Capitolo n. 263 – zen
Louis raccolse i
propri abiti, lento e sconvolto.
“Boo ascolta …” –
Harry deglutì a vuoto, poi tirò su dal naso, altrettanto a disagio.
“Devo andare via …”
“Dobbiamo parlare
ancora … Non ti lascio andare via
così” – e si alzò dal parquet, rivestendosi a propria volta.
Boo si appoggiò alla
parete, inspirando.
“Non abbiamo risolto
nulla scopando …”
“Noi abbiamo fatto l’amore!”
Louis sorrise triste –
“Non è cambiato niente … Sylvie è ancora incinta di te e l’incubo continua …
Per me, Haz, per me che forse non ti amo abbastanza, come mi accusi oppure che
annego nella mia insicurezza, al pensiero di lei, un domani, con in grembo
vostro figlio e tu che impazzerai per loro, innamorandoti di questa forma di
famiglia, che forse ambisci, nel profondo del tuo animo confuso!”
Styles scosse la
testa, avvicinandosi per abbracciarlo, ma Boo lo scansò malamente, quasi
cadendo.
L’altro non glielo
permise, stringendolo a sé con vigore, ma tremando, come mai Louis lo aveva
percepito.
“Non tornare da lui …
Anche se Lux ti ha portato in dono tutto ciò che desideravi, senza neppure
saperlo … forse …”
“Vincent non
premedita le sue strategie sentimentali, con me” – bissò amaro, provando a
districarsi nuovamente dai bicipiti tatuati del marito.
“Sì è evidente … Così
il suo amore per te … Ed il tuo per me, Louis” – replicò secco, fissandolo,
ora.
Jared aggiustò un
fermaglio tra i capelli di Isotta.
Era uno splendore.
“Fatto principessa …
Un paio di scatti ed abbiamo finito, ok?” – e la baciò sul nasino perfetto.
La bimba sorrise.
Cresceva, in una bellezza
incantevole.
Leto la seguì con lo
sguardo lucido.
Kurt e David stavano
transitando in veranda ed incrociarono Isy, che augurò loro un matrimonio da
favola, dispiacendosi per non potervi partecipare.
Rossi si accovacciò,
dandole un buffetto affettuoso, mentre Kurt lanciò un’occhiata un po’ malinconica
in direzione del cantante.
Il profiler si
sollevò, osservandoli.
“Tesoro, il
risentimento non serve a molto, se non ad offuscare il tuo cuore buono e
generoso … Vai da lui, avanti” – e gli diede una carezza tra le scapole.
“Dave, ma …”
“Ma cosa?” – sorrise dolce
– “So che gli vuoi bene, così come so quanto sei innamorato di me, di Martin e
del ricordo di Brandon … la tua famiglia, insomma”
Kurt annuì commosso.
Fece qualche passo
verso Jared, rimasto cristallizzato ed in attesa.
Si strinsero forte.
“Kurt grazie …” –
sussurrò il leader dei Mars.
“A presto Jay … Abbi
cura di te, ok?”
“Ok … Lo farò … Ciao
Dave”
Rossi gli fece un
cenno da lontano, poi se ne andò con il suo futuro sposo, senza più esitare
oltre.
Lux la stava facendo
volare, sollevandola come un aeroplanino colorato di fucsia a pois bianchi.
Quell’abitino le
stava una meraviglia, sopra la carnagione ambrata.
Petra era felice.
La spiaggia era vuota,
come il petto di Louis, di un respiro regolare.
“Mon petit eccoti
finalmente …”
“Boo!!” – lo accolse
lei, tendendogli le manine, che il giovane le baciò, sul punto di piangere.
La bimba si ammutolì
perplessa.
Louis inforcò i
Ray-Ban del francese ed abbassò la testa spettinata dal vento.
“Tesoro vieni,
andiamo a sederci, beviamo qualcosa di fresco, ti va?”
“Sì Vincent …” – e lo
prese per mano.
Lux sembrava il padre
di entrambi.
Raggiunsero un
gazebo, dove Pamela aveva lasciato delle macedonie ed una bibita ai frutti
tropicali, per la quale Louis andava matto.
“Ne verso anche per
voi?” – chiese assorto.
“Sì, ti ringrazio …
Per Petra c’è la sua bottiglia nello sterilizzatore … Ci giocava con la sabbia
ed abbiamo dovuto lavarla” – spiegò l’uomo, non senza sentirsi strozzare da un’ansia
in aumento.
“Sì … certo … E’ una
monella” – sorrise guardandoli, per poi togliersi gli occhiali scuri.
Era stravolto almeno
quanto esaustivo, nel suo imbarazzo, che non lasciava dubbi a Lux.
Louis si inginocchiò
sul lettino occupato da quest’ultimo, porgendogli il bicchiere, mentre Petra se
ne stava comoda in un box, con il suo biberon ultra colorato.
“E’ … un sogno,
questa cucciola …” – mormorò ispirato il ragazzo.
“Sì … E vorrei si
collocasse nella vite giuste” – sospirò l’affarista, senza avere la forza di
sostenere il suo sguardo colpevole.
