Capitolo n. 316 – zen
Geffen riprese fiato.
Kevin era il primo, a
cui lo stava dicendo, dopo Hugh.
“Laurie? L’analista
daddy?” – sorrise – “In effetti è una cosa un po’ da matti”
“Già da matti, ecco
io”
“No, ma stavo
scherzando Glam, per me è una decisione corretta, semplicemente bella, per i
vostri figli”
“Sei davvero
comprensivo, io non volevo che ti offendessi Kevin” – e lo abbracciò
affettuoso.
“Ma per cosa, in fondo?”
– tornò a guardarlo – “… Sono sempre stato geloso di Pam, però quando mi rese
partecipe della nascita di Drake, ne fui colpito ed orgoglioso, senza contare
quanto si sia sempre prodigata per la famiglia intera, è giusto, non occorre
aggiungere altro, solo che non so come la convincerai”
“Forse dovrete
aiutarmi … Ora informerò anche Robert e Jared” – replicò teso.
“Dillo a Jay, da
solo, poi a Rob, è un consiglio spassionato”
Erano su una delle
terrazze della End House, per un dopo cena un po’ silenzioso.
Colin era
visibilmente stanco e Jared lo confortava in ogni modo, sentendosi sempre in
colpa, per come veniva assorbito dalla situazione di Geffen.
Jude e Robert
sembravano due colombi, l’inglese gli versava da bere, lo toccava di continuo,
gli sussurrava cose, che nessuno riusciva a capire.
Downey ogni tanto
arrossiva e cercava di ossigenarsi, per superare l’imbarazzo di quell’intimità
un po’ sbandierata o, semplicemente, rivendicata da Law.
Jared raggiunse Glam
con una bibita fresca, come richiestogli gentilmente da Kevin, che si accomodò
a chiacchierare con l’irlandese.
“Ehi, stai facendo
delle consultazioni?” – chiese il cantante, ridendo forzatamente.
“Tesoro vieni qui …
Mi dispiace per come stanno andando le cose tra te e Colin, volevo cominciare
da questo, sai?”
“Non me la sento di
parlarne … scusami e poi … Poi è evidente che Cole si sta prendendo delle
libertà, forse scopa con qualcuno e spero non sia una ragazza, non lo
sopporterei … Ormai lo conosco bene, il modo in cui mi tiene stretto, si
aggrappa, con disperazione, ad ogni mio gesto o parola, come a chiedermi scusa
di continuo, anche quando facciamo l’amore” – si sfogò a bassa voce, fissando
Glam, un po’ stranito.
“E a te non importa
che si veda con un amante, chiunque egli sia? Perché non penso proprio si
tratti di una donna” – obiettò serio.
“E’ un periodo
difficile, l’hai detto tu stesso” – sorrise, mentre i suoi zaffiri si
inondavano di lacrime.
Era a pezzi.
Geffen lo avvolse,
paterno – “Ti volevo parlare di una mia decisione, ma adesso mi sento
inopportuno Jay”
“No, ti ascolto …
Cercherò di sopravvivere” – rise amaro, asciugandosi il volto.
“Per … Per una serie
di motivi, vorrei sposare Pamela … Farla diventare mia moglie, per la gioia
delle bimbe ed anche nell’interesse di Sebastian ed Alexander”
“Cavoli … Ma è … Oh
cavoli” – avvampò, quindi si appese al suo collo – “Adoro i matrimoni Glam” –
riuscì a scherzare, con un buco nel cuore.
“Jared sono contento
di avere anche la tua approvazione”
“Dopo Kevin? Ora
tocca a Rob? Non hai bisogno del nostro consenso”
“Invece sì anima mia
… Tu non sai quanto”
Harry ritirò il
biglietto di Louis, mentre lui vomitava nel bagno dell’aeroporto.
Per la seconda volta.
Quando si misero
seduti nella sala d’attesa, il silenzio tra di loro si fece scomodo.
Styles non si sarebbe
mai arreso.
“Ti aspetterò, con
Petra, spero tu possa rientrare per Natale, sarebbe orrendo trascorrerlo senza
di te Boo”
Lo disse con
pacatezza, anche se quel termine, orrendo,
risuonò nella cassa toracica di Tomlinson, scavandogli dentro una voragine
sempre più profonda.
