mercoledì 10 ottobre 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 211



Capitolo n. 211  -  sunrise



Ripassare quella lezione, per l’ennesima volta, a Tim sembrò una tortura.
Rannicchiato su di una panchina del campus, riconobbe da subito quelle scarpe griffate, appena alzò il capo da quel libro, scarabocchiato di appunti e faccine.
“Ciao …”
“Kevin? …”
“Posso sedermi?” – gli sorrise, porgendo al ragazzo un caffè.
“Sì, certo” – e nel dirlo, con un tono leggermente agitato, Tim spostò lo zaino ed il pullover in cotone, dono del bassista.
“Mi fa piacere tu non l’abbia gettato” – disse lui, sfiorandone la trama colorata di un celeste tenue.
Tim scrollò le spalle – “Perché avrei dovuto?”
Kevin inspirò, tormentandosi le mani, che Tim in quell’istante avrebbe voluto addosso e dappertutto.
“Per un’associazione di idee” – sorrise mesto – “Tu detesti me e”
“Non è vero!” – lo interruppe brusco.
“Sul serio?” – domandò secco Kevin, puntandolo con i propri occhi intensi ed ancora troppo presi da quel ribelle, che si era sforzato in mille modi per essere accettato nella sua vita incasinata da Glam e non solo.
“Certo …” – ribatté timidamente, dandogli una carezza sul polso sinistro.
Kevin gli prese la mano, con delicatezza, poi la unì all’altra e ne baciò i palmi freschi – “Vieni con me Tim” – mormorò, serrando le palpebre, senza più respirare.
“Ho … ho un esame e …”
Kevin tornò a guardarlo – “E … e stai con Ivo, adesso?”
“No”
“Però ci vai a letto, non posso biasimarti” – aggiunse serio, ma senza eccedere né in un rimprovero e tanto meno in una critica.
Era la pura constatazione dei fatti e non sbagliava.
“Capita … a volte …” – spiegò arrossendo il giovane, avvicinandosi del tutto a Kevin, che lo accolse nel proprio abbraccio caldo e tremante.
“Mi sei mancato Tim …” – gli disse sommesso nel collo, liscio, morbido al tatto delle sue labbra generose, che presto non ebbero più alcuna esitazione a baciarlo, profondamente.
Tim sembrava inghiottirlo, ingordo di lui e della sua smisurata capacità di farlo sentire importante, quando ci credeva, come in quell’attimo bellissimo per entrambi.
Ivo stava arrivando, in lontananza.


“Faccio il dentista … ho uno studio, potrai essere mio paziente, ad una tariffa speciale!”
Matt rise, era logorroico e lo stava distraendo con tutte le sue chiacchiere, sul lavoro, gli amici di Los Angeles e le avventure in Costa Azzurra.
Glam si stava facendo quel bagno, che l’altro gli aveva preparato con attenzione.
Matt se ne stava a gambe incrociate sul tappeto in spugna bordeaux, a lato della vasca e parlava, parlava …
C’era troppa schiuma.
Geffen appoggiò le dita chiuse alla propria guancia destra, in una sorta di rassegnazione.
“Matt …”
“Sì?”
“Mi stai raccontando un mare di cose, ma in realtà non stai dicendo niente, lo sai, vero?”
“In che senso?” – ed inarcò un sopracciglio, turbato.
“Cosa nascondi?”
“Veramente nulla Glam … ti do questa impressione?”
“Un pochino …” – e rise.
“Mi sembri uno sbirro”
“Lo sono”
“Indaghi su di me?” – e fece una smorfia tesa.
“Non sei il primo a piombare nella mia esistenza all’improvviso, trovando uno spazio, per poi riservarmi sorprese: sto citando esperienze passate, ovvio, però ne sono rimasto bruciato”
Geffen si riferiva a Coleman, ma non aveva intenzione di spiegarlo a Matt.
Così come il termine di paragone lo portava a Scott, in un’ottica positiva, più consona al suo nuovo conoscente.
Anche su di lui, comunque, Glam non voleva condividere alcuna considerazione con Matt, repentinamente taciturno.

