lunedì 9 giugno 2014

ZEN - CAPITOLO N. 309

Capitolo n. 309 – zen


La macchina non ne aveva voluto sapere di ripartire.
Boo scese, provando a chiamare un taxi, ma il numero era sempre occupato.

Incamminandosi verso il quartiere fronte oceano, si era accorto che un bus gli avrebbe risparmiato di inzupparsi ed era arrivato a casa sano e salvo, ma con il cuore a pezzi.

Con Harry non erano riusciti ad aggiungere altro, a parole, se non un reciproco sguardo ferito, che urlava la rispettiva incapacità di risolvere quell’ennesima crisi.

Louis fece una doccia veloce, senza riuscire a riscaldarsi, infilandosi poi sotto il piumone di colore bianco, lo stesso di lenzuola e federe, come se il giovane provasse a tornare in una primitiva purezza, accartocciandosi in quel bozzolo, morbido, candido e profumato, con una paura fottuta del domani.

Nonostante l’agitazione, si assopì quasi subito.



Lux si accese la seconda sigaretta, rintanato tra gli oleandri in terrazza, con addosso una camicia in jeans ed i boxer, le infradito, i piedi umidi, qualche imprecazione in francese, come a coronare quel momento di strana solitudine.

A pochi metri, uno splendido ragazzo, si era come ammutolito tra i cuscini, in attesa di una risposta.

Zayn non aveva insistito nel volere sapere cosa non andasse a Vincent, da quando si erano coricati.

L’affarista lesse un sms, rispondendo veloce, non senza scrollare la testa e poi spegnere quell’aggeggio, che non smetteva di importunarlo.

Vincent avrebbe voluto trascorrere una notte romantica, con il suo nuovo fidanzato, magari a scrutare le fedi, appena scambiate, facendo progetti, matrimoniali e non.

Si sentì ridicolo, perché Malik aveva tutta una vita davanti ed arenarsi con un adulto come lui, poteva solo danneggiarlo.

Lux prese un lungo respiro, tornando in casa.

“Tesoro ascoltami …”

“Ah bene, ti sei deciso a parlare” – Zayn gli sorrise, inginocchiandosi al centro del materasso, avvinghiato ad un guanciali, che lo copriva quasi interamente, nascondendo quel corpo fantastico, che fece perdere l’ennesimo battito al suo interlocutore innamorato.

A volte, però, l’amore non basta.

“Zayn credo sia meglio tu te ne vada da qui e da me …”



Le sue mani erano calde, un po’ sudate, così il suo petto, tatuato ed incollato al suo, che non riusciva ancora a crederci, in quel buio, frastagliato dai bagliori soffusi, di alcuni faretti.

“Haz …?!” – gli ansimò nella bocca, Louis, appendendosi a lui, in quel tepore improvviso, rimandato dal corpo di Styles, che andava a fondersi con il suo.

“Zitto … Non dire nulla … Ti odio così tanto Boo” – e fu un attimo, entrargli dentro, come una coltellata nel mezzo di ogni cosa meravigliosa Louis rappresentasse per lui.

“Harry asp aspetta …” – le sue iridi si inondarono di pianto, per la gioia di averlo lì, ma, soprattutto perché Styles era troppo, da sempre.

Eppure, a Boo, sembrava non bastare mai, quel turbinio di sensazioni, che sembravano rimescolare ogni sua emozione, estremizzandola, come se venisse proiettata direttamente sul ciglio di un baratro, con la certezza di non cadere.

Fu un amplesso profondo, fatto di baci e lacrime, come se ad unirli fosse la disperazione e nient’altro.

Quando uscì da Lou, Harry sembrò accasciarsi verso il bordo, voltandogli in parte le spalle, come a non volerlo vedere, mentre gli diceva frasi inattese e sconvolgenti.

“Ora te ne andrai di nuovo, Haz …?” – gli ansimò tra le scapole il consorte, madido, tremante, senza la forza di stringerlo a sé.

“Sì”

Boo si mise seduto, stabilizzando il respiro, non senza difficoltà per la rabbia che gli stava salendo al cervello.

“Cosa significa questo, allora?!” – sbottò, tamponandosi il volto arrossato e segnato dai baci e dai morsi di Harry.

“Quando me lo avresti detto?”

“Cosa Haz …?”

“Di te e di Zayn”

Fu come un’onda di ghiaccio e sale.

“Ma …”

“Sono passato a ritirare la posta, non riuscivo a prendere sonno, ero incazzato e poi volevo chiarire … C’era il tuo orologio nella buca, insieme a poche righe di Malik”

“Mai … La … La mia risposta alla tua domanda, Haz, io non te lo avrei mai detto, di me e Zayn: ho voluto dimenticare tutto, all’istante, come se potesse servire a cancellarla, questa pazzia …”

“E così Vincent: gli ho mandato un sms e lui mi ha liquidato con un “lasciatemi in pace, io voglio andare avanti e voglio farlo insieme a Zayn””

Boo lo fissò, mentre Harry si sollevava lento, inspirando – “Hai ragione su di una cosa, Lou: siete una manica di pazzi” – e gli lanciò un pacchetto, dopo averlo preso dalla tasca del cappotto nero.



Shannon aprì le palpebre con un lieve sussulto, incontrando il sorriso di Owen, seduto al suo capezzale.

“L’assistente di Mason ha spedito Jared nella stanza accanto, così poteva riposarsi e tu fare le flebo” – disse a bassa voce.

“E Tomo …?” – mormorò roco il batterista, scrutando le bocce piene di salina, penzolare dalle piantane apposite.

