in più di un’occasione Jared. Ne è valsa la pena? Fino a quando vorrai tirare questa corda, che forse è già spezzata, senza neppure che né tu e tanto meno Colin, ve ne rendiate conto?”

Leto lo scrutò, con aria di sfida all’apparenza.
“Nessuno potrà mai disgiungere ciò che è nato indivisibile, Hugh”
“E quindi, essendo una costrizione, la rifuggi appena ti è possibile?”
“Non è una costrizione, il nostro amore!”
Laurie ridacchiò – “Siete anime gemelle? Od addirittura siamesi?”
“Non ridicolizzare ciò per cui sia io che Colin viviamo …”
“E tu non gettarlo via. Visto che questa potrebbe essere la chance finale, Jared.”







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