mercoledì 24 ottobre 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 216



Capitolo n. 216  -  sunrise

The name in my heart


Quel drink analcolico aveva un gusto piatto e senza alcun brio, come la sua vita, in quel frangente.
Colin ci faceva roteare la cannuccia bianca e rossa, creando un mulinello senza fine, così simile al gorgo in cui sembrava precipitare da troppo tempo, a causa del complicato rapporto creatosi con Jared.
“Mi stai forse seguendo?”
La voce di Matt era allegra e vivace: arrivò alle sue spalle, dopo essere entrato in quel locale da pochi minuti, indeciso se andarsene o meno, appena si accorse dell’attore.
“Ehi ciao … anche tu da queste parti?” – sorrise mesto, senza dare peso alla sua battuta.
“Los Angeles è perfetta per i disperati, non trovi?” – e fece spallucce, accomodandoti ed ordinando una tequila, al barista che conosceva da anni.
“Sì, come no …” – e scolò la sua bibita all’arancio e frutti esotici.
“Tu ed io abbiamo un grosso problema, Colin” – ed inspirò, fissando la lunga fila di bottiglie allineate su mensole di cristallo, intonse da polvere ed impronte.
“Se stai parlando di Jared …” – disse quasi timido.
“No, no, parlo degli uomini, in generale” – e rise, puntandolo.
Farrell si era già reso conto di quanto fosse bello, ma nella luce dei faretti ed il luccichio di bicchieri e vasellami, il fascino di Matt sembrava risaltare ulteriormente.
“Per me esiste soltanto lui, anche se l’ho tradito spesso e non solo con uomini” – ribatté serio.
“Già le donne … L’ho detto anche a Glam, trovo assurdo per un gay avere relazioni etero e fare del sesso con una ragazza …”
“Parliamo di persone, non di gay oppure etero, ci sono occasioni, magari necessità, attimi di debolezza … Amore.”
“Forse”
“Rinnegheresti i tuoi sentimenti, se ne avessi l’opportunità, se si trattasse di una lei e non di un lui, Matt?” – chiese incuriosito piacevolmente dalla loro conversazione.
“Ne ho conosciute parecchie, ho decine di amiche e pazienti, che mi fanno la corte, ma non è mai accaduto e non penso di avere gusti difficili” – ed ammiccò.
“Allora sei proprio omosessuale al cento per cento. Fortunato” – e fece un brindisi, con un secondo calice di sbobba arancione, come la definiva Jared.
Il pensiero di lui, lo fece commuovere all’istante.
“Che succede, Colin?”
“E’ … è che ne sono innamorato da quando ci hanno presentati e non ho mai saputo renderlo sicuro di noi, di me … Jared ha commesso degli errori, ma li ho meritati tutti”
“Sei davvero severo, dovresti provare almeno ad essere equo: fate a metà, vi sentirete meglio, nel bene e nel male”
“Non si fa a metà quando abusi di tuo marito, imbottito di psicofarmaci e lui, nonostante l’umiliazione ed il dolore, corre in tuo soccorso per aiutarti ad uscirne. Questo i giornali non lo sanno e tanto meno chi ci guarda in un certo modo Matt”
“Hai fatto questo …?” – domandò turbato.
“L’ho fatto anche quando Glam Geffen non si era innamorato di Jared e viceversa … Ho ripetuto semmai un abominio, nel periodo in cui stavano insieme ad Haiti … Per questo vorrei che loro due riuscissero a ritrovare un’armonia, senza mandare in pezzi il mio matrimonio … sono un pazzo, vero?” – e rise sconsolato.
“Quasi quanto me, che vorrei avere anche un benché minimo spazio nella vita di Glam … Da bambino lo vedevo come un eroe, vincente, anche se arrogante, nel lavoro almeno: nonostante ne sapessi davvero poco sull’argomento, l’opinione di mio padre era piuttosto acre nei suoi riguardi, ma si rispettavano … Ed io sognavo di conquistare un tipo così, prima o poi, quando anche gli altri si fossero accorti di me, seppure ci divida un margine di età rilevante”
“L’età non conta ed a parte Robert, a Geffen piacciono i giovani … Uhm, forse non così giovani …”
“Ed a te piace Jared?” – sorrise.
“Sempre.”
Matt lo scrutò – “Tu sei buono, anche se hai sbagliato, come racconti e ti ringrazio per la fiducia Colin … Abbi cura di Jared” – e si salutarono.