“E’ andato dal vostro Josh, per portarlo da Julie ed Ernest, così potrà starti accanto senza doversi preoccupare dei pasti e della lavanderia” – scherzò affettuoso – “Spero non ti dispiaccia Shan … Come ti senti, comunque?”

“Per me è un sollievo averti qui Owen, non finirò mai di ringraziarti …” – e ricambiò il sorriso, stringendogli le mani.

“Per così poco … Ora devi pensare a curarti e guarire, del resto ci occuperemo noi”

“Ma che ore sono …? Tu non vai a nanna?” – e rise, provando a stiracchiarsi, non senza qualche difficoltà.

“Adesso vado, volevo salutarti Shan … E poi era bello guardarti …” – arrossì, abbassando i suoi opali azzurri.

“Ti voglio bene Owen …”

“Anch’io Shan”



https://www.youtube.com/watch?v=kxLbNA6GHVw



La fermata del bus era quella dov’era sceso Louis, non più tardi di due ore prima.

Anche la vettura di Styles era rimasta in panne.

Quel temporale sembrava non volere finire mai.

Le poche righe di Malik, gli punzecchiavano gli occhi ed il cuore: forse avrebbe dovuto lasciare stare, forse non era stato neppure corretto aprire la corrispondenza di Louis, ma la tentazione era stata soffocante.

Harry doveva mettere a tacere i propri sospetti, appena il prezioso gioiello era caduto sul suo palmo sinistro: Boo non se ne separava mai ed averlo lasciato da qualche parte, era oltre modo inusuale.

§ Ciao Louis, questo non mi appartiene, l’hai dimenticato da me in università … Non voglio più niente di tuo nella mia esistenza, anche se sei stato solo uno sbaglio occasionale, ma gravissimo. Ciao, Zayn §

La figura di Styles era come ricurva in quella pioggia ormai fine e fastidiosa.
Tutto gli faceva male.
Tutto.



Malik lo osservò, come se Lux fosse una persona diversa, da quella con cui il paleontologo aveva fatto l’amore per l’intero pomeriggio precedente, per poi mangiare imboccandosi e ridendo di ogni sciocchezza.

Certo c’era stato qualcosa che gli sfuggiva, un lieve imbarazzo, una trepidazione malcelata, nei gesti dell’uomo, che sembrava rimandare ed alla fine rinunciare: a cosa, ancora Zayn non lo sapeva.

“Prima mi nascondi le tue intenzioni, Vincent, ora spari questa cazzata … No, dico, vuoi esaurirmi?!” – esordì in palese difficoltà.

Il fantasma di Louis sembrava volteggiare alle spalle di Lux, in uno scenario, completamente immaginato dallo studente.

Questo giro, però, Tomlinson era fuori dai giochi.
Totalmente.

“Sto parlando nel tuo interesse Zayn: ci ho riflettuto”

“TU ci hai riflettuto??!” – lo aggredì, schizzando da quella posizione comoda, per pararsi davanti a lui, completamente nudo ed in crisi di ossigeno per l’apprensione ed il rammarico.

“Sto provando a spiegarti la conclusione, alla quale sono arrivato, nel vederti reagire in determinati modi Zayn!”

Lux ripeteva il suo nome, amandolo, sempre di più.
Il cuore gli scalpitava nella gola, con il desiderio spasmodico di abbracciarlo, baciarlo, sussurrandogli che tutto sarebbe andato a posto.

E che voleva sposarlo.
“E tutto questo senza di me, ovvio!” – gridò esasperato – “Perché sei TU quello grande, che probabilmente si è stancato di essere messo alla prova da un ragazzino come il sottoscritto!”

Quei ragionamenti, sbraitati con furia e dolore, sembravano rimbombare nella mente di Malik, senza alcun senso compiuto.

“Io ti amo Zayn … Ti amo così tanto, che avevo comprato anche gli anelli per sancire il nostro fidanzamento … Per confermarti che non era un gioco e che le tue prove non mi avevano spaventato …” – mormorò stanco, crollando su di una poltrona, in mezzo ai vestiti di entrambi.

Cominciò a piangere, sommessamente e con dignità: Vincent non era stato mai così sincero e trasparente.

Malik andò ad inginocchiarsi ai suoi piedi, brandendo i suoi polsi, con dolcezza, commuovendosi.

“Cosa …? Io credevo che …”

“Che cosa, angelo mio …?” – ed appoggiò la propria fronte a quella del suo ragazzino.

“Credevo di averti stufato e che Louis fosse tornato all’attacco, ora che si sono separati con Harry …”

“Harry sa di te e Boo, non so come l’ha scoperto, però mi ha chiesto spiegazioni ed io l’ho mandato al diavolo” – rivelò esausto.

“Forse perché gli ho spedito il Rolex, l’aveva perduto nel mio alloggio quando” – e si morse le labbra turgide.

Lux vi posò un bacio, colmo di tenerezza.

“Non parliamone più Zayn, io ho superato questo ostacolo tra noi”

“Ed io avrei dovuto apprezzarlo di più … Invece sono stato un coglione e”

“No, tu sei nel principio di un avvenire, ricco di promesse Zayn ed io non ho alcun diritto di rovinartelo”

“Amarsi non sarà la mia rovina” – sorrise, riprendendo un minimo di colorito ed entusiasmo.

Si abbracciarono forte.

“Io ti voglio nella mia vita Zayn, ma prima di ciò viene la tua felicità e realizzazione” – disse fermo, fissandolo, brandendo i suoi zigomi.

“Da quando si siamo conosciuti Vincent, anche se non te l’ho mai dimostrato a sufficienza, sei tu la mia felicità e realizzazione, credimi”

“Dimentichi Briciola”

Risero lievi, tirando su dal naso, baciandosi di nuovo.

Fuori aveva smesso di piovere.

Finalmente.







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