Capitolo n. 312 – zen
Downey si appoggiò
allo stipite, dopo avere chiuso la porta.
Louis stava riunendo
velocemente le poche cose, che erano in un cassetto, nella camera riservatagli
da Geffen, a lui ed Harry, da quando frequentavano la villa di Palm Springs.
“Dovresti venirtene
via anche tu, sai?” – esordì il giovane, senza guardare l’attore.
“Ascoltami”
“No grazie Robert!”
“Louis hai una
figlia, dove pensi di andare?”
“E tu dove vai,
quando lavori, con tutti i figli che ti ritrovi?!”
“A me questa sembra
una fuga, non un impegno professionale …” – replicò composto, senza
avvicinarsi.
“Invece ti sbagli,
sai? Sono diretto in Cile, alla missione di riserva della mia università, la
meta degli sfigati diciamo, dei secondi della classe” – sbottò amaro – “…
mentre Malik, con il suo nuovo sponsor francese, è diretto in Peru”
“Ok e dopo?”
Tomlinson lo fissò
esasperato.
“Tu proprio non lo
capisci, Rob? Dopo tutto questo tempo … Nessuno ti apparterrà mai, ti stanno
usando tutti, anche Glam, seppure sia migliore di Jude e non ci vuole un genio
a capirlo!”
Downey sorrise
scuotendo la testa – “Hai ragione, sono su questa giostra da quando avevo
diciott’anni: a quell’epoca gettai al vento tutto, perché quel tutto, a quanto pare, non mi bastava o,
semplicemente, non mi rendeva felice, come invece chi mi circondava erroneamente
credeva … Andai in analisi, ma non servì, anzi, peggiorai: sono finito in
galera ed anche lì mi hanno usato e abusato”
Boo tremò, ad un
passo da lui, ormai, lo zaino strapieno, che strisciava sul parquet.
“Ho scontato la mia
pena, sono uscito ed ero ancora perso … Una mattina, al risveglio, senza
ricordare un cazzo delle ultime ore, so solo che tenevo una pistola in questa
mano” – ed alzò la destra – “… C’era della coca su di una mensola, una
banconota da cento arrotolata, perché il denaro non è mai stato un problema,
infine una bottiglia di vodka quasi vuota … Ero come quel pezzo di vetro, un
involucro, che chiunque poteva riempire, di insulti, di complimenti, di
violenza fisica e psicologica … In quell’attimo ho capito che o cambiavo oppure
era meglio premere il grilletto … In che modo? In quale fottuto modo, continuavo a chiedermi e la risposta è arrivata con
il sorriso di Jude … Certo era passato del tempo, da quel giorno al nostro
incontro, la mia ex moglie mi ha sostenuto, poi anche lei è diventata avida,
egoista, però mi ha come traghettato sino a lui … Ed io ero in salvo,
nonostante i casini, che ne derivarono, ma capii che se avessi lottato per noi
due, allora niente mi avrebbe più tentato ed infine distrutto”
Louis prese un
respiro.
“Ti ho sempre
rispettato Robert, ti sono affezionato e, come ho detto a tuo marito, non so
davvero come tu possa sopportarlo, per il suo carattere, per come si è
comportato … Ed io mi sono sentito persino simile a te, quando Harry mi tradì
con Sylvie, così come accadde tra Jude e Sienna, giusto?”
Lo zigomo sinistro di
Downey ebbe un fremito, ma lui tacque.
Boo sorrise
malinconico – “Per quanto amore noi ci siamo sforzati di dare loro, non sembra
mai essere abbastanza Rob … Includo anche Vincent, che mi ha detto cose
talmente belle, da farmi piangere di gioia, disattendendole ad una ad una, però
è lui ad avere ragione, io ho preteso l’impossibile, io ho esagerato ed ho
pagato, rimanendo solo, senza il padre di Petra e senza chi giurava che mai mi
avrebbe deluso o dimenticato, quanto Lux … Tutto sembrava facile, dopo troppe
ingiustizie, mi sono illuso, come un idiota”
“Hai semplicemente
vissuto e ti sei crogiolato in quelle parole e situazioni, che solo alle
persone innamorate e fortunate possono capitare: Harry e Vincent non
smetteranno mai di amarti, però devi comprendere anche le loro esigenze, dopo
avere scelto, dopo il tuo matrimonio, poi l’adozione di Petra, sono passi
importanti, quindi tenere entrambi sulla corda è stato un errore tipico di chi ha
carenze affettive, come me del resto”
“Quindi una
psicoterapia mi avrebbe aiutato? Ho persino Brandon come cognato, per non
parlare di Hugh, però non serve da quel che vedo, da quando sono in questa famiglia” – ribatté sarcastico, sul punto
di andarsene definitivamente, per poi bloccarsi davanti a Glam, in carrozzina,
apparso nel corridoio.
“Ciao Louis … Che
succede Robert?” – domandò con educazione, scrutandoli.
“Boo è in partenza,
per i suoi studi … Va in Cile”
“Davvero? … Una
novità” – sorrise appena.
“Sì Glam, ti
ringrazio per quello che hai fatto per me e”
“Sembra un addio” –
lo interruppe il legale.
“In un certo senso lo
è … Non ce la faccio più a reggere questo stress, questo … ambiente, ecco …”
“Quale? La mia casa?”
– bissò perplesso.
