venerdì 20 giugno 2014

ONE SHOT - TI SENTO VIVERE

One shot – Ti sento vivere


Londra, tarda primavera 2014
Pov Robert Downey Jr


Le riprese sono quasi terminate.

Pranzo d’abitudine con Mark, ascoltandolo piacevolmente, mentre mi racconta di lui e di ciò che prova per Matt.

Matt Bomer.

“Una creatura meravigliosa, Rob … Vorrei vederlo ogni momento, invece sono come scappato da quel set … L’ultimo giorno ci siamo abbracciati, dopo il ciak di chiusura, abbiamo iniziato a piangere, non riuscivamo a smettere, gli altri se ne sono andati via tutti … Ed io gli ho dato un bacio, un bacio vero, non me ne vogliano mia moglie e Simon, suo marito … Gli ho detto ti amo Matt, ti amo da morire e lui non ha detto niente, perché non c’era niente da dirmi”

Nelle sue iridi una malinconia, che conosco alla perfezione.

Ogni notte torno da Jude, non serve dirlo a Mark, lui sa tutto di me.

Rimango stretto a lui, facciamo l’amore quasi sempre, ma non è ciò che conta, tra noi.

Lo vedo sorridere, come stamattina, prima di uscire, seduto sul davanzale del nostro mini appartamento.

Lo sento vivere.

Mi racconta di Rafferty, della sua prima sfilata come modello.
Guardo le foto, che Jude mi mostra orgoglioso.

Mi siedo accanto a lui e noto la somiglianza del suo primogenito con il padre, che io amo da anni.

Perdutamente.

Glielo dico, Jude sorride – “Fai dei figli bellissimi” – sussurro.

“Anche tu, Rob e se fosse possibile, pensa tu ed io cosa concepiremmo … Una meraviglia” – dice più assorto ed innamorato, guardandomi.

Lo bacio.
Con intensità, come se ogni minuto con lui, fosse strappato e conquistato alla vita, che non riusciamo a realizzare come coppia, ufficialmente.

Penso che avremmo una bimba; non glielo dico.
Faccio giochi di prestigio nella mia testa, sorrido, lo bacio ancora.

Lei correrebbe per casa, facendoci dispetti a raffica, con i miei capelli ed i suoi occhi, così belli.

Jude io ti amo.

Glielo ripeto, non devo convincerlo e facciamo l’amore sul pavimento, prima di andarmene, prima che lui faccia le sue commissioni, interviste, impegni.

Ha accettato un nuovo ruolo, nell’attesa che il terzo episodio su Holmes venga finalmente concretizzato, non ne parliamo neppure più.
Siamo un po’ sviliti e facciamo finta di nulla su tante cose.
Forse un po’ troppe, ma non importa.


Mark tentenna, poi estrae il cellulare – “In compenso ci scriviamo tutti i giorni, cioè lui mi manda delle gif o come diavolo si chiamano” – ride, è stupendo – “E’ come un bambino … ed io un coglione, non credi Robert?”

Mark ti voglio così bene.

“No … No, tu sei fortunato, quanto me, nell’avere trovato un’anima bellissima, da amare, da ricordare, quando sei solo, che ti è vicina, anche quando non c’è per davvero …”

Forse lo sto illudendo o consolando: tra noi, tra Mark e me, è sempre stato così.

Sostegni reciproci, stampelle, telefonate di mezzanotte, quando l’angoscia per qualcosa andata storta, ci attanagliava.

“Sai Rob, con un uomo io non ci sono mai stato” – arrossisce.

Il livello di confidenza è totale.

“Con Matt ce la farei, sento che … Sì, insomma, quando abbiamo girato la scena di sesso eravamo terrorizzati”

“Forse lui di innamorarsi di te?” – sorrido affettuoso, la mia non è un’illazione, bensì una deduzione logica.

“Chi può saperlo, non riusciamo a dirci certe cose” – diventa triste ed io mi darei due schiaffi, però poi si riprende, perché la telefonata in arrivo è di Matt.

La prima, dopo tanti sms buffi.

Il mondo si ferma.

Il respiro di Mark cambia ritmo.

Lo vedo vivere.

Ringrazio Dio per essere stato lì in quell’attimo.

Corro da Jude.

Ho bisogno di lui, di respirare, di vivere a mia volta, ogni secondo possibile ed impossibile.

Inizia a piovere e lui sta tornando con il giornale piegato sotto il braccio, un cappello e gli occhiali scuri, la tuta ed una t-shirt così scollata, da esserne geloso.

Si accorge di me e quel broncio diventa un raggio di sole, anche se gli scrosci d’acqua sembrano aumentare ad ogni nostro passo.

Acceleriamo, collidiamo, ci rifugiamo nell’androne del nostro palazzo liberty e ci baciamo, infreddoliti, anche se è giugno, ma in Inghilterra non sarà mai estate sul serio.

E che importa?

Sorridiamo, ridiamo, ci baciamo ancora.

Il mondo, là fuori, continua a girare ed io sono qui e da nessuna parte, sono ovunque, tra tanta gente ed in realtà solo, quando Jude non è con me.

Così sarà,
per sempre.



The End










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