“Ora, però, devo
lasciarti, non sopporterei di vederti andare via” – concluse serio, alzandosi.
Boo lo scrutò, dal
basso verso l’alto.
Haz indossava una
tuta vecchissima, ne avevano due uguali e se le scambiavano, come del resto
molti degli abiti, comprati in saldo, ma solo in passato: una delle tante
abitudini accantonate, ma mai dimenticate da entrambi.
“Fai buon viaggio …”
– esitò.
Louis si alzò, con un
mezzo scatto, fatto di afflizione pura.
Si abbracciarono
forte.
Provarono a non
soccombere al pianto, che li stava dilaniando, senza riuscirci.
Downey strabuzzò i
suoi quarzi vividi su Geffen.
“Ehm, mi sembri
perplesso Rob …”
“Ora mi dirai che
Jared, Kevin ed io dovremo farvi da damigelle! E non scegliere delle sottane
rosse, perché a me non donano!”
Scoppiarono a ridere.
“Favoloso, quando Pam
lo saprà, come minimo ti prende a pedate, questo lo sai, vero zuccone?”
“Sì … Mi auguro che
le gemelle possano convincerla … E fare loro da damigelle, Rob” – rise sollevato.
“Salvi per miracolo …
Auguri Glam, è una scelta nel tuo stile … A quando il lieto evento?”
“Sabato della
prossima settimana, non oltre … A dicembre mi sentirò peggio, questo lo
sappiamo … Del resto le mie notti sono già piuttosto tormentate”
“Mi dispiace … Mi
dispiace tu non sai quanto” – e gli diede una carezza sullo zigomo destro.
Geffen gli afferrò il
polso, con impeto e devozione – “Ti amo Robert … Ti amerò per sempre”
Ritrovarseli all’imbarco,
fu per Louis un autentico calcio sui denti.
Malik abbozzò un
sorriso, spiegandogli che la spedizione in Peru era diventata rischiosa, per le
recenti scosse sismiche nella zona del campo base.
Quindi il professore
responsabile aveva preferito spostarsi in Cile, con la squadra del collega,
mentore di Tomlinson e piuttosto avverso a Zayn.
Lux scrutava la
reazione di Harry, di sollievo all’apparenza: sapere Vincent nei paraggi del
consorte, lo rassicurava e non tanto per la presenza del neo fidanzato.
Styles non credeva a
quella relazione e non l’avrebbe mai fatto, neppure in presenza di un’ufficializzazione
dinnanzi ad un pastore, in un immediato futuro.
“Ok, ci sopporteremo
a vicenda” – li tagliò Boo, prendendo per mano Haz, trascinandolo verso una
zona ristoro.
“Voglio mangiare
qualcosa, sto da schifo e se salgo a stomaco vuoto su quell’aereo, potrebbe
anche venirmi un collasso, sai Harry?” – disse trafelato, la rabbia che gli
soffiava dalle narici, un sorriso storto, una maschera, che ormai Lou indossava
troppo spesso.
“Perché non rimani
qui …? Torniamo a casa, ho dei progetti Louis, qualcosa che ti piacerà”
“E questo da quando?
Mi sembra di stare sulle montagne russe, non trovo pace”
“Ok, vai pure, segui
i tuoi progetti, ne hai tutto il diritto: quando saremo di nuovo insieme, ti
accorgerai che non ti sto prendendo in giro” – chiuse definitivamente il
discorso, lasciandolo lì, senza più parole e pochi respiri in gola.
Robert si lisciò le
braccia nude, che spiccavano dalla t-shirt nera a maniche corte, della stessa
tinta dei pantaloni.
Jared si stropicciava
le dita, scorrendo con i propri zaffiri almeno tre plateau di gioielli, mentre
Kevin rideva, immaginando Pam sbraitare, per la solita vena esagerata di
Geffen, nello scegliere certi doni.
“Direi rubini, è il
suo colore, la sua pietra” – azzardò Leto, indicando una vera, tempestata di
quelle gemme di inestimabile valore.
Downey annuì, Geffen
aggrottò la fronte – “Glene ho fatto dono anche per la nascita dei guapiti” –
sorrise.
