lunedì 23 giugno 2014

ZEN - CAPITOLO N. 316

Capitolo n. 316 – zen



Geffen riprese fiato.
Kevin era il primo, a cui lo stava dicendo, dopo Hugh.

“Laurie? L’analista daddy?” – sorrise – “In effetti è una cosa un po’ da matti”

“Già da matti, ecco io”

“No, ma stavo scherzando Glam, per me è una decisione corretta, semplicemente bella, per i vostri figli”

“Sei davvero comprensivo, io non volevo che ti offendessi Kevin” – e lo abbracciò affettuoso.

“Ma per cosa, in fondo?” – tornò a guardarlo – “… Sono sempre stato geloso di Pam, però quando mi rese partecipe della nascita di Drake, ne fui colpito ed orgoglioso, senza contare quanto si sia sempre prodigata per la famiglia intera, è giusto, non occorre aggiungere altro, solo che non so come la convincerai”

“Forse dovrete aiutarmi … Ora informerò anche Robert e Jared” – replicò teso.

“Dillo a Jay, da solo, poi a Rob, è un consiglio spassionato”

Erano su una delle terrazze della End House, per un dopo cena un po’ silenzioso.
Colin era visibilmente stanco e Jared lo confortava in ogni modo, sentendosi sempre in colpa, per come veniva assorbito dalla situazione di Geffen.

Jude e Robert sembravano due colombi, l’inglese gli versava da bere, lo toccava di continuo, gli sussurrava cose, che nessuno riusciva a capire.

Downey ogni tanto arrossiva e cercava di ossigenarsi, per superare l’imbarazzo di quell’intimità un po’ sbandierata o, semplicemente, rivendicata da Law.


Jared raggiunse Glam con una bibita fresca, come richiestogli gentilmente da Kevin, che si accomodò a chiacchierare con l’irlandese.


“Ehi, stai facendo delle consultazioni?” – chiese il cantante, ridendo forzatamente.

“Tesoro vieni qui … Mi dispiace per come stanno andando le cose tra te e Colin, volevo cominciare da questo, sai?”

“Non me la sento di parlarne … scusami e poi … Poi è evidente che Cole si sta prendendo delle libertà, forse scopa con qualcuno e spero non sia una ragazza, non lo sopporterei … Ormai lo conosco bene, il modo in cui mi tiene stretto, si aggrappa, con disperazione, ad ogni mio gesto o parola, come a chiedermi scusa di continuo, anche quando facciamo l’amore” – si sfogò a bassa voce, fissando Glam, un po’ stranito.

“E a te non importa che si veda con un amante, chiunque egli sia? Perché non penso proprio si tratti di una donna” – obiettò serio.

“E’ un periodo difficile, l’hai detto tu stesso” – sorrise, mentre i suoi zaffiri si inondavano di lacrime.
Era a pezzi.

Geffen lo avvolse, paterno – “Ti volevo parlare di una mia decisione, ma adesso mi sento inopportuno Jay”

“No, ti ascolto … Cercherò di sopravvivere” – rise amaro, asciugandosi il volto.

“Per … Per una serie di motivi, vorrei sposare Pamela … Farla diventare mia moglie, per la gioia delle bimbe ed anche nell’interesse di Sebastian ed Alexander”

“Cavoli … Ma è … Oh cavoli” – avvampò, quindi si appese al suo collo – “Adoro i matrimoni Glam” – riuscì a scherzare, con un buco nel cuore.

“Jared sono contento di avere anche la tua approvazione”

“Dopo Kevin? Ora tocca a Rob? Non hai bisogno del nostro consenso”

“Invece sì anima mia … Tu non sai quanto”



Harry ritirò il biglietto di Louis, mentre lui vomitava nel bagno dell’aeroporto.
Per la seconda volta.

Quando si misero seduti nella sala d’attesa, il silenzio tra di loro si fece scomodo.

Styles non si sarebbe mai arreso.

“Ti aspetterò, con Petra, spero tu possa rientrare per Natale, sarebbe orrendo trascorrerlo senza di te Boo”

Lo disse con pacatezza, anche se quel termine, orrendo, risuonò nella cassa toracica di Tomlinson, scavandogli dentro una voragine sempre più profonda.

