mercoledì 12 marzo 2014

ZEN - CAPITOLO N. 260

Capitolo n. 260 – zen



Matt scattò in piedi dal divanetto, azzerando la distanza tra lui e Geffen, un po’ instabile sul bastone da passeggio, per abbracciarlo ed appendersi al suo collo, come un bimbo.

“Glam non ci speravo più … Come stai?” – e gli sorrise, trafiggendolo con quegli occhi azzurro cielo, così limpidi e disarmanti nel loro candore.

“Non al massimo, però tiro avanti … Mi sto curando”

“Bene … Sì, bene, ok …” – disse impacciato, facendolo accomodare.

“Tu invece fai progressi …”

“Sì, insomma, ci sto provando, non ho emicranie, da un sacco di tempo in effetti”

“Ne sono felice Matt, davvero” – e gli accarezzò i capelli, dal taglio perfetto; tutto lo era o sembrava in lui.

“A casa come stanno? Lula? E … e gli altri?”

“Soldino è a Palm Springs e ci sono anche … gli altri” – sorrise, spiegando velocemente la situazione in corso.

Matt fece una smorfia buffa – “Vi fate compagnia, tipo corsia ospedaliera …”

“Già, ma Robert e Jude sono in piena ripresa, così Yari e Misaki …”

“E’ deplorevole ciò che è successo … Jared e Colin avranno avuto un mezzo collasso”

“Puoi ben dirlo … Ok, veniamo a noi …”

“A noi, Glam …?!” – mormorò incuriosito.

“Infatti. Kevin ha riflettuto a lungo sul ritirare o meno la sua denuncia contro di te, ma alla fine ha deciso”

“Andrò in prigione di nuovo, quindi …?”

“No. Le accuse sono state ritirate, il fascicolo archiviato”

“Dio … Ringrazialo, non ci speravo più” – sospirò.

“Poi … Ho diversi giudici, che mi devono dei favori … Domani manderò qui Hopper, con un’ordinanza, che ti permetterà di essere libero di andartene”

Matt strabuzzò le iridi luminose.

Era incredulo.

“In che senso andarmene … E dove?”

Un infermiere arrivò all’improvviso.
Sorrise a Matt e salutò educatamente Geffen.

“Lui è Mark … E’ … Una persona speciale per me, Glam” – e gli strinse le mani.

“Che succede piccolo?” – chiese senza scomporsi.
Era un bell’uomo, capelli brizzolati, sguardo dolce, su Matt soprattutto, maniere gentili e fisico solido.

“Scusate la brutalità dei miei modi, ma ho poco tempo, per tutto … Voi state insieme?”

I due si guardarono, annuendo un attimo dopo.

“Devo porre delle condizioni, Matt, spero tu sia d’accordo … Ed anche lei, Mark”

“Dipende signor Geffen: per il benessere di Matt sono pronto a qualsiasi sacrificio” – replicò fermo.

Matt ne era visibilmente orgoglioso.

Glam prese un respiro, poi chiarì ogni dettaglio.

“Salirete sul jet di Antonio, destinazione Francia. Matt tu avrai dei documenti nuovi ed un mio collaboratore vi condurrà in un paese della Provenza, dove potrete cominciare una nuova vita”

“Con quali soldi, Glam?”

“La tua eredità Matt: sono ancora il tuo tutore, ricordi? L’ho sbloccata, liquidando anche sdle proprietà ed accreditandone la somma su di un conto corrente svizzero a tuo nome … Quello nuovo intendo”

“E lei ha fatto tutto questo, senza chiedere un parere a Matt?”

“Sì Mark … Io sono fatto così ed ho agito per il suo bene. L’alternativa è rimanere rinchiuso qui a vita e non penso che Matt voglia una cosa del genere, soprattutto ora che lei è entrato nei suoi giorni … E vedo nel migliore dei modi …” – sorrise stanco.

Matt si alzò – “Non perderò questa opportunità, anche se non capisco la ragione del tuo comportamento Glam … Ne sono entusiasta, non fraintendermi, però”

“Però è andata così … E tu sei stato da sempre una vittima … Di Alexander, di tuo padre … E forse anche un po’ mia …”

“Mark sa tutto di me, di mio fratello, di Haiti …”

“Con la sua professionalità potrà assisterti, se necessario, ma io voglio credere che tu avrai un futuro senza più ombre … Lo meriti” – e lo strinse a sé, affettuoso.

