Capitolo n. 213 -
sunrise
Colin strinse il
volante della sua nuova auto ad alimentazione ecologica.
L’aveva scelta Jared,
anche per la comodità di dieci posti, oltre a quelli anteriori, occupati da
loro in quell’istante, mentre parcheggiavano sotto allo studio della dottoressa
Burton.
“E’ brava Cole …
fidati, mi sta già aiutando molto”
“Sì, l’ho capito
quando ce l’ha presentata Brandon, però questo colloquio mi agita non poco … e
non so come sarà tra un paio di giorni, solo io e Geffen, se lui accetterà.”
“Voi due siete …
stati fondamentali in periodi davvero tristi della mia vita”
“Ma anche gioiosi …
spero” – protestò con un sorriso, stringendo la mano sinistra del cantante, che
inspirò, annuendo – “Sicuro Colin … è ovvio” – e si sforzò in un sorriso.
Farrell capì.
“L’hai detto a Glam?”
“Non ancora, sa della
terapia, però non ne ho avuto la forza e so che lei mi sgriderà” – scrollò le
spalle esili.
“Andrà tutto bene,
lui non può tirarsi indietro Jared” – ed allungandosi verso il lato passeggero,
lo baciò con trasporto.
Robert salutò Jude
sulla porta di casa, dove il marito tentava di trattenerlo con aria divertita.
“Lo so che quel
Marvey è importante come produttore, così questa colazione di lavoro, però
potresti farti aspettare per qualche minuto, da vero divo” – e rise solare,
baciandolo a piccoli morsi nel collo.
“Tesoro non ho idea
di come mi abbia ripescato, dopo tanti anni, ma l’ultima volta abbiamo firmato
un contratto a sei zeri e per la nostra Camilla possiamo girarci ancora un
film, anche se Bob non è il massimo della simpatia” – disse stringendolo a sé con
gioia.
“Ci sarà anche l’arpia?”
“Quale delle sue sei
mogli … o sono sette?”
“Non ne ha scelta
neppure mezza con un briciolo di fascino, tutte arroganti, quanto lui … Ok, non
voglio che arrivi in ritardo Robert, prima scherzavo” – concluse quasi con
timidezza.
Sembrava rinato, dopo
essersi ristabilito completamente da quel pericoloso incidente con Owen, ma, soprattutto, dalla disputa con
Geffen, per riconquistare il compagno.
Downey lo baciò
nuovamente, con profondità, toccandolo sotto alla t-shirt e accarezzando la sua
erezione con la propria – “Facciamo i conti appena torno” – sogghignò malizioso.
Jude rise, come un
bambino e lo stritolò, colmandolo di un mare di carezze pulite e sincere.
Tomo rimestava il suo
cappuccino, in attesa del suo appuntamento con Shannon.
Lo aveva cercato in
un momento di sconforto con un sms carico di frustrazione.
Josh era tornato a
Londra per curare un paio di transazioni importanti con il padre, per due opere
da cedere ad un museo di Parigi, poco limpido nei propri contratti.
L’anziano artista,
infatti, prendeva spesso delle cantonate, ingenuo com’era negli affari, così
che il figlio decise di intervenire, senza opposizioni da parte del genitore,
più coinvolto dall’arte e dalla giovane moglie, che dal vile denaro, come
spesso lo definiva sarcastico.
“Ehi … è tanto che
aspetti?”
“Ciao Shan … no, sono
in anticipo … Come stai?” – e lo abbracciò calorosamente, il che fece arrossire
il batterista.
“Bene … abbandonato
dal mio fidanzato, in quel di Inghilterra” – e rise nervoso.
“Sì, me lo hai
scritto … Spero sia tutto a posto Shannon” – chiese fissandolo.
Leto rimase
ammutolito, ma per un’unica frazione di secondo.
“Sì … sì, è ok … cioè
è una storia libera”
“In che senso?” – ed inarcò
un sopracciglio, in modo buffo.
Shan sorrise,
ricordando le facce strambe, tipiche del croato, quando scherzava, per farlo
divertire.
“No, nel senso che …
ecco … mi sono perso, Tomo, che sta succedendo?”
“Niente” – ribatté secco.
“Casini con Denny?”
Ora era Tomo a
starsene zitto ed assorto.
