venerdì 12 ottobre 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 212



Capitolo n. 212  -  sunrise


Tim armeggiava con il cellulare, steso a pancia in giù sul letto del suo loft.
Rise divertito: Kevin stava facendo scorrere lascivamente, la propria lingua nel solco, che divideva le sue natiche perfette.
“Ehi … sto leggendo i miei messaggi, non distrarmi!”
Era radioso, nelle prime luci di quel mattino di fine agosto.
“Chi ti scrive?”
“Ivo …” – rispose sereno.
“Cosa ti scrive?” – insistette allegro Kevin.
“Complimenti per la coerenza, un bacio, Ivo”
“Mmm però … ha classe e sportività, direi …” – gli sussurrò il bassista, ormai arrivato al suo collo – “Posa quell’affare Tim …” – e lo avvolse completamente, insistendo con baci sempre più appassionati.
Una vibrazione ulteriore lo distrasse.
“Questo non è il mio Kevin … nei tuoi jeans” – e gli indicò una poltrona, dove l’altro li aveva abbandonati.
“Forse è Lula …” – controllò – “No, è Glam … vediamo … Ah, è tornato in città e mi invita a pranzo. Lo avviso che ci sarai anche tu piccolo, ne sarà felice”
“Ne sei sicuro? Forse è meglio che vi vediate da soli, magari con il vostro Lula …” – ribatté esitante.
“No, assolutamente.” – e tornò a sedersi sul letto –“Sempre se ti fa piacere Tim, è chiaro …”
“Certo Kevin … certo” – e ritrovò la sua bocca, per un ulteriore, bollente, bacio.


Matt aveva dormito senza spogliarsi sul petto nudo di Geffen, sino a metà della notte precedente.
L’avvocato lo svegliò delicatamente, dicendogli che sarebbe decollato da Nizza dopo un’ora al massimo e Matt decise di aggregarsi, per tornare in California.
Avevano parlato ancora a lungo dei sentimenti controversi del giovane, sempre in bilico tra bugie e sotterfugi, nella speranza di non deludere i genitori.
Lui ed il suo gemello Alexander erano nati tardivamente, così la coppia di ricchi coniugi era piuttosto anziana quando i due, ormai adolescenti, scoprirono il proprio orientamento sessuale.
Condivisero un segreto pesante, proteggendosi nel migliore dei modi, fino alla tragedia, che si portò via Alexander.
Lui aveva spesso cercato la morte, Matt lo scoprì da quella missiva, che il fratello aveva nascosto nell’unico posto, che entrambi amavano: una casa sull’albero secolare, al centro del loro giardino, una quercia di almeno duecento anni.
Glam rimase colpito dalla purezza del suo carattere, nell’aprirsi ad uno sconosciuto o meglio ad un conoscente di famiglia, che non vedeva da anni, ma al quale Matt era molto affezionato da sempre.
Gli aveva dato un bacio sulla tempia, prima che Matt si addormentasse, mormorandogli un “Grazie Glam …”

