Capitolo n. 126 - zen
Jared corresse
l’ultimo accordo sullo spartito, poi ne ascoltò il suono, attraverso la propria
esecuzione al pianoforte, all’interno del loft di Malibu, dove si apprestava a
registrare un nuovo pezzo.
Quando suonarono,
pensò che Kevin o Christopher avessero dimenticato le chiavi, perché Shan e
Tomo lo avevano già avvisato del loro ritardo.
Si ritrovò davanti
Geffen, abbronzato e vestito con jeans e t-shirt.
“Ciao … Ho portato
del gelato” – disse in pieno imbarazzo.
“Glam … Non sapevo
fossi rientrato anche tu a Los Angeles” – gli sorrise, avvampando e facendo un
passo indietro per farlo accomodare.
“Kevin mi ha detto
che lo avrei trovato qui … Non ci siamo ancora visti, sono arrivati stanotte
dalle Hawaii” – spiegò avanzando cauto.
“Entra pure, questo
lo metto in frigo, spero sia acceso, sai non ci passo da settimane … Kevin era
molto assonnato quando gli ho detto che avremmo lavorato e Chris anche peggio”
– rise, facendosi seguire dall’avvocato.
“Lui e Steve non
erano in Spagna?”
“Sì, ma Clarissa è
allergica al sole ed a qualche pianta o fiore … Me l’ha spiegato, ma non stavo
attento” – scrollò le spalle, rimettendosi allo strumento.
“Ok … Colin sta
bene?”
“Lavora” – sorrise a
metà – “Oggi c’è la scena del bacio, avrebbe voluto la mia presenza, ma
figurati” – fece una smorfia allegra.
“Del bacio?”
“Sì, con Taylor …
Quel ragazzino che forse va a letto con Derado e Xavy, sì insomma non si
capisce … Sto facendo gossip”
“Divertente … Phil è
impazzito?”
“Ops … A volte
dimentico che Xavier è il padre di Drake …”
“Già, certo che io
sono il meno adatto a fare delle prediche, però vorrei sapere cosa ne pensa
Pam”
“Siediti, dai, non
pensarci … Pamela procede nella gravidanza senza intoppi?”
“A quanto pare sì” –
replicò assorto.
“Due maschietti: come
li chiamerete?”
Geffen sorrise –
“Pensi già che giocheranno con i vostri gemelli?”
“Perché no? Ovvio che
sì …” – bissò sereno.
“Tu come stai,
Jared?”
Il cantante si leccò
le labbra, guardandosi in giro, emozionato – “Il viaggio a Rodi è stato un
disastro, in principio … Poi la lite insieme a Colin è degenerata ad un livello
… infimo” – lo rivelò comunque ridendo – “Ci siamo persino picchiati”
“Scherzi?”
“No Glam … Una zuffa,
mica un rissa …” – e si toccò i capelli – “E’ stato un passaggio terapeutico,
ha sciolto un po’ di nodi … Quello focale è che non perdonerò mai Colin per
Haiti, l’abbiamo capito, ora lo stiamo metabolizzando, dopo averlo elaborato
senza fare sconti”
“Forse è la cosa
migliore …” – asserì senza convinzione.
“Quindi il mio …
attaccamento a te … Ma sto guarendo, giuro”
“Vuoi rassicurarmi?
La … malattia in persona?”
“Non sei questo, Glam
… Domani riprendo l’analisi, anche per evitare gli psicofarmaci, che di recente
mi tentavano, purtroppo …”
“Di questo mi
dispiace Jay” – ribatté sincero.
“Io amo Colin, vorrei
comprendere come mai stiamo ancora insieme, dopo tutto questo … E con ciò che
provo per te … Lui come fa ad amarmi ancora, ecco”
“Bel dilemma”
“Jude ha … ha scritto
un’e-mail a Colin a proposito …”
“Con le buone nuove?”
– sorrise amaro.
Leto annuì triste.