“Ok, cambiamo
discorso. Nostro figlio”
“Il punto è questo
Shan”
“Cosa?”
“I figli … ne vorrei
uno con Denny e lui non apprezza l’idea, te lo avevo accennato il mese scorso”
“Sì, capisco, ma come
ti dissi allora, devi assecondare i suoi tempi e non puoi credere che tutti
vogliano dei bambini, visto che anche i matrimoni gay vanno a quel paese e poi
sono i piccoli a soffrirne” – puntualizzò serio.
“Come dire che avendo
fallito già al primo tentativo, con te, Denny non mi ritiene affidabile?” –
replicò altrettanto diretto.
“Non necessariamente …
Tomo siamo circondati da fallimenti ed agonie … non trovi?”
“Tipo?”
“Oddio mio fratello è
la summa di questo mio concetto!”
“Jared si sta facendo
aiutare e lui, con Colin, secondo me, formano una coppia inossidabile”
“Sarà, però stai
minimizzando il suo lungo e travagliato trascorso con Geffen … e non solo”
“Non volevo parlare
di Jared, comunque …” – disse mesto.
“Ed io non volevo
intristirti, credimi”
Il locale era
deserto.
Robert provò un certo
disagio, visto che quel posto era frequentatissimo, ma forse non ci andava da
parecchio.
Il maitre lo accolse
con gentilezza, indicandogli una sala, che l’attore non conosceva.
Era infatti nuova di
zecca, con arredi moderni, luci soffuse, nonostante l’orario ed una miriade di
fiori e candele ovunque.
Spiccava su di un
cordone, un cartellino “riservato”, ma a lui parve inverosimile che Marvey
avesse richiesto al gestore un simile trattamento, soprattutto quando l’inserviente
gli precisò che tutto il ristorante era stato prenotato dal suo ospite.
“Bob deve essere
impazzito …” – pensò ad alta voce.
Una, più roca, alle
sue spalle, lo fece trasalire.
“Non so Bob, ma io
per te lo sono da un pezzo.”
Downey strizzò le
palpebre e nel voltarsi disse stupito – “Glam …?”
Geffen lo strinse,
ormai erano soli, poi lo baciò, avvolgendolo con il proprio calore ed un’esplosione
di sentimenti, che all’unisono divamparono nel petto di Robert.
Quando le loro
bocche, provarono a separarsi, le parole dell’avvocato, apparvero a Downey
ancora più roventi di quell’approccio inatteso.
“Io voglio stare con
te Rob … Io voglio te.”
Il soffitto aveva
contorni incerti.
Sembrava disgregarsi
e tremolare, ad ogni spinta, che Shan gli donava , ricevendo in cambio da Tomo,
una piena disponibilità ad amarlo incondizionatamente.
Era un luogo
qualunque, il primo comodo, sulla strada del ritorno, che decisero di fare
insieme, sul fuoristrada di Leto.
Tomo era andato in
quel bar con un taxi: non aveva programmato nulla, era semplicemente accaduto,
anche se non rappresentava una novità.
Nei periodi di crisi,
di smarrimento, di confusione, loro due si ritrovavano.
Certo sarebbe stata
meglio una tipica scopata tra ex, lo avevano rimuginato entrambi, senza
confessarselo.
Invece era nitida,
sia nella testa di Shan che in quella di Tomo, l’intesa e la brama di riaversi,
nonostante fossero impegnati con altri uomini, che inutilmente e senza saperlo,
stavano provando a contattarli, Josh da Londra e Denny appena uscito dal
tribunale, per sapere come si sentissero e come trascorressero il tempo, senza
di loro.
“Sh-Shan …” –
balbettò, avvinghiandosi maggiormente con le cosce ai suoi fianchi robusti ed
irruenti.
“Non adesso … non
farlo … non dirmi cazzate Tomo …” – ansimò, sentendo l’orgasmo sopraggiungere.
Il seme del chitarrista
iniziò a spargersi sull’addome di Shan, senza neppure che lui lo toccasse.
Si baciarono,
suggellandosi in una rimescolanza di umori, saliva, grida di piacere estremo,
in un incontro rimandato da un tempo immemore.
Dopo si sarebbero
sentiti da schifo: francamente irrilevante, da come Shan voltò Tomo,
riprendendolo con una veemenza tipica per la sua indole selvaggia e virile, che
stava facendo impazzire l’ex, come neppure rammentava.
