Capitolo n. 262 – zen
“Ha il colore dei
tuoi occhi Jay …”
Geffen lo disse
ammirato, notando quel particolare in Petra.
“No … Non so Glam, a
me sembrano più chiari …”
“Sono bellissimi” –
soggiunse assorto, mentre Colin la teneva sul petto ed Isotta le porgeva una
bambola.
“C’è il fotografo” –
intervenne Jude, preparando Camilla e Diamond, per un servizio, che un famoso
mensile aveva richiesto a lui e Farrell, sborsando un cospicuo ingaggio,
devoluto in beneficenza.
Robert e Jared non
erano molto convinti, ma il fine giustificava i mezzi.
Louis cambiò le
scarpine a Petra: con Vincent le aveva comprato mezzo negozio, tra vestitini ed
accessori.
Si erano divertiti
parecchio, azzerando malinconie ed ombre, almeno durante la mattinata.
Kurt transitò nel living,
con un portaabiti sigillato.
Salutò frettoloso con
un sorriso e sparì al piano superiore.
In serata, lui e
David, si sarebbero sposati, durante una cerimonia privata, alla quale
sarebbero intervenuti unicamente Jamie e Marc, in qualità di testimoni, Spencer
e Morgan, oltre a Kevin e Tim, insieme a Jimmy e Scott.
Il tutto era stato
prenotato in una residenza sulle colline di Malibu.
Un luogo romantico,
che la coppia aveva scelto dopo alcune esitazioni.
Kurt aveva proposto nLas
Vegas, ma lì i matrimoni sapevano di
finto, gli aveva detto ridendo Rossi, smontando il suo entusiasmo genuino.
“Ehi ti disturbo …?”
Jared glielo chiese
esitante, restando sulla soglia della camera di Kurt.
“No, accomodati …
Avete già finito di sotto?”
“Ancora venti minuti,
dicono … Le piccole sono emozionate, ma Lula sembra tenere la situazione sotto
controllo, anche se non vuole farsi immortalare” – spiegò timido.
“Strano, soldino è
sempre alla ribalta: è diventato timido?” – Kurt sorrise.
Era sereno e stava
cercando una cravatta adatta al completo grigio antracite.
Leto tossì piano.
“Quella è perfetta …
Almeno credo … Colin le sceglie da solo, le rare volte che ne indossa una”
“A lui sta bene
tutto” – ribatté distratto.
“Certo … Solo che
avrei voluto farti i miei auguri Kurt, ma non sapevo come …”
“L’hai appena fatto,
Jared” – e lo fissò, lo sguardo limpido.
“Estendili anche a
David … Lui ed io non ci parliamo molto di recente”
“Mi sembra il minimo
… Cosa pretendi?” – chiese diretto, ma senza alzare i toni.
“No, per carità … No,
nulla, è che ho una stima immensa per lui, così per te, Kurt e sapere che mi
disprezzate …”
“Dave ed io abbiamo
superato questa mia ennesima caduta di … stile” – rise mesto – “Anche se non l’avevo
mai tradito e deluso, anche se non mi ha accusato, sollevandomi persino dalle
mie responsabilità”
“Un gesto nobile …”
“Un gesto da persona
innamorata e lui lo è di me, profondamente … Ed è reciproco, quindi il rischio
di perderlo è stato assurdo, credimi”
“Vorrei unicamente il
tuo perdono Kurt … Non che non mi interessi quello di Dave, però tu ed io ne
abbiamo passate tante e”
“Infatti! Credevo di
meritarmi qualcosa di meglio da te, Jared Joseph Leto.”
Ne seguì un silenzio
mortificante per il leader dei Mars.
“Tanto tempo fa ti
confessai il mio amore e David lo sa, così come ne era consapevole Brandon …” –
aggiunse, più triste.
“Se solo potessimo
dimenticarci di quel pomeriggio … Se solo riuscissimo a superare questo
imbarazzo … Vorrei unicamente abbracciarti Kurt”
“No. Non posso assecondarti
questa volta: lo devo a Dave ed a me stesso, alla mia dignità.”
“Kurt …”
“Tu credi che con due
moine di risolvere sempre ogni casino, eh Jay? Non voglio infierire, però ci
siamo passati in troppi, dalle tue grinfie, egoistiche ed egocentriche!”
“Ok … Ok, non
incazzarti, non nel giorno delle vostre nozze …” – bissò flebile,
indietreggiando, senza accorgersi di Rossi.
“Ciao tesoro,
vogliamo andare?” – il profiler si rivolse direttamente al suo compagno.
