giovedì 27 marzo 2014

ZEN - CAPITOLO N. 267

Capitolo n. 267 – zen


Sylvie spiava di tanto in tanto i loro movimenti, senza peraltro essere notata, non da Harry, almeno.

Il ragazzo era troppo concentrato a saziarsi della visione e della vicinanza di Boo, nuovamente addormentato sul suo cuore, per quel ritorno verso la California.

Scott gli aveva somministrato un ulteriore tranquillante, notando in Louis una perpetua e mal celata agitazione; finché il giovane non avesse chiarito con Vincent, ciò che provava, nessuno avrebbe ritrovato un giusto equilibrio.

Di certo aveva scelto: il futuro prendeva la forma del volto innamorato di Styles, il colore dei suoi smeraldi accesi, il profumo della sua pelle.

Eppure Lux sembrava conficcato nel cuore di Boo, senza fargli alcun male, senza sanguinare.

La malinconia, l’ebbrezza dolce al pensiero di lui e di quanto aveva saputo donargli, senza pretendere niente in cambio, facevano ancora tremare Louis, come nessuno.

A parte Harry, che mai, come ora, non avrebbe più permesso al destino di portargli via Boo.
Assolutamente.



Jude e Robert si sottoposero all’ecografia mensile.
Il primo fu Downey ed appena terminò, il compagno si precipitò da lui, per aiutarlo a rivestirsi, baciandogli le tempie, amorevole.

“Tesoro, sentito qualcosa?”
“No Jude, è un esame esterno …” – e sorrise, godendosi a pieno le sue carezze, mentre gli allacciava la camicia.

“Ora tocca a me … Il medico è simpatico?” – gli chiese a bassa voce.

“Quando ti spalma il gel è una favola” – scherzò l’americano, ma Jude avvampò subito di gelosia.

Geffen li stava spiando, con un sorriso.
Era in visita a Sylvie, che aveva preferito sottoporsi a qualche analisi, prima di tornare a casa.

L’avvocato teneva in mano un bel mazzo di girasoli e quando la ragazza li vide, si illuminò.

“Glam … Che bella sorpresa”

L’uomo l’abbracciò, dopo essersi seduto sul bordo della sua lettiga.

“Come ti senti piccola?”

“Meglio, avevo solo paura per le infezioni, anche se Scott mi aveva rassicurata, però avevo delle perdite … Insomma è normale, dicono …” – spiegò senza imbarazzi, come se Geffen fosse suo padre.

“Ok, vedrai che andrà tutto bene … A proposito c’è un giovanotto che vorrebbe salutarti: gli sei mancata parecchio”

Alain entrò tenendo per mano Sveva.

“Amore mio …”

Sylvie lo avvolse con gioia, commuovendosi.

“Hai visto Alain, la tua mamma è in piena forma, era solo un’intossicazione da cibo avariato …” – disse Geffen e lei annuì, sbirciandolo tra i riccioli del suo bambino, ignaro che avrebbe avuto un fratellino, purtroppo perduto.

Sveva sistemò i fiori in un vaso, mentre Glam si congedava, invitando entrambe a Palm Springs per il fine settimana.


Robert era seduto in corridoio, a sorseggiare un caffè.
Appena si accorse di Glam, gli sorrise.

“Ehi anche tu qui?”

“Ciao Rob” – gli si affiancò, sistemando il bastone da passeggio dietro al divanetto – “Sono passato a vedere Sylvie”

“Come si sente?”

“Supererà anche questa, è una donna tenace, del resto ha imparato presto a cavarsela da sola …”

“Già, come tutti noi del resto …”

“Infatti” – e lo fissò, intenso.

Robert tossì – “E tu come stai Glam?”

“Lula mi ha dato questa … E’ un monile porta fortuna, era di sua madre, la sacerdotessa di magia bianca, ricordi?” – rivelò lasciando trapelare il suo disagio.

“Sì, la conosco la storia del nostro soldino e questa meraviglia era sua?”

“Infatti e lui me l’ha consegnata, dicendo di stringerla quando mi sentirò male, quindi presumo che le crisi, da ora in poi, peggioreranno … Certo lo sapevo già da Mason, non che sia una novità e”

“Glam calmati” – e lo abbracciò con immensa tenerezza e trepidazione.

“Scusami …” – gli mormorò nell’incavo della spalla, sciogliendosi in un pianto, carico di frustrazione.

Downey lo cullò, come se avesse sul petto Diamond o Camilla.

“Glam permettici di rimanerti accanto … Te lo chiedo per tutto ciò che ci ha unito e poi Jude è d’accordo, anzi, è determinato a non lasciarti da solo, sai?” – e lo guardò con dolcezza.