“Ora, però, devo lasciarti, non sopporterei di vederti andare via” – concluse serio, alzandosi.

Boo lo scrutò, dal basso verso l’alto.
Haz indossava una tuta vecchissima, ne avevano due uguali e se le scambiavano, come del resto molti degli abiti, comprati in saldo, ma solo in passato: una delle tante abitudini accantonate, ma mai dimenticate da entrambi.

“Fai buon viaggio …” – esitò.

Louis si alzò, con un mezzo scatto, fatto di afflizione pura.

Si abbracciarono forte.

Provarono a non soccombere al pianto, che li stava dilaniando, senza riuscirci.



Downey strabuzzò i suoi quarzi vividi su Geffen.

“Ehm, mi sembri perplesso Rob …”

“Ora mi dirai che Jared, Kevin ed io dovremo farvi da damigelle! E non scegliere delle sottane rosse, perché a me non donano!”

Scoppiarono a ridere.

“Favoloso, quando Pam lo saprà, come minimo ti prende a pedate, questo lo sai, vero zuccone?”

“Sì … Mi auguro che le gemelle possano convincerla … E fare loro da damigelle, Rob” – rise sollevato.

“Salvi per miracolo … Auguri Glam, è una scelta nel tuo stile … A quando il lieto evento?”

“Sabato della prossima settimana, non oltre … A dicembre mi sentirò peggio, questo lo sappiamo … Del resto le mie notti sono già piuttosto tormentate”

“Mi dispiace … Mi dispiace tu non sai quanto” – e gli diede una carezza sullo zigomo destro.

Geffen gli afferrò il polso, con impeto e devozione – “Ti amo Robert … Ti amerò per sempre”



Ritrovarseli all’imbarco, fu per Louis un autentico calcio sui denti.

Malik abbozzò un sorriso, spiegandogli che la spedizione in Peru era diventata rischiosa, per le recenti scosse sismiche nella zona del campo base.
Quindi il professore responsabile aveva preferito spostarsi in Cile, con la squadra del collega, mentore di Tomlinson e piuttosto avverso a Zayn.

Lux scrutava la reazione di Harry, di sollievo all’apparenza: sapere Vincent nei paraggi del consorte, lo rassicurava e non tanto per la presenza del neo fidanzato.

Styles non credeva a quella relazione e non l’avrebbe mai fatto, neppure in presenza di un’ufficializzazione dinnanzi ad un pastore, in un immediato futuro.

“Ok, ci sopporteremo a vicenda” – li tagliò Boo, prendendo per mano Haz, trascinandolo verso una zona ristoro.


“Voglio mangiare qualcosa, sto da schifo e se salgo a stomaco vuoto su quell’aereo, potrebbe anche venirmi un collasso, sai Harry?” – disse trafelato, la rabbia che gli soffiava dalle narici, un sorriso storto, una maschera, che ormai Lou indossava troppo spesso.

“Perché non rimani qui …? Torniamo a casa, ho dei progetti Louis, qualcosa che ti piacerà”

“E questo da quando? Mi sembra di stare sulle montagne russe, non trovo pace”

“Ok, vai pure, segui i tuoi progetti, ne hai tutto il diritto: quando saremo di nuovo insieme, ti accorgerai che non ti sto prendendo in giro” – chiuse definitivamente il discorso, lasciandolo lì, senza più parole e pochi respiri in gola.


Robert si lisciò le braccia nude, che spiccavano dalla t-shirt nera a maniche corte, della stessa tinta dei pantaloni.

Jared si stropicciava le dita, scorrendo con i propri zaffiri almeno tre plateau di gioielli, mentre Kevin rideva, immaginando Pam sbraitare, per la solita vena esagerata di Geffen, nello scegliere certi doni.

“Direi rubini, è il suo colore, la sua pietra” – azzardò Leto, indicando una vera, tempestata di quelle gemme di inestimabile valore.

Downey annuì, Geffen aggrottò la fronte – “Glene ho fatto dono anche per la nascita dei guapiti” – sorrise.

