venerdì 13 giugno 2014

ZEN - CAPITOLO N. 311

Capitolo n. 311 – zen



Quelle due sporgenze, ai lati del bacino di Tim, la sua pelle tesa, morbida, invitante per la bocca ingorda di Kevin, erano una tentazione inesauribile.

Il giovane, dilatato dalle carezze del consorte, dal suo invaderlo senza freni, era pronto e ricettivo, sensuale ed appassionato, nel ricongiungersi a lui per la seconda volta, quella notte.

Tutto sembrava perfetto nella loro unione, se non fosse stato per quel tormento, che dalla gelosia per Geffen, era passato al dispiacere di perderlo in modo così brutale e, per entrambi, ingiusto.

Tim ci pensava anche in quell’istante, in cui i fianchi allenati e robusti del bassista, lo stavano possedendo con bramosia, la stessa dei suoi baci, del cingergli la nuca ed il collo, con i palmi grandi, caldissimi, mentre Kevin lo teneva sollevato con parte del busto, per poi puntarsi sulle ginocchia e spingere più forte dentro di lui, così arrendevole, in lacrime celate nel collo dell’altro, mentre lo ricolmava di sé, con virilità inaudita.

La medesima che Glam, di certo, aveva come trasmesso all’ex, che ora, sembrava come un replicante, certo amorevole ed attento, a tratti un po’ egoista, a tratti generoso, come l’avvocato più celebre di Los Angeles.

Geffen gli aveva insegnato a fare l’amore così bene ed a scopare magnificamente.

Tim si sentiva anche un po’ suo, non solo perché l’uomo lo rispettava e proteggeva da sempre, anche un po’ da Kevin stesso, per vari motivi.

La felicità di questi, l’affetto smisurato per Lula, ricambiato a pieno, la pazienza nell’accettare la sua ingombrante presenza.

Il mese precedente, durante il proprio compleanno, Tim ebbe in dono una carta di credito con plafond illimitato, da parte di Geffen, che aveva dato inizio alla distribuzione di un patrimonio davvero notevole.

Il ragazzo ne rimase stupito ed imbarazzato, ma Glam era fatto in quel modo: o così o niente.



Owen lo svegliò con un bacio fresco sul polso destro.

“Ehi …” – fu un sussurro.

“Ciao Shan” – il gallerista gli sorrise.

“Pensavo fosse”

“Sì scusami, Tomo è sceso a prendersi un caffè, mi ha detto che all’alba ti operano”

Il batterista annuì.

“Hai visto Jared?”

“E’ alla End House insieme a Colin ed i bimbi, domani saranno tutti dal nonno, così potremo seguirti a turno, insomma ci saremo, la solita cricca” – rise un po’ nervoso.

“Già … Questa sgangherata famiglia sa come aiutarsi quando serve” – sospirò, tirandosi su.

“Dovresti riposare”

“No, voglio guardarmi un po’ di tv Owen … Tomo ha portato dei dvd dei nostri concerti, ti dispiace sceglierne uno?”

“Ok … Quando tornerai in forma i Mars faranno un mega show, lo organizzerò personalmente ed all’entrata metteremo la nuova scultura di Tomo, l’ho già acquistata, sai? I fan ci scatteranno una foto, sarà un bel ricordo” – disse trafelato, inserendo il dischetto sul retro di quel monitor piatto.

“Sei ottimista …” – Leto sorrise a metà.
“Perché non dovrei esserlo?” – ribatté fiducioso, tornando ad accomodarsi al suo capezzale, spegnendo la luce centrale e passando il telecomando a Shan, che, nella penombra, gli prese la mano, con delicatezza, in pieno silenzio.



Jared guardava oltre le vetrate della camera dei giochi.
Colin lo teneva a sé, accovacciato alle sue spalle, sul parquet, nudi ed avvolti da una coperta abbastanza grande per entrambi.

Il caminetto acceso, null’altro ad illuminare quel luogo speciale.

“A Natale saremo tutti qui … Anche Glam, starà bene e festeggeremo, pensando di avere vissuto un incubo …” – mormorò il cantante, l’alito al sapore di vodka.

Farrell aveva lasciato che bevesse a sufficienza per entrare in quella sorta di nebulosa, dove tutto era possibile, almeno con la mente.

“E Shan sarà pelato come un patata, Cole …” – tirò su dal naso – “… sai cosa mi ha detto ieri?”

“Cosa amore?” – replicò piano, spostandogli i lunghi capelli di lato, per posare un bacio carico di affezione, sul suo collo sottile.

“Che è stato punito” – iniziò a piangere sul serio – “… per quello che mi ha fatto … con te …”

L’irlandese lo voltò a sé lento, con scrupolo, perché la fragilità di Jared era pari a quella di un cristallo raro e di inestimabile valore.

Seppure non lucido, il leader dei Mars sembrava sconvolto da quell’affermazione del fratello, da sentirsi mozzare il fiato.

“E’ una sciocchezza Jay … Mio Dio se te l’ha detto era probabilmente depresso o sotto l’effetto di qualche calmante …”

“No … Era consapevole di questa assurdità, anch’io gliel’ho quasi urlato in faccia, come se avessi a mia volta una colpa … E voi, ognuno di voi, che mi amate, avete avuto problemi di salute gravi … il tuo ictus e”

“Jared smettila!” – Farrell divenne più risoluto, affinché quella tortura avesse fine immediatamente.