“Certo … Non vedo
l’ora” – e gli si appese al collo, dandogli poi un lungo bacio.
Jared sparì.
Come uno spettro.
Harry appena li vide,
ci rimase di sasso.
Faticava a
comprendere chi fosse quella bimba, dagli occhi di ghiaccio.
Petra si accorse
subito di lui e gli fece un sorriso incantevole.
“Haz …”
“Ciao Boo … Vincent …
Bentornato a Los Angeles”
“Buongiorno Harry” –
e si alzò dal tappeto musicale, dove la cucciola stava provando la scala, su
indicazione di Lou, che rimase accovacciato accanto a lei.
La bimba fece segno
ad Harry di sedersi, al posto di Lux.
“Chi è questo
splendore …?” – domandò smarrito l’avvocato.
“E’ un’orfana:
Vincent l’ha salvata dall’inferno ed ora stiamo pianificando il suo futuro o
almeno ci proviamo”
“L’hai adottata?” –
“No Harry, l’ho portata qui, perché non aveva più nessuno al mondo … Era sola
quanto me” – chiarì, prendendo poi Petra in braccio – “Di sicuro non le negherò
mai il mio sostegno: la maniera in cui ciò avverrà, è ancora tutta da decidere,
però Louis mi sta aiutando non poco … Sembra nato per questo …”
“Sì, me ne sono
accorto” – Styles sorrise, gli occhi lucidi – “Anche con i gemelli di Geffen …”
“Harry che cosa vuoi,
esattamente?” – si intromise brusco Boo.
“Devo parlarti … Per
favore … E’ per il divorzio”
“In che senso?
Firmerai i documenti?” – e gli saltò il cuore in gola, pregando in una risposta
negativa, anche se non l’avrebbe mai ammesso.
“In privato … Se non
ti spiace … Scusaci Vincent”
“Nessun problema,
vado in spiaggia. Ci vediamo dopo Louis …”
“Sì … Mi sbrigherò
subito, andiamo in biblioteca, seguimi Haz.”
Jude era affacciato
alla balaustra del solarium, con una strana espressione sul viso abbronzato.
“Cosa guardi?” – gli
chiese Robert, cingendolo da dietro.
“Guai in vista, è
appena sbarcato Harry dal pianeta dei reietti”
“Ma cosa dici,
Judsie?” – e lo voltò a sé, perplesso.
“La verità Rob: ci
sono passato prima di lui”
“Già …” – l’americano
provò a staccarsi, ma Law lo trattenne.
“Ehi dove vai …?” – e
fece aderire le loro fronti, inspirando.
“Da nessuna parte …
Ma questo discorso mi sembra piuttosto antipatico Jude”
“Era una pura
constatazione …”
“Sei solidale con
Haz?”
“No, non direi Robert
… Tu, in compenso, gli hai dato corda, forse per il tuo senso paterno innato,
ma, per certi versi, mi sei sembrato il gatto con il topo” – e rise.
“E’ doloroso essere
traditi da chi si ama, per giunta con una donna” – replicò severo, ricordando
Sienna.
Law abbassò lo
sguardo – “E’ … è stato tanto tempo fa Rob … E poi una donna, un uomo, che
importa?”
“Importa perché ci
sono delle implicazioni differenti e delle conseguenze, come vedi” – e si
scostò brusco, questa volta.
“Lei non è mai stata
parte di me, quanto lo sei tu, Robert!”
Il moro si bloccò,
dandogli le spalle.
Respirò greve – “A
volte non ci siamo bastati … Neppure noi, che ci illudevamo di essere unici”
L’inglese lo avvolse,
baciandolo nella nuca, poi tra i capelli, infine sulla bocca, con un contatto
sensuale e totalizzante.
“Noi lo siamo Rob … E
nessuno potrà mai portarci via questo …” – lo baciò di nuovo e Robert gli
sorrise con quelle iridi, così liquide, così immense.
Louis chiuse la
porta, ossigenandosi, prima di guardare Styles, ormai seduto sopra al
davanzale.
“Come ti va Haz?” –
chiese incolore.
“E’ una domanda che
mi sento fare di continuo, sai?”
“Da chi?”
“Di recente in
studio, poi da Sylvie, infine da te”
“Sempre in coda, sono
abituato ad essere ultimo nella vita”
“Piantala di fare la
vittima Louis”
“Vittima? … La parola
mi calza a pennello, invece, non trovi?” – e si morse il labbro inferiore.
Styles non aveva mai
smesso di solcare ogni dettaglio di Boo, sentendo il proprio cuore deflagrare
ad ogni sussulto dell’altro.
