martedì 15 ottobre 2013

ZEN - CAPITOLO N. 199

Capitolo n. 199 – zen


Geffen sbuffò, ad una cinquantina di metri dal parcheggio del Dark Blue.

“Credo sia chiuso … La serranda è abbassata, meglio andarcene da Barny” – disse mesto, inserendo la freccia.
Brendan tirò un sospiro di sollievo, ma Vincent notò che le luci erano comunque accese.

“Ehi arriva anche Jared” – disse Jude, indicando il suv del cantante, appena fermatosi sul retro.
“Ok, andiamo a salutarlo, mi ha mandato dei messaggi ed io non ho neppure risposto” – “Ok Glam … Intanto chiamo Rob per sapere come procede con le bimbe.”

Leto si avvicinò all’hummer di Geffen sorridendo.

“Ehi … allora sei ancora vivo” – scherzò a sorpresa, abbracciandolo.
“A quanto pare sì …” – e lo guardò, mentre gli altri stavano a debita distanza.
“Come stai Glam …?” – chiese intenso.
“Ora va meglio … Certo che se potessi mangiare qualcosa” – rise.
“Hai appetito?”
“Sì, magari Brent ci prepara qualcosa, che ne pensi?”
“Vediamo se c’è, provo a suonare il clacson, l’uscita di sicurezza è chiusa, qui non si passa … ci sono persino i tendaggi tirati, che starà combinando?”

Brendan notò del movimento, inserendosi nella loro conversazione – “Eppure vedo un’ombra, sembra Brent” – disse con il cuore in gola.
Lux provò a sbirciare da uno spiraglio, mentre Jude salutava Rob, chiudendo la loro breve chiamata.

“Mio Dio …” – mormorò il francese.
“Che c’è?” – domandò Geffen, accostandosi a lui, per vedere a propria volta cosa stesse accadendo, vista la reazione dell’amico.

Tomlinson senior era ancora sotto tiro, letteralmente in ginocchio, ora, quasi implorasse il primogenito di desistere dal suo intento minaccioso.
Louis era apparentemente svenuto e questo ferì a morte Vincent, che gridò il suo nome, battendo forte sui vetri doppi anti proiettile.

Una misura di sicurezza, ormai utilizzata da tutti i locali di Los Angeles.

Brendan, Jude e Jared si resero presto conto di quanto fosse grave la situazione, da come Glam e Vincent si stavano agitando, provando a richiamare l’attenzione di Brent, cristallizzato in una sorta di trance e sul punto di esplodere.

“Brent accidenti!! APRI LA SERRANDA!!” – gli urlò Laurie, ma fu inutile.

Geffen riprese il cellulare, componendo un numero a memoria.

“Vas sono io, vieni subito al Dark Blue, con Peter, ho bisogno di te!” – esclamò.
Jared si mise le mani nei capelli – “Lo vuole uccidere e Louis sta male … Chiamiamo un’ambulanza!”
“No, aspettate, ci penso io, scansatevi!” – e nell’imporre quasi quel suo ordine, Glam risalì sul suo mezzo blindato.
Allacciò le cinture, disattivò gli air bag e mise in moto.

Ingranò la prima e diede gas: si aprì un varco, nell’unico modo possibile e dirompente, che lasciò di sasso i presenti, senza peraltro destare Louis e tanto meno distrarre Brent, completamente allucinato.

Lux si precipitò da Louis, dolorante, ma vivo e vegeto.
“Tesoro … Chi ti ha ridotto così?” – e guardò feroce il colonnello.

Brendan e Jared si fermarono alle sue spalle, fissando sconvolti Brent, che ora li stava guardando nello stesso modo.

“Andate via … andate via!!!”
“No Brent, te l’ho promesso, io non ti lascio, ok …?” – provò a farlo ragionare Laurie.

Glam provò ad azzerare la distanza, tendendo le mani verso il giovane – “Brent non serve a niente, se non a rovinarti la vita e questo bastardo l’ha già fatto abbastanza, non credi? Non permettergli di peggiorare le cose, non buttarti via così, dammi quella pistola, avanti …”
“No … No, tu non sai, voi non sapete cosa mi è costato vivere con lui, perdere nostra madre, perdere mio fratello!!”