“Non hai idea di cosa
si sono detti quando Jude ha lasciato Robert … Gli ha girato la situazione,
facendo un parallelo con la nostra di storia … E la mia, con te …”
“Mi sembri molto
fragile, non vorrei ti capitasse di nuovo qualcosa di spiacevole, non farmi
stare in pensiero e per il resto … Come posso aiutarti?”
“Di … di spiacevole
Glam …?”
“Mi riferisco alle
tue dipendenze, non certo a Colin” – chiarì con una certa severità, ma
probabilmente era solo il segno di quanto fosse esausto, per ovvie ragioni.
“No tranquillo … E
per l’aiuto … Non me lo hai mai negato, è un tuo punto di forza …”
“Laurie ti ha fatto
compilare una scheda su tutti i tuoi amanti? O … amori?” – chiese mestamente
sarcastico.
“No … Sono le mie …
valutazioni personali … intime, Glam”
“Hai tutto il diritto
di farle” – si alzò.
Qualcuno era entrato.
“Io dovrei domandarti
delle cose Glam …” – aggiunse imitandolo.
“Non ora.” – lo fissò,
poi i suoi turchesi corsero nuovamente in direzione dell’ingresso.
“Ciao Kevin …”
“Daddy!”
Il bassista gli volò
tra le braccia – “Bentornato Glam …” – gli sussurrò, appendendosi a lui, senza
curarsi minimamente di Leto.
Sopraggiunse anche
Chris.
“Ehi gente … Ciao
Glam, ci sei anche tu?” – li salutò raggiante il leader dei Red Close.
“Sì, ma tolgo il
disturbo, so che dovete lavorare”
“Non esiste, non
prima che … Ci date un paio di minuti?” – e senza attendere assensi, Kevin, che
non gli aveva mai lasciato le mani, portò Geffen nella stanza in fondo al
corridoio.
Robert fece
addormentare Camilla, inventandosi, come d’abitudine, una favola molto
coinvolgente.
Jude li spiava, dopo
avere riassettato alla meglio la casa.
Era un compito più
consono a Downey, mentre Law amava collezionare oggetti, di qualsiasi sorta,
collocandoli in ogni angolo rimasto vuoto.
“E’ nel mondo dei
sogni … Ho bisogno di stendermi anch’io, sai Judsie?” – disse dolce, tornando
tra le sue braccia, mentre era ancora appoggiato allo stipite.
“Certo tesoro …
Andiamo”
“Non volevi guardare
quella corsa in tv?”
“Nemmeno per idea, io
resto con te. Se mi vuoi …” – disse incerto.
“Non chiedo altro …”
– e lo baciò, gli occhi liquidi ed un po’ smarriti, da quando era tornato da
lui.
Da
quando Geffen glielo aveva riportato, fu il pensiero che
balenò in mente ad entrambi, senza che se lo dicessero.
“Vogliamo rimanere a
Londra per tutta l’estate oppure …?” – esordì improvviso l’inglese,
intrecciandosi a Robert, dopo essersi coricati, senza spogliarsi.
“Oppure …? Hai
qualche proposta?”
“Pensavo … Non so,
magari l’Italia, le isole …”
“Ci andavi con le tue
ex in barca, no, non è il massimo” – scherzò l’americano.
“Le mie ex?” – Law
rise.
“Ho vaghe memorie, di
raid tra i faraglioni … o roba simile …”
“In effetti i
paparazzi non mi mollavano mai … Senza sapere quanto sbagliassero”
“Ti riferisci ai
cronisti dell’epoca, Jude? Ai pettegoli, che ricamavano sulla coppia
incantevole, che formavi con Sienna?”
“Il mio cuore era tuo
Rob …” – puntualizzò, scrutandolo.
“Ed il mio tuo …” –
respirò nel suo collo, impedendogli di guardarlo ancora.
“Tesoro stai bene? …
Qui, intendo, adesso”
“Certo Jude … Anche
se dovremmo parlarne … di”
“Di Glam?” – replicò
calmo.
“Di … tutto”
Kevin socchiuse la
porta, soddisfatto per quel rapimento.
“Lula ti ha comprato
un braccialetto, anche noi abbiamo scelto dei regali per te, quindi se verrai a
cena alla Joy’s House potremo consegnarteli”
“Va bene, magari
domani …”
“Hai da fare oggi,
Glam?” – domandò velatamente deluso.
