Capitolo n. 216 -
sunrise
The name in my heart
Quel drink analcolico
aveva un gusto piatto e senza alcun brio, come la sua vita, in quel frangente.
Colin ci faceva
roteare la cannuccia bianca e rossa, creando un mulinello senza fine, così
simile al gorgo in cui sembrava precipitare da troppo tempo, a causa del
complicato rapporto creatosi con Jared.
“Mi stai forse
seguendo?”
La voce di Matt era
allegra e vivace: arrivò alle sue spalle, dopo essere entrato in quel locale da
pochi minuti, indeciso se andarsene o meno, appena si accorse dell’attore.
“Ehi ciao … anche tu
da queste parti?” – sorrise mesto, senza dare peso alla sua battuta.
“Los Angeles è
perfetta per i disperati, non trovi?” – e fece spallucce, accomodandoti ed
ordinando una tequila, al barista che conosceva da anni.
“Sì, come no …” – e scolò
la sua bibita all’arancio e frutti esotici.
“Tu ed io abbiamo un
grosso problema, Colin” – ed inspirò, fissando la lunga fila di bottiglie
allineate su mensole di cristallo, intonse da polvere ed impronte.
“Se stai parlando di
Jared …” – disse quasi timido.
“No, no, parlo degli
uomini, in generale” – e rise, puntandolo.
Farrell si era già
reso conto di quanto fosse bello, ma nella luce dei faretti ed il luccichio di
bicchieri e vasellami, il fascino di Matt sembrava risaltare ulteriormente.
“Per me esiste
soltanto lui, anche se l’ho tradito spesso e non solo con uomini” – ribatté serio.
“Già le donne … L’ho
detto anche a Glam, trovo assurdo per un gay avere relazioni etero e fare del
sesso con una ragazza …”
“Parliamo di persone,
non di gay oppure etero, ci sono occasioni, magari necessità, attimi di
debolezza … Amore.”
“Forse”
“Rinnegheresti i tuoi
sentimenti, se ne avessi l’opportunità, se si trattasse di una lei e non di un
lui, Matt?” – chiese incuriosito piacevolmente dalla loro conversazione.
“Ne ho conosciute
parecchie, ho decine di amiche e pazienti, che mi fanno la corte, ma non è mai
accaduto e non penso di avere gusti difficili” – ed ammiccò.
“Allora sei proprio
omosessuale al cento per cento. Fortunato” – e fece un brindisi, con un secondo
calice di sbobba arancione, come la definiva Jared.
Il pensiero di lui,
lo fece commuovere all’istante.
“Che succede, Colin?”
“E’ … è che ne sono
innamorato da quando ci hanno presentati e non ho mai saputo renderlo sicuro di
noi, di me … Jared ha commesso degli errori, ma li ho meritati tutti”
“Sei davvero severo,
dovresti provare almeno ad essere equo: fate a metà, vi sentirete meglio, nel
bene e nel male”
“Non si fa a metà
quando abusi di tuo marito, imbottito di psicofarmaci e lui, nonostante l’umiliazione
ed il dolore, corre in tuo soccorso per aiutarti ad uscirne. Questo i giornali
non lo sanno e tanto meno chi ci guarda in un certo modo Matt”
“Hai fatto questo …?”
– domandò turbato.
“L’ho fatto anche
quando Glam Geffen non si era innamorato di Jared e viceversa … Ho ripetuto
semmai un abominio, nel periodo in cui stavano insieme ad Haiti … Per questo
vorrei che loro due riuscissero a ritrovare un’armonia, senza mandare in pezzi
il mio matrimonio … sono un pazzo, vero?” – e rise sconsolato.
“Quasi quanto me, che
vorrei avere anche un benché minimo spazio nella vita di Glam … Da bambino lo
vedevo come un eroe, vincente, anche se arrogante, nel lavoro almeno:
nonostante ne sapessi davvero poco sull’argomento, l’opinione di mio padre era
piuttosto acre nei suoi riguardi, ma si rispettavano … Ed io sognavo di
conquistare un tipo così, prima o poi, quando anche gli altri si fossero
accorti di me, seppure ci divida un margine di età rilevante”
“L’età non conta ed a
parte Robert, a Geffen piacciono i giovani … Uhm, forse non così giovani …”
“Ed a te piace Jared?”
– sorrise.
“Sempre.”
Matt lo scrutò – “Tu
sei buono, anche se hai sbagliato, come racconti e ti ringrazio per la fiducia
Colin … Abbi cura di Jared” – e si salutarono.
