lunedì 16 giugno 2014

ZEN - CAPITOLO N. 312

Capitolo n. 312 – zen



Downey si appoggiò allo stipite, dopo avere chiuso la porta.

Louis stava riunendo velocemente le poche cose, che erano in un cassetto, nella camera riservatagli da Geffen, a lui ed Harry, da quando frequentavano la villa di Palm Springs.

“Dovresti venirtene via anche tu, sai?” – esordì il giovane, senza guardare l’attore.

“Ascoltami”

“No grazie Robert!”

“Louis hai una figlia, dove pensi di andare?”

“E tu dove vai, quando lavori, con tutti i figli che ti ritrovi?!”

“A me questa sembra una fuga, non un impegno professionale …” – replicò composto, senza avvicinarsi.

“Invece ti sbagli, sai? Sono diretto in Cile, alla missione di riserva della mia università, la meta degli sfigati diciamo, dei secondi della classe” – sbottò amaro – “… mentre Malik, con il suo nuovo sponsor francese, è diretto in Peru”

“Ok e dopo?”

Tomlinson lo fissò esasperato.

“Tu proprio non lo capisci, Rob? Dopo tutto questo tempo … Nessuno ti apparterrà mai, ti stanno usando tutti, anche Glam, seppure sia migliore di Jude e non ci vuole un genio a capirlo!”

Downey sorrise scuotendo la testa – “Hai ragione, sono su questa giostra da quando avevo diciott’anni: a quell’epoca gettai al vento tutto, perché quel tutto, a quanto pare, non mi bastava o, semplicemente, non mi rendeva felice, come invece chi mi circondava erroneamente credeva … Andai in analisi, ma non servì, anzi, peggiorai: sono finito in galera ed anche lì mi hanno usato e abusato”

Boo tremò, ad un passo da lui, ormai, lo zaino strapieno, che strisciava sul parquet.

“Ho scontato la mia pena, sono uscito ed ero ancora perso … Una mattina, al risveglio, senza ricordare un cazzo delle ultime ore, so solo che tenevo una pistola in questa mano” – ed alzò la destra – “… C’era della coca su di una mensola, una banconota da cento arrotolata, perché il denaro non è mai stato un problema, infine una bottiglia di vodka quasi vuota … Ero come quel pezzo di vetro, un involucro, che chiunque poteva riempire, di insulti, di complimenti, di violenza fisica e psicologica … In quell’attimo ho capito che o cambiavo oppure era meglio premere il grilletto … In che modo? In quale fottuto modo, continuavo a chiedermi e la risposta è arrivata con il sorriso di Jude … Certo era passato del tempo, da quel giorno al nostro incontro, la mia ex moglie mi ha sostenuto, poi anche lei è diventata avida, egoista, però mi ha come traghettato sino a lui … Ed io ero in salvo, nonostante i casini, che ne derivarono, ma capii che se avessi lottato per noi due, allora niente mi avrebbe più tentato ed infine distrutto”

Louis prese un respiro.

“Ti ho sempre rispettato Robert, ti sono affezionato e, come ho detto a tuo marito, non so davvero come tu possa sopportarlo, per il suo carattere, per come si è comportato … Ed io mi sono sentito persino simile a te, quando Harry mi tradì con Sylvie, così come accadde tra Jude e Sienna, giusto?”

Lo zigomo sinistro di Downey ebbe un fremito, ma lui tacque.

Boo sorrise malinconico – “Per quanto amore noi ci siamo sforzati di dare loro, non sembra mai essere abbastanza Rob … Includo anche Vincent, che mi ha detto cose talmente belle, da farmi piangere di gioia, disattendendole ad una ad una, però è lui ad avere ragione, io ho preteso l’impossibile, io ho esagerato ed ho pagato, rimanendo solo, senza il padre di Petra e senza chi giurava che mai mi avrebbe deluso o dimenticato, quanto Lux … Tutto sembrava facile, dopo troppe ingiustizie, mi sono illuso, come un idiota”

“Hai semplicemente vissuto e ti sei crogiolato in quelle parole e situazioni, che solo alle persone innamorate e fortunate possono capitare: Harry e Vincent non smetteranno mai di amarti, però devi comprendere anche le loro esigenze, dopo avere scelto, dopo il tuo matrimonio, poi l’adozione di Petra, sono passi importanti, quindi tenere entrambi sulla corda è stato un errore tipico di chi ha carenze affettive, come me del resto”

“Quindi una psicoterapia mi avrebbe aiutato? Ho persino Brandon come cognato, per non parlare di Hugh, però non serve da quel che vedo, da quando sono in questa famiglia” – ribatté sarcastico, sul punto di andarsene definitivamente, per poi bloccarsi davanti a Glam, in carrozzina, apparso nel corridoio.

“Ciao Louis … Che succede Robert?” – domandò con educazione, scrutandoli.

“Boo è in partenza, per i suoi studi … Va in Cile”

“Davvero? … Una novità” – sorrise appena.

“Sì Glam, ti ringrazio per quello che hai fatto per me e”

“Sembra un addio” – lo interruppe il legale.

“In un certo senso lo è … Non ce la faccio più a reggere questo stress, questo … ambiente, ecco …”

“Quale? La mia casa?” – bissò perplesso.

