martedì 11 marzo 2014

ZEN - CAPITOLO N. 259

Capitolo n. 259 – zen


La notte sembrava non finire mai.

Geffen si alzò, facendo meno rumore possibile.
Nel chiarore della luna, l’espressione di Louis gli apparve così densa di tenerezza ed afflizione da commuoverlo.

Il giovane aveva le labbra leggermente schiuse, sopra il cuscino, che non aveva mai smesso di abbracciare.
Boo sembrò addirittura sussurrare il nome di Harry, corrugando la fronte, all’improvviso; non si svegliò, forse lo stava solo sognando.
Di lui, di loro, stretti a guardare le stelle, che dal lucernaio spiavano un po’ tutti.

Anche Glam sembrò decidere di farlo, ma senza alcuna malizia.
Era stato, sovente, spettatore della vita altrui.

Affacciatosi dall’ampia terrazza, artigliato alla balaustra ed ad ogni ora di quell’esistenza, sempre più esigua, l’uomo colse le abitudini dei suoi amici, anzi, di quella sua strana famiglia.

Nell’ala laterale, a sinistra, scorse le luci ancora accese, nelle camere dei suoi invitati.

Robert stava imitando la camminata di Charlot, facendo ridere Dady, Camilla e Jude, abbarbicati sul divano, restii a coricarsi.

Colin leggeva un libro, steso su di una trapunta a fiori, molto irlandese, con Jared che gli girava le pagine e lo baciava di tanto in tanto, con passione.

Kurt abbinava camicie e pantaloni, acquistati nel pomeriggio con David, che, in poltrona, dava giudizi di sicuro positivi ed ammirati, colmi di dolcezza, che il compagno ripagava con sorrisi innamorati, in vista delle nozze imminenti.

Yari e Misaki, si firmavano i rispettivi gessi, scambiandosi carezze, sempre più audaci.

Daniel, infine, massaggiava la cervicale di Pana, che svelto spense l’abat-jour sopra al comodino, con ben altre intenzioni.


Geffen tornò a scrutare Louis.
Era lui il ragazzo che avrebbe voluto ancora tenere sul petto, come aveva gridato a Scotty il giorno prima?

Assolutamente no.

L’avvocato fissò infine l’oceano e la spiaggia.
Scorse un’ombra vicino agli scogli.

Serrò leggermente le palpebre, aguzzando la vista un po’ debole.

Gli sembrò di vedere Matt.

Ebbe un sussulto, ma non poteva essere lui.
Lo stava addirittura salutando da lontano.

Glam scosse il capo e poi si strofinò la faccia: non c’era nessuno, forse un’allucinazione, l’erba che fumava gliene procurava spesso e di ogni genere.

Eppure gli sembrò come un segno del destino.
Doveva andare a trovarlo.
Almeno un’ultima volta.


Leto lo incrociò lungo le scale.
Notò il pigiama di Louis, ma non si lasciò sfuggire affermazioni improprie.

“Ciao …”
“Jared ciao, sto andando a prendere la colazione per Glam, sai se è già pronta?”

“Sì, credo se ne sia occupato Pana … Dormito bene?”
“Insomma … Ho avuto degli incubi … Glam è stato tranquillo, pensavo peggio”

“Meglio così … Posso salire da lui, che ne pensi?”
“Sì, certo … Si stava facendo la doccia e non voleva aiuto, solo il suo caffè” – rise limpido.

Jared gli scompigliò i capelli – “E’ uno zuccone, lo so …”
“Ah, grazie per questi, non ho la mia roba qui, dovrei passare dal loft a prenderla, ma c’è Harry e non mi va di vederlo” – rivelò triste, cambiando umore di netto.

“Comprendo, ma non potrai rimandare a lungo … Dovreste chiarirvi” – consigliò pacato il cantante.
“Sta arrivando mio padre, spero di trovare un po’ di pace … Forse me ne andrò via con lui, chissà … A Miami, nuova vita” – scherzò a fatica.

“Ed i tuoi studi? Rimani qui Boo, non mollare, non smettere di crederci, a ciò che senti, per chiunque tu desideri” – replicò fermo.

Il ragazzino scivolò via – “Ci penserò”


Lo scroscio dell’acqua si interruppe.
Ne seguì un fischiettio, che rassicurò Jared.

“Ehi Lou, la facciamo questa”
La vista di Leto lo lasciò stranito.

“Tesoro … Buongiorno, come stai?” – ed andò ad avvolgerlo, in accappatoio.

“Bene Glam … Grazie, anche per Yari e Misaki”

“Per così poco … Scusami, credevo che quel monello fosse tornato con il mio vassoio” – sorrise, andandosi a sedere.
“Ti do una mano? Prendo il necessario …” – e mentre lo diceva, Jared rovistò nell’armadio, cercando boxer e vogatore per Geffen, che non aveva mai smesso di guardarlo.

“Vanno bene quelli … Ok … Poi se non ti spiace mi metti sul servo muto quella giacca beige ed i pantaloni abbinati?”

“D’accordo … Vai da qualche parte Glam?” – domandò in imbarazzo, dopo avere visto Kurt e David sulla terrazza del primo piano.
Loro due erano al secondo.

“Ho un appuntamento, mi accompagnerà Ivan: sta venendo qui con Christopher, che fa visita a Robert … Te lo dicevo che è un lazzaretto …” – sospirò, dopo avere indossato l’intimo ed una vestaglia, in attesa di completare la preparazione dopo avere mangiato qualcosa.

