Capitolo n. 309 – zen
La macchina non ne
aveva voluto sapere di ripartire.
Boo scese, provando a
chiamare un taxi, ma il numero era sempre occupato.
Incamminandosi verso
il quartiere fronte oceano, si era accorto che un bus gli avrebbe risparmiato
di inzupparsi ed era arrivato a casa sano e salvo, ma con il cuore a pezzi.
Con Harry non erano
riusciti ad aggiungere altro, a parole, se non un reciproco sguardo ferito, che
urlava la rispettiva incapacità di risolvere quell’ennesima crisi.
Louis fece una doccia
veloce, senza riuscire a riscaldarsi, infilandosi poi sotto il piumone di
colore bianco, lo stesso di lenzuola e federe, come se il giovane provasse a
tornare in una primitiva purezza, accartocciandosi in quel bozzolo, morbido,
candido e profumato, con una paura fottuta del domani.
Nonostante l’agitazione,
si assopì quasi subito.
Lux si accese la
seconda sigaretta, rintanato tra gli oleandri in terrazza, con addosso una
camicia in jeans ed i boxer, le infradito, i piedi umidi, qualche imprecazione
in francese, come a coronare quel momento di strana solitudine.
A pochi metri, uno
splendido ragazzo, si era come ammutolito tra i cuscini, in attesa di una
risposta.
Zayn non aveva
insistito nel volere sapere cosa non andasse a Vincent, da quando si erano
coricati.
L’affarista lesse un
sms, rispondendo veloce, non senza scrollare la testa e poi spegnere quell’aggeggio,
che non smetteva di importunarlo.
Vincent avrebbe
voluto trascorrere una notte romantica, con il suo nuovo fidanzato, magari a scrutare le fedi, appena scambiate,
facendo progetti, matrimoniali e non.
Si sentì ridicolo, perché
Malik aveva tutta una vita davanti ed arenarsi
con un adulto come lui, poteva solo danneggiarlo.
Lux prese un lungo
respiro, tornando in casa.
“Tesoro ascoltami …”
“Ah bene, ti sei
deciso a parlare” – Zayn gli sorrise, inginocchiandosi al centro del materasso,
avvinghiato ad un guanciali, che lo copriva quasi interamente, nascondendo quel
corpo fantastico, che fece perdere l’ennesimo battito al suo interlocutore
innamorato.
A
volte, però, l’amore non basta.
“Zayn credo sia
meglio tu te ne vada da qui e da me …”
Le sue mani erano
calde, un po’ sudate, così il suo petto, tatuato ed incollato al suo, che non
riusciva ancora a crederci, in quel buio, frastagliato dai bagliori soffusi, di
alcuni faretti.
“Haz …?!” – gli ansimò
nella bocca, Louis, appendendosi a lui, in quel tepore improvviso, rimandato
dal corpo di Styles, che andava a fondersi con il suo.
“Zitto … Non dire
nulla … Ti odio così tanto Boo” – e fu un attimo, entrargli dentro, come una
coltellata nel mezzo di ogni cosa meravigliosa Louis rappresentasse per lui.
“Harry asp aspetta …”
– le sue iridi si inondarono di pianto, per la gioia di averlo lì, ma,
soprattutto perché Styles era troppo, da
sempre.
Eppure, a Boo,
sembrava non bastare mai, quel turbinio di sensazioni, che sembravano
rimescolare ogni sua emozione, estremizzandola, come se venisse proiettata
direttamente sul ciglio di un baratro, con la certezza di non cadere.
Fu un amplesso
profondo, fatto di baci e lacrime, come se ad unirli fosse la disperazione e
nient’altro.
Quando uscì da Lou,
Harry sembrò accasciarsi verso il bordo, voltandogli in parte le spalle, come a
non volerlo vedere, mentre gli diceva frasi inattese e sconvolgenti.