“Devi già andartene …?”
“Sì, siete stati di una gentilezza straordinaria Jay, ma torno a casa mia”
Geffen era sbrigativo, voleva solo prendere le distanze da quel posto.
“Ok … se ti senti meglio” – accennò imbarazzato.
Glam sbuffò.
“Ascoltami … so che stai attraversando una fase”
“Dio non cominciare anche tu Glam!” – sbottò, alzandosi di scatto dalla poltrona, nella stanza assegnata all’avvocato per il suo breve soggiorno.
“Non ti sto trattando come un deficiente, accidenti!” – controbatté esausto per le sue inquietudini, ma deciso nel non volersi accomiatare in maniera negativa da Jared.
“Fai ciò che vuoi Glam e fallo senza di me, tanto nulla ti farà cambiare idea e vattene al diavolo, AL DIAVOLO HAI CAPITO!!?”


Josh  versò una seconda tazza di tè a Shannon, che si sentiva sulle spine, da quando era entrato nel suo alloggio londinese.
“Sei stato sincero … grazie”
“Josh … mi dispiace” – disse rammaricato.
“Non importa … cioè, sì che importa … a me importa, ma tu non puoi collezionare l’ennesimo fallimento, perché ami ancora Tomo” – e sorrise triste, accomodandosi al suo fianco sul divano.
“Non riesco a togliermelo dal cuore, Josh” – e raccolse il suo sguardo azzurro e limpido, come il suo carattere, di cui Leto amava l’educazione ed il rifiuto dei compromessi.
“Perché dovresti? Avete anche un figlio”
“Che ha il tuo nome …”
“Coincidenze del destino … Però potevi almeno evitare di …”
Shan ebbe un guizzo nello stomaco, già teso.
“Ho sporcato la stima che avevi di me … Finisce sempre così tra noi”
“E così è stato fra di noi Shan … Non smetterò di volerti bene, forse non ti importa, ma”
Shan lo stoppò con un bacio, intenso.
L’ultimo.


https://www.youtube.com/watch?v=UQeqmNbA2Hs


Il lettore dell’hummer rimandava una vecchia melodia.
Un flash, Jared che rideva “Sei proprio un dinosauro Glam! Ed ascolti musica da dinosauri ahahahah!”
Nel sole.
I suoi capelli scompigliati dal vento, che ballava tra le ciocche, insieme al profumo di mare e da quel luccichio, proveniente dalle onde dell’oceano.
Ora pioveva ed era buio, nonostante non fosse ancora sera.
Glam accostò, il suo pianto gli annebbiava la vista, il cuore scalpitava nella gola, divenuta arida.
“Mio Dio …” – ed afferrò una bottiglietta di acqua dal vano frigo, provando immediato sollievo, nel sorseggiarla, perché gelida.
Il suono del cellulare gli arrivò ovattato.
Era Robert.
“Sì pronto …” – rispose, senza riuscire a mascherare un ansito preoccupante.
“Glam …? Ciao, sono io”
“Sì Rob … sì, ho letto il tuo nome”
“Amore stai bene?”
Soltanto quella parola, riuscì a ritemprarlo, anche se un secondo dopo la frustrazione riprese il sopravvento.
“Sono quasi arrivato … alla Star House …”
“Sto portando Camilla da Pamela, se vuoi ti raggiungo” – disse in ansia.
“Che succede?”
“Jude è andato a Boston per un servizio fotografico esclusivo, legato a quell’associazione, che lui sostiene: era entusiasta … dopo l’incidente ha lavorato pochissimo e questa iniziativa porterà ossigeno alla fondazione” – dettagliò, tralasciando l’elemento essenziale.
“Come mai non sei con lui, Rob?”  - e c’era una vena polemica nel suo tono.
“Camilla deve fare i vaccini, prima di riprendere con la scuola ed abbiamo appuntamento domani mattina Glam … Credo valga anche per Lula” – sorrise.
“Sì … Kevin me l’ha persino accennato … ma ero distratto”
“Da cosa?”
“Stai tremando Robert?” – chiese accorto.
“Glam …”
“Io sì e non riesco a smettere.” – sbottò diretto, tanto non sarebbe cambiato niente.
Riattaccò.
“Glam … Glam?!!”



JOSH

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