Leto quasi si accasciò sul suo busto bel disegnato.
L’ultimo ingaggio lo pretendeva, un aspetto allenato, affinché il personaggio potesse compiere autentiche acrobazie, per raggiungere le sue vittime.

E nella realtà, un po’ tutti lo erano diventati, loro malgrado, ad essere obiettivi.



Kevin gli baciò le scapole, il respiro bollente, cinturandolo per la vita esile.
Stava recuperando energie, mentre Tim, inerme, si era avvinghiato al cuscino.

Lo studente ne morse la stoffa – “Sono stanco …” – quasi gemette, mentre l’altro lo mordicchiava con frenesia, lungo la spina dorsale.

L’ossatura di Tim, in evidenza sotto quell’involucro liscio e glabro, aveva un che si erotico e di irresistibile.

“Ti voglio ancora … se no, poi, ti lamenti …” – scherzò, pensando che il compagno stesse al gioco, ma sbagliava.

“Ti ho chiesto di lasciarmi un po’ in pace cazzo Kev” – sbottò, sgusciando via e non senza fatica, sino al bordo, dove si rannicchiò.

Quando lo chiamava con quel diminutivo, era meglio darsi una calmata e questo Kevin lo sapeva.

Il musicista si schiantò sul materasso, rimbalzando e sbuffando – “Cos’ho fatto stavolta?”

“Nulla”

“E dai Tim, come se non capissi questi tuoi momenti” – protestò, reggendosi sul gomito sinistro, scrutandolo.

“Non è per Glam”

“Guarda che tu sei straordinario, non smetterò mai di ripetertelo e”

“Voglio un bimbo nostro!” – singhiozzò improvviso, nascondendosi nell’oscurità.

“Tesoro …”
Kevin perse un battito, volandogli quasi addosso, per consolarlo ed esternare le proprie emozioni.

“Tim guardami”

“Lula vi unisce ancora adesso e sarà così per l’eternità … Amo alla follia soldino, voi non potete che ammetterlo”

“Lula è anche tuo, Tim, quante volte te lo abbiamo ripetuto Glam ed io?” – arrise ai suoi occhi liquidi ed incantevoli, guardandolo, finalmente.

“Sì, però …”

“E quando avrà un fratellino oppure una sorellina anche da noi, farà i suoi saltelli di gioia per tutta la casa” – e lo abbracciò forte.

“Kevin adesso non è il caso, comunque, io questo lo so …” – aggiunse con afflizione.

“Non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno, tanto meno a questo anno orribile, Tim, quindi faremo i nostri passi, ok?” – e gli spostò le ciocche dal viso innamorato, baciandone ogni centimetro – “Ti amo così tanto piccolo …” – inspirò, incrociando poi i bicipiti robusti dietro la schiena di Tim, con il cuore in gola e la mente oltre le stelle di quel firmamento, al di là delle finestre.



Jude scese alla caletta con due tazze di latte tiepido e scaglie di cioccolato belga.

Louis era appollaiato su di uno scoglio, a guardare l’alta marea salire, con un rigoglio un po’ angosciante.

“Ehi ti bagnerai i calzoni” – esordì l’inglese con un sorriso, porgendogli quella bevanda saporita.

“Hai lasciato da solo Robert, non dovresti” – obiettò da subito il futuro paleontologo.

“Può capitare … Se gli resto vicino a rigirarmi come un’anguilla, potrei disturbarlo ed è così affascinante quando dorme … Come in ogni attimo”

“Perché sei qui?”

“Insonnia … E poi volevo sapere come stavi Louis”

“Ma che ti importa …?” – mormorò dopo il primo sorso.

Anche Law si piazzò scomodamente su di una roccia, gustando quella prelibatezza.

“Potresti essere mio figlio, sai l’inesauribile tendenza paterna che abbiamo noi anziani” – rise composto.

“Non pensavi di esserlo quando volevi farti Haz” – ridacchiò stranito.

L’artista lo puntò, senza assecondare il suo sarcasmo – “Mai pensato, era una di quelle faccende stimolanti per gente di mezza età, non credo tu possa capire, sei troppo … in erba Boo”

“Non capisco come una persona in gamba quanto Rob possa averti scelto, sai? Sei un tale sbruffone!”

“Uno sbruffone che Rob ama e che il sottoscritto non abbandonerà mai, perché è l’unica ragione per la quale sono ancora al mondo” – bissò crudo.

“Lo stavi persino per fare fuori, ma ti ascolti quando parli Jude?”

“So quel che ho fatto: il nostro è un amore totale, un’appartenenza assoluta”

“O con me o con nessuno?? Soprattutto Glam?” – replicò ostile, alzandosi, per allontanarsi.

“Ti credi migliore di me, eh Louis?” – lo provocò, con una punta di malignità.

“No, questa non è una gara ed io ho già perso così tante volte, da non tenerne più il conto … Però so ciò che voglio, ora”

“E sarebbe?”

“Andarmene da qui e da voi … In principio credevo che ottenere tanti agi con facilità fosse un traguardo, invece è una melma, nascosta sotto il profumo allettante dei vostri soldi! Harry ci è quasi affogato ed ormai ci si è abituato, lavorando per lo studio Geffen …” – disse tremando – “… Contento lui, io non ci sto più a questo massacro … Troppi giochi di potere, su chi è di chi e poi si finisce per essere soli come cani! Se siete dei masochisti, non farete che peggiorare, ma ad ognuno il suo!” – concluse livido, per poi fuggire via.









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