“Non sarà un bello spettacolo …”

“Jared ci ha chiesto di unirci a lui e Colin, anche nel caso tu decidessi di andare alla End House … Temo volesse dirtelo lui, però non credo sia il momento dei giochetti o dei segreti …” – rise lieve.

“Un adorabile complotto …” – ricambiò il suo sorriso, dandogli un bacio in piena fronte – “Grazie Robert … e ringrazia Jude, a nome mio … Ci penserò”

“Promesso?”

“Promesso Rob …”



Louis si fermò nel living di Palm Springs, ascoltando il silenzio intorno, frammentato dal respiro alle sue spalle di Harry, che aveva accolto la sua richiesta di andare alla villa per salutare Vincent e Petra.

Lux li stava osservando attraverso i monitor installati nella biblioteca di Geffen, dove l’amico aveva lasciato sopra la scrivania gli incartamenti richiesti dal francese e perfezionati dallo studio legale in tempo record.

Vincent scese, non senza essere passato dalla nursery, anche per prendere dal tavolino dei giochi, un disegno alquanto prezioso ed esaustivo.


“Buonasera ragazzi …”

“Ehi ciao …” – lo salutò Boo, il cuore in gola.

Styles arrise alla vista di Petra, in braccio all’affarista, concentrato, però, su Louis.

“Principessa ci sei anche tu …” – esordì Styles, andando a darle un bacio sulle manine, che la bimba gli tese allegra.

“Prendila pure Harry …” – disse Lux, passandogliela.

Lou andò a stringersi a lui invece, come un istinto irrefrenabile.

“Mon petit devo dirti una cosa … Anzi, devo mostrarvi questo, ad entrambi …” – e gli porse quel foglio, carico di colori sgargianti.

C’era un sole, un prato verde mela, c’erano due giovani, uno era Harry, con quei riccioli inconfondibili, l’altro era Louis, dal sorriso unico ed in mezzo a loro, tenuta per mano, una cucciola, di nome Petra: i rispettivi nomi li aveva scritti Lux.

“Vincent, ma …” – Boo perse un battito.
Così Haz.

“Sapete, a voi sembrerà che io abbia preso una decisione importante, però è stata Petra a scegliere … A scegliervi, come i suoi nuovi papà … Che ne dite?”

Styles sbiancò, poi si accese, incontrando l’incredulità e l’entusiasmo negli occhi di Louis, gli stessi che anche lui stava provando, dal suo cuore al suo cervello.

“E qui ci sono le pratiche per l’adozione … Dovete solo firmarle e consegnare il dossier a Flora … Credo che Harry non avrà problemi per questo” – e sorrise, ossigenandosi.

Louis gli si appese al collo, poi volle a sé anche Harry e Petra, pazzo di felicità assoluta.



Vas si fermò al semaforo.
Geffen stava scrutando il tramonto, attraverso il finestrino del lato passeggero.

“E’ estate …” – disse sommesso.

“Sì, un caldo insopportabile Glam …”

“A me non dà noia … Ho sempre freddo …” – replicò assorto ed immobile.

“Sì, capisco … Vuoi che accenda il riscaldamento?”

“No …” – sorrise esausto, bevendo una bibita energetica.

“Passiamo a prendere Lula?”

“No … Verrà con Kevin e Tim domani … Accosta un attimo Vas, per favore”

“Certo, non ti senti bene?”

“Non è per questo amico mio … E’ da tanto che ci conosciamo, vero Vas?”

“Sì, parecchi e tutti incredibili” – sorrise bonario.

“Lo riconosco … Ti sarò per sempre grato per quanto hai fatto per noi Vas … Ed avresti la mia solida e cospicua riconoscenza, se portassi a termine un’ultima missione”

“Quale, scusa?”

“Non ho ancora deciso i dettagli, i tempi ad essere sincero … L’obiettivo, in compenso, è a senso unico”

“Sembra interessante, di che si tratta?”

Geffen lo guardò, finalmente.

“Potrei non essere così coriaceo e resistente, come tutti pensano: si sbagliano di grosso ed io conosco i miei limiti, sai?”

Vas si adombrò – “Non ci vuole un genio per capire dove vuoi andare a parare Glam e la mia risposta è no!” – ribatté risoluto.

“Tu avresti fatto un lavoro pulito, sei un soldato, non deludermi, in fondo ti sto chiedendo un aiuto e potrei pure supplicarti”

“Non servirebbe Glam: io non sono un assassino”

“E non lo saresti, cazzo!”

“Chiedilo a Scott, l’eutanasia è praticata da molti medici!” – protestò vivido.

“Già fatto e lui si è rifiutato!”
“Perché ti vuole bene, come me, come tutti noi, come i tuoi figli, non potremmo mai e dico MAI farti questo Glam! Discorso chiuso.”

Ripartirono.

Geffen si ammutolì sino a destinazione.






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