“Spero di non averti offeso …”
“No Glam, però con il carico di vissuto che ti porti appresso, riesco a capire la tua diffidenza”
“Diffidenza? Parola grossa, non dobbiamo mica fidanzarci Matt” – disse simpatico, però l’effetto nello stomaco del suo interlocutore non fu gradevole.
“Francamente … sì hai ragione, non so neppure cosa ci faccio io qui Glam”
“Realisticamente, solo del mal, oltre a perdere il tuo tempo, lo dico … con benevolenza o almeno ci provo”
Matt si irrigidì.
“Ti faccio così pena?”
“Assolutamente no” – ed uscì, prendendo l’accappatoio appoggiato ad una sedia.
Geffen si tamponò, dando la schiena a Matt, spostatosi sul davanzale, per consentirgli quelle operazioni, portate a termine senza imbarazzo dall’uomo.
“Dirti quella cosa … sulla mia cotta per te, da ragazzino, è stata una stronzata”
“Estèlle è vivace e siete entrambi due ragazzini, se è per questo” – Glam rise, con fare paterno, però Matt non apprezzava il suo atteggiamento.
“Non avrò mai una storia con una donna, come hai fatto tu, visto che è assurdo, contro natura, per un omosessuale!” – sbottò convinto.
“Può succedere, magari anche a te Matt, non escludere mai a priori, visto che a me è accaduto proprio il contrario, con le persone del mio stesso sesso intendo”
“Forse tu coglievi le occasioni, da opportunista” – bissò polemico.
Glam lo scrutò, senza indispettirsi: “Sì, l’essenziale è migliorarsi”
“In cosa?”
“Come padre, almeno per me è stato così.”
“Da etero eri un pessimo genitore?”
“Ero un fantasma in quel … ruolo” – e si appoggiò alla parete piastrellata, le braccia incrociate dietro i fianchi.
Matt sembrò cadere in una riflessione silenziosa.
“Il giudice Miller come ha reagito davanti al tuo orientamento? Lo ricordo molto conservatore”
Matt ebbe un sussulto, tornando al presente, grazie al quesito di Glam.
“Alexander era il mio gemello, anche in questo … Due al prezzo di uno” – rise, ma con gli occhi lucidi – “Lui si è ammazzato. Il suo incidente, in auto, è stato un suicidio, ma lo so unicamente io: la lettera che mi ha lasciato non la farò mai leggere a nostro padre, non merita di sapere quanto Alex soffrisse per il suo rifiuto e tanto meno quanto lo amasse, nonostante i continui insulti.”
Glam restò immobile, destabilizzato da quella rivelazione tanto sincera, quanto spontanea.
Matt sorrise, asciugandosi le guance, mentre stava per andarsene – “Ora lo sai anche tu, ma te ne dimenticherai in fretta”
Geffen lo bloccò, senza irruenza.
Lo strinse a sé e Matt si sciolse in singhiozzi liberatori, quanto composti.


Kurt salì sulla sua motocicletta, bloccando tra la sella ed il serbatoio una borsa in carta, contenente un paio di stivali per Jamie.
Voleva fargli una sorpresa, sapendo che gli piacevano.
Quando arrivò all’attico di Hopper, che gli aprì mentre usciva per recarsi al lavoro,  trovò il ballerino intento a giocare con Julian.
“Ehi piedini ciccioni, vieni qui!”
Il bimbo sgambettò sino a lui, facendosi prendere in braccio.
“Ciao Kurt … Qual buon vento?”
“Pensierino per te” – e gli porse quel dono inatteso.
“Oh mamma cos’è?”
“Aprilo e lo saprai, tanto io mi diverto con questo adorabile fagotto!”
Kurt notò dei vassoi colmi di tramezzini e salatini.
“Ti stai ingozzando come al battesimo di Jay Jay? Sei forse incinto Jam? Ahahah”
“Ridi, ridi … ci sono novità …”
“Sentiamole …”  - e si accomodarono sul divano.
“Ecco vedi … per l’utero in affitto … ci abbiamo ripensato”
“Come mai Jam?”
“Non me la sono sentita” – e sbuffò, malinconico.
“Mi dispiace, se la cosa ti fa stare male Jamie”
“No, l’argomento è stato sviscerato ed anche Marc è d’accordo … Specialmente perché un suo collega gli ha inviato un file dalla Turchia, dove c’è un orfanotrofio con molti bambini in difficoltà e noi vorremmo tanto accogliere nella nostra famiglia … lei” – e sorridente, mostrò a Kurt una foto.
“Si chiama Elettra … ha quattro anni e la direttrice dell’istituto dice che fa i salti di gioia da quando ha saputo che potrebbe avere un posto dove essere amata”
Jamie lo disse così ispirato ed innocente da commuovere Kurt, che lo prese a sé con emozione.
“E tu sarai zio Kurt anche per la nostra principessa” – aggiunse, tirando su dal naso, ormai alle lacrime anche lui.
Julian indicava la futura sorellina con singulti allegri, provando a ripetere il suo nome complicato.
Risero all’unisono.
“Partiamo domani … andiamo a prenderla, con il jet di Antonio e l’assistenza di Vassily. Marc ne ha parlato con Glam e lui pensa sia la scelta migliore … Augurami buona fortuna Kurt”
“Andrà tutto bene Jam … ti adoro, sai?”
“Anch’io … e saresti davvero un angelo se potessi tenere Julian da voi …”
“Brandon ne sarà entusiasta quanto me, non preoccuparti.”



ELETTRA



Nessun commento:

Posta un commento