“Devi già andartene …?”
“Sì, siete stati di
una gentilezza straordinaria Jay, ma torno a casa mia”
Geffen era
sbrigativo, voleva solo prendere le distanze da quel posto.
“Ok … se ti senti
meglio” – accennò imbarazzato.
Glam sbuffò.
“Ascoltami … so che
stai attraversando una fase”
“Dio non cominciare
anche tu Glam!” – sbottò, alzandosi di scatto dalla poltrona, nella stanza
assegnata all’avvocato per il suo breve soggiorno.
“Non ti sto trattando
come un deficiente, accidenti!” – controbatté esausto per le sue inquietudini,
ma deciso nel non volersi accomiatare in maniera negativa da Jared.
“Fai ciò che vuoi
Glam e fallo senza di me, tanto nulla ti farà cambiare idea e vattene al
diavolo, AL DIAVOLO HAI CAPITO!!?”
Josh versò una seconda tazza di tè a Shannon, che
si sentiva sulle spine, da quando era entrato nel suo alloggio londinese.
“Sei stato sincero …
grazie”
“Josh … mi dispiace” –
disse rammaricato.
“Non importa … cioè,
sì che importa … a me importa, ma tu non puoi collezionare l’ennesimo
fallimento, perché ami ancora Tomo” – e sorrise triste, accomodandosi al suo
fianco sul divano.
“Non riesco a
togliermelo dal cuore, Josh” – e raccolse il suo sguardo azzurro e limpido,
come il suo carattere, di cui Leto amava l’educazione ed il rifiuto dei
compromessi.
“Perché dovresti?
Avete anche un figlio”
“Che ha il tuo nome …”
“Coincidenze del
destino … Però potevi almeno evitare di …”
Shan ebbe un guizzo
nello stomaco, già teso.
“Ho sporcato la stima
che avevi di me … Finisce sempre così tra noi”
“E così è stato fra
di noi Shan … Non smetterò di volerti bene, forse non ti importa, ma”
Shan lo stoppò con un
bacio, intenso.
L’ultimo.
https://www.youtube.com/watch?v=UQeqmNbA2Hs
Il lettore dell’hummer
rimandava una vecchia melodia.
Un flash, Jared che
rideva “Sei proprio un dinosauro Glam! Ed ascolti musica da dinosauri ahahahah!”
Nel sole.
I suoi capelli
scompigliati dal vento, che ballava tra le ciocche, insieme al profumo di mare
e da quel luccichio, proveniente dalle onde dell’oceano.
Ora pioveva ed era
buio, nonostante non fosse ancora sera.
Glam accostò, il suo
pianto gli annebbiava la vista, il cuore scalpitava nella gola, divenuta arida.
“Mio Dio …” – ed
afferrò una bottiglietta di acqua dal vano frigo, provando immediato sollievo,
nel sorseggiarla, perché gelida.
Il suono del
cellulare gli arrivò ovattato.
Era Robert.
“Sì pronto …” –
rispose, senza riuscire a mascherare un ansito preoccupante.
“Glam …? Ciao, sono
io”
“Sì Rob … sì, ho
letto il tuo nome”
“Amore stai bene?”
Soltanto quella
parola, riuscì a ritemprarlo, anche se un secondo dopo la frustrazione riprese
il sopravvento.
“Sono quasi arrivato …
alla Star House …”
“Sto portando Camilla
da Pamela, se vuoi ti raggiungo” – disse in ansia.
“Che succede?”
“Jude è andato a
Boston per un servizio fotografico esclusivo, legato a quell’associazione, che
lui sostiene: era entusiasta … dopo l’incidente ha lavorato pochissimo e questa
iniziativa porterà ossigeno alla fondazione” – dettagliò, tralasciando l’elemento
essenziale.
“Come mai non sei con
lui, Rob?” - e c’era una vena polemica
nel suo tono.
“Camilla deve fare i
vaccini, prima di riprendere con la scuola ed abbiamo appuntamento domani
mattina Glam … Credo valga anche per Lula” – sorrise.
“Sì … Kevin me l’ha
persino accennato … ma ero distratto”
“Da cosa?”
“Stai tremando
Robert?” – chiese accorto.
“Glam …”
“Io sì e non riesco a
smettere.” – sbottò diretto, tanto non sarebbe cambiato niente.
Riattaccò.
“Glam … Glam?!!”
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