“No … No, Glam, mi
riferivo a … alla gabbia dorata, dove tu racchiudi i tuoi esemplari preziosi,
non che io sia uno di questi, però”
“Ma che stai dicendo
Lou?” – rise, alzandosi.
Downey lo aiutò,
Tomlinson rimase statico, nel proprio imbarazzo.
Geffen incuteva
timore, a prescindere.
“Farò lo stesso con
Antonio” – proseguì il ragazzo – “Gli renderò il denaro, il loft e così a
Vincent, in fondo non ho mai meritato nulla” – ed inghiottì a vuoto.
“Questo lascialo
decidere a noi, semmai … Non interverrò nella tua crisi con Harry, anche se
potrebbe danneggiare il mio studio: un avvocato con la testa per aria non rende
mai bene, credo tu possa capirlo ed accettarlo”
“A te importa davvero
del tuo ufficio, di questo lavoro …?” – replicò come svuotato.
“No Louis, a me
importa di vivere, ma non posso, così se vedo qualcuno che getta via la propria
esistenza e le opportunità raccolte durante il cammino, se permetti, mi
incazzo, giusto un minimo”
Robert, ancora
allacciato a lui, gli diede un bacio sul petto – “Glam ti accompagno in camera,
qui abbiamo finito da un pezzo e Lou ha tutto il diritto di fare ciò che si
sente, ok?” – mormorò dolce ed accomodante.
“Sì, ovvio … Buona
fortuna allora, senza rancore” – e si allontanarono.
Boo ebbe come la
sensazione di essere intrappolato in una bolla.
Romperla sarebbe
stato così semplice.
Zayn passò in
radiologia, accompagnato da Steven, sceso a salutare Vincent, diretto al
reparto analisi per un prelievo.
“Abbiamo quasi finito
…” – disse il medico, prenotando l’ascensore.
Malik sorrise appena,
confortato da un bacio di Lux, che seguì un infermiere verso il primo
ambulatorio libero.
Separati da una
parete sottile, l’affarista colse il dialogo di due voci ben note.
Scott e Louis, nella
stanza accanto.
Il diagnosta lo stava
visitando, per la sua trasferta in sud America, che il giovane gli stava
dettagliando, con aria un po’ mogia.
“… Non ne ho molta
voglia, però devo cambiare orizzonte …”
“Comprendo, a me
capita ogni tre giorni” – Scott rise.
“Il mio sangue è a
posto?”
“Direi di sì, hai
avuto malattie di recente?”
“No, però stamattina
ho avuto una leggera emorragia …” – rivelò avvampando.
Scott aggrottò la
fronte – “A seguito di un rapporto Louis?” – chiese professionale, accendendo l’ecografo.
“No, no … Cioè ho
fatto sesso … No, ma non ieri, insomma, con Harry e comunque non succede mai
che …”
“Calma, calma piccolo
… Ora ti metto un po’ di gel qui e vediamo se c’è un’ulcera, ok? Hai avvertito
bruciori di stomaco?”
Boo annuì, gli occhi
lucidi, impressi in quelli di Lux, che li stava spiando, con il cuore a mille,
nel vedere Louis così in difficoltà.
“Ora non agitarti e
vediamo se … Eccola qui” – il doc sorrise lieve.
“Cosa?” – a Louis
mancò il fiato.
Lux si precipitò da
lui, avvolgendolo – “Ehi andrà tutto bene” – balbettò quasi.
Boo ebbe un ulteriore
sussulto – “Vincent, ma che ci fai tu qui?!”
“Ma l’elefante era
vero …?”
Geffen lo sussurrò
quasi, scrutando una foto, sopra la scrivania della sua biblioteca.
Jared era alla
finestra e, voltandosi verso di lui, per capire quale fosse la sua curiosità,
venne come illuminato da un fascio di luce dorata.
Chiuse le tende e si
avvicinò all’avvocato, guardando quello scatto di molti anni prima.
“Sì Glam, era in
carne ed ossa” – sorrise – “… Fu un servizio incredibile, ma mi sentivo a mio
agio, immerso in una dimensione quasi magica”
“Non come adesso,
vero? Ti ho trascinato in un incubo Jay” – affermò tetro, andando ad
accomodarsi sul divano sotto i davanzali.
“Dovrei pensare la
stessa cosa di Shan, ma ti sbagli ed anche lui ragiona così, siete iper
protettivi anche ora, incredibili … adorabili” – inspirò, andando a stringersi
a lui.
“Ti amiamo Jared”
“Ed io amo voi Glam …”
“Come sta tuo
fratello?”
“Bene, l’intervento è
durato pochissimo, è uscito alle otto e mezza dalla sala operatoria, ma l’anestesia
è stata massiccia, quindi dormirà sino a stasera, dicono”
“Potevi rimanere con
lui …”
“Ci sono Tomo ed Owen
… Sono talmente innamorati di Shan” – rivelò, un po’ alienato.
Geffen sorrise.
“Quanti cavalieri ha
il nostro zuccone …” – sospirò, dando un bacio alle tempie del cantante, che
chiuse le palpebre, sfinito.
“E Colin?”
“Ha portato i gemelli
a fare le vaccinazioni, io non ce la facevo, avevo bisogno di tornare da te
Glam …”
“Presto finirà tutto …
anche questo novembre”
“Smettila di
ripeterlo, ti prego …” – e si addossò di più a lui, quasi a volerne percepire
ogni frammento di vita, che ancora pulsava in Geffen.
Era come aggrapparsi
al vento.
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