“No, cioè sì … Ecco
tesoro, sono un po’ frastornato …” – spiegò, appoggiandosi al muro.
Kevin si avvicinò,
accarezzandogli le spalle e posando i palmi aperti sul petto di Geffen, che
perse un battito.
“Siamo …
Letteralmente angosciati per la tua salute daddy … Con Lula … e poi”
“E Tim?”
“Sì, ovvio, lui fa
parte della famiglia …”
“Infatti Kevin,
quella che ha formato insieme a te, con soldino, quando ve ne prendete cura,
dandomi gioia e sicurezza”
“Vorrei fosse sempre
così Glam, che non provassi più alcun dolore, per l’immaturità altrui”
“Non discutiamone …
Non voglio”
“Neppure io” –
sorrise – “Vorrei cancellare ogni istante di questa penosa vacanza, che mi hai
raccontato tramite le tue e-mail daddy”
“Sai che non rinnego
nulla, per cui non lo farò anche con il recente, edificante periodo,
rassegnandomi.” – e gli cinse i polsi, con delicatezza.
Jared non poteva fare
a meno di ascoltarli, transitando con la scusa di andare in bagno, come aveva
detto ad uno smaliziato Chris.
“E’ ingiusto, dopo
quello che hai fatto per Robert … ed anche Jude!” – disse piano.
“Le cose le faccio
non per poi recriminare, è una regola per me, la conosci Kevin e forse è
sbagliata, deleteria, visti i risultati, però com’è, rimane: per quel che mi
resta da vivere, proverò a farmi furbo” – sorrise.
“Per quel che … Cosa
stai dicendo Glam??”
Il cuore di Jared si
fermò.
Almeno quanto quello
di Kevin.
“Era un … un modo di
dire”
“No … No, l’hai detto
serio”
“Kevin non ti
allarmare, stavo solo pensando ad alta voce, ho detto … una cazzata, ok?” – e
lo strinse.
“Giura su Lula che”
“Che cosa?” – quasi
rise, tornando a guardarlo, ad un palmo dal suo viso corrucciato – “Kevin
ascolta … Io sono pieno di acciacchi e mi sto deprimendo: non è utile al mio
sistema immunitario, per il cancro che ancora oggi curo”
“Appunto ti stai
curando …” – obiettò, quasi in lacrime.
“Non ho QUASI
quaranta anni come hai tu, piccolo …”
“E nemmeno cento!”
Geffen rise più
sonoro, cullandolo – “Oh miseria, impazzirei se dovessi rimanervi tra i piedi
così a lungo!”
Kevin in risposta lo
baciò, improvviso.
E Jared moriva un
po’.
Un po’ di più.
Law si era seduto al
centro del materasso.
“C’è qualcosa che
vuoi sapere o chiarire, Rob?” – iniziò limpido.
Downey si appoggiò
alla testata imbottita, inspirando.
“In … In una
discussione con Glam, mi sono definito merce
di scambio, tra voi due, sai?”
Jude rise – “Non sei
un pacco postale angelo mio”
“Allora siete andati
per tentativi, per vedermi felice … A causa della malattia” – continuò pacato.
“Abbiamo tentato di
darti il massimo, Robert, pur sapendo che non sarebbe bastato mai a compensare
ciò che tu ci hai donato, amandoci … Questa è la verità, almeno dal mio punto
di vista.”
“Potevo … avervi
entrambi? Nell’ipotesi concreta di una fine prossima …?”
“Tu ci avevi entrambi”
– sorrise – “E noi morivamo di terrore al solo immaginare una vita senza di te …
Ci siamo … No, mi correggo, ho odiato allo stremo Glam Geffen, per poi
ricredermi, fino a capire quanto fosse importante per te e … ed onesto”
“Solo che non poteva
funzionare”
“Tu soffrivi Rob, eri
come incompleto … Temo di non riuscire a spiegare le sensazioni, che mi hanno
spinto a prendere una decisione al posto vostro” – disse con rammarico.