Geffen era scombussolato da quella breve vacanza, ma quando si accomodò al ristorante, notò alcune riviste su di un divanetto, con in prima pagina degli scatti dove riconobbe sé stesso, Matt e persino Estélle.
Senza saperlo, la ragazza era figlia di un magnate del petrolio, spesso al centro di scandali.
Il terzetto era stato avvistato in Costa Azzurra e pedinato dai paparazzi, che, ovviamente, rispolverarono la reputazione di Glam, ironizzando su di un’eventuale indecisione da parte sua, nello scegliere tra i due bellissimi nuovi amici.
“Oh miseria …”
“Scommetto che li querelerai, giusto daddy?”
La voce gentile e piacevole di Kevin gli arrivò come un’onda in pieno viso, così lo sguardo di Tim, lasciandolo piuttosto interdetto nel ritrovarselo lì.
Glam non aveva ascoltato la segreteria, quindi fu una sorpresa rivederlo accanto a Kevin.
“Ciao tesoro …” – e strinse Kevin – “Tim, come stai?”
“Bene e tu …?”
“Nella bufera del gossip … a quanto pare” – e ridacchiò nervosamente, riaccomodandosi.
“Chi sarebbero i tuoi … figlioli da spiaggia? Ahahah”
“Sono contento di vederti in forma Kevin … entusiasta …” – disse fissandolo attento e comunque affettuoso.
“Sì, sto recuperando …” – e, catturando la mano di Tim, lo fece arrossire vistosamente.
Geffen sorrise tirato – “Lui si chiama Matt e lei Estélle: ha uno studio dentistico, parlo di Matt …”
“Ah capisco …” – replicò Kevin masticando un grissino.
“E’ figlio del giudice Miller, ci frequentavamo tanti anni fa e Matt si è ricordato di me …”
“Come avrebbe potuto dimenticarti?” – intervenne con un sorriso Tim.
“Già, daddy è incancellabile”
Con Kevin si lanciarono un’occhiata complice, poi Tim si alzò vedendo sopraggiungere qualcuno di familiare.
“Ehi c’è Jimmy … vado a salutarlo”
Geffen seguì quel loro interagire brillante – “Come si galvanizza quando lo vede …” – sussurrò, sentendosi poi stupido.
“Glam per favore …”
“No è che avrei voluto incontrarti da solo”
“Come mai?” – domandò quasi accigliandosi, il che smorzò la naturalezza di Geffen.
Kevin avvertì un palese disagio.
“Volevi parlarmi di Robert …?”
“Anche, ma non ha più importanza”
“Cosa non ce l’ha, scusa? Robert o parlare con me da solo?”
Glam era teso davanti a quel suo polemizzare irritato.
“Guarda che io continuo a sostenere la tua relazione con Tim, se non fosse chiaro” – sbottò senza alzare i toni.
Kevin prese fiato e strizzò le palpebre.
“Vieni a casa da noi stasera, magari per un caffè, così vedi Lula, ci calmiamo nel frattempo e”
“Non stiamo litigando Kevin …” – e gli accarezzò un fianco, facendolo sussultare.
Si scrutarono.
“Non toccarmi in questo modo Glam” – disse flebile e sembrava un’autentica preghiera – “Non … confondermi” – e deglutì a vuoto.
Geffen si alzò, facendo finta di consultare il palmare.
“Mi sono dimenticato un appuntamento di lavoro … perdonatemi”
Tim era tornato nel frattempo, con Jimmy, che stava aspettando Scott.
“Te ne vai così?” – chiese brusco Kevin.
“Ti telefono, ciao, divertitevi …” – ed abbozzando un sorriso sparì.
Il rombo della sua Ferrari sembrò divorare l’aria, già completamente consumata intorno a Kevin, che lo seguì con i suoi occhi increspati di dubbi, mentre si allontanava veloce sul boulevard.


Camilla mostrò a Robert i disegni fatti durante la sua assenza, per il viaggio con Jude.
Li aveva disegnati entrambi davanti al mare, abbracciati.
“E’ stupendo principessa …” – e la baciò tra i capelli, raccolti in mille treccine.
Pamela stava badando non solo a lei, ma anche a Lula ed a Violet, che si rincorrevano ai bordi della piscina di villa Meliti.
Jude prendeva il sole, allungato accanto al marito ed alla figlia, seduta nel mezzo e gioiosa in ogni gesto per i suoi genitori finalmente riconciliatisi.
Downey incrociò un paio di volte i pozzi di pece di Lula, che lo aveva accolto nel migliore dei modi, nonostante avesse capito che con Glam era finita.
Il settimanale che lo aveva immortalato, era tra le grinfie di un Antonio sornione.
“Robe da matti” – sogghignò.
“E’ il nuovo fidanzato del tuo papà?” – domandò Violet, additando Matt.
“No!” – scattò Lula, irrequieto, poi fuggì via.
La bimba ci rimase male e Robert si sentì gelare il sangue.
“Jude senti … vado da lui …”
“Certo tesoro … Ehi Violet, vieni qui con Camilla?”  - provò a distrarla sorridente l’inglese e lei annuì, gattonando sul lettino.

“Ehi campione … posso?”
Lula era rannicchiato su di una panchina in pietra.
“Okkei …” – approvò mesto, fissando l’orizzonte.
“Lula volevo parlarti di papà e … e di me …”
“Non devi, non serve zio Rob” – e lo puntò, severo.
Downey impallidì.
Quel cucciolo, gli appariva così adulto in certe reazioni, forse dovute anche ai suoi doni speciali.
“Sai Lula, non smetterò di volergli bene e così con te”
“Davvero? Voi prendete tutto del mio papà e cosa lasciate?” – chiese con durezza.
Downey si sentì strangolare da un rimorso acuto, ma mai come quando vide parcheggiare Geffen, in maniera piuttosto brusca.
Inchiodò il suo bolide e lampeggiò, accorgendosi di Lula, che sembrò illuminarsi.
“Papà!!”
Gli corse incontro, mentre Glam scendeva, elegantissimo nei suoi pantaloni di lino bianco e la camicia azzurro cielo, limpida come le sue iridi, altrettanto vivide nel ritrovare Lula.
“Soldino di cacio” – lo fece roteare, stritolandolo quasi.
Erano un’unica persona, Downey poteva vederlo nitidamente.

