lunedì 17 marzo 2014

ZEN - CAPITOLO N. 262

Capitolo n. 262 – zen



“Ha il colore dei tuoi occhi Jay …”

Geffen lo disse ammirato, notando quel particolare in Petra.

“No … Non so Glam, a me sembrano più chiari …”
“Sono bellissimi” – soggiunse assorto, mentre Colin la teneva sul petto ed Isotta le porgeva una bambola.

“C’è il fotografo” – intervenne Jude, preparando Camilla e Diamond, per un servizio, che un famoso mensile aveva richiesto a lui e Farrell, sborsando un cospicuo ingaggio, devoluto in beneficenza.

Robert e Jared non erano molto convinti, ma il fine giustificava i mezzi.

Louis cambiò le scarpine a Petra: con Vincent le aveva comprato mezzo negozio, tra vestitini ed accessori.
Si erano divertiti parecchio, azzerando malinconie ed ombre, almeno durante la mattinata.

Kurt transitò nel living, con un portaabiti sigillato.
Salutò frettoloso con un sorriso e sparì al piano superiore.

In serata, lui e David, si sarebbero sposati, durante una cerimonia privata, alla quale sarebbero intervenuti unicamente Jamie e Marc, in qualità di testimoni, Spencer e Morgan, oltre a Kevin e Tim, insieme a Jimmy e Scott.

Il tutto era stato prenotato in una residenza sulle colline di Malibu.

Un luogo romantico, che la coppia aveva scelto dopo alcune esitazioni.
Kurt aveva proposto nLas Vegas, ma lì i matrimoni sapevano di finto, gli aveva detto ridendo Rossi, smontando il suo entusiasmo genuino.



“Ehi ti disturbo …?”
Jared glielo chiese esitante, restando sulla soglia della camera di Kurt.

“No, accomodati … Avete già finito di sotto?”

“Ancora venti minuti, dicono … Le piccole sono emozionate, ma Lula sembra tenere la situazione sotto controllo, anche se non vuole farsi immortalare” – spiegò timido.

“Strano, soldino è sempre alla ribalta: è diventato timido?” – Kurt sorrise.

Era sereno e stava cercando una cravatta adatta al completo grigio antracite.

Leto tossì piano.

“Quella è perfetta … Almeno credo … Colin le sceglie da solo, le rare volte che ne indossa una”

“A lui sta bene tutto” – ribatté distratto.

“Certo … Solo che avrei voluto farti i miei auguri Kurt, ma non sapevo come …”

“L’hai appena fatto, Jared” – e lo fissò, lo sguardo limpido.

“Estendili anche a David … Lui ed io non ci parliamo molto di recente”

“Mi sembra il minimo … Cosa pretendi?” – chiese diretto, ma senza alzare i toni.

“No, per carità … No, nulla, è che ho una stima immensa per lui, così per te, Kurt e sapere che mi disprezzate …”

“Dave ed io abbiamo superato questa mia ennesima caduta di … stile” – rise mesto – “Anche se non l’avevo mai tradito e deluso, anche se non mi ha accusato, sollevandomi persino dalle mie responsabilità”

“Un gesto nobile …”

“Un gesto da persona innamorata e lui lo è di me, profondamente … Ed è reciproco, quindi il rischio di perderlo è stato assurdo, credimi”

“Vorrei unicamente il tuo perdono Kurt … Non che non mi interessi quello di Dave, però tu ed io ne abbiamo passate tante e”

“Infatti! Credevo di meritarmi qualcosa di meglio da te, Jared Joseph Leto.”

Ne seguì un silenzio mortificante per il leader dei Mars.

“Tanto tempo fa ti confessai il mio amore e David lo sa, così come ne era consapevole Brandon …” – aggiunse, più triste.

“Se solo potessimo dimenticarci di quel pomeriggio … Se solo riuscissimo a superare questo imbarazzo … Vorrei unicamente abbracciarti Kurt”

“No. Non posso assecondarti questa volta: lo devo a Dave ed a me stesso, alla mia dignità.”

“Kurt …”

“Tu credi che con due moine di risolvere sempre ogni casino, eh Jay? Non voglio infierire, però ci siamo passati in troppi, dalle tue grinfie, egoistiche ed egocentriche!”

“Ok … Ok, non incazzarti, non nel giorno delle vostre nozze …” – bissò flebile, indietreggiando, senza accorgersi di Rossi.

“Ciao tesoro, vogliamo andare?” – il profiler si rivolse direttamente al suo compagno.

“Certo … Non vedo l’ora” – e gli si appese al collo, dandogli poi un lungo bacio.

Jared sparì.
Come uno spettro.



Harry appena li vide, ci rimase di sasso.
Faticava a comprendere chi fosse quella bimba, dagli occhi di ghiaccio.

Petra si accorse subito di lui e gli fece un sorriso incantevole.

“Haz …”
“Ciao Boo … Vincent … Bentornato a Los Angeles”

“Buongiorno Harry” – e si alzò dal tappeto musicale, dove la cucciola stava provando la scala, su indicazione di Lou, che rimase accovacciato accanto a lei.

La bimba fece segno ad Harry di sedersi, al posto di Lux.

“Chi è questo splendore …?” – domandò smarrito l’avvocato.

“E’ un’orfana: Vincent l’ha salvata dall’inferno ed ora stiamo pianificando il suo futuro o almeno ci proviamo”

“L’hai adottata?” – “No Harry, l’ho portata qui, perché non aveva più nessuno al mondo … Era sola quanto me” – chiarì, prendendo poi Petra in braccio – “Di sicuro non le negherò mai il mio sostegno: la maniera in cui ciò avverrà, è ancora tutta da decidere, però Louis mi sta aiutando non poco … Sembra nato per questo …”

“Sì, me ne sono accorto” – Styles sorrise, gli occhi lucidi – “Anche con i gemelli di Geffen …”

“Harry che cosa vuoi, esattamente?” – si intromise brusco Boo.

“Devo parlarti … Per favore … E’ per il divorzio”

“In che senso? Firmerai i documenti?” – e gli saltò il cuore in gola, pregando in una risposta negativa, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

“In privato … Se non ti spiace … Scusaci Vincent”

“Nessun problema, vado in spiaggia. Ci vediamo dopo Louis …”

“Sì … Mi sbrigherò subito, andiamo in biblioteca, seguimi Haz.”



Jude era affacciato alla balaustra del solarium, con una strana espressione sul viso abbronzato.

“Cosa guardi?” – gli chiese Robert, cingendolo da dietro.

“Guai in vista, è appena sbarcato Harry dal pianeta dei reietti”
“Ma cosa dici, Judsie?” – e lo voltò a sé, perplesso.

“La verità Rob: ci sono passato prima di lui”

“Già …” – l’americano provò a staccarsi, ma Law lo trattenne.

“Ehi dove vai …?” – e fece aderire le loro fronti, inspirando.

“Da nessuna parte … Ma questo discorso mi sembra piuttosto antipatico Jude”

“Era una pura constatazione …”

“Sei solidale con Haz?”

“No, non direi Robert … Tu, in compenso, gli hai dato corda, forse per il tuo senso paterno innato, ma, per certi versi, mi sei sembrato il gatto con il topo” – e rise.

“E’ doloroso essere traditi da chi si ama, per giunta con una donna” – replicò severo, ricordando Sienna.

Law abbassò lo sguardo – “E’ … è stato tanto tempo fa Rob … E poi una donna, un uomo, che importa?”

“Importa perché ci sono delle implicazioni differenti e delle conseguenze, come vedi” – e si scostò brusco, questa volta.

“Lei non è mai stata parte di me, quanto lo sei tu, Robert!”

Il moro si bloccò, dandogli le spalle.

Respirò greve – “A volte non ci siamo bastati … Neppure noi, che ci illudevamo di essere unici”

L’inglese lo avvolse, baciandolo nella nuca, poi tra i capelli, infine sulla bocca, con un contatto sensuale e totalizzante.

“Noi lo siamo Rob … E nessuno potrà mai portarci via questo …” – lo baciò di nuovo e Robert gli sorrise con quelle iridi, così liquide, così immense.


Louis chiuse la porta, ossigenandosi, prima di guardare Styles, ormai seduto sopra al davanzale.

“Come ti va Haz?” – chiese incolore.

“E’ una domanda che mi sento fare di continuo, sai?”

“Da chi?”

“Di recente in studio, poi da Sylvie, infine da te”

“Sempre in coda, sono abituato ad essere ultimo nella vita”

“Piantala di fare la vittima Louis”

“Vittima? … La parola mi calza a pennello, invece, non trovi?” – e si morse il labbro inferiore.
Styles non aveva mai smesso di solcare ogni dettaglio di Boo, sentendo il proprio cuore deflagrare ad ogni sussulto dell’altro.

“Non sono qui per litigare, comunque” – precisò, senza ostilità apparente.

“E quindi per cosa sei qui, Harry?” – replicò con aria sfrontata, mentre le pulsazioni in aumento, lo stavano devastando.

“Vorrei sapere di te e di Lux: è stata una doccia fredda scoprirvi con quella bambina meravigliosa. Cosa sta succedendo?”

“Non ti riguarda; non più almeno.”

“Siamo ancora sposati, cazzo!”

“No, siamo dei relitti Haz, quindi non tormentarmi su Vincent e Petra”

“Potremmo risolvere ogni cosa, se solo lo volessimo sul serio!” – e gli si avvicinò.

“Per cosa? Per massacrarci dopo qualche mese, con una delle TUE o delle MIE STRONZATE?!”

“Ti prego, non urlare Boo …”

“Faccio quello che mi pare! Anzi, già che ci siamo, a proposito di quanto possa riguardarti o meno della mia fottuta esistenza, voglio, anzi DEVO dirti una cosa, proprio su di me e Vincent!”

“Ok … Ti ascolto” – sospirò rassegnato.

“Mentre tu scopavi con quella puttana, io con Vincent ero alla Spa e ci siamo lasciati andare” – confessò alterato.

“Quella che tu chiami puttana sta aspettando un figlio da me e quindi come chiamerai il bimbo un domani, bastardo, forse?!?”

Boo si ammutolì, sconvolto – “Io … io non potrei mai”

“COSA?? MI STAI FACENDO A PEZZI LOUIS E TI CREDI MIGLIORE DI ME QUINDI?? QUELLO CHE COMBINI CON VINCENT E’ IMMUNE DA GIUDIZIO?? COME DOVREI REAGIRE IO, A QUESTO PUNTO?! VOI NON AVETE MAI SMESSO DI PRENDERMI PER IL CULO!!” – e gli diede una spinta, addossandolo alla tappezzeria a righe verdi, beige ed oro.

Lou non reagì, come se si arrendesse alla sua foga, che un tempo riconosceva in ogni approccio amoroso, da parte di Styles, ma che ora sembrava intrappolata nell’angoscia provocata da quella rivelazione, non del tutto a sorpresa.


Harry lo immobilizzava lì, senza che Louis lo respingesse.
I loro addomi si contorcevano per la medesima disperazione.
I loro zigomi tremavano dello stesso pianto.

“Accidenti a te … ACCIDENTI A TE!” – singhiozzò – “Tu sei tutto ciò che voglio, Boo … E mentre il nostro rancore cerca di ridurre a brandelli quello per cui abbiamo lottato da quando ci siamo scelti, sento così tanto amore per te …”

Lo baciò, lasciando scivolare le dita sino ai polsi di Louis, cingendoli con una delicatezza inaspettata, per quanto appariva adirato.

Da quella posizione, la prospettiva si spostò da una sensazione verticale ad una orizzontale, per Boo, che si lasciò trasportare dall’abbraccio sicuro ed impetuoso di Harry, ancora sigillato alle sue labbra.

Si liberarono di vestiti e livore, in un modo così semplice e fluido, da inebriare ogni loro sensazione di infinito ed appartenenza.


“Ti amo … ti amo …” – Haz lo ripeteva di continuo.

I palmi di Styles si insinuarono sotto i glutei di Louis, sollevandoli sino alla sua bocca, per tormentarlo e prepararlo, in quel punto di connessione, dove nulla si sarebbe risolto, ma che, forse, poteva sedare quel dolore sconfinato, capace di tenere in ostaggio ogni loro buona intenzione di ricostruire e ricominciare.

Boo gemeva intenso e quando percepì l’invasione di Haz, la sua spina dorsale sembrò pervasa da uno spasmo ingestibile.

Harry lo rassicurò, fermandosi, per cullarlo, finché non si fosse riabituato a lui.
Forse non sarebbe accaduto mai.

Si scrutarono, trepidanti di una resa incondizionata.

Cinturandosi reciprocamente, i loro corpi modularono un ritmo sinuoso e libero.
Come avrebbe dovuto essere il loro legame, da bugie, da compromessi.

Lo avevano giurato anni prima.

In un tempo dove entrambi erano troppo acerbi per un simile impegno, ma altrettanto risoluti a contraddire il destino, come nessuno aveva fatto mai.

Mai.











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