Matt perse un battito.
L’ultimo, riservato a Geffen.



Harry stava stritolando tra le dita gelide, quel plico, che Denny gli aveva consegnato in studio al suo arrivo.

Senza neppure dare troppe spiegazioni, il giovane si precipitò livido alla villa di Geffen, piombando nel bel mezzo del pranzo.

Lula gli aveva aperto, senza avvisare i presenti, che si ritrovarono Styles, sotto al patio, in preda ad un fervore incontrollabile.

“Buongiorno a tutti” – salutò in crisi di ossigeno – “Ciao Boo, devo parlarti immediatamente. Di questo” – e mostrò i fogli, pinzati ad un cartoncino celeste, con stampati i loro nomi.

Brent ed il padre si guardarono, nel silenzio generale.

Louis si alzò, pulendo le gote dei gemelli, che stava imboccando amorevole.

Harry avvampò, provando una fitta allo stomaco, nel vederlo in quell’atteggiamento premuroso e spontaneo.

“D’accordo, dammi un minuto … Devo cambiarmi questa Haz” – disse calmo, indicando la t-shirt macchiata dal lancio di passato alle verdure, da parte di quelle pesti adorabili.

“Va … va bene … ti aspetto alla caletta …” – quasi balbettò, sparendo in un lampo verso la spiaggia.


Robert si grattò la nuca, assorto.

“Che si fa?” – chiese perplesso.

Colin sbuffò – “Un bel niente, temo … A parte intervenire, se la discussione degenerasse …”

“Credo sia la cosa giusta …” – aggiunse Jared.

“Devono risolvere da soli, non c’è dubbio” – intervenne Tomlinson senior.

Brent fissò Brendan, ma lui rimase zitto, dandogli semplicemente una carezza tra le scapole.



Louis prese una maglietta dalle maniche troppo lunghe.
Era di Colin.

L’irlandese seguì con lo sguardo i passi di quel ragazzino, che poteva essere suo figlio.
Così fece Yari, visibilmente turbato da quella tensione, tra persone poco più adulte, rispetto a lui e Misaki, altrettanto scosso.


“Ok eccomi qui Haz. Ti ascolto.”

Arrivò alle sue spalle, tendendo la stoffa sino ai palmi infreddoliti anche dalla debolezza; Louis mangiava troppo poco e si consumava in un’amarezza logorante, immaginando le conseguenze di quanto il marito avesse combinato con Sylvie.

“Vorrei lo facessi sul serio, Boo. Questa è una stronzata: chiedermi il divorzio. E’ assurdo!” – esordì, trattenendo a stento le lacrime.

“No, è logico, non vedo alternative”

“Alternative?? Il nostro amore non lo è abbastanza? L’affrontare uniti le circostanze, rafforzando le promesse, che ci siamo scambiati poche settimane fa, non ti sembrano una ragione valida per tornare a casa con me??!”

Louis guardò in basso, provando a non alterarsi quanto il compagno.

“Ogni nostra aspirazione era la mia ragione di vita, Harry, così i progetti, i sogni, ciò che era nostro, senza intrusioni esterne, senza più punirci, con le reciproche insicurezze … Io ero felice, anche per il cambiamento di mio padre, di cui ti sarò eternamente grato … Mi hai fatto così male, così tante volte Haz, però avevi rimediato, in un colpo solo, diventando il mio eroe … Ed era troppo bello per essere vero: sono stato un ingenuo”

“Hai dimenticato il mio comportamento per il tuo legame con Vincent: perché non dimostri altrettanta comprensione?”

“Comprensione …? E per cosa? Per una scopata? No, forse mi sbaglio, tu volevi dimostrare qualcosa o scoprire, sperimentare, magari crearti un paravento credibile per i tuoi colleghi in tribunale od al Country Club!” – bissò aspro.

“Cosa farnetichi Louis??!” -  esplose, afferrandolo per le braccia.