“Invece so ciò che provi, perché anche mio padre mi picchiava ed ho passato l’inferno a causa sua, mi ha tolto la voglia di amare, mi ha prosciugato il cuore e l’anima, ma poi ho incontrato Jared e Kevin e Lula …” – si commosse fortemente – “E tu hai Louis, hai Brendan, hai noi, anche se non ci conosci nemmeno, ma ti assicuro che non ti abbandoneremo, che potrai contare su di noi, ok?” – e gli era ormai davanti.

Brent stava tremando e non aveva mai smesso di rivolgere il proprio sguardo straziato a Brendan, che si era ormai affiancato a Glam, mentre Vincent piantonava Tomlinson e Jared dava dell’acqua a Louis, cullandolo dolcemente.

Finalmente lo disarmarono.

“Siete solo un branco di finocchi e tu sei senza palle, nel cedere così!” – ruggì il militare.
Lux gli sferrò un calcio nello stomaco, ricambiando ciò che quel bastardo aveva fatto al suo Louis.

Brent lo afferrò per il bavero, furente – “E tu questi gradi li hai grazie a me, A ME HAI CAPITO PEZZO DI MERDA!!” – e, afferrandolo per la nuca, gli fece sbattere la faccia sul pavimento, dal quale l’uomo non si era mai rialzato.

Vassilly e Peter fecero il loro ingresso, mentre il gruppo avvertì l’ululato delle sirene, che stava salendo sulla collina.

“Jared porta via tutti, andate a casa di Brendan o di Vincent! Vas e Peter, prendete questo stronzo e consegnatelo ad Antonio. Io resto qui” – disse fermo.
“A fare cosa?!” – sbottò esasperato Jared.
“Tu non pensarci, la polizia vorrà sapere cosa è successo, mi inventerò qualcosa! AVANTI MUOVETEVI!”


Hopper aggrottò la fronte.
“Sì Glam … è qui con me … Dove scusa?”
Harry capì che stavano parlando di lui.
“Ok, hai detto da Brendan? Sì, è nel palazzo accanto al mio … Ci andiamo subito” – e riattaccò.

“C’è qualche problema Marc?” – domandò inquieto il ragazzo.
“Ti spiego in auto, vieni.”


Il sergente controllò i documenti.

“E quindi lei ha avuto un malore?” – chiese perplesso.
“Sì, ho subito una chemio ed avevo una gran sete … Volevo accostare, ma poi ho visto tutto buio ed un istante dopo ho sentito un gran frastuono ed ho frenato svegliandomi di colpo …” – spiegò calmo, sorseggiando un’aranciata fresca, recuperata da un secondo agente.
“D’accordo signor Geffen, ma qui è un bel casino … Lei non dovrebbe mettersi alla guida in queste … condizioni” – replicò cauto.
Glam sorrise – “Questo male mi sta togliendo tutto, sa?” – spiegò sincero – “E non lo dico per ispirarle pietà, ma ho un male incurabile: la terapia è mirata unicamente a limitare i danni”
“Mi dispiace … Io la conosco, ho seguito alcune sue cause, lei è in gamba”
“La ringrazio, ma ormai sono solo ricordi … A puttane anche il lavoro … Mi scusi” – e prese fiato.
“Senta, andiamo in ospedale, facciamo un controllo: poi penseremo alla sua patente …”
“Ok, la seguo”
“Non le dico di chiamare il suo avvocato, signor Geffen, perché saprà badare a sé stesso o sbaglio?” – sorrise simpatico.
“No, non sbaglia. Andiamo pure.”


Downey aveva raggiunto il marito da Brendan.

“E le cucciole, Rob?”
“Sono con Pamela, stai tranquillo … In compenso ho incrociato Vas e Peter, con un tizio malconcio, ma che avete combinato??” – chiese sotto voce, accomodandosi sopra il divano, dove Jared stava rannicchiato in silenzio.

“E’ il padre di Louis e Brent, quel tizio … Guarda, non so descriverti la reazione di quest’ultimo e di Glam …”
“Glam …?!”
“Sembrava un’ira di Dio …” – sorrise quasi in imbarazzo, per l’ammirazione traboccante dal suo discorso – “Ha gestito la situazione senza mai perdere il controllo … è incredibile …”
“Incredibile che stia morendo?” – si intromise Jared.

Rob sbiancò, poi gli diede una carezza, finendo per abbracciarlo teneramente, mentre Jude gli massaggiava leggero la schiena.

Lo stesso gesto stava riunendo in un tocco speciale anche Brendan e Brent.

