Capitolo n. 259 – zen
La notte sembrava non
finire mai.
Geffen si alzò,
facendo meno rumore possibile.
Nel chiarore della
luna, l’espressione di Louis gli apparve così densa di tenerezza ed afflizione
da commuoverlo.
Il giovane aveva le
labbra leggermente schiuse, sopra il cuscino, che non aveva mai smesso di
abbracciare.
Boo sembrò
addirittura sussurrare il nome di Harry, corrugando la fronte, all’improvviso;
non si svegliò, forse lo stava solo sognando.
Di lui, di loro,
stretti a guardare le stelle, che dal lucernaio spiavano un po’ tutti.
Anche Glam sembrò
decidere di farlo, ma senza alcuna malizia.
Era stato, sovente,
spettatore della vita altrui.
Affacciatosi dall’ampia
terrazza, artigliato alla balaustra ed ad ogni ora di quell’esistenza, sempre
più esigua, l’uomo colse le abitudini dei suoi amici, anzi, di quella sua
strana famiglia.
Nell’ala laterale, a
sinistra, scorse le luci ancora accese, nelle camere dei suoi invitati.
Robert stava imitando
la camminata di Charlot, facendo ridere Dady, Camilla e Jude, abbarbicati sul
divano, restii a coricarsi.
Colin leggeva un
libro, steso su di una trapunta a fiori, molto irlandese, con Jared che gli
girava le pagine e lo baciava di tanto in tanto, con passione.
Kurt abbinava camicie
e pantaloni, acquistati nel pomeriggio con David, che, in poltrona, dava
giudizi di sicuro positivi ed ammirati, colmi di dolcezza, che il compagno
ripagava con sorrisi innamorati, in vista delle nozze imminenti.
Yari e Misaki, si
firmavano i rispettivi gessi, scambiandosi carezze, sempre più audaci.
Daniel, infine,
massaggiava la cervicale di Pana, che svelto spense l’abat-jour sopra al
comodino, con ben altre intenzioni.
Geffen tornò a
scrutare Louis.
Era lui il ragazzo
che avrebbe voluto ancora tenere sul petto, come aveva gridato a Scotty il
giorno prima?
Assolutamente no.
L’avvocato fissò
infine l’oceano e la spiaggia.
Scorse un’ombra
vicino agli scogli.
Serrò leggermente le
palpebre, aguzzando la vista un po’ debole.
Gli sembrò di vedere
Matt.
Ebbe un sussulto, ma
non poteva essere lui.
Lo stava addirittura
salutando da lontano.
Glam scosse il capo e
poi si strofinò la faccia: non c’era nessuno, forse un’allucinazione, l’erba
che fumava gliene procurava spesso e di ogni genere.
Eppure gli sembrò
come un segno del destino.
Doveva andare a
trovarlo.
Almeno un’ultima
volta.
Leto lo incrociò
lungo le scale.
Notò il pigiama di
Louis, ma non si lasciò sfuggire affermazioni improprie.
“Ciao …”
“Jared ciao, sto
andando a prendere la colazione per Glam, sai se è già pronta?”
“Sì, credo se ne sia
occupato Pana … Dormito bene?”
“Insomma … Ho avuto
degli incubi … Glam è stato tranquillo, pensavo peggio”
“Meglio così … Posso
salire da lui, che ne pensi?”
“Sì, certo … Si stava
facendo la doccia e non voleva aiuto, solo il suo caffè” – rise limpido.
Jared gli scompigliò
i capelli – “E’ uno zuccone, lo so …”
“Ah, grazie per
questi, non ho la mia roba qui, dovrei passare dal loft a prenderla, ma c’è
Harry e non mi va di vederlo” – rivelò triste, cambiando umore di netto.
“Comprendo, ma non
potrai rimandare a lungo … Dovreste chiarirvi” – consigliò pacato il cantante.
“Sta arrivando mio
padre, spero di trovare un po’ di pace … Forse me ne andrò via con lui, chissà …
A Miami, nuova vita” – scherzò a fatica.
“Ed i tuoi studi?
Rimani qui Boo, non mollare, non smettere di crederci, a ciò che senti, per
chiunque tu desideri” – replicò fermo.
Il ragazzino scivolò
via – “Ci penserò”
Lo scroscio dell’acqua
si interruppe.
Ne seguì un
fischiettio, che rassicurò Jared.
“Ehi Lou, la facciamo
questa”
La vista di Leto lo
lasciò stranito.
“Tesoro … Buongiorno,
come stai?” – ed andò ad avvolgerlo, in accappatoio.
“Bene Glam … Grazie,
anche per Yari e Misaki”
“Per così poco …
Scusami, credevo che quel monello fosse tornato con il mio vassoio” – sorrise,
andandosi a sedere.
“Ti do una mano?
Prendo il necessario …” – e mentre lo diceva, Jared rovistò nell’armadio,
cercando boxer e vogatore per Geffen, che non aveva mai smesso di guardarlo.
“Vanno bene quelli …
Ok … Poi se non ti spiace mi metti sul servo muto quella giacca beige ed i
pantaloni abbinati?”
“D’accordo … Vai da
qualche parte Glam?” – domandò in imbarazzo, dopo avere visto Kurt e David
sulla terrazza del primo piano.
Loro due erano al
secondo.
“Ho un appuntamento,
mi accompagnerà Ivan: sta venendo qui con Christopher, che fa visita a Robert …
Te lo dicevo che è un lazzaretto …” – sospirò, dopo avere indossato l’intimo ed
una vestaglia, in attesa di completare la preparazione dopo avere mangiato qualcosa.