“Non sono qui per
litigare, comunque” – precisò, senza ostilità apparente.
“E quindi per cosa
sei qui, Harry?” – replicò con aria sfrontata, mentre le pulsazioni in aumento,
lo stavano devastando.
“Vorrei sapere di te
e di Lux: è stata una doccia fredda scoprirvi con quella bambina meravigliosa.
Cosa sta succedendo?”
“Non ti riguarda; non
più almeno.”
“Siamo ancora
sposati, cazzo!”
“No, siamo dei
relitti Haz, quindi non tormentarmi su Vincent e Petra”
“Potremmo risolvere
ogni cosa, se solo lo volessimo sul serio!” – e gli si avvicinò.
“Per cosa? Per
massacrarci dopo qualche mese, con una delle TUE o delle MIE STRONZATE?!”
“Ti prego, non urlare
Boo …”
“Faccio quello che mi
pare! Anzi, già che ci siamo, a proposito di quanto possa riguardarti o meno
della mia fottuta esistenza, voglio, anzi DEVO dirti una cosa, proprio su di me
e Vincent!”
“Ok … Ti ascolto” –
sospirò rassegnato.
“Mentre tu scopavi
con quella puttana, io con Vincent ero alla Spa e ci siamo lasciati andare” –
confessò alterato.
“Quella che tu chiami
puttana sta aspettando un figlio da
me e quindi come chiamerai il bimbo un domani, bastardo, forse?!?”
Boo si ammutolì,
sconvolto – “Io … io non potrei mai”
“COSA?? MI STAI
FACENDO A PEZZI LOUIS E TI CREDI MIGLIORE DI ME QUINDI?? QUELLO CHE COMBINI CON
VINCENT E’ IMMUNE DA GIUDIZIO?? COME DOVREI REAGIRE IO, A QUESTO PUNTO?! VOI
NON AVETE MAI SMESSO DI PRENDERMI PER IL CULO!!” – e gli diede una spinta,
addossandolo alla tappezzeria a righe verdi, beige ed oro.
Lou non reagì, come
se si arrendesse alla sua foga, che un tempo riconosceva in ogni approccio
amoroso, da parte di Styles, ma che ora sembrava intrappolata nell’angoscia
provocata da quella rivelazione, non del tutto a sorpresa.
Harry lo
immobilizzava lì, senza che Louis lo respingesse.
I loro addomi si
contorcevano per la medesima disperazione.
I loro zigomi
tremavano dello stesso pianto.
“Accidenti a te …
ACCIDENTI A TE!” – singhiozzò – “Tu sei tutto ciò che voglio, Boo … E mentre il
nostro rancore cerca di ridurre a brandelli quello per cui abbiamo lottato da
quando ci siamo scelti, sento così tanto amore per te …”
Lo baciò, lasciando
scivolare le dita sino ai polsi di Louis, cingendoli con una delicatezza
inaspettata, per quanto appariva adirato.
Da quella posizione,
la prospettiva si spostò da una sensazione verticale ad una orizzontale, per
Boo, che si lasciò trasportare dall’abbraccio sicuro ed impetuoso di Harry,
ancora sigillato alle sue labbra.
Si liberarono di
vestiti e livore, in un modo così semplice e fluido, da inebriare ogni loro
sensazione di infinito ed appartenenza.
“Ti amo … ti amo …” –
Haz lo ripeteva di continuo.
I palmi di Styles si
insinuarono sotto i glutei di Louis, sollevandoli sino alla sua bocca, per
tormentarlo e prepararlo, in quel punto di connessione, dove nulla si sarebbe
risolto, ma che, forse, poteva sedare quel dolore sconfinato, capace di tenere
in ostaggio ogni loro buona intenzione di ricostruire e ricominciare.
Boo gemeva intenso e
quando percepì l’invasione di Haz, la sua spina dorsale sembrò pervasa da uno
spasmo ingestibile.
Harry lo rassicurò,
fermandosi, per cullarlo, finché non si fosse riabituato a lui.
Forse non sarebbe
accaduto mai.
Si scrutarono,
trepidanti di una resa incondizionata.
Cinturandosi reciprocamente,
i loro corpi modularono un ritmo sinuoso e libero.
Come avrebbe dovuto
essere il loro legame, da bugie, da compromessi.
Lo avevano giurato
anni prima.
In un tempo dove
entrambi erano troppo acerbi per un simile impegno, ma altrettanto risoluti a
contraddire il destino, come nessuno aveva fatto mai.
Mai.
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