“E Vas, Peter ed Amos? Hai notizie?”
“Stanno tutti bene … Con Vincent arriveranno domani, forse in serata oppure il mattino seguente, ormai non manca molto …”




La camicia a fiori del colonnello era scandalosa.
Boo non glielo disse, era così bello incollarsi ad essa e così a suo padre.

“Tesoro … Fatti guardare” – gli disse, visibilmente emozionato.

“Ciao papà … E’ stato un viaggio movimentato …”

“No, ma mi dispiace non essere arrivato prima”

“Ora sei qui, è questo che conta”

“Louis possiamo parlare in privato?” – chiese l’ex ufficiale, notando una gran confusione sotto il patio, dove si stava imbastendo il pranzo.

“Certo, seguimi, andiamo al solarium” – e lo condusse all’ultimo piano di quella residenza labirinto.



Il primario gli andò incontro, brandendo il dossier di Matt.

“Bene arrivato signor Geffen, come procede?”
“Come vede sono ancora in piedi … Lui è Ivan, un mio collaboratore di fiducia”

Il sovietico fece un cenno, seguendoli poi a breve distanza.

“Bene, possiamo andare, ho detto a Matt della sua venuta ed era al settimo cielo”
“E’ migliorato …?”

“Sensibilmente ed ha fatto progressi insperati … Potrei quasi dire che è guarito”

“Guarito?”

“Non esageriamo, purtroppo la sua patologia, lo sdoppiamento di personalità, non dà mai garanzie in tale senso … Mi riferisco alla piena risoluzione del problema, ovviamente” – inspirò, aprendo l’ennesima porta con un badge apposito.

“Ovviamente … Ed i farmaci?”
“Abbiamo stabilito un dosaggio minimo e serale: Matt ha ripreso la sua professione, sa? Era dentista, anzi lo è a pieno titolo e cura i suoi … compagni di sventura”

“Incredibile … Ed Alexander? Si è più palesato?”

“No … Sono mesi che Matt è sereno, anche se continua a parlare di lei, ma in una forma più tranquilla …”

Erano arrivati.

“Vi lascio … Il signor Ivan può attenderla nella saletta …”

“Farò così, se per te va bene Glam” – “Sì, aspettami pure qui … Grazie.”



Louis gli versò da bere.
“Un aperitivo, papà?”
“Sì, grazie, ho una sete … E quelle cosa sono?”

“Frittelle soffiate, Lula le chiama così … Sono buone, assaggiale”

“Ok … Ti trovi bene a Palm Springs, vedo”
“Sono tutti buoni con me, forse faccio loro pena”

“No, non credo Lou: stai attraversando un periodo complicato, come sarà capitato anche a queste coppie”

“Oh sì, siamo incasinati forte …” – e prese fiato, accomodandosi al suo fianco sopra una lunga panca imbottita.

“Vorrei parlarti di Harry, però, di come io non approvi il suo comportamento, ma, soprattutto, del fatto che è grazie a lui se tu ed io ci siamo ritrovati: questo non dobbiamo dimenticarcelo, Boo”

“E’ l’unica cosa per la quale ancora lo stimo”

“Non essere così severo”

“Vorrei non esserlo, ma, pure ammettendo le mie leggerezze, con Vincent per essere chiari, ciò che Harry ha fatto lo trovo imperdonabile”

“Vincent, già, dovremmo parlare anche di lui”

“Non adesso papà …” – replicò sconsolato.

“Invece è necessario: ho capito il suo amore, nei tuoi confronti, ho percepito la sua dignità nel non farti pesare nulla, mentre lui moriva, nel vederti felice davanti a quel pastore ed è stato Lux ad organizzare ogni dettaglio, purché tu realizzassi un sogno, che era stato anche suo … di diritto”

“Tu approveresti un mio ritorno con lui?”
“Perché ne parli? Tu sei sposato con Harry …”

“Ho chiesto il divorzio, le carte dovrebbero essergli arrivate stamani”

“Non ci credo Louis … Sei stato avventato, senza neppure affrontarlo …”

“E’ successo, è venuto a trovarmi, abbiamo litigato”

“Appunto, avete litigato, non avete chiarito”

“E cosa, di preciso, papà?” – sbottò svilito – “Se ad Harry piacciono le donne, se voleva diventare padre?”

Brent senior prese un lungo respiro.

“Tesoro, voi siete così giovani … Forse Harry non aveva maturato un’esperienza sufficiente, forse era ed è confuso … Ora c’è di mezzo un bambino e la sua vita cambierà …”

“Era la nostra vita … L’ho ribadito anche a lui, anche se sono parole nel vento … Sylvie mi ha portato via tutto, senza neppure rendersene conto … Harry mi ha spezzato il cuore … Ora le nostre strade si sono separate, perché quel bimbo non ci unirà, anzi …”

“E tu pensi che unirà Sylvie ad Harry?”

“Non posso saperlo … Non voglio saperlo, papà …”

Tomlinson lo strinse, passandogli un fazzoletto, per asciugarsi un pianto dispettoso.

La stoffa sapeva del suo dopobarba.
Louis si sentì al sicuro, per la prima volta.

Volle perdersi in quella sensazione, anestetizzando tutto il resto, anche se solo per un momento.

                                                                 




 MATT AND CHRISTOPHER

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