“E Vas, Peter ed Amos?
Hai notizie?”
“Stanno tutti bene …
Con Vincent arriveranno domani, forse in serata oppure il mattino seguente,
ormai non manca molto …”
La camicia a fiori
del colonnello era scandalosa.
Boo non glielo disse,
era così bello incollarsi ad essa e così a suo padre.
“Tesoro … Fatti
guardare” – gli disse, visibilmente emozionato.
“Ciao papà … E’ stato
un viaggio movimentato …”
“No, ma mi dispiace
non essere arrivato prima”
“Ora sei qui, è
questo che conta”
“Louis possiamo
parlare in privato?” – chiese l’ex ufficiale, notando una gran confusione sotto
il patio, dove si stava imbastendo il pranzo.
“Certo, seguimi,
andiamo al solarium” – e lo condusse all’ultimo piano di quella residenza
labirinto.
Il primario gli andò
incontro, brandendo il dossier di Matt.
“Bene arrivato signor
Geffen, come procede?”
“Come vede sono
ancora in piedi … Lui è Ivan, un mio collaboratore di fiducia”
Il sovietico fece un
cenno, seguendoli poi a breve distanza.
“Bene, possiamo
andare, ho detto a Matt della sua venuta ed era al settimo cielo”
“E’ migliorato …?”
“Sensibilmente ed ha
fatto progressi insperati … Potrei quasi dire che è guarito”
“Guarito?”
“Non esageriamo,
purtroppo la sua patologia, lo sdoppiamento di personalità, non dà mai garanzie
in tale senso … Mi riferisco alla piena risoluzione del problema, ovviamente” –
inspirò, aprendo l’ennesima porta con un badge apposito.
“Ovviamente … Ed i
farmaci?”
“Abbiamo stabilito un
dosaggio minimo e serale: Matt ha ripreso la sua professione, sa? Era dentista,
anzi lo è a pieno titolo e cura i suoi … compagni di sventura”
“Incredibile … Ed
Alexander? Si è più palesato?”
“No … Sono mesi che
Matt è sereno, anche se continua a parlare di lei, ma in una forma più
tranquilla …”
Erano arrivati.
“Vi lascio … Il
signor Ivan può attenderla nella saletta …”
“Farò così, se per te
va bene Glam” – “Sì, aspettami pure qui … Grazie.”
Louis gli versò da
bere.
“Un aperitivo, papà?”
“Sì, grazie, ho una
sete … E quelle cosa sono?”
“Frittelle soffiate,
Lula le chiama così … Sono buone, assaggiale”
“Ok … Ti trovi bene a
Palm Springs, vedo”
“Sono tutti buoni con
me, forse faccio loro pena”
“No, non credo Lou:
stai attraversando un periodo complicato, come sarà capitato anche a queste
coppie”
“Oh sì, siamo
incasinati forte …” – e prese fiato, accomodandosi al suo fianco sopra una
lunga panca imbottita.
“Vorrei parlarti di
Harry, però, di come io non approvi il suo comportamento, ma, soprattutto, del
fatto che è grazie a lui se tu ed io ci siamo ritrovati: questo non dobbiamo
dimenticarcelo, Boo”
“E’ l’unica cosa per
la quale ancora lo stimo”
“Non essere così
severo”
“Vorrei non esserlo,
ma, pure ammettendo le mie leggerezze, con Vincent per essere chiari, ciò che
Harry ha fatto lo trovo imperdonabile”
“Vincent, già,
dovremmo parlare anche di lui”
“Non adesso papà …” –
replicò sconsolato.
“Invece è necessario:
ho capito il suo amore, nei tuoi confronti, ho percepito la sua dignità nel non
farti pesare nulla, mentre lui moriva, nel vederti felice davanti a quel
pastore ed è stato Lux ad organizzare ogni dettaglio, purché tu realizzassi un
sogno, che era stato anche suo … di diritto”
“Tu approveresti un
mio ritorno con lui?”
“Perché ne parli? Tu
sei sposato con Harry …”
“Ho chiesto il
divorzio, le carte dovrebbero essergli arrivate stamani”
“Non ci credo Louis …
Sei stato avventato, senza neppure affrontarlo …”
“E’ successo, è
venuto a trovarmi, abbiamo litigato”
“Appunto, avete
litigato, non avete chiarito”
“E cosa, di preciso,
papà?” – sbottò svilito – “Se ad Harry piacciono le donne, se voleva diventare
padre?”
Brent senior prese un
lungo respiro.
“Tesoro, voi siete
così giovani … Forse Harry non aveva maturato un’esperienza sufficiente, forse
era ed è confuso … Ora c’è di mezzo un bambino e la sua vita cambierà …”
“Era la nostra vita …
L’ho ribadito anche a lui, anche se sono parole nel vento … Sylvie mi ha
portato via tutto, senza neppure rendersene conto … Harry mi ha spezzato il
cuore … Ora le nostre strade si sono separate, perché quel bimbo non ci unirà,
anzi …”
“E tu pensi che unirà
Sylvie ad Harry?”
“Non posso saperlo …
Non voglio saperlo, papà …”
Tomlinson lo strinse,
passandogli un fazzoletto, per asciugarsi un pianto dispettoso.
La stoffa sapeva del
suo dopobarba.
Louis si sentì al
sicuro, per la prima volta.
Volle perdersi in
quella sensazione, anestetizzando tutto il resto, anche se solo per un momento.
MATT AND CHRISTOPHER
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