One shot – Il sole a
mezzanotte
Los Angeles, 30
maggio 2014, quasi a mezzanotte
Pov Colin Farrell
Sempre più magro.
E’ così che lo vedo e
glielo dico, storcendo la bocca, gli occhi bassi, a scrutarmi i piedi sul
parquet.
Jared ride.
Ed è il sole.
Anche ora, che è mezzanotte.
“In compenso quelli
che ho perso io, li hai messi su tu, orso”
L’ultima parola la
dice piano, con dolcezza, poi si avvicina, si inginocchia davanti alle mie
gambe.
Mi guarda, respira,
ogni cosa che fa io la registro mentalmente, perché so che ci rivedremo come
minimo tra un mese o due.
Questo mi strazia l’anima,
perché il cuore glielo ho già consegnato da un pezzo.
Ci incontriamo di
rado.
Per non litigare.
Per non morirne, come
un paio di anni fa, quando ci siamo separati per l’ennesima volta.
Sembrava una vita a
parte, quella che vivevamo, quando ci rimettevamo insieme.
Il mondo correva su
binari ben diversi dai nostri.
Nascosti.
A vergognarci di ciò
che eravamo, così stupidi.
Il problema di base
non veniva mai superato, nonostante le promesse, i progetti, la sublimazione di
un amore, che affondava le radici in un passato ormai lontano.
Un passato che ci
aveva lasciato, però, cicatrici perenni.
Quando ci tradivamo,
Jared ed io, non era con cattiveria, ma solo per frustrazione.
Ho avuto un paio di
ragazzi, lo ammetto, anche se dirglielo è stato come strapparsi le unghie.
Jared non mi ha
rivolto la parola per settimane, mai avrebbe creduto che mi sarei scopato due
tizi, conosciuti in una sauna.
Me ne disse di
insulti, però non ero molto più squallido dei suoi amici perversi, che se lo
portavano a letto, fatto di coca ed alcol, mescolandolo ai corpi di ragazze
avvenenti, per poi finire ad amoreggiare unicamente con lui, che cancellava la
presenza di chiunque.
In sé quei dettagli
erano persino ridicoli, per non dire spassosi.
Lui era più di tutto
e tutte.
Gli domandai, una
volta, se si era almeno innamorato un po’, di questa o di quella, immortalata
in certe fotografie.
“Sono
solo amiche e se ci va di finire a letto, cosa c’è di male? Sono un essere
umano e poi tu ed io non siamo che un po’ più di niente Colin”
Aveva ragione da
vendere, ma quando ci si appartiene, come accade a noi, da quel bacio, ma anche da prima, quando ci studiavamo a vicenda,
innamorandoci, non si può fare finta di niente.
Il sapore della sua
bocca è ancora quello.
Jared non cambia.
Jared non invecchia.
Il tempo si è voltato
dall’altra parte, con un sorriso, per lui.
Ci rannicchiamo sotto
ad un piumino, che mia sorella ha ricamato negli angoli con le nostre iniziali.
“E’
di buon auspicio, Colin …”
“Tu
credi, Catherine?”
Quando me lo regalò,
io risi malinconico, un nodo alla gola, da togliermi il respiro.
Come adesso riesce a
fare Jared.
Inarcandosi sotto il
mio corpo appesantito, ma che gli piace, anche se non lo ammetterebbe mai.
Siamo un intreccio di
calore e di baci.
“Ti amo così tanto
Cole …” – ansima ed è il paradiso in terra.
Come potrei definirlo
diversamente?
Nessuno e ribadisco,
nessuno, mi ha mai fatto sentire così.
Spingo più forte,
vorrei mandarlo in pezzi, questo capolavoro di talento, di sensibilità, di
assoluto.
Se non potrà essere
mio, allora non sarà più di chiunque,
là fuori.
Jared è unico ed è
così divertente, fragile, appassionato, una continua emozione.
Nulla è mai scontato,
se nasce da lui.
Veniamo e
ricominciamo.
È sempre così.
E sarà così per
sempre.
Io lo so.
Lui lo sa.
Dopo
non voglio che mi veda piangere.
E’ il mio compleanno.
Allegria!
Esclamerebbe mio
fratello Eamon.
Sta arrivando anche
lui, con il marito Steven.
Che balordaggine di
esistenza, di equivoci, di paradossi.
Una coppia sposata,
nella mia stessa famiglia, in un’unione gay alla luce del sole.
Ed io a farmi seghe
mentali da un secolo, con il terrore di perdere i miei figli, di compromettere
la carriera.
Ci ho provato a
superare le mie paranoie e ci sono persino riuscito.
Peccato non averlo
fatto quando era Jared a chiedermelo.
Quando l’ho fatto io,
quando è arrivato il mio turno, lui era già andato oltre.
“Lasciamo
stare Cole.”
Fu lapidario, come sa
essere lui, quando prende una decisione.
“Tanti auguri Colin”
Ride leggero,
prendendo da sotto il cuscino una scatoletta, con sopra incisa una data.
26
dicembre 2014
“Jay è quando
compirai tu gli anni …” – mormoro incuriosito.
“Infatti lì dentro c’è
un regalo per entrambi Cole …” – quasi sussurra, concentrato anche lui su
quello scrigno prezioso.
Fedi nuziali.
Le guardo, con
stupore.
Al loro interno un’incisione
nitida.
Colin
e Jared, 26 dicembre 2014
“Dovrai tornare in
forma, però”
Scherza, gli occhi
lucidi.
“A costo di”
Jared mi interrompe,
con un bacio, per il quale potrei anche uccidere, lo giuro.
31 maggio 2014,
mezzogiorno
“Henry smettila di
tirare i capelli a Jared!”
Claudine ride, ma nostro figlio sa che il suo secondo papà
non si arrabbierà mai davvero con lui.
Nostro,
come James, che tengo in braccio, pronto a scartare i regali, che mia madre e
Catherine, con Eamon e Steven, stanno riunendo sopra il tavolo del soggiorno.
“Ehi Colin, Henry
vuole una sorellina”
Forse sto sognando.
E’ Jared ad averlo
detto, poi aggiunge solare – “Quando saremo sposati, papi ed io ti
accontenteremo, vero Cole?”
“Ci puoi giurare
amore …” – sospiro, andando a stringerli, con James, sul cuore, che non sarà
mai abbastanza grande, per contenere ciò che provo per questo eterno ragazzo di
Bossier City.
Quel momento è come
una pagina ancora non scritta.
So, per certo,
comunque, che non permetterò al destino, di chiudere questo libro e portarmelo
via
Ancora una volta.
The end
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