“Ora te ne andrai di
nuovo, Haz …?” – gli ansimò tra le scapole il consorte, madido, tremante, senza
la forza di stringerlo a sé.
“Sì”
Boo si mise seduto,
stabilizzando il respiro, non senza difficoltà per la rabbia che gli stava
salendo al cervello.
“Cosa significa
questo, allora?!” – sbottò, tamponandosi il volto arrossato e segnato dai baci
e dai morsi di Harry.
“Quando me lo avresti
detto?”
“Cosa Haz …?”
“Di te e di Zayn”
Fu come un’onda di
ghiaccio e sale.
“Ma …”
“Sono passato a
ritirare la posta, non riuscivo a prendere sonno, ero incazzato e poi volevo
chiarire … C’era il tuo orologio nella buca, insieme a poche righe di Malik”
“Mai … La … La mia
risposta alla tua domanda, Haz, io non te lo avrei mai detto, di me e Zayn: ho voluto dimenticare tutto, all’istante,
come se potesse servire a cancellarla, questa pazzia …”
“E così Vincent: gli
ho mandato un sms e lui mi ha liquidato con un “lasciatemi in pace, io voglio andare avanti e voglio farlo insieme a
Zayn””
Boo lo fissò, mentre
Harry si sollevava lento, inspirando – “Hai ragione su di una cosa, Lou: siete
una manica di pazzi” – e gli lanciò
un pacchetto, dopo averlo preso dalla tasca del cappotto nero.
Shannon aprì le
palpebre con un lieve sussulto, incontrando il sorriso di Owen, seduto al suo
capezzale.
“L’assistente di
Mason ha spedito Jared nella stanza accanto, così poteva riposarsi e tu fare le
flebo” – disse a bassa voce.
“E Tomo …?” – mormorò
roco il batterista, scrutando le bocce piene di salina, penzolare dalle
piantane apposite.
“E’ andato dal vostro
Josh, per portarlo da Julie ed Ernest, così potrà starti accanto senza doversi
preoccupare dei pasti e della lavanderia” – scherzò affettuoso – “Spero non ti
dispiaccia Shan … Come ti senti, comunque?”
“Per me è un sollievo
averti qui Owen, non finirò mai di ringraziarti …” – e ricambiò il sorriso,
stringendogli le mani.
“Per così poco … Ora
devi pensare a curarti e guarire, del resto ci occuperemo noi”
“Ma che ore sono …?
Tu non vai a nanna?” – e rise, provando a stiracchiarsi, non senza qualche
difficoltà.
“Adesso vado, volevo
salutarti Shan … E poi era bello guardarti …” – arrossì, abbassando i suoi
opali azzurri.
“Ti voglio bene Owen …”
“Anch’io Shan”
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La fermata del bus
era quella dov’era sceso Louis, non più tardi di due ore prima.
Anche la vettura di
Styles era rimasta in panne.
Quel temporale
sembrava non volere finire mai.
Le poche righe di
Malik, gli punzecchiavano gli occhi ed il cuore: forse avrebbe dovuto lasciare
stare, forse non era stato neppure corretto aprire la corrispondenza di Louis,
ma la tentazione era stata soffocante.
Harry doveva mettere
a tacere i propri sospetti, appena il prezioso gioiello era caduto sul suo
palmo sinistro: Boo non se ne separava mai ed averlo lasciato da qualche parte,
era oltre modo inusuale.
§
Ciao Louis, questo non mi appartiene, l’hai dimenticato da me in università …
Non voglio più niente di tuo nella mia esistenza, anche se sei stato solo uno
sbaglio occasionale, ma gravissimo. Ciao, Zayn §
La figura di Styles
era come ricurva in quella pioggia ormai fine e fastidiosa.
Tutto gli faceva
male.
Tutto.
Malik lo osservò,
come se Lux fosse una persona diversa, da quella con cui il paleontologo aveva
fatto l’amore per l’intero pomeriggio precedente, per poi mangiare imboccandosi
e ridendo di ogni sciocchezza.