“Andiamo via? Non voglio più stare qui, papà”
“D’accordo amore … come mai questo broncio?” – gli chiese dolcemente.
Lula fece spallucce, poi Geffen lanciò un’occhiata turbata a Robert, che aveva la gola arsa da una sorta di vergogna.
“Saluto Violet e poi andiamo a mangiare un gelato?” – propose nuovamente vivace.
“Certo … vai a prendere le tue cose, ok?”
“Okkeiii yipiii” – e corse verso la residenza, come un fulmine.
Geffen si appoggiò all’auto, provando a riordinare le pulsazioni ed i pensieri.

Robert gli si avvicinò.
“Non volevo fare soffrire anche Lula, sono mortificato” – sembrò esplodere, carico di frustrazione.
“Ciao Robert …”
“Noi dobbiamo parlarne, anche con il tuo bambino, perché io non riesco a superare questa cosa Glam, non ce la faccio proprio!”
“Rob non so cosa dirti, se non ribadire che ho rispettato la tua decisione, ma se pretendi ancora qualcosa, allora sei davvero inopportuno, credimi” – disse come logorato da quella circostanza, senza soluzione.
“So che stai dimostrando di essere migliore di me e”
“Migliore? MIGLIORE? In cosa cazzo sarei migliore, sentiamo? No, non dirmelo, perché mi sono ritirato in buon ordine? Perché non sono piombato nel vostro rifugio segreto? Piccola bugia” – e gli mostrò il cellulare, con un sms proveniente da un mittente sconosciuto.
Era stato inviato a Geffen la notte stessa in cui Robert sparì.
§ Ciao, ho trovato l’indirizzo, buona fortuna § - e di seguito c’era il recapito della casa dei coniugi Downey – Law in quel di Grecia.
“Cosa avrei risolto anticipando o interferendo con l’arrivo di Jude, nel VOSTRO paradiso privato? Io sono andato dove tu saresti dovuto arrivare, se mi avessi preferito a lui, se avessi creduto in noi, dopo che a mia volta ti avevo promesso di fare quanto necessario per rendere il futuro semplice e meraviglioso sia a te, che a vostra figlia!”
“Glam …”
“E non è andata così, pazienza, PAZIENZA ROBERT!”
“Non posso pensarti al di fuori della mia vita …”
“Lasciami respirare Rob, è presto per resettare il nostro legame, tornando semplici amici, fa troppo male … E sono io quello che non riesce a farlo, non tu, mi dispiace, TU impegnati a non deludere le aspettative di Jude e Camilla, concentrati su di loro, non diventarmi un replicante di Jared, sarebbe insopportabile”
Lula stava tornando, con il suo zainetto e Brady appeso al collo.
“Papà andiamo?!!”
“Sì angelo mio … andiamo”


Tim scelse un cd, lo inserì nel lettore del suv e poi si raggomitolò sopra al petto di Kevin.
Si erano fermati su di una piazzola, sovrastante l’oceano: avevano fatto l’amore, baciandosi tutto il tempo, forse per evitare un dialogo, che ora sembrava diventare impellente nelle intenzioni di Tim.
“Cosa è successo, prima, al ristorante?” – domandò calmo.
“Il mio ex era depresso …”
“Il tuo daddy, Kevin” – sorrise.
“Ogni tanto Glam gioca con i sentimenti, forse gli manca il mio stile zerbino”
“Tu ne hai ancora per lui, vero?” – e lo baciò delicatamente sulla guancia.
“Gli ho dato il meglio di me Tim … Non è bastato, quindi inutile tornarci sopra, quando viene lasciato da solo”
“Una vendetta del destino, per quello che hai dovuto subire tu, a causa sua?”
“Glam è buono, quando vuole, come padre sempre, quindi spero abbia ciò che desidera, senza soffrire oltre, per Jared, per Robert o per chiunque abbia preferito a me” – concluse, cercando lui le ali di Tim, che si sentì orgoglioso di rassicurarlo.
“Ti amo Kevin …”
“Lo sento in ogni tua vibrazione e non sprecherò di nuovo la possibilità che mi hai donato di amarti e rispettarti tesoro” – e baciando il suo sorriso fresco, si sentì rinascere, finalmente.




Glam Geffen

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