Anche Ken
Kengsington, della gioielleria, approvò – “Sì, una parure davvero notevole
Glam, dello stesso orefice, come creazione”
“D’accordo, vada per
questa, per me solo in oro bianco e poi dovresti prepararmi altri tre anelli,
con un otto, un segno di infinito, capisci?”
“Sì, credo di sì …”
“Prendi le misure di
Kevin, Jared e Robert per favore, sono per loro, niente incisioni, se non i
nostri nomi, su ognuna di esse, anche quella di Pam e la mia … Nessuna data” –
e si irrigidì.
“Glam stai bene?” –
chiese pronto Downey.
“Sì, sì ma vado a
stendermi, mi cercate Colin? Salgo con lui.”
Zayn si addormentò
sul petto di Vincent quasi subito, dopo il decollo.
L’uomo gli
accarezzava la nuca, i capelli, sbirciando i tatuaggi del compagno, tra le
pieghe dell’allacciatura della camicia, aderente e sensuale.
Malik faceva molta
palestra, sfruttando quella interna, alla villa di Lux.
Sembrava rilassato
anche quest’ultimo, ma i suoi occhi azzurri non riuscivano a non rincorrere
anche i gesti di Louis, quasi nel mirino delle sue amorevoli occhiate.
Boo si alzò di
scatto, andandosene alla toilette, dopo avere ingurgitato delle pillole
vitaminiche.
Il break a base di cracker
e tortine salate non gli era bastato.
Lux lo seguì, facendo
attenzione a non disturbare Zayn, sotto l’effetto di un blando sonnifero, per
evitare il mal d’aria ed il terrore di volare.
Appena Louis riaprì
la porta, per tornare al proprio posto, la tentazione di richiuderla fu
intensa, ma non poteva fuggire in eterno.
“Cosa vuoi Vincent?” –
sibilò astioso.
“Nulla, solo sapere
come ti senti. Hai l’aria stanca e poi … Poi continui a nutrirti di quelle
porcherie” – replicò afflitto, dandogli una carezza sul collo.
Boo avvampò – “Il
cibo degli dei o dei … fantasmi, un po’ lugubre, come immagine, ma renderà l’idea,
durante questo soggiorno forzato”
“Cosa intendi?”
“Zayn dovrà
conviverci con questo … imprevisto del sottoscritto!” – rise senza alcuna
voglia di farlo.
Erano così lontani i
tempi in cui avveniva, tra le braccia di Lux, adorante, presente, assoluto.
“Tu non sei un
problema, non lo sarai mai Louis, sei parte di me, della mia vita”
“Piantala!” – quasi ringhiò,
ma avrebbe voluto solo piangere e sparire.
Pensò al padre, a
come avesse sbagliato, nel non raggiungerlo in Florida, una volta per tutte,
per cominciare una nuova esistenza, conoscendo gente nuova, distante anche da
Harry e da quella bimba, che gli mancava da impazzire, almeno quanto Styles.
Almeno quanto
Vincent.
“Ti vorrò bene finché
esisterò, anche se non sei più nei miei giorni e vorrei che metabolizzassi
questa realtà, in modo sereno Louis, come sto cercando di fare io” – disse
pacato.
“Tu stai cercando di farlo? Ti ammiro, metti a
posto i tasselli, rivedi le tue priorità, insomma vai avanti ed io resto fermo,
con un legame in panne, un Harry che prima mi lascia, anche per via della mia
cazzata con Malik, il tuo pupillo, ma
che poi mi cerca, mi scopa, mi devasta …”
“Mi dispiace mon
petit”
“Non …” – poi prese
fiato – “… tanto non serve a niente, giusto Vincent?” – e si appoggiò alla
parete della carlinga.
Lux lo abbracciò – “Ti
voglio bene Louis …”
“Lasciami …!” – gli ansimò
nell’incavo della spalla, provando a liberarsi, ma in realtà si stava ancorando
al suo corpo, al suo calore penetrante.
Boo si perse, per
qualche secondo, tra le ali di Vincent, che non smetteva di ripeterglielo.
“Ti voglio bene … ti
voglio vedere felice, piccolo mio”
Louis lo sentiva
sorridere.
UN SELFIE DI ZAYN :) GRAZIE ALL'AMICA BETTER, PER AVERMELO ... PASSATO :-)
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