martedì 10 giugno 2014

One shot – Il sole a mezzanotte

One shot – Il sole a mezzanotte




Los Angeles, 30 maggio 2014, quasi a mezzanotte

Pov Colin Farrell


Sempre più magro.
E’ così che lo vedo e glielo dico, storcendo la bocca, gli occhi bassi, a scrutarmi i piedi sul parquet.

Jared ride.
Ed è il sole.
Anche ora, che è mezzanotte.

“In compenso quelli che ho perso io, li hai messi su tu, orso”

L’ultima parola la dice piano, con dolcezza, poi si avvicina, si inginocchia davanti alle mie gambe.
Mi guarda, respira, ogni cosa che fa io la registro mentalmente, perché so che ci rivedremo come minimo tra un mese o due.

Questo mi strazia l’anima, perché il cuore glielo ho già consegnato da un pezzo.

Ci incontriamo di rado.
Per non litigare.
Per non morirne, come un paio di anni fa, quando ci siamo separati per l’ennesima volta.

Sembrava una vita a parte, quella che vivevamo, quando ci rimettevamo insieme.

Il mondo correva su binari ben diversi dai nostri.
Nascosti.
A vergognarci di ciò che eravamo, così stupidi.

Il problema di base non veniva mai superato, nonostante le promesse, i progetti, la sublimazione di un amore, che affondava le radici in un passato ormai lontano.

Un passato che ci aveva lasciato, però, cicatrici perenni.

Quando ci tradivamo, Jared ed io, non era con cattiveria, ma solo per frustrazione.

Ho avuto un paio di ragazzi, lo ammetto, anche se dirglielo è stato come strapparsi le unghie.

Jared non mi ha rivolto la parola per settimane, mai avrebbe creduto che mi sarei scopato due tizi, conosciuti in una sauna.

Me ne disse di insulti, però non ero molto più squallido dei suoi amici perversi, che se lo portavano a letto, fatto di coca ed alcol, mescolandolo ai corpi di ragazze avvenenti, per poi finire ad amoreggiare unicamente con lui, che cancellava la presenza di chiunque.

In sé quei dettagli erano persino ridicoli, per non dire spassosi.

Lui era più di tutto e tutte.

Gli domandai, una volta, se si era almeno innamorato un po’, di questa o di quella, immortalata in certe fotografie.

“Sono solo amiche e se ci va di finire a letto, cosa c’è di male? Sono un essere umano e poi tu ed io non siamo che un po’ più di niente Colin”

Aveva ragione da vendere, ma quando ci si appartiene, come accade a noi, da quel bacio, ma anche da prima, quando ci studiavamo a vicenda, innamorandoci, non si può fare finta di niente.


Il sapore della sua bocca è ancora quello.

Jared non cambia.
Jared non invecchia.

Il tempo si è voltato dall’altra parte, con un sorriso, per lui.

Ci rannicchiamo sotto ad un piumino, che mia sorella ha ricamato negli angoli con le nostre iniziali.

“E’ di buon auspicio, Colin …”
“Tu credi, Catherine?”

Quando me lo regalò, io risi malinconico, un nodo alla gola, da togliermi il respiro.
Come adesso riesce a fare Jared.

Inarcandosi sotto il mio corpo appesantito, ma che gli piace, anche se non lo ammetterebbe mai.

Siamo un intreccio di calore e di baci.

“Ti amo così tanto Cole …” – ansima ed è il paradiso in terra.

Come potrei definirlo diversamente?
Nessuno e ribadisco, nessuno, mi ha mai fatto sentire così.

Spingo più forte, vorrei mandarlo in pezzi, questo capolavoro di talento, di sensibilità, di assoluto.

Se non potrà essere mio, allora non sarà più di chiunque, là fuori.

Jared è unico ed è così divertente, fragile, appassionato, una continua emozione.
Nulla è mai scontato, se nasce da lui.

Veniamo e ricominciamo.
È sempre così.
E sarà così per sempre.
Io lo so.
Lui lo sa.

Dopo non voglio che mi veda piangere.

E’ il mio compleanno.

Allegria!
Esclamerebbe mio fratello Eamon.
Sta arrivando anche lui, con il marito Steven.

Che balordaggine di esistenza, di equivoci, di paradossi.

Una coppia sposata, nella mia stessa famiglia, in un’unione gay alla luce del sole.

Ed io a farmi seghe mentali da un secolo, con il terrore di perdere i miei figli, di compromettere la carriera.

Ci ho provato a superare le mie paranoie e ci sono persino riuscito.
Peccato non averlo fatto quando era Jared a chiedermelo.
Quando l’ho fatto io, quando è arrivato il mio turno, lui era già andato oltre.

“Lasciamo stare Cole.”

Fu lapidario, come sa essere lui, quando prende una decisione.

“Tanti auguri Colin”
Ride leggero, prendendo da sotto il cuscino una scatoletta, con sopra incisa una data.

26 dicembre 2014

“Jay è quando compirai tu gli anni …” – mormoro incuriosito.

“Infatti lì dentro c’è un regalo per entrambi Cole …” – quasi sussurra, concentrato anche lui su quello scrigno prezioso.

Fedi nuziali.
Le guardo, con stupore.
Al loro interno un’incisione nitida.

Colin e Jared, 26 dicembre 2014

“Dovrai tornare in forma, però”
Scherza, gli occhi lucidi.

“A costo di”

Jared mi interrompe, con un bacio, per il quale potrei anche uccidere, lo giuro.



31 maggio 2014, mezzogiorno


“Henry smettila di tirare i capelli a Jared!”

Claudine ride, ma nostro figlio sa che il suo secondo papà non si arrabbierà mai davvero con lui.

Nostro, come James, che tengo in braccio, pronto a scartare i regali, che mia madre e Catherine, con Eamon e Steven, stanno riunendo sopra il tavolo del soggiorno.

“Ehi Colin, Henry vuole una sorellina”

Forse sto sognando.
E’ Jared ad averlo detto, poi aggiunge solare – “Quando saremo sposati, papi ed io ti accontenteremo, vero Cole?”

“Ci puoi giurare amore …” – sospiro, andando a stringerli, con James, sul cuore, che non sarà mai abbastanza grande, per contenere ciò che provo per questo eterno ragazzo di Bossier City.


Quel momento è come una pagina ancora non scritta.

So, per certo, comunque, che non permetterò al destino, di chiudere questo libro e portarmelo via

Ancora una volta.


The end




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