“Jared mi ha
raccontato molto di voi”
Le iridi verde
smeraldo della Burton, sembravano rilevare ogni minima vibrazione nelle
reazioni di Colin, rigido sulla poltrona, al di là della sua scrivania.
“Di noi o di me?”
“Di lei conosco già
parecchi dettagli, Colin, posso chiamarla così?”
“Sicuro …” – e cercò
lo sguardo di Jared, accomodatosi sul divano, a lato della stanza.
“Da dove preferisce
partire, se dovesse descrivermi il padre dei vostri figli? Lui usa spesso
questa espressione, parlando di lei, lo sa Colin?”
“Sì, io ne sono
talmente orgoglioso … Jared è un genitore amorevole … Mi da dato figli stupendi”
“Li avete voluti
senza incertezze?”
“Ci sono stati dei
problemi” – ammise con onestà – “… poi si sono risolti”
“Vuole un altro
bimbo?”
“Glielo ha detto
Jared …?”
“Ovvio” – spiegò serena,
ma pur sempre pungente, così almeno la percepiva Farrell.
“Lo vorrei. Vedremo …”
“Nonostante la
fragilità emotiva di Jared?”
“Non voglio imporgli
nulla, se accadrà, lo vorremo di comune accordo” – obiettò deciso, mentre Jared
perdeva un battito.
“Tu cosa ne pensi?” –
la psicologa si rivolse al leader dei Mars, improvvisa.
Quel passaggio dal
lei al tu, infastidì l’irlandese.
“Colin mi fa un dono,
ogni volta che mi chiede un figlio.”
Farrell sorrise.
La Burton prese
appunti, poi ammiccò – “Ottima come prima seduta. Ci vediamo venerdì con il signor
Geffen. Buon pomeriggio.” – e li congedò, senza aggiungere altro.
“Sono andato a
cercare Kevin … dopo averti detto che lui era stato l’unico a non deludermi
Robert …”
Glam si stropicciò il
viso abbronzato, dopo avere finito il dolce.
Avevano mangiato,
senza trascendere oltre quel focoso approccio iniziale.
“Credo tu abbia
sbagliato … sono azioni di getto Glam …”
“Sì, hai ragione, ero
disorientato, incazzato …”
“Con me” – sorrise
imbarazzato.
“Certo. Ti amo ancora
Robert, non posso smettere così facilmente” – e gli cinse il polso, con la
consueta delicatezza, occhi negli occhi, i cuori in costante accelerazione.
“Prima …”
“I miei consueti
colpi di teatro, Rob, ma non mentivo … è ciò che desidero … anche se resterà
impossibile, quindi ti chiedo scusa, per quel litigio, per le mie parole …
moleste e cattive”
Downey li tappò la
bocca con il palmo sinistro, poi con un bacio, colmo di tenerezza.
Pianse in silenzio,
mentre Geffen lo cullava.
“Che torni tutto come
prima Glam … io non penso ad altro … ti adoro … ed ho bisogno di te, per
ritrovarmi anche con Jude, per avere il tuo sostegno, quando mi volevi fare
ragionare sul mio ruolo con Camilla, insieme a lui ed il mio animo andava in
pezzi … e tu li raccoglievi” – tornò a scrutarlo, lancinante e bellissimo – “…
senza mai abbandonarmi … Mi hai amato come nessuno, Glam” – ed il suo fiato si
spense, per l’eccessivo coinvolgimento.
Geffen gli accarezzò
le gote, poi le baciò con calma, asciugando quel pianto, che rendeva Downey
ancora più affascinante.
“Ti amerò per sempre
Robert … e farò quello che tu mi chiedi, tu sai che lo farò, vero …?” – i suoi
spicchi di cielo divennero lucidi, vibranti.
“Non smetterò mai di
ringraziarti Glam … e di amarti … non voglio rinunciare a questo rapporto, come
è accaduto in passato con persone speciali, ma che ho evitato, per non
dispiacere Jude … Solo che non voglio farti diventare il mio amante, sarebbe
come sminuire il tuo valore …”
“Sono stato il primo
a dirtelo Rob …” – sorrise sconsolato, poi lo strinse nuovamente, sfiorandogli
la schiena con le mani aperte, calde, rassicuranti, senza una fine apparente.
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