Downey gli diede una
carezza sulle tempie, poi si avvicinò, baciandolo, caldissimo.
“Rob …”
Il respiro di Law
sembrò aggrovigliarsi a tutto l’amore che sentiva per lui.
“Tempo fa lessi una
frase Jude, scritta non so più dove … Riguardava quei gesti eclatanti, che una
persona innamorata può compiere … C’era in effetti un breve elenco ed io potrei
riconoscermi in ognuno di essi: nessuno, però, avrebbe mai lasciato il segno,
quanto l’unica constatazione, indicata alla fine di quel manifesto romantico …”
“Quale Robert?”
Downey fece collimare
le rispettive fronti, socchiudendo le palpebre: “Guarda un po’, tra sette
miliardi di persone, io amo solo te.”
Jared si asciugò il
pianto dalle gote con le dita tremanti, senza neppure accorgersi dei kleenex,
che Laurie gli stava porgendo, dal lato opposto della scrivania.
“E lui … Lui riceveva
tutto ciò che io ho sempre sognato di avere da … da Glam … Senza smettere di
chiamarlo daddy, anche se non sono
più sposati” – si sfogò, tra un singulto e l’altro.
“Dovresti riprendere
fiato, sai?” – gli disse paterno.
“Non ci riesco … sono
così frustrato per come mi sento … Devo uscirne, da questo immondezzaio, per
Colin … Per noi”
“Sei spietato nel
dare questa valutazione a ciò che provi per Geffen”
“E’ che ne sono
nauseato!” – sbottò.
“Sei unicamente
ferito Jared” – e si affiancò a lui, dandogli una carezza sulla schiena,
infrangendo le proprie regole.
Hugh era preoccupato
nel ritrovarlo in quella condizione, assai peggiore dell’ultima volta in cui
chiacchierarono semplicemente, senza crisi particolari.
“E poi l’ha baciato”
“Kevin?”
“Sì e Glam non glielo
ha impedito …”
“E dopo?”
“Dopo gli ha detto un
mare di cazzate, di andare a vivere da loro, con Tim e Lula, che … che anche
Tim si sarebbe preso cura di lui”
“Molto intrigante” –
l’analista ritrovò un filo di causticità.
“Gli manca questa
esperienza! Sarebbe il colmo!” – inveii.
“Smettila di frignare
Jared”
“E’ … liberatorio
invece …”
“Come no, è
deprimente! Cerca di reagire, di buttare tutto te stesso oltre l’ostacolo,
accidenti!”
“E cosa credi io
speri di trovarci? Oltre l’ostacolo??” – ribatté quasi ostile.
“Dimmelo tu, Jared!” –
bissò deciso lo psicologo.
Leto sembrò spegnersi
– “Me ne vergogno …”
“Verso Colin?”
Lui annuì.
“Glam … Pronto a
prendermi sul petto, a colmare quel vuoto … Vorrei fosse mio padre, anche Colin
lo sa … Me l’ha detto spesso”
Hugh inarcò un
sopracciglio – “Peccato che i vostri rapporti siano trascesi verso una china
quanto meno incestuosa”
“Lì risiede la mia
confusione doc …”
“Hai rischiato, per
questo, di perdere tuo marito, di rovinare un nucleo costituito da numerosi figli,
che dipendono da voi, in più di un’occasione Jared. Ne è valsa la pena? Fino a
quando vorrai tirare questa corda, che forse è già spezzata, senza neppure che né
tu e tanto meno Colin, ve ne rendiate conto?”
Leto lo scrutò, con
aria di sfida all’apparenza.
“Nessuno potrà mai disgiungere
ciò che è nato indivisibile, Hugh”
“E quindi, essendo
una costrizione, la rifuggi appena ti è possibile?”
“Non è una
costrizione, il nostro amore!”
Laurie ridacchiò – “Siete
anime gemelle? Od addirittura siamesi?”
“Non ridicolizzare
ciò per cui sia io che Colin viviamo …”
“E tu non gettarlo
via. Visto che questa potrebbe essere la chance finale, Jared.”
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