Anche Ken Kengsington, della gioielleria, approvò – “Sì, una parure davvero notevole Glam, dello stesso orefice, come creazione”

“D’accordo, vada per questa, per me solo in oro bianco e poi dovresti prepararmi altri tre anelli, con un otto, un segno di infinito, capisci?”

“Sì, credo di sì …”

“Prendi le misure di Kevin, Jared e Robert per favore, sono per loro, niente incisioni, se non i nostri nomi, su ognuna di esse, anche quella di Pam e la mia … Nessuna data” – e si irrigidì.

“Glam stai bene?” – chiese pronto Downey.

“Sì, sì ma vado a stendermi, mi cercate Colin? Salgo con lui.”



Zayn si addormentò sul petto di Vincent quasi subito, dopo il decollo.

L’uomo gli accarezzava la nuca, i capelli, sbirciando i tatuaggi del compagno, tra le pieghe dell’allacciatura della camicia, aderente e sensuale.

Malik faceva molta palestra, sfruttando quella interna, alla villa di Lux.

Sembrava rilassato anche quest’ultimo, ma i suoi occhi azzurri non riuscivano a non rincorrere anche i gesti di Louis, quasi nel mirino delle sue amorevoli occhiate.

Boo si alzò di scatto, andandosene alla toilette, dopo avere ingurgitato delle pillole vitaminiche.

Il break a base di cracker e tortine salate non gli era bastato.

Lux lo seguì, facendo attenzione a non disturbare Zayn, sotto l’effetto di un blando sonnifero, per evitare il mal d’aria ed il terrore di volare.


Appena Louis riaprì la porta, per tornare al proprio posto, la tentazione di richiuderla fu intensa, ma non poteva fuggire in eterno.

“Cosa vuoi Vincent?” – sibilò astioso.

“Nulla, solo sapere come ti senti. Hai l’aria stanca e poi … Poi continui a nutrirti di quelle porcherie” – replicò afflitto, dandogli una carezza sul collo.

Boo avvampò – “Il cibo degli dei o dei … fantasmi, un po’ lugubre, come immagine, ma renderà l’idea, durante questo soggiorno forzato”

“Cosa intendi?”

“Zayn dovrà conviverci con questo … imprevisto del sottoscritto!” – rise senza alcuna voglia di farlo.

Erano così lontani i tempi in cui avveniva, tra le braccia di Lux, adorante, presente, assoluto.

“Tu non sei un problema, non lo sarai mai Louis, sei parte di me, della mia vita”

“Piantala!” – quasi ringhiò, ma avrebbe voluto solo piangere e sparire.

Pensò al padre, a come avesse sbagliato, nel non raggiungerlo in Florida, una volta per tutte, per cominciare una nuova esistenza, conoscendo gente nuova, distante anche da Harry e da quella bimba, che gli mancava da impazzire, almeno quanto Styles.

Almeno quanto Vincent.

“Ti vorrò bene finché esisterò, anche se non sei più nei miei giorni e vorrei che metabolizzassi questa realtà, in modo sereno Louis, come sto cercando di fare io” – disse pacato.

“Tu stai cercando di farlo? Ti ammiro, metti a posto i tasselli, rivedi le tue priorità, insomma vai avanti ed io resto fermo, con un legame in panne, un Harry che prima mi lascia, anche per via della mia cazzata con Malik, il tuo pupillo, ma che poi mi cerca, mi scopa, mi devasta …”

“Mi dispiace mon petit”

“Non …” – poi prese fiato – “… tanto non serve a niente, giusto Vincent?” – e si appoggiò alla parete della carlinga.

Lux lo abbracciò – “Ti voglio bene Louis …”

“Lasciami …!” – gli ansimò nell’incavo della spalla, provando a liberarsi, ma in realtà si stava ancorando al suo corpo, al suo calore penetrante.

Boo si perse, per qualche secondo, tra le ali di Vincent, che non smetteva di ripeterglielo.

“Ti voglio bene … ti voglio vedere felice, piccolo mio”

Louis lo sentiva sorridere.







 UN SELFIE DI ZAYN :) GRAZIE ALL'AMICA BETTER, PER AVERMELO ... PASSATO :-)



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