“Con quegli stronzi ti sei vergognato persino di presentarmi, con la signora al parco hai fatto finta di essere il fidanzato di Sylvie e padre di Alain! Fatti qualche domanda Haz e datti delle risposte!!”

“Quali risposte??! Che mi sono innamorato di lei?? O che mi è piaciuto finirci a letto?? OK LOUIS MI E’ PIACIUTO E SONO FOTTUTAMENTE ORGOGLIOSO CHE ASPETTI UN FIGLIO DA ME!! SEI SODDISFATTO!!???”

Mentiva.
Sapendo di mentire.
Spudoratamente.


Se si fosse aperto un baratro, sotto ai piedi di Boo e lui fosse precipitato, senza sapere l’esito di quella caduta, l’angoscia non sarebbe stata pari a quella che gli si leggeva negli occhi, ora.


“Lou … Louis …”

La presa di Styles sembrò morire intorno al tessuto sgualcito, come il cuore di Boo.

“E’ … è una buona partenza per capire chi sei … Congratulazioni Harry” – ribatté alienato, facendo un passo indietro, poi un altro ed ancora uno, ma sembrava non essere sufficiente per andarsene via da lì.

“Louis … no, aspetta, stammi a sentire io …”
La sua protesta era debole, il suo corpo immobile.

Ormai Haz stava parlando alla schiena di Lou, che non riusciva più a respirare.

Robert lo stava raggiungendo, con una bottiglietta d’acqua, tallonato da Christopher.

Boo li guardò appena, sfilandoli – “Non … non mi serve niente … Voglio solo andare in camera mia …” – ed accelerò l’andatura, guadagnando miracolosamente la scala di servizio, che portava ai piani superiori della residenza di Geffen.

Questi aveva appena varcato la soglia, con Ivan.

“Che succede?” – chiese agli amici, ammutoliti intorno alla tavola.

“C’è Harry … Aveva dei documenti … Louis è appena scappato di sopra” – spiegò Jude.

“Vado da lui!” – esclamò Brent, ma il colonnello lo trattenne.

“Lasciamolo in pace per un po’ …”

“Ma io non posso trascurarlo e fare finta che non sia successo niente, papà!” – protestò.

Geffen si intromise – “Ritengo sia opportuno mandare su Pana, tanto per controllare le sue condizioni …”

“Ok … Tra cinque minuti, però, salgo anch’io”



Harry si appoggiò alla parete rocciosa, provando a riordinare le idee.
Compose persino il numero di Louis, ma il suo cellulare era spento.

Downey gli si avvicinò con circospezione.

“E’ andata male?”

“Malissimo Robert … Ho detto cose assurde …”

“In che senso?”

“Ero solo incazzato, per il rifiuto di Boo … Ed ho reso improbabile qualsiasi riconciliazione …”

“Tu cosa vuoi veramente? Anche da Sylvie intendo”

Styles, che sino a quell’istante aveva fissato l’orizzonte, si voltò in suo favore.

“Rivoglio Louis nella mia vita … E da Sylvie non voglio un bel cazzo di niente!” – si adirò.

“Allora lascialo respirare e poi dagli delle certezze nuove, dimostragli che credi in voi e che la faccenda del bambino avrà una soluzione, capace di accontentare tutti”

“L’equilibrio di cui parli, Robert, è pura utopia. Credo di avere trasmesso a Lou tutte le conferme indispensabili, ma non mi crede, questo è il punto: se ci tenesse a me, davanti a ciò che provo, dovrebbe sostenermi ed accettare l’arrivo di questo bimbo, non credi?”

“Tu vuoi rendere semplice un meccanismo, che sta devastando Louis: questa sì che è pura utopia, Harry, credimi”

Il ragazzo si ricompose; era molto elegante nel suo completo scuro.

“Vincent che fine ha fatto?” – chiese brusco.

“Non ne ho idea Harry …”

“Sicuro?” – e lo puntò astioso.

Downey mise le mani in tasca e se ne andò, senza concedergli ulteriori repliche.





 Omaggio (lampo) a Mark Ruffalo e Matt Bomer, presto sugli schermi con il nuovo film sull'AIDS, The normal heart :)

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