“No … No, Glam, mi riferivo a … alla gabbia dorata, dove tu racchiudi i tuoi esemplari preziosi, non che io sia uno di questi, però”

“Ma che stai dicendo Lou?” – rise, alzandosi.

Downey lo aiutò, Tomlinson rimase statico, nel proprio imbarazzo.
Geffen incuteva timore, a prescindere.

“Farò lo stesso con Antonio” – proseguì il ragazzo – “Gli renderò il denaro, il loft e così a Vincent, in fondo non ho mai meritato nulla” – ed inghiottì a vuoto.

“Questo lascialo decidere a noi, semmai … Non interverrò nella tua crisi con Harry, anche se potrebbe danneggiare il mio studio: un avvocato con la testa per aria non rende mai bene, credo tu possa capirlo ed accettarlo”

“A te importa davvero del tuo ufficio, di questo lavoro …?” – replicò come svuotato.

“No Louis, a me importa di vivere, ma non posso, così se vedo qualcuno che getta via la propria esistenza e le opportunità raccolte durante il cammino, se permetti, mi incazzo, giusto un minimo”

Robert, ancora allacciato a lui, gli diede un bacio sul petto – “Glam ti accompagno in camera, qui abbiamo finito da un pezzo e Lou ha tutto il diritto di fare ciò che si sente, ok?” – mormorò dolce ed accomodante.

“Sì, ovvio … Buona fortuna allora, senza rancore” – e si allontanarono.

Boo ebbe come la sensazione di essere intrappolato in una bolla.
Romperla sarebbe stato così semplice.



Zayn passò in radiologia, accompagnato da Steven, sceso a salutare Vincent, diretto al reparto analisi per un prelievo.

“Abbiamo quasi finito …” – disse il medico, prenotando l’ascensore.

Malik sorrise appena, confortato da un bacio di Lux, che seguì un infermiere verso il primo ambulatorio libero.

Separati da una parete sottile, l’affarista colse il dialogo di due voci ben note.
Scott e Louis, nella stanza accanto.
Il diagnosta lo stava visitando, per la sua trasferta in sud America, che il giovane gli stava dettagliando, con aria un po’ mogia.

“… Non ne ho molta voglia, però devo cambiare orizzonte …”

“Comprendo, a me capita ogni tre giorni” – Scott rise.

“Il mio sangue è a posto?”

“Direi di sì, hai avuto malattie di recente?”

“No, però stamattina ho avuto una leggera emorragia …” – rivelò avvampando.

Scott aggrottò la fronte – “A seguito di un rapporto Louis?” – chiese professionale, accendendo l’ecografo.

“No, no … Cioè ho fatto sesso … No, ma non ieri, insomma, con Harry e comunque non succede mai che …”

“Calma, calma piccolo … Ora ti metto un po’ di gel qui e vediamo se c’è un’ulcera, ok? Hai avvertito bruciori di stomaco?”

Boo annuì, gli occhi lucidi, impressi in quelli di Lux, che li stava spiando, con il cuore a mille, nel vedere Louis così in difficoltà.

“Ora non agitarti e vediamo se … Eccola qui” – il doc sorrise lieve.

“Cosa?” – a Louis mancò il fiato.

Lux si precipitò da lui, avvolgendolo – “Ehi andrà tutto bene” – balbettò quasi.

Boo ebbe un ulteriore sussulto – “Vincent, ma che ci fai tu qui?!”



“Ma l’elefante era vero …?”
Geffen lo sussurrò quasi, scrutando una foto, sopra la scrivania della sua biblioteca.

Jared era alla finestra e, voltandosi verso di lui, per capire quale fosse la sua curiosità, venne come illuminato da un fascio di luce dorata.

Chiuse le tende e si avvicinò all’avvocato, guardando quello scatto di molti anni prima.

“Sì Glam, era in carne ed ossa” – sorrise – “… Fu un servizio incredibile, ma mi sentivo a mio agio, immerso in una dimensione quasi magica”

“Non come adesso, vero? Ti ho trascinato in un incubo Jay” – affermò tetro, andando ad accomodarsi sul divano sotto i davanzali.

“Dovrei pensare la stessa cosa di Shan, ma ti sbagli ed anche lui ragiona così, siete iper protettivi anche ora, incredibili … adorabili” – inspirò, andando a stringersi a lui.

“Ti amiamo Jared”

“Ed io amo voi Glam …”

“Come sta tuo fratello?”

“Bene, l’intervento è durato pochissimo, è uscito alle otto e mezza dalla sala operatoria, ma l’anestesia è stata massiccia, quindi dormirà sino a stasera, dicono”

“Potevi rimanere con lui …”

“Ci sono Tomo ed Owen … Sono talmente innamorati di Shan” – rivelò, un po’ alienato.

Geffen sorrise.

“Quanti cavalieri ha il nostro zuccone …” – sospirò, dando un bacio alle tempie del cantante, che chiuse le palpebre, sfinito.

“E Colin?”

“Ha portato i gemelli a fare le vaccinazioni, io non ce la facevo, avevo bisogno di tornare da te Glam …”

“Presto finirà tutto … anche questo novembre”

“Smettila di ripeterlo, ti prego …” – e si addossò di più a lui, quasi a volerne percepire ogni frammento di vita, che ancora pulsava in Geffen.


Era come aggrapparsi al vento.










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