“Come ti senti …?”
“Io … io ti ho mentito Brendan” – e si contorse, dandogli le spalle.
“Non importa, te lo giuro non importa Brent” – gli disse sommesso.
“Invece a me importa, mi ha segnato, lacerato, sporcato per sempre!” – e si girò a puntarlo, come se fosse un nemico, ma lo sguardo colmo d’amore di Laurie, gli frantumò il cuore.

“Vuoi dirmela ora, la verità?”
Brent annuì, mordendosi le labbra, mentre le sue gote si erano rigate di un pianto disperato.

Il giovane esitò.

“Hai detto una cosa a tuo padre, sui suoi gradi, sul fatto che li avesse ottenuti per merito tuo … Hai forse … Faccio solo un’ipotesi ok? … Hai ceduto a qualche compromesso perché ciò avvenisse?”
“No … Non l’avrei mai fatto … Ma io ho mentito sul fatto che tu fossi il mio primo uomo … il primo che” – gli mancò il respiro.
“Brent ti ripeto che …”

Era perfettamente inutile ribadirlo.
Così come rimandare ciò che Laurie aveva capito da un pezzo, nonostante ignorasse i dettagli di una vicenda risalente a cinque anni prima.

“La base fu sottoposta ad un rigido controllo da parte di due alti ufficiali … C’era in ballo la promozione per mio padre ed una serie di benefit per le truppe … Quel bastardo fu persino ossequioso con loro, invitandoli a cenare insieme a noi, offrendo il meglio anche della sua preziosa collezione di vini …” – e sorrise amaro.

Brendan gli spostò i capelli dal volto sfigurato, invitandolo tacitamente a continuare.

“Non c’era nulla fuori posto e tutto sembrò risolversi nel migliore dei modi … Assicurarono a mio padre che avrebbero messo una buona parola, giusto per favorirlo rispetto ad altre strutture ed a colleghi meno validi di lui, questo dicevano … Si era creato un clima rilassato, il giorno prima della loro partenza e quando mi invitarono ad uscire a bere e mangiare nel pub dove ci ritrovavamo con il resto dei miei compagni, non ci trovai nulla di strano anche se …” – e la frase gli morì dentro.
“Anche se …?”
“Era come mi guardavano, anche a tavola, facendo delle battute sulle ragazze, come se volessero sapere se ne avessi una … Cazzate, certo, ma io ero a disagio … Mi offrirono un drink dietro l’altro ed io volevo assecondarli, non fare il poppante, c’era persino una festa di compleanno …”

Ricominciò a piangere.

“Brent …” – e l’analista deglutì a vuoto, avvolgendolo con il proprio maglione.

“Misero della droga nella vodka, non ne percepii il sapore diverso … Ero già su di giri, ma a quel punto non riuscii più a connettere …” – singhiozzò – “Mi … mi presero di peso, portandomi in uno dei magazzini … nessuno badò a noi, anche i miei amici pensarono che mi accompagnassero semplicemente al mio villino, perché ero ubriaco fradicio all’apparenza … Invece mi chiusero in uno stanzino, buio … avevo perso i sensi e quando mi ripresi non vedevo nulla … nulla!” – e si piegò.

Laurie lo strinse forte a sé – “Piccolo io ti amo … ti amo e vorrei potere cancellare questo incubo”

“Durò poco la mia … la mia prigionia … Mi tirarono fuori, sbattendomi su di un materasso, recuperato chissà dove … e mi violentarono tutta la notte … dicendomi cose orribili, che … che ero la loro puttana e che i gradi se li era guadagnati il mio vecchio … CAPISCI?!”

Brendan quasi gli artigliò gli zigomi, provando una rabbia smisurata, un’impotenza svilente.

“Amore non è colpa tua, ok? Non pensare di averli incitati, per favorire tuo padre, perché non è così!”

“Ho provato a convincermi di questo, ci ho provato … ma quando Louis si è ribellato a nostro padre ed al suo mondo schifoso, è stato come se tradisse anche me, come se sputasse sul mio sacrificio, perché tutti ne avevano tratto un qualche vantaggio, tutti!! Ma non Louis, solo che non riuscivo più ad essere obiettivo, ero solo incazzato, umiliato, io ero sporco! E quando mi sono scagliato su di lui, non vedevo il mio fratellino, ma solo quei maiali e l’ho pestato! Ho fatto del male a Louis … al mio cucciolo … Io dovevo difenderlo … dovevo salvarlo … E non l’ho fatto Brendan: io non l’ho fatto.”





BRENT


KEVIN COSTNER è il Colonnello Tomlison

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