Certo c’era stato
qualcosa che gli sfuggiva, un lieve imbarazzo, una trepidazione malcelata, nei
gesti dell’uomo, che sembrava rimandare ed alla fine rinunciare: a cosa, ancora Zayn non lo sapeva.
“Prima mi nascondi le
tue intenzioni, Vincent, ora spari questa cazzata … No, dico, vuoi esaurirmi?!”
– esordì in palese difficoltà.
Il fantasma di Louis
sembrava volteggiare alle spalle di Lux, in uno scenario, completamente
immaginato dallo studente.
Questo giro, però,
Tomlinson era fuori dai giochi.
Totalmente.
“Sto parlando nel tuo
interesse Zayn: ci ho riflettuto”
“TU ci hai riflettuto??!” – lo aggredì, schizzando
da quella posizione comoda, per pararsi davanti a lui, completamente nudo ed in
crisi di ossigeno per l’apprensione ed il rammarico.
“Sto provando a
spiegarti la conclusione, alla quale sono arrivato, nel vederti reagire in
determinati modi Zayn!”
Lux ripeteva il suo
nome, amandolo, sempre di più.
Il cuore gli scalpitava
nella gola, con il desiderio spasmodico di abbracciarlo, baciarlo,
sussurrandogli che tutto sarebbe andato a posto.
E
che voleva sposarlo.
“E tutto questo senza di me, ovvio!” – gridò esasperato
– “Perché sei TU quello grande, che
probabilmente si è stancato di essere messo alla prova da un ragazzino come il sottoscritto!”
Quei ragionamenti,
sbraitati con furia e dolore, sembravano rimbombare nella mente di Malik, senza
alcun senso compiuto.
“Io ti amo Zayn … Ti
amo così tanto, che avevo comprato anche gli anelli per sancire il nostro
fidanzamento … Per confermarti che non era un gioco e che le tue prove non mi avevano spaventato …” –
mormorò stanco, crollando su di una poltrona, in mezzo ai vestiti di entrambi.
Cominciò a piangere,
sommessamente e con dignità: Vincent non era stato mai così sincero e
trasparente.
Malik andò ad
inginocchiarsi ai suoi piedi, brandendo i suoi polsi, con dolcezza,
commuovendosi.
“Cosa …? Io credevo
che …”
“Che cosa, angelo mio
…?” – ed appoggiò la propria fronte a quella del suo ragazzino.
“Credevo di averti
stufato e che Louis fosse tornato all’attacco, ora che si sono separati con
Harry …”
“Harry sa di te e
Boo, non so come l’ha scoperto, però mi ha chiesto spiegazioni ed io l’ho
mandato al diavolo” – rivelò esausto.
“Forse perché gli ho
spedito il Rolex, l’aveva perduto nel mio alloggio quando” – e si morse le
labbra turgide.
Lux vi posò un bacio,
colmo di tenerezza.
“Non parliamone più
Zayn, io ho superato questo ostacolo tra noi”
“Ed io avrei dovuto
apprezzarlo di più … Invece sono stato un coglione e”
“No, tu sei nel
principio di un avvenire, ricco di promesse Zayn ed io non ho alcun diritto di
rovinartelo”
“Amarsi non sarà la
mia rovina” – sorrise, riprendendo un
minimo di colorito ed entusiasmo.
Si abbracciarono
forte.
“Io ti voglio nella
mia vita Zayn, ma prima di ciò viene la tua felicità e realizzazione” – disse fermo,
fissandolo, brandendo i suoi zigomi.
“Da quando si siamo
conosciuti Vincent, anche se non te l’ho mai dimostrato a sufficienza, sei tu la mia felicità e realizzazione, credimi”
“Dimentichi Briciola”
Risero lievi, tirando
su dal naso, baciandosi di nuovo.
Fuori aveva smesso di
piovere.
Finalmente.
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