“Vincent …”
“Sì, amore?” – e lo
guardò improvviso.
“Mi … mi dispiace …”
“Per cosa …? Non scusarti
per l’amore che senti per Harry … Non devi” – replicò senza alterarsi, ma con
la sua comprensione innata, la sua benevolenza, letale unicamente per sé stesso,
ma non di certo per Styles ed il suo Boo.
“Mi trovo ad un bivio
… Io … io ti amo profondamente Vincent” – ammise sincero.
Lux arrise con
disperazione implicita a quella conferma.
“E’ … è reciproco,
mon petit”
“E tu arrivi con
Petra, mi apri un mondo nuovo, un … un sogno, come dici tu e vorrei capire se
le vite giuste per lei potrebbero essere le nostre”
“Credo che Petra
abbia bisogno di stabilità, anche se l’amore di questa grande famiglia non le
farà mai difetto … Un’adozione collettiva è l’idea che spesso viene avvertita
dai figli di tutti, non trovi?”
“Sì, c’è un’estrema
solidarietà e noto che Pam, ad esempio, è un collante, ma anche Carmela …
Persino Sveva” – sorrise.
“Le donne non sono
poi così … malvage, se capisci cosa
intendo mon petit” – rise più leggero.
“Io non odio le donne
… anzi … A me manca una mamma, a tempo pieno, questo sì, però l’ho ritrovata ed
anche il suo nuovo consorte non è male”
“Forse persino Harry
cercava di colmare lo stesso vuoto … In un modo meno ortodosso, ma se ci pensi
Sylvie è più adulta di lui, ha carattere ed è già madre”
“Tu lo difendi sempre”
– bissò scherzoso e meno teso.
“A me Harry è
sempre piaciuto, lo ammetto, forse perché nessuno ti ama quanto lui … Tranne il
sottoscritto” – e lo abbracciò tenero.
“Cosa devo
fare Vincent?” – gli respirò nel collo.
Petra si era
addormentata.
Lux la
osservava vivido, in un’emozione ingestibile, per ciò che avrebbe voluto dire a
Louis.
Andarsene,
loro tre, sposarsi, vivere in Provenza o Costa Azzurra, la Francia era l’ideale
per Boo.
Chiuse gli
occhi.
E non disse
niente.
Quasi niente.
“Abbi fiducia
nel futuro mon petit … Non sarai mai solo, potrai contare su di me, qualunque
decisione tu possa prendere … Credimi” – e tornò a guardarlo, dandogli poi un
bacio struggente.
Forse l’ultimo.
Colin diede la
buonanotte ai presenti, salendo in camera con in braccio Flo.
Jared lo stava
aspettando già coricato: aveva saltato la cena.
“Va un po’
meglio?” – chiese gentile l’irlandese.
“Sì grazie
Cole … L’emicrania è quasi passata …”
“La metto a
nanna e poi arrivo Jay”
“Ok …” –
sorrise, facendo una smorfia per la loro Florelay, che lo salutò divertita.
Quando l’attore
rientrò in stanza, Leto se ne stava affacciato al grande balcone, stracolmo di
piante e fiori esotici.
“Ormai avranno
detto sì” – gli sussurrò nella nuca il moro, prendendolo tra le sue braccia,
restando alle sue spalle.
“Sì … Staranno
festeggiando … Non so se partono”
“Non credo
Jay, anche se mi ispirano … nel senso della luna di miele” – e gli infilò
suadente le mani sotto la camicia, ritrovandolo tonico e smagrito, come d’abitudine.
Jared perse un
battito.
“Cole …”
Le loro bocche
si ritrovarono subito, anche se, convulsamente, Farrell gli tolse la casacca e
gli abbassò i pantaloni della tuta, voltandolo a sé con un l’esigenza di saziarsi
di lui il più possibile.
Jared scalciò
via quell’indumento, aggredendo quasi la cintura ed i jeans di Colin, che si
sfilò la t-shirt aderente, rivelandosi nella sua virile prestanza.
Nudi e
bollenti scivolarono verso un materassino, dimenticato lì dai bimbi, così come
diversi giocattoli, che finirono sparpagliati ovunque.
La luna
sembrava ammirare il loro congiungersi carnale e simbiotico: il busto di
Farrell andò imperlandosi di sudore ad ogni spinta, al pari dell’addome del suo
eterno amante, che in quel particolare riverbero, rimandava di sé una visione
estatica.
Si baciarono
con impeto, lo stesso con il quale Colin si abbandonò al proprio divenire esaltante.
Sembrò non
bastargli, così che sollevò Jared, infrangendosi contro la parete intonacata di
bianco.
Gli risalì
dentro, senza smettere di baciarlo.
“Colin mio Dio
…”
Jared venne di
nuovo, collidendo con il piacere del compagno, ebbro di un piacere quasi
spasmodico.
Riuscirono a calmarsi
con fatica, ma quando la reciproca respirazione ritrovò un minimo di
regolarità, coccolarsi fu il momento migliore per entrambi.
Erano cresciuti
insieme, in mille cose e nessuna tempesta era riuscita a dividerli.
Con questa